Piuttosto che

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Salve a tutti 

stamattina, dopo aver sentito su Radio 1 pronunciare quattro volte - nel giro di mezz'ora -  "piuttosto che" con significato di "oppure" (tre volte, nella stessa frase, da un docente universitario, e una volta durante il radio giornale), è caduto in me l'ultimo baluardo di resistenza: mi arrendo. :bandiera: Non cercherò più di evitarlo, ma d'ora in poi lo userò con funzione disgiuntiva, magari nei dialoghi.  

Voi cosa ne pensate? Vi siete arresi anche voi, magari da molto più tempo di me?
Già.

Re: Piuttosto che

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Mai e poi mai! :P
Se proprio la dovessi usare in un dialogo la metterei in bocca a un personaggio che non possiede una competenza linguistica accettabile (come uno straniero che non padroneggia la grammatica o chi ha ricevuto un'educazione scolastica limitata).
È vero che la lingua parlata ha maglie più larghe di quella scritta, ma un errore è sempre un errore. Che cambi lo stile ma non la grammatica!

Re: Piuttosto che

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Qui da me (provincia milanese ai confini con la Brianza) ormai pare consolidato l'uso del "piuttosto che" col significato di "oppure". E mi capita anche di sentirlo come "eccetera", tipo: 
"Puoi mangiare la carne, il pesce, le uova, piuttosto che."
"Va bene qualunque sport: nuoto, corsa, calcio, piuttosto che."
Altro che arrendersi, qui siamo oltre :P 
There's no dark side of the moon, really: matter of facts it's all dark...
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Re: Piuttosto che

6
Arrendersi mai! Il fatto che siano in tanti a sbagliare è una motivazione a lottare per difendere la lingua da questa, come da altre aberrazioni, nel nostro piccolo (lo so, è un modo di dire non ortodosso, ma tant'è).
Mario Izzi
Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni (trilogia)
Dea
Non solo racconti
[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]

Re: Piuttosto che

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L'utilità di questo sito è impagabile! Grazie a tutti!  :D

Mi avete convinto, nel senso che continuerò a evitare di usarlo (in modo corretto), per evitare che i miei due lettori prendano fischi per fiaschi leggendomi; però mi toglierò lo sfizio di farlo pronunciare da qualche mio personaggio. Lo farò partecipare a un quiz televisivo e gli farò dire cinque volte "assolutamente sì" e due volte "piuttosto  che" con funzione disgiuntiva. 
Già.

Re: Piuttosto che

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Inutile combattere, ormai è un'espressione adoperata da quasi tutti e la lingua cambia attraverso gli "errori", che la modificano continuamente e che a lungo termine diventano le nuove forme generalmente accettate.

Gli esempi al riguardo sarebbero innumerevoli, da quelli più comuni, come "gli" per "a loro", a quelli più stravaganti come Tangentopoli (città delle tangenti), parola coniata da qualche giornalista con riferimento a Milano, che in breve tempo con uno stranissimo salto logico carpiato passò a indicare il sistema di corruzione dei partiti nel suo complesso e con questo significato la si adopera tuttora ("all'epoca di Tangentopoli", per indicare quel periodo degli anni '90).

Re: Piuttosto che

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Ilaris ha scritto: Voi cosa ne pensate? Vi siete arresi anche voi, magari da molto più tempo di me?
Non mi piace proprio e quasi mi provoca un brivido lungo la schiena. Non riesco ad arrendermi e non uso mai quella espressione e, se posso, la redarguisco gentilmente.
Tuttavia sono consapevole che le generazioni passano e prima o poi passerò anch'io. A quel punto non potrò mica intervenire dall'aldilà  :) :)  e così nello Stivale prospereranno quelli della nuova generazione, molti dei quali amano il piuttosto che usato in quel modo. Poi, come è sempre successo, quel modo di esprimersi diventerà normale (in quanto non ci sarà più nessuno a criticarlo) e dopo qualche tempo anche i vocabolari cominceranno a registrarlo; ed allora sorgerà qualche linguista di nuova generazione che argomenterà che è normale e tantissimi lo prenderanno a modello. E così, in luoghi virtuali come questo, verranno pubblicati link dell'Accademia della Crusca 4.0 che deporranno a favore del piuttosto che, accompagnati da didascalie del tipo "vedete? lo dice anche la Crusca". A noi Italiani, in fondo, piace molto l'autorità e l'Accademia lo è, almeno ai nostri occhi. Insomma, si diranno cose come "la lingua si evolve, no?", "sennò parleremmo tutti come Dante Alighieri", e quant'altro (altra forma che detesto)… e così sia :-)
  
