Labocontest n.12 - Discussione generale - Il giallo

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Non esiste in letteratura un genere che annoveri tante varianti (sottogeneri), dai confini spesso molto sfumati, quante sono presenti nel “giallo”.
Il giallo – che ha questa denominazione soltanto in italiano, per il colore delle copertine della prima collana ispirata al genere – ruota essenzialmente attorno a uno o più crimini e alle persone che vi sono in qualche modo coinvolte: vittime, criminali, sospetti, testimoni, investigatori. Nella stragrande maggioranza dei casi il romanzo si sviluppa nell’assidua ricerca tesa a scoprire il colpevole e il movente alla base del crimine, ma non è sempre così: esistono gialli in cui l’identità del criminale è nota fin da subito, “Plenilunio” di Muñoz Molina ne è uno splendido esempio.
Sgombriamo innanzitutto il campo da un equivoco comune: giallo e thriller non sono sinonimi. Dall’inglese “thrill”, brivido, il thriller è un romanzo – non necessariamente giallo – che tramite un’azione senza sosta e frequenti colpi di scena si propone di generare eccitazione, se non addirittura ansia, nel lettore. Questo accade in molti libri gialli, ma non in ognuno: un’inchiesta del commissario Maigret è un giallo a tutti gli effetti, ma non certo un thriller.
Liberiamoci dunque delle definizioni anglofone (gli americani hanno una particolare passione per inventare nuovi generi letterari un giorno sì e uno no) e cerchiamo di individuare i principali filoni, o sottogeneri che dir si voglia.
– il giallo indiziario o deduttivo, in cui il detective, spesso un investigatore privato o addirittura un dilettante (pensate a Poirot e Miss Marple della Christie, tanto per fare qualche nome), giunge alla soluzione destreggiandosi tra indizi spesso fuorvianti. I gialli delle origini rientrano quasi per intero in questa casistica; i contemporanei che più si avvicinano al genere sono forse quelli di P.D. James;
– il poliziesco, in cui l’indagine è condotta dalle forze dell’ordine, dove si arriva alla soluzione dell’enigma quasi sempre tramite un’inchiesta rigorosa, spesso condotta da un’intera squadra, e assai di rado per il “colpo di genio” improvviso di un singolo; Simenon tra i classici e Mankell tra i moderni, secondo un parere del tutto personale, sono gli esponenti più rappresentativi del filone;
– il noir, dove più della risoluzione dell’enigma (non di rado del tutto assente), a contare è l’ambientazione: pensate alla Los Angeles di Ellroy o alla Marsiglia di Izzo, tra i tanti. Sono storie in genere violente, dove spesso il comportamento dei “buoni” è tanto efferato quanto quello dei “cattivi”, e ambientate di frequente in periferie degradate, preda della criminalità sia spicciola sia organizzata. I crimini legati alla droga e alla prostituzione prevalgono in questo genere;
– il giallo sociale, spesso un sottogenere del poliziesco ma presente anche in altri filoni, dove vittime e colpevoli fanno parte molto spesso dei paria della società. Tra i classici impossibile non citare la coppia Sjöwall – Wahlöö, i coniugi fondatori del poliziesco scandinavo, che nel corso di dieci romanzi con protagonista l’ispettore Martin Beck si proposero di denunciare il decadimento della società svedese; tra i moderni Petros Markaris, con il commissario Kostas Charitos, porta in scena tutte le difficoltà economiche della società greca odierna.
Meritano poi una menzione:
– il giallo giudiziario, nel quale è il dibattito processuale a farla da padrone. Giudici e, soprattutto, avvocati sono sempre tra i protagonisti. Stanley Gardner, con il suo Perry Mason, è il più famoso tra gli autori classici, John Grisham tra i contemporanei;
– il giallo medico-biologico, dove la soluzione dell’enigma scaturisce quasi sempre da prove scientifiche e in cui le figure dell’anatomopatologo e del medico-legale occupano posizioni di rilievo. Forse più di ogni altro, il successo di questo filone è amplificato dalle trasposizioni per la tv, piuttosto che per il grande schermo. I nomi da citare qui sono davvero tantissimi, in gran parte statunitensi; mi limito a segnalare: Robin Cook, il precursore del genere, Tess Gerritsen, Patricia Cornwell, Kathy Reichs e Simon Beckett tra gli europei;
– il giallo psicologico, dove l’indagine si addentra nei meandri della mente di vittime e sospetti. Anche questo è un filone che investe più generi, in particolare il poliziesco. Patricia Highsmith ne è considerata la fondatrice, mentre tra i contemporanei abbondano gli autori nordici (Henning Mankell, Håkan Nesser e Arnaldur Indriðason, per fare qualche nome), favoriti dall’ambientazione che si addice a una prosa più lenta e riflessiva, tipica del genere.
Chiudo questa lunga introduzione, citando la figura del serial killer, che è trasversale e investe tutti i generi e sottogeneri citati sopra: un criminale dalla mente disturbata, che uccide vittime in serie seguendo un rituale messo a punto in maniera meticolosa, molto spesso legato direttamente alla patologia che lo affligge. Tra i tanti autori che sfruttano di preferenza questa figura corre l’obbligo di citare James Patterson.
In questo laboratorio vi consiglio di attenervi ai generi evidenziati sopra ed evitare la contaminazione tra macro generi, quali il giallo storico, il giallo sentimentale o il giallo fantascientifico, dove l’elemento giallo di frequente è preso a pretesto con scopi diversi, ma che raramente si possono definire “gialli” tout-court.
Portate in scena un crimine e il conflitto tra protagonista e antagonista, fatecelo vivere sotto forma di un’inchiesta poliziesca, di un’indagine affidata a un investigatore, di un processo dai toni aspri o in qualsiasi altro modo la fantasia vi ispiri. Fateci provare ribrezzo per l’efferatezza del crimine, ammirazione per le facoltà deduttive dell’investigatore, sorpresa per la soluzione imprevedibile dell’enigma... Insomma, sbizzarritevi tra tutte le possibili componenti del giallo e, soprattutto, stupiteci!
Per chi non è abituato a scrivere racconti gialli, vi svelo quale sarà la difficoltà più ardua da superare: l’esiguità dei caratteri a disposizione. Dovrete cercare di rendere la trama interessante e plausibile, evitando di infarcirla di troppi personaggi che non troverebbero spazio adeguato e finirebbero per confondere il lettore; non è impresa facile, lo so per esperienza personale...
Buon lavoro a tutti voi.
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Re: Labocontest n.12 - Discussione generale - Il giallo

