Non so se è la sezione giusta, se sbaglio spero mi perdoniate. Volevo soltanto una vostra opinione riguardo al comportamento di quasi tutte le case editrici, e di sedicenti agenzie letterarie, che propagandano l'amore per la scrittura, e l'incentivare gli aspiranti scrittori, quando invece mirano tutti solo al guadagno. Ormai un manoscritto non lo legge più nessuno senza prima chiedere soldi. Se apri un sito di Agenzie letterarie la prima cosa che trovi è il listino prezzi. Mi fa schifo questo mercimonio sulla scrittura e capisco chi ormai decide di autopubblicarsi su Amazon; è la sola strada percorribile.
Grazie e scusate lo sfogo.
Re: Solo a scopo di lucro
2Talon22 wrote: Non so se è la sezione giusta, se sbaglio spero mi perdoniate. Volevo soltanto una vostra opinione riguardo al comportamento di quasi tutte le case editrici, e di sedicenti agenzie letterarie, che propagandano l'amore per la scrittura, e l'incentivare gli aspiranti scrittori, quando invece mirano tutti solo al guadagno. Ormai un manoscritto non lo legge più nessuno senza prima chiedere soldi. Se apri un sito di Agenzie letterarie la prima cosa che trovi è il listino prezzi. Mi fa schifo questo mercimonio sulla scrittura e capisco chi ormai decide di autopubblicarsi su Amazon; è la sola strada percorribile.Sono anni che dico queste stesse cose. Le vere agenzie letterarie, cioè quelle che fanno scouting con l'obiettivo di selezionare scrittori da rappresentare presso le case editrici, e lo fanno con l'unico compenso di una percentuale sulle royalties, sono mosche bianche, in un mercato malato invaso da pseudo-agenzie letterarie e pseudo-case editrici il cui core business è la spremitura degli autori. Più che alle agenzie (le probabilità di essere rappresentati da una di quelle serie tendono a zero) bisogna cercare tra le piccole e micro case editrici, tra le quali ne esistono di serie, disposte a selezionare e pubblicare senza chiedere soldi. Io ho pubblicato le mie poche opere senza spendere un centesimo, quindi è possibile. Cavarne un ritorno economico apprezzabile, è un altro paio di maniche, a meno che non si disponga di promozioni a mezzo media a diffusione nazionale. In definitiva, siamo impelagati in un mercato inquinato da operatori da strapazzo, ma anche da aspiranti scrittori (di cui la gran parte manca dei numeri necessari) che, pur di avere la speranza di essere pubblicati, si sottomettono a taglieggiamenti ai margini della legalità. Le responsabilità, quindi, sono equamente suddivise. E' la mia opinione, per quello che vale.
Grazie e scusate lo sfogo.
Mario Izzi
Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni (trilogia)
Dea
Non solo racconti
[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]
Sopravvissuti
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Dea
Non solo racconti
[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]
Re: Solo a scopo di lucro
3La realtà è tendenzialmente quella che descrivete. E ha ragione @Cheguevara quando dice che questa tipologia di mercato editoriale è avallata dagli stessi scrittori. Purtroppo non si sa se sia nato prima l'uovo o la gallina (esistono queste CE e agenzie perché in Italia pullulano coloro che si sentono scrittori pur non essendolo, o questi ultimi si sono diffusi con l'avvento della vanity press?) fatto sta che la situazione è questa ed è un dato incontrovertibile.
Esistono anche piccole e micro CE "sane", ma purtroppo molte di esse finiscono per chiudere nel giro di una decina di anni, o per trasformarsi in EAP indirette (o plateali). Sono pochissime quelle che sopravvivono mantenendosi integerrime, ma per fortuna ci sono. Ovviamente in questo mercato dopato ci mettiamo anche lo strapotere dei distributori monopolisti con le loro politiche tendenti allo strozzinaggio, l'aumento dei costi della carta, altri costi della filiera produttiva che inesorabilmente lievitano, eccetera... Il mercato e le sue pecche vanno visti integralmente e non puntando la lente di ingrandimento solo su editori e aspiranti scrittori.
In tutto ciò chi ne ha la meglio è Amazon, è vero, la piattaforma che sta trovando sempre più soluzioni alternative... ma a vantaggio di chi, se non proprio? Da poco, per esempio, Amazon sta togliendo lavoro anche ai doppiatori cinematografici, offrendo doppiatori virtuali con AI tramite Audible per gli audio book e persino per i film (per le produzioni indipendenti, a basso costo, o quelle a marchio Amazon). Anche qui, se da un lato avvantaggia i produttori indipendenti, dall'altro toglie lavoro a dei professionisti, che già erano sottopagati nelle produzioni Amazon. E più in generale, se da un lato favorisce piccole produzioni meravigliose che non avrebbero trovato spazio in altri circuiti (o meglio, lo avrebbero trovato se di qualità, ma impiegandoci il doppio del tempo tramite concorsi e Festival specifici) abbattendo ulteriori costi, dall'altro riempie i cataloghi di produzioni "spazzatura", rendendoli accessibili a chiunque.
Avviene più o meno la stessa cosa nell'editoria con il self publishing, di Amazon e non, e con la distribuzione di Amazon, perché se da un lato c'è la possibilità di trovare bellissimi libri e storie altrimenti tagliate fuori dalla filiera editoriale, dall'altro gli store si riempiono di titoli di scarso valore (non solo come contenuti, ma anche come qualità di scrittura e nella forma). Quelli che riescono a ricavarci qualcosa e che propongono prodotti di qualità, sono coloro comunque disposti a investire in un buon editing a monte e nell'auto promozione, almeno in termini di tempo, se non economici. Per fortuna ci sono anche coloro che, grazie a un talento innato, riescono sia ad avere un buon ritorno totalmente gratis, perché il libro "si vende da sé" grazie alla qualità, o al passaparola, o perché arrivano nelle mani di editori big. Ma sono pochi.
