Linda_wR wrote: Sto sistemando un romanzo in cui un personaggio importante è un capitano dei carabinieri.
Quindi è il comandante di compagnia da cui dipendono le varie stazioni in una delle quali presta servizio il carabiniere del tuo romanzo.
Linda_wR wrote: se il personaggio in questione chiama qualcuno (sempre carabiniere), l'interpellato come risponde? Lo so, posso andarmi a guardare un botto di fiction italiane per questo, ma ho bisogno della conferma di chi carabiniere lo è oppure ha parenti/amici che fanno questo lavoro.
Non fidarti del "botto" delle fiction in circolazione con sussurate storie d'amore, non rispecchiano la realtà e men che meno la realtà operativa. Registi, sceneggiatori e quant'altro dietro a fiction di cassetta che dell'Arma conoscono solo le barzellette; gli attori, ragazzi bellocci e ragazze bellocce, della vita dell'Arma non hanno capito e non capiranno mai niente, in particolare un concetto basilare del teatro e del cinema valido per tutti i personaggi che si chiama "immedesimazione". Un palestrato con fisico da wow e velo di barba tenebrosa d'ordinanza si potrà immedesimare in tante altre cose, giusto per guadagnare e avere follower o come si chiamano quelli che mettono like, ma non potrà rappresentare un carabiniere nella sua vera vita quotidiana. Fidati.
Se vuoi vedere il comportamento di carabinieri nei film e sceneggiati potrei suggerirti qualcosa di datato ma a tuttora insuperato, "I racconti del maresciallo", di Mario Soldati con Turi Ferro che interpreta (ma non interpreta: è) un maresciallo nella sua stazione che nel comportamento, tono di voce, rapporti con superiori, subalterni e civili nel corso delle varie indagini degli sceneggiati è molto veritiero. Più che sceneggiati sembrano documentari. Però sono datati. Li trovi su youtube se ti piace documentarti.
Linda_wR wrote: se il personaggio in questione chiama qualcuno (sempre carabiniere), l'interpellato come risponde?
I Carabinieri antepongono sempre il "signor" al grado dei loro ufficiali.
Poi bisogna vedere gli infiniti particolari che fanno parte del tuo romanzo e che io non conosco.
Mi spiego. Un carabinere dirà sempre "signor Capitano, signor Tenente eccetera. Anche sissignore, nossignore e comandi a seconda delle circostanze, ma non sempre in maniera automatica: a seconda delle circostanze. Un conto è parlarsi al comando compagnia con i comandanti di stazione a rapporto o al comando di stazione, quando il capitano si reca in visita, un conto è parlarsi in una sala operativa dove si coordinano assieme per settimane e mesi indagini importanti, un altro conto è parlarsi in circostanze di servizio talvolta drammatiche. Talvolta si lavora fianco a fianco per giorni e notti, condividendo rischi e i rapporti, pur essendo sempre improntati al rispetto gerarchico, possono divenire più "familiari".
Tieni conto, potrebbe esserti utile, che talvolta ci sono ufficiali che inizialmente si sono arruolati come carabinieri semplici o alla scuola Sottufficiali e poi hanno fatto il concorso interno per ufficiali o tramite frequenza dell'Accademia di Modena e poi a Roma. Capita che diventati tenenti o capitani incontrino i loro ex compagni di corso che sono rimasti nei gradi truppa o sottufficiali. Questi ultimi li chiameranno "signore" indubbiamente, specie davanti agli altri colleghi, ma se i rapporti iniziali da giovani erano amichevoli, fraterni in taluni casi, non in tutti, come si instaurano fra tutte le categorie di allievi, quando il capitano parlerà con l'appuntato o il maresciallo con il quale inizialmente ha condiviso il suo percorso, quando saranno faccia a faccia si daranno del tu. Potranno anche darsi del tu. Non sempre, ma succede. Può succedere. È successo.
Un grosso sbaglio di forma che non bisogna però mai fare è che se eventualmente un carabiniere, un appuntato, un brigadiere, un maresciallo che ha a che fare con un suo compagno di corso diventato ufficiale, per quanto gli possa dare del tu parlandogli faccia a faccia poi, in presenza di altri colleghi e di ufficiali, davanti a loro dovrà essere assolutamente formale e dargli del lei e rispondere sissignore. Questo per non creare disagi nell'ufficiale davanti agli altri ufficiali e malintesi nei confronti di tutti circa il loro rapporto professionale.
Bisogna vedere se il tuo paersonaggio si trova in una di queste condizioni: potrebbe dare un sapore diverso alla storia. Una mia opinione.
Linda_wR wrote: Altra domanda: quando il capitano dei carabinieri dà l'ordine/fa la richiesta eccetera, l'interpellato come risponde? Agli ordini? Sissignore? Signorsì?
Può rispondere in tutti e tre i modi.
Esagerando, romanzando, drammatizzando, mettiamo che il capitano voglia imporre un certo indirizzo a determinate indagini.
Il sottoposto, un maresciallo di stazione più addentro agli avvenimenti potrebbe obbiettare dicendo: "Signor capitano mi permetto di farle notare che... ecc. ecc.
Il capitano potrebbe rispondere: "Questo non mi interessa" Oppure: Questo è irrilevante. Si attenga agli ordini.
Il maresciallo risponderebbe "Signorsì"
In questo caso la questione sarebbe chiusa. Questo signorsì è espresso a forza, il sottufficiale obbedirà malvolentieri, ma obbedirà. Perché è così che funziona.
Naturalmente il signorsì si dice anche in occasioni normalissime, come il sissignore.
Naturalmente non è certo detto che bisogna sempre dire signorsì.
"È vero brigadiere che lei passa il tempo libero a scommettere alle corse dei cavalli?
"Negativo, signore."
Ti ho fatto piccoli puerili esempi, ma in un romanzo ci potrebbero stare. Amo la fantasia e gli imprevisti della vita nei romanzi.
Guai se i comportamenti umani fossero assolutamente codificati. Anche i comportamenti dei militari.
Linda_wR wrote: Ah! Se il capitano parla con il suo superiore, il modo in cui saluta e risponde è uguale a quello che risponderebbe un sottoposto a lui?
Certamente. Le regole militari non cambiano. Non ce lo vedo un capitano che non si rivolga al suo Colonnello o Generale comandante di Legione senza chiamarlo signor Colonnello, signor Generale o senza salutarlo militarmente. Compreso il sissignore e agli ordini. Ma senza eccessive esagerazioni, senza inutili enfatizzazioni, giusto il dovuto, poi si passa al senso del discorso, dell'incontro, della discussione del piano operativo inerente le indagini in corso e quant'altro. Almeno: a mio parere.