Come io e te

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Il testo di una canzone di Sanremo2023 fa "come io e te".
Secondo me è sbagliato, sebbene in molte lingue romanze espressioni come "come io" siano normali (esempio: "como yo" in spagnolo).
Come mai nessuno fa caso a queste cose? Addirittura quella canzone è stata letta e riletta, sì, ma da chi per tutto il Festival ha continuato a ripetere "venti ventitré" invece di "duemilaventitré". Che sta succedendo oltre all'ovvia penetrazione dell'inglese nell'italiano, ormai non solo a livello lessicale ma anche sintattico? Devo considerarlo un segno di normale evoluzione della lingua o un segno prodromico di morte? Ormai mi chiedo se dovrei arrendermi a questo andazzo o continuare sporadicamente a stigmatizzare gli errori. L'altro giorno ho notato che una mia amica scriveva sui social con l'asterisco (tipo "un* psicolog*") e gliel'ho detto, ma lei sembrava stupita dalla mia osservazione come se fosse perfettamente normale scrivere "qualcun*" e io, anzi, ero ormai "stravecchio".
Il Sommo Misantropo

Re: Come io e te

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dyskolos ha scritto: L'altro giorno ho notato che una mia amica scriveva sui social con l'asterisco (tipo "un* psicolog*") e gliel'ho detto, ma lei sembrava stupita dalla mia osservazione come se fosse perfettamente normale scrivere "qualcun*" e io, anzi, ero ormai "stravecchio".
Dopo aver visto l'osceno (non mi riferisco ai contenuti) programma elettorale di Majorino in Lombardia, scritto con gli asterischi, non mi stupisco di nulla.
https://www.facebook.com/nucciarelli.ma ... scrittore/
https://www.instagram.com/marcellonucciarelli/
https://www.linkedin.com/in/marcello-nu ... -bbb4805b/

Re: Come io e te

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Marcello ha scritto: Dopo aver visto l'osceno (non mi riferisco ai contenuti) programma elettorale di Majorino in Lombardia, scritto con gli asterischi, non mi stupisco di nulla.

Terribile! Io vedo libri con gli scevà in copertina, come in "scienziatə". Ormai anche le CE lo accettano. Mi sono reso conto che gli "asteriscari" pensano che siamo noi a sbagliare, noi che erroneamente non mettiamo gli asterischi.
Il Sommo Misantropo

Re: Come io e te

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Tra noi tre, l'unica vera vecchia cariatide sono io. Perciò, i vostri interventi mi stupiscono in positivo. Vi assicuro di non essere un vecchio maschilista, ho sempre amato e rispettato il genere femminile, considerandolo sempre alla pari e, semmai, a volte uno scalino al di sopra. Rispetto anche omosessuali e trans, nel senso che ognuno, come disse Benigni, è libero di godere come gli pare, basta che non danneggi alcuno. Ma gli asterischi e le (o gli?) shwa proprio non li sopporto, e non sopporto la stupida e inutile affermazione di principio di chi li (le?) usa. Non è con queste immani cazzate, ma con gli atti, che si  porta rispetto.
Mario Izzi
2025 - Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni
Dea
[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]

Re: Come io e te

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dyskolos ha scritto: Il testo di una canzone di Sanremo2023 fa "come io e te".
Secondo me è sbagliato
La frase giusta sarebbe "come me e te", neanche tanto per la grammatica, ma per la concordanza: se usi "te", allora va da sé il "me", altrimenti dovrebbe diventare "come io e tu" (e in questo caso si nota subito la stonatura). Ma nell'uso poetico (il testo di una canzone in fondo è una sorta di poesia) potrebbe starci, per il suono o altro. Se cambiassimo la frase in "siamo solo io e te" (mi pare che esista in qualche canzone) stonerebbe molto meno, quindi l'uso, anche se magari sbagliato, si è ormai affermato.
dyskolos ha scritto: Che sta succedendo oltre all'ovvia penetrazione dell'inglese nell'italiano, ormai non solo a livello lessicale ma anche sintattico?
Qui però l'inglese è innocente :P  : la frase verrebbe tradotta con "me and you", non "I and you")
dyskolos ha scritto: L'altro giorno ho notato che una mia amica scriveva sui social con l'asterisco (tipo "un* psicolog*") e gliel'ho detto
Quando io ne vedo uno, magari un post di un nuovo "amico" sui social, mi porto la mano alla fronte: "Oddio, no, è uno di quelli. Non dovevo accettare" (un po' come per quelli che mettono il "mi piace" ai propri post, che mi danno i brividi).
Io non mi considero né vecchia né maschilista, è solo che se uno mi mette simboli strani in mezzo alle parole, per dimostrare poi chissà che cosa,  mi girano
Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
Qualunque sia il tuo nome (HarperCollins)
La salvatrice di libri orfani (Alcheringa)
Il lato sbagliato del cielo (Arkadia)
Il tredicesimo segno (Words)

