Re: Anacronismo?

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Brutus ha scritto: Nell'ultimo romanzo che ho letto si parla di invio di mail già nel 1985. A me è parsa subito una cosa che a memoria personale reputo molto dubbia, ma magari mi sbaglio.
Sarebbe un refuso bello grosso, per uno scrittore di genere piuttosto noto, quindi chiedo a voi conferma. E' possibile?
 Possibile, a seconda del contesto.

Il protocollo usato per l'invio di email (SMTP) è nato negli anni '80. Anche se Internet non esisteva, allora esisteva il suo predecessore (ARPANET) almeno negli USA in certi ambiti (difesa, uffici governativi, ecc.). Inoltre era possibile utilizzare molti servizi che noi associamo a Internet (come le email) già in reti locali.

Ovviamente dipende molto dal contesto. Se il romanzo è ambientato in Italia e il personaggio è un normale impiegato, non è realistico. Se è ambientato negli Stati Uniti e il personaggio appartiene alla Difesa o a un altro ufficio federale, è molto più verosimile.

Re: Anacronismo?

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Brutus ha scritto: Il personaggio è un poliziotto di Los Angeles, nel 1985. Se posso anche pensare che la Polizia avesse già quel servizio, quello che mi fa arricciare il naso è che nel contesto la mail gliela spedisca una piccola ditta privata, molto poco verosimile, secondo me.
 Concordo.

Andrebbe analizzato quel dettaglio nello specifico. Di sicuro ARPANET non era raggiungibile da aziende esterne, a meno che non fossero legate allo sviluppo stesso della rete (se non ricordo male, almeno parte della rete era stata commissionata a ditte commerciali). Oltre alla Difesa e ad altri uffici governativi, gli unici che avevano accesso ad ARPANET erano alcune università per motivi di ricerca. Vado a memoria, potrei sbagliare.

Nel 1985-86, sempre se non ricordo male, ARPANET fu dismessa, sostituta da MILNET per Difesa/uffici federali, che divenne molto più chiusa e messa in sicurezza, e NFSNET (spero sia corretto il nome, era qualcosa di simile) per la ricerca scientifica e le università.

In ogni caso, niente a che vedere con aziende di alcun tipo. Peraltro, se si trattava della polizia di L.A., probabilmente NON avrebbero avuto accesso a reti nazionali (non essendo enti federali).

Direi che è davvero difficile far quadrare la fiction con queste premesse.

L'unico modo possibile perché l'evento sia verosimile è che sia la polizia sia la ditta in questione fossero presenti su una rete locale. Possibile, ma lo vedo davvero forzato.

In ogni caso andrebbe verificato il caso specifico. Le mie conoscenze sono molto superficiali, avevo studiato queste cose come introduzione al mio corso di Reti, parecchi anni fa: niente di più dettagliato di così. Inoltre non farei completo affidamento alla mia memoria...

Re: Anacronismo?

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Anch'io facendo qualche ricerca ero arrivato alle stesse conclusioni. Mi fa specie trovare un errore tanto marchiano in un noto autore di thriller americano con una dozzina di romanzi all'attivo. Vero anche che lo stesso non mi è piaciuto proprio per le libertà che si prende riguardo al verosimile. Con tutta la fatica che noi autori di provincia facciamo per non cadere nella faciloneria mi da proprio fastidio che a uno da bestseller sia concesso... 
Porterò le mie lamentele alla CE.  :D

Re: Anacronismo?

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Fraudolente ha scritto: Sono andato alla presentazione di un romanzo in cui si ballava un bel valzerino nel basso medioevo. Tutti possono sbagliare, ma talvolta si tratta di errori troppo evidenti.
Però gli anacronismi almeno sono divertenti. Una volta (non so se c'è ancora) sulla Settimana Enigmistica c'era un giochetto sul tipo: "trovate i dieci evidenti anacronismi della vignetta", con un cavaliere in armatura al telefono o un antico egizio in bicicletta e roba simile.

Un bel valzer medioevale, un blues babilonese o le nove sinfonie neolitiche sono cose che rinfrancano lo spirito tra un enigma e l'altro.

Re: Anacronismo?

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Brutus ha scritto: Mi fa specie trovare un errore tanto marchiano in un noto autore di thriller americano con una dozzina di romanzi all'attivo.
Fraudolente ha scritto: Sono andato alla presentazione di un romanzo in cui si ballava un bel valzerino nel basso medioevo. Tutti possono sbagliare, ma talvolta si tratta di errori troppo evidenti.
È vero: tutti possono sbagliare, anche i più grandi.
Ricordo che parecchi anni fa Camilleri, in occasione dell'uscita di uno dei suoi tanti "Montalbano", ringraziò pubblicamente Donna Elvira Sellerio per avergli corretto uno svarione: aveva fatto compiere un'azione a un personaggio che era morto una cinquantina di pagine prima.
Il problema sta proprio qui: se è vero che tutti noi, dal più grande al più piccolo, possiamo commettere una svista madornale, dall'altra parte ci sono una casa editrice e almeno un editor che cura il romanzo (stiamo parlando di editori seri) e, probabilmente anche un correttore di bozze. Se la svista madornale sfugge anche a loro... be', allora abbiamo un problema. Un problema serio.
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Re: Anacronismo?

