Tempi verbali e discorso indiretto

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Forse non si dovrebbe esagerare nel dare credito ai beta, ma può succedere che alcune critiche, se da parte di lettori qualificati, alimentino dubbi e perplessità.
Il caso:
Bonaccorso porta la telecamera. Mascherato da una sorta di bavaglio, incrocia il cattivo Calfuccio, che lo riconosce.
Forse il destriero stuzzicò la curiosità, perché non era un ronzino da mercante, ma ci si mise anche la sfortuna. Eccolo! Agghindato come per andare in chiesa, brache chiare, stivali, camisa di lino e giubba di panno, Calfuccio dei Visdomini gli sbarrò il passo. Rise, il figlio di una scrofa guelfa. «Codesto giovane mercante lo conosco.»
Appunto del beta: “Rise, il figlio di una scrofa guelfa” non va bene, perché è questo è il punto di vista di Bonaccorso, non dell’autore.
Consiglio: rideva sfrontato, oppure trasformarlo in discorso indiretto libero, Rideva, grandissimo figlio di una scrofa guelfa.
“Rise” è il punto di vista dell’autore? “Rideva” discorso indiretto?

Re: Tempi verbali e discorso indiretto

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Per me è ok come hai scritto.
È un esempio di indiretto libero, un classico della letteratura.
Dall'Enciclopedia Treccani:
Molto in voga nella prosa narrativa tra Ottocento e Novecento, il discorso indiretto libero ha lo scopo di riferire in 3a persona le parole e i pensieri di un personaggio, combinandoli con quelli della voce narrante.
  ha scritto:Carlo D’Andrea, con gli occhi fissi dietro le grosse lenti da miope, attese un pezzo, senza trovar parole, non sapendo ancor credere a quella rivelazione, né riuscendo a immaginare come mai quella donna, finora esempio, specchio di virtù, d’abnegazione, fosse potuta cadere nella colpa. Possibile? Eleonora Bandi? Ma se aveva in gioventù, per amore del fratello, rifiutato tanti partiti, uno più vantaggioso dell’altro! Come mai ora, ora che la gioventù era tramontata… – Eh! Ma forse per questo… (L. Pirandello, Scialle nero).
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Re: Tempi verbali e discorso indiretto

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Fermo restando che concordo con Marcello,
scrivo la mia opinione soprattutto per un confronto,
visto che sto ancora cercando di imparare e interpretare meglio anche io le situazioni un pò confuse riguardo ai punti di vista nella narrazione.

Cerco di interpretare il discorso del beta.

Rise, il figlio di una scrofa Guelfa.
Potrebbe essere stato inteso dal beta come discorso diretto: Tizio mi sbarrò la strada. Rise, il figlio di...; forse è per questo che poi ti ha consigliato di trasformarlo in discorso indiretto libero.
Ma in realtà la frase in argomento è già un discorso indiretto libero, che racchiude in sé l'opinione del protagonista sull'altro personaggio, riportata dalla voce narrante dell'autore (se ho capito bene).
Sinceramente, poi, non vedo come il cambio tra "rise" e "rideva" possa cambiare il punto di vista della narrazione o un discordo da diretto a indiretto...
Anzi, a mio parere, la frase "Rideva, grandissimo figlio di una scrofa guelfa" mi sembra più adatta a un discorso diretto, mentre la vedo un pò forzata nell'ambito di un discorso indiretto libero.

Re: Tempi verbali e discorso indiretto

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Marcello ha scritto: Per me è ok come hai scritto.
È un esempio di indiretto libero, un classico della letteratura.
Dall'Enciclopedia Treccani:
Molto in voga nella prosa narrativa tra Ottocento e Novecento, il discorso indiretto libero ha lo scopo di riferire in 3a persona le parole e i pensieri di un personaggio, combinandoli con quelli della voce narrante.
Ahinoi! E per dirindindina! Sarebbe quindi un modo antiquato di scrivere, cioè di quelli che potrebbero condurre in direttissima al cestino degli editori.
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