Il Sommo Misantropo

Re: Piuttosto che

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dyskolos ha scritto: Poi, come è sempre successo, quel modo di esprimersi diventerà normale (in quanto non ci sarà più nessuno a criticarlo) e dopo qualche tempo anche i vocabolari cominceranno a registrarlo; ed allora sorgerà qualche linguista di nuova generazione che argomenterà che è normale e tantissimi lo prenderanno a modello. E così, in luoghi virtuali come questo, verranno pubblicati link dell'Accademia della Crusca 4.0 che deporranno a favore del piuttosto che, accompagnati da didascalie del tipo "vedete? lo dice anche la Crusca".
Anche per me succederà così, come per tutto. 
Per il momento io non riesco a correggere nemmeno i miei familiari/amici, mi sento un po' rompina  :arrossire:  
È anche vero che a volte può rendere ambiguo il significato di una frase, ma in genere è comprensibile e quindi sorvolo. 
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Re: Piuttosto che

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Antares ha scritto: Per il momento io non riesco a correggere nemmeno i miei familiari/amici, mi sento un po' rompina  :arrossire:  
Rompina tu? Ma se sei carinissima e dolcissima :arrossire: :arrossire:
Comunque è vero. A correggere troppo si rischia di passare per rompini. Però c'è il lato positivo. Adesso cammino con un bastone. Al prossimo che dice piuttosto che gli rifilerò una bella bastonata sui cosiddetti… :)
Mi piacerebbe ritornare tra i vivi fra trecento anni giusto per vedere come parla la gente. Poi, lo prometto, ritornerò tra i morti :)

Marcello ha scritto: (Oddio, sono perfettamente d'accordo con lui... vado subito a misurarmi la febbre!).
Capita!  :rofl:
Spero che non sia troppo alta. :)
Il Sommo Misantropo

Re: Piuttosto che

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massimopud ha scritto: Inutile combattere, ormai è un'espressione adoperata da quasi tutti e la lingua cambia attraverso gli "errori", che la modificano continuamente e che a lungo termine diventano le nuove forme generalmente accettate.
Parole sacrosante. Si viene a creare un divario tra la lingua scritta e quella parlata, fintanto che quelle forme non saranno completamente accettate. Ed è giusto che sia così. A me piace leggere storie belle e ben scritte, con termini che nel parlato nessuno usa più per pigrizia o sciatteria. Questo dovrebbero fare le CE, mannaggia la miseria, salvaguardare la cultura. 
Già.

Re: Piuttosto che

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Io nel passato, sul WD, ho combattuto la mia giusta battaglia, come direbbe S. Paolo (perdona se ti cito così...) a proposito del piuttosto e non l'abbandonerò mai.

Con chi lo usa a sproposito intervengo dicendogli che l'avverbio piuttosto si usa correttamente davanti a proposizioni avversative e comparative e significa anziché, indica cioè una preferenza accordata a un elemento rispetto a un altro.

Se non mi capisce o mi ride in faccia io gli dico di tradurmi cosa vuol dire se gli dico se preferisca imparare a nuotare piuttosto che affogare. Vuol fare tutte e due le cose una dopo l'altra o una sola?  Stando a come viene usato dalla maggior parte di persone che si presume siano state a scuola, giornalisti, attori, politici, Dio ci salvi anche medici eccetera, usano il piuttosto come continuazione di un elenco, nella follia sciamannata che hanno in testa.