Re: Come io e te

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ivalibri ha scritto:
https://www.treccani.it/magazine/lingua ... dium=email

Interessante! :-)
Ma a gente come te (e forse me) che queste le studia non appare così "sconvolgente".
Yasmina Pani, citata più volte nell'articolo, è una delle mie preferite. Oggi ho ascoltato il suo video sull'"abilismo", come sempre molto interessante. Mi piace perché è molto sboccata: una frase sua tipica è "se qualcuno non la pensa come me, io me ne sbatto i *****oni" ;-) La adoro!
Io sarei favorevole all'introduzione in italiano di ε e ω, come diceva Giovan Giorgio Trissino, ma il problema sottolineato giustamente dall'articolo è la capacità di attecchire e secondo me gli asterischi e gli schwa non attecchiranno: faccio questa previsione. L'asterisco, infatti, non si può leggere; lo schwa è già presente in alcune lingue d'Italia e, poiché non esiste nell'abituale fonologia italiana, verrebbe interpretato come maschile dagli italiani in genere.
Come sai, a proposito di creatività linguistica, citata nell'articolo, in latino non c'era il condizionale. Poi però, nel basso medioevo, l'infinito si ibridò con il verbo "avere" e si formò il condizionale in italiano (basta pensare ad "amar EBBE" e "amar EBBERO"). Questo ha attecchito, eccome!, in italiano, mentre in siciliano, che pure da lì si evolve, no (tranne alcune limitatissime eccezioni come "fora, foramu, foranu…", presenti rarissimamente solo nel Ragusano). In Svezia hanno inventato, quasi dal nulla, un pronome di terza e sesta persona inclusivo. In inglese c'è il "they inclusivo".
Oggi diciamo "radiografia", ma cento anni fa non se ne sentiva il bisogno. Le lingue, come sai mille volte meglio di me, si adattano alla descrizione del mondo in cui vivono.
Ma la domanda è sempre una: attecchirà? Alla fine in linguistica, come mi insegni, comanda l'uso dei parlanti.
Po c'è la questione dell'intergenerazionalità. In questa generazione stigmatizziamo giustamente lo schwa, ma tra cento anni saremo tutti morti (mi tocco :P ) e non vivremo più noi vecchi "stigmatizzatori": le nuove generazioni faranno come ritengono più opportuno, ma adesso io "vecchiaccio" critico e dico "il personale" invece di "i lavoratori e le lavoratrici" :-)



Cheguevara ha scritto: Non è con queste immani cazzate, ma con gli atti, che si porta rispetto.

Applauso! :-)



Silverwillow ha scritto: Quando io ne vedo uno, magari un post di un nuovo "amico" sui social, mi porto la mano alla fronte: "Oddio, no, è uno di quelli. Non dovevo accettare" (un po' come per quelli che mettono il "mi piace" ai propri post, che mi danno i brividi).
Io non mi considero né vecchia né maschilista, è solo che se uno mi mette simboli strani in mezzo alle parole, per dimostrare poi chissà che cosa, mi girano

Mi girano e mi si avvolgono intorno alle cosce :P
Il Sommo Misantropo

Re: Come io e te

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Esatto, @dyskolos. Oltre ai problemi fonetica si pongono problemi morfologici. Come concordiamo al plurale questa semplice frase:
Il mio amico è simpatico. 
Lə ( o ə) miə amicə (o amichə) sono simpaticə (o simpatichə) ?
Abbiamo dei problemi sia con la pronuncia che che con la scelta dell'articolo (che di per sé implica una scelta a favore del maschile o del femminile).
E la frase presa ad esempio è molto banale!
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