Page 1 of 1

Un testamento in latino notarile del Basso Medioevo

Posted: Sun Oct 19, 2025 11:41 am
by Fraudolente
Siamo nella Pieve di San Giovanni di Carpegna, alla fine del XIII secolo, dove il notaio sta leggendo in pubblico il testamento dell’arcipresbitero, naturalmente in latino. Nel romanzo non intendo mettere le note a fondo pagina con la traduzione, che rallenterebbero la lettura. Vorrei che il latino fosse una sorta di “commento musicale”, dato che il senso delle scene si può intuire comunque. Considerate che in questo caso non si tratta di latino classico, ma del latino medievale (o dovrei dire di un tentativo di latino notarile del Basso Medioevo?):
 
«In fidem horum, manu propria subscripsi die duodecimo novembris, anno Domini mille ducenti octuaginta novem» concluse solenne il notaio.

Questa sarebbe la versione che ho scelto, senza “trascrivere” la data come lo avrebbe fatto un notaio dell’epoca: 

«In fidem horum, manu propria subscripsi die duodecimo novembris, anno Domini MCCLXXXIX» concluse solenne il notaio.

D'altronde, il protagonista sta ascoltando il notaio che legge ad alta voce, e non legge MCCLXXXIX ma mille ducenti octuaginta novem.
Qualche prof (o qualche editor?) in ascolto può dirmi se la mia scelta è quella più opportuna? Purtroppo il mio editor e magister carissimo non può più aiutarmi…

Re: Un testamento in latino notarile del Basso Medioevo

Posted: Mon Oct 20, 2025 9:14 am
by ElleryQ
La tua è una scelta corretta, proprio perché la frase è ascoltata dal protagonista. Non riporti un'iscrizione, o una lettera che il personaggio legge con i propri occhi. È qualcosa di pronunciato, quindi è giusto che la data sia scritta per esteso e a parole.

Re: Un testamento in latino notarile del Basso Medioevo

Posted: Mon Oct 20, 2025 9:56 pm
by Fraudolente
ElleryQ wrote: La tua è una scelta corretta, proprio perché la frase è ascoltata dal protagonista. Non riporti un'iscrizione, o una lettera che il personaggio legge con i propri occhi. È qualcosa di pronunciato, quindi è giusto che la data sia scritta per esteso e a parole.
Grazie mille, @ElleryQ , per la conferma sulla scelta stilistica. Concordo pienamente: la frase è pronunciata, non letta, e in un estratto come questo la resa a parole della data arricchisce l'immersione del protagonista e del lettore.

Sì, questo è un breve, ma cruciale, estratto dell'ultimo capitolo del romanzo. Un capitolo che ho scritto seguendo il prezioso consiglio del mio magister, Marcello Nucciarelli: definire e chiudere con cura tutti gli archi narrativi.

Marcello è venuto a mancare solo pochi giorni prima che io riuscissi a mettere la parola "Fine" a questa storia con l'ultimo capitolo.

Condivido qui, in questo spazio a lui caro, una piccola parte del lavoro che ho potuto concludere grazie alla sua guida e al suo inestimabile supporto.

La sua assenza è un vuoto incolmabile, ma il suo insegnamento e la sua passione per la scrittura rimarranno vivi in ogni pagina del mio lavoro.

Ancora grazie per il tuo riscontro, ElleryQ.