Ho sentito un dirigente di ONG, un medico italiano, uno che va a salvare i migranti in mare, dire che la sua nave raccoglieva uomini e donne tunisine, senegalesi, egiziani, afgani piuttosto che iracheni, pachistani, marocchini e libici. Al che avrei voluto chiedergli cosa gli avessero fatto gli iracheni, i pachistani, i marocchini e libici, visto che venivano esclusi, separati  e abbandonati.
Ma non credo che avrebbe capito, come non capirebbero tutti gli sciamannati che usano l'avverbio a sproposito.
Mi piacerebbe sapere da chi è partita questa demenza grammaticale. Non per fargli del male, ma per dedicargli una statua con l'elogio della stupidità e dell'ignoranza, mista all'arroganza.
Per tacere di tutte le altre bestialità grammaticali e storiche che si sentono in televisione, tra lacune, incomprensioni, mistificazioni, crassa  e volgare ignoranza e tutti i termini negativi che vengono in mente.

Non ho fiducia nel futuro, nel prossimo e tantomeno nei giovani. 
A un concorso pubblico per laureati c'era gente che non sapeva se Churchill fosse un personaggio politico della prima o della seconda Guerra Mondiale ed è di un paio d'anni fa un'atrocità a un quiz, dove fra varie date in cui si chiedeva quando fosse morto Hitler, fra quattro date ad esempio 1920, 1937, 1945 e 1963 il concorrente disse 1963... io per poco esplodevo di indignazione. Non c'è mica bisogno di essere storici per individuare una data così lapalissiana.
Ok, ora mi taccio.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: Piuttosto che

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nanoFatato ha scritto: Se proprio la dovessi usare in un dialogo la metterei in bocca a un personaggio che non possiede una competenza linguistica accettabile (come uno straniero che non padroneggia la grammatica o chi ha ricevuto un'educazione scolastica limitata).
Io la farei dire per caratterizzare un ignorante, piuttosto che un politico voltagabbana, piuttosto che un prof universitario che abbia vinto la cattedra perché raccomandato da un parente, piuttosto che un personaggio antipatico, saccente e apparentemente dotto, piuttosto che una vera capra sgarbiana, piuttosto che uno scrittore emergente. E quant'altro, e assolutissimamente sì!

Re: Piuttosto che

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@Alberto Tosciri A proposito di strafalcioni di gente che dovrebbe conoscere la lingua per mestiere e della crassa ignoranza da te citata, mi sovviene che un editor free lance che si auto-magnificava sul WD con interventi quanto mai prolissi (non mi pare di averlo incontrato qui su CdM) scriveva di grassa ignoranza: proprio grassa, e non era un refuso, avendolo scritto più di una volta, sempre allo stesso modo. Così, tanto per rafforzare l'idea.
Mario Izzi
Sopravvissuti
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Dea
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Re: Piuttosto che

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Cheguevara ha scritto: A proposito di strafalcioni di gente che dovrebbe conoscere la lingua per mestiere e della crassa ignoranza da te citata, mi sovviene che un editor free lance che si auto-magnificava sul WD con interventi quanto mai prolissi (non mi pare di averlo incontrato qui su CdM) scriveva di grassa ignoranza: proprio grassa, e non era un refuso, avendolo scritto più di una volta, sempre allo stesso modo. Così, tanto per rafforzare l'idea.
Penso di aver capito a chi ti riferisci :)
Una decina di anni fa, chiesi informazioni su eventuali polizze assicurative. Mi rispose per e-mail un giovane consulente che cominciò vantando i suoi numerosi titoli in ambito finanziario ed economico. Sì, peccato che nella breve e-mail, dopo essersi dato mille arie con titoli presi qua e là, scrisse dodici volte poliza e mai polizza. Ovviamente lo scartai subito senza nemmeno finire di leggere il testo.
Il Sommo Misantropo
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