Strade alternative gratuite, quindi, ci sono, ma danno una percentuale di riuscita bassa. Tra queste strade alternative rientrano i concorsi gratuiti indetti da CE big, medie, piccole di qualità; gli incontri diretti nelle fiere (call aperte e speed date letterari con editori); il crearsi una rete di conoscenze fino a trovare la giusta opportunità. Il resto è "a scopo di lucro" e temo che sarà molto difficile, ormai, un'inversione di tendenza.
Esistono anche piccole e micro CE "sane", ma purtroppo molte di esse finiscono per chiudere nel giro di una decina di anni, o per trasformarsi in EAP indirette (o plateali). Sono pochissime quelle che sopravvivono mantenendosi integerrime, ma per fortuna ci sono. Ovviamente in questo mercato dopato ci mettiamo anche lo strapotere dei distributori monopolisti con le loro politiche tendenti allo strozzinaggio, l'aumento dei costi della carta, altri costi della filiera produttiva che inesorabilmente lievitano, eccetera... Il mercato e le sue pecche vanno visti integralmente e non puntando la lente di ingrandimento solo su editori e aspiranti scrittori.
In tutto ciò chi ne ha la meglio è Amazon, è vero, la piattaforma che sta trovando sempre più soluzioni alternative... ma a vantaggio di chi, se non proprio? Da poco, per esempio, Amazon sta togliendo lavoro anche ai doppiatori cinematografici, offrendo doppiatori virtuali con AI tramite Audible per gli audio book e persino per i film (per le produzioni indipendenti, a basso costo, o quelle a marchio Amazon). Anche qui, se da un lato avvantaggia i produttori indipendenti, dall'altro toglie lavoro a dei professionisti, che già erano sottopagati nelle produzioni Amazon. E più in generale, se da un lato favorisce piccole produzioni meravigliose che non avrebbero trovato spazio in altri circuiti (o meglio, lo avrebbero trovato se di qualità, ma impiegandoci il doppio del tempo tramite concorsi e Festival specifici) abbattendo ulteriori costi, dall'altro riempie i cataloghi di produzioni "spazzatura", rendendoli accessibili a chiunque.
Avviene più o meno la stessa cosa nell'editoria con il self publishing, di Amazon e non, e con la distribuzione di Amazon, perché se da un lato c'è la possibilità di trovare bellissimi libri e storie altrimenti tagliate fuori dalla filiera editoriale, dall'altro gli store si riempiono di titoli di scarso valore (non solo come contenuti, ma anche come qualità di scrittura e nella forma). Quelli che riescono a ricavarci qualcosa e che propongono prodotti di qualità, sono coloro comunque disposti a investire in un buon editing a monte e nell'auto promozione, almeno in termini di tempo, se non economici. Per fortuna ci sono anche coloro che, grazie a un talento innato, riescono sia ad avere un buon ritorno totalmente gratis, perché il libro "si vende da sé" grazie alla qualità, o al passaparola, o perché arrivano nelle mani di editori big. Ma sono pochi.
Strade alternative gratuite, quindi, ci sono, ma danno una percentuale di riuscita bassa. Tra queste strade alternative rientrano i concorsi gratuiti indetti da CE big, medie, piccole di qualità; gli incontri diretti nelle fiere (call aperte e speed date letterari con editori); il crearsi una rete di conoscenze fino a trovare la giusta opportunità. Il resto è "a scopo di lucro" e temo che sarà molto difficile, ormai, un'inversione di tendenza.
Re: Solo a scopo di lucro
4Grazie dei vostri interventi e concordo quasi su tutto. A cominciare dal fatto che anche noi siamo complici, nel senso che c'è gente che pur di vedersi pubblicare un libro è disposto a pagare, anche cifre importanti. Sono proprio queste persone che alimentano il mercato delle case editrici a scopo di lucro e agenti letterari indegni.
Purtroppo l'editoria temo che sia destinata ad una lenta ma inesorabile agonia.
Oggi chiedi a chatgpt di scriverti un libro et voilà, il lavoro di mesi fatto in mezz'ora, poi lo pubblicano su Amazon e, probabilmente, c'è pure qualche fesso che se lo compra.
Ma di una cosa sono certo: neanche fra mille anni ci sarà una AI capace di eguagliare la bellezza, la fantasia, il talento e l'imperscrutabile mistero della mente e dell'animo umano.
Allora, forse, la strada rimane sempre la stessa: scrivere cose uniche, originali, che sappiano emozionare, e questo le macchine non lo sanno fare.
Purtroppo l'editoria temo che sia destinata ad una lenta ma inesorabile agonia.
Oggi chiedi a chatgpt di scriverti un libro et voilà, il lavoro di mesi fatto in mezz'ora, poi lo pubblicano su Amazon e, probabilmente, c'è pure qualche fesso che se lo compra.
Ma di una cosa sono certo: neanche fra mille anni ci sarà una AI capace di eguagliare la bellezza, la fantasia, il talento e l'imperscrutabile mistero della mente e dell'animo umano.
Allora, forse, la strada rimane sempre la stessa: scrivere cose uniche, originali, che sappiano emozionare, e questo le macchine non lo sanno fare.