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Marcello ha scritto: Se la svista madornale sfugge anche a loro... be', allora abbiamo un problema. Un problema serio.
Joel Dicker, in un suo best seller, edito in Italia da La Nave di Teseo, fa arrampicare bambini di otto anni, nell'ora di educazione fisica, su pertiche alte dieci metri (quarto piano di un palazzo, per intenderci) e fa cadere l'insegnante da sette metri (terzo piano) rompendosi soltanto le gambe.  Inoltre un ragazzino viene bullizzato, picchiato tutti i giorni, costretto col viso nella cacca, ma al suo rientro in famiglia nessuno si accorge di come sia conciato. Pare che nessuno, editor inclusi, si sia dato pena di correggere le incongruenze. Ma non è stato un problema, visto l'enorme successo.
Mario Izzi
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Re: Anacronismo?

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Cheguevara ha scritto: Completamente d'accordo. C'è chi nasce con la camicia, e chi no. :si:
Difatti io sono convinto che la maggior parte degli svarioni non è che i correttori non li vedono, semplicemente sono succubi o comunque intimoriti dall'autore famoso o anche solo autorevole. Vuoi che uno così sbagli? 
Un'altra cosa di cui sono convinto è che quando uno scrittore comincia ad avere successo non ci sia questo gran bisogno di correggerlo, tanto venderà comunque. Se vale per il contenuto non vedo perché darsi tanta pena per la forma.
Non essendo del mestiere però, non ne ho la controprova, sono solo supposizioni dettate dalla scarsa qualità di certa narrativa di genere.

Re: Anacronismo?

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Brutus ha scritto: Un'altra cosa di cui sono convinto è che quando uno scrittore comincia ad avere successo non ci sia questo gran bisogno di correggerlo, tanto venderà comunque. Se vale per il contenuto non vedo perché darsi tanta pena per la forma.
Non essendo del mestiere però, non ne ho la controprova, sono solo supposizioni dettate dalla scarsa qualità di certa narrativa di genere
Uhm... C'è il rovescio della medaglia, però: se commetti errori del genere ti sputtani e non so se il romanzo successivo venderà ancora tanto. Eco pretendeva sette editor e non è che fosse proprio l'ultimo arrivato.
Io credo che il problema stia tutto nel desiderio delle case editrici di risparmiare sui costi. 
Faccio l'esempio, e non è certo il solo, di un buon editore italiano (scuderia Mauri Spagnol) che ha già tradotto una ventina di romanzi di un autore nordico che leggo regolarmente: il traduttore è sempre lo stesso (anche perché da quella lingua non ne esistono molti), ma da qualche anno i romanzi sono meno curati. Forse il traduttore si è rimbecillito strada facendo? No, semplicemente credo che a un certo punto abbiano deciso di rinunciare all'editor che rivedeva il lavoro e dava al romanzo una forma curata sotto ogni aspetto (perché tradurre ed editare sono due professioni distinte). 
Negli ultimi due romanzi che ho letto, però, la qualità sembra essere tornata quella di un tempo: ho l'impressione che si siano resi conto che il gioco non valeva la candela. 
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Re: Anacronismo?

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Però un conto è un refuso, che può capitare a tutti di non vedere, un conto è non verificare la correttezza di ciò che si afferma. 
Anche a me era capitato di trovare un errore (grave a mio avviso) in un thriller nordico del mio autore preferito, in cui si scambiava uno sport invernale per un altro. Era palese un errore di editing da parte di una persona priva di conoscenza specifica in ambito sportivo, visto che in Norvegia entrambi gli sport erano di livello assoluto.
Perfino nell'ultimo poliziesco della Rowlings ho trovato uno scambio di persona, ma ci sta, tanto per dire.
Tra l'altro provo sempre a contattare le CE per segnalare tali incongruenze ma non esiste una mail specifica a cui scrivere e difatti non ho mai ricevuto una notifica di lettura, un grazie poi neanche me lo sogno. :D

Re: Anacronismo?

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Marcello ha scritto: semplicemente credo che a un certo punto abbiano deciso di rinunciare all'editor che rivedeva il lavoro e dava al romanzo una forma curata sotto ogni aspetto (perché tradurre ed editare sono due professioni distinte). 
A me è capitato diverse volte, in romanzi in origine scritti in lingua inglese ed editi in Italia da primarie CE, di constatare l'assenza di consecutio temporum, in particolare l'uso del passato remoto al posto dell'appropriato trapassato. L'inconveniente, appunto, si spiega con l'assenza di editing successivo alla traduzione, con ogni probabilità imputabile a soggetti di madrelingua inglese. Non può esservi altro motivo che l'obiettivo, da parte di grandi case editrici con bilanci ultramilionari, di risparmiare sull'editing. Tanto, quanto potrà essere elevata la percentuale di lettori che se ne accorge? :libro:  
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