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Che meraviglia, @Marcello! Un inquadramento migliore di così non lo si poteva avere, si vede tutto il tuo amore per questo genere  :)
Da grandissimo profano, non aggiungo altro; ci provo, con la premessa che il giallo è uno di quei generi in cui sono bravissimo a fare schifo, nonostante nelle mie storie inserisco spesso elementi investigativi per dare un motore alla trama (ma come dici giustamente tu, non è la stessa cosa)
Grazie di questa introduzione  :love:

Re: Labocontest n.12 - Discussione generale - Il giallo

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Marcello ha scritto: Portate in scena un crimine e il conflitto tra protagonista e antagonista, fatecelo vivere sotto forma di un’inchiesta poliziesca, di un’indagine affidata a un investigatore, di un processo dai toni aspri o in qualsiasi altro modo la fantasia vi ispiri. Fateci provare ribrezzo per l’efferatezza del crimine, ammirazione per le facoltà deduttive dell’investigatore, sorpresa per la soluzione imprevedibile dell’enigma... I
@Marcello   :)

è d'obbligo la figura dell'investigatore, un'indagine poliziesca strutturata, oppure è sufficiente arrivare alla soluzione del crimine per altre vie indicate da una voce narrante? Te lo chiedo anche nell'ottica dell'esiguità dei caratteri a disposizione di un racconto. Grazie dell'attenzione. 
Di sabbia e catrame è la vita:
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Re: Labocontest n.12 - Discussione generale - Il giallo

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Poeta Zaza ha scritto: oppure è sufficiente arrivare alla soluzione del crimine per altre vie indicate da una voce narrante?
:grat:   non mi è chiarissima la domanda...
Se c'è una "soluzione" allora vuol dire che esiste un enigma, che qualcuno cerca (o ha cercato o cercherà) di risolvere.
Se tu mi racconti di un Van Gogh che è sparito dalle cantine del Rijksmuseum ma nessuno se n'è mai accorto finché non lo ritrova per caso il personale di pulizia, allora no: non c'è nessun giallo, ma il semplice racconto di un curioso fatto di cronaca.. 
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Re: Labocontest n.12 - Discussione generale - Il giallo

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Marcello ha scritto: non mi è chiarissima la domanda...
Se c'è una "soluzione" allora vuol dire che esiste un enigma, che qualcuno cerca (o ha cercato o cercherà) di risolvere.
@Marcello

M spiego meglio:
 c'è un crimine e c'è un risolutore come voce narrante che sa chi è l'assassino e il movente. Questo Risolutore porterà il lettore ad arrivare a capire il movente ma non appare fisicamente. Si parla di quello che hanno in mano gli inquirenti ma senza farli vedere all'opera per indagare.
Chiedevo se si può fare a meno della figura dell'investigatore, o dell'ispettore o simili.
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Re: Labocontest n.12 - Discussione generale - Il giallo

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Ilaris ha scritto: Ciao a tutti  :)
Consigli su racconti gialli molto brevi di autori affermati? Ho letto tanti romanzi gialli, mai racconti...
@Ilaris 

Se può servire, io ho trovato questa raccolta di racconti gialli in Wikipedia, che rimanda, per ciascun titolo, a un excursus sulla trama. 

https://it.wikipedia.org/wiki/Categoria:Racconti_gialli

Roba interessante...
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Re: Labocontest n.12 - Discussione generale - Il giallo

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Ilaris ha scritto: Ciao a tutti  :)
Consigli su racconti gialli molto brevi di autori affermati? Ho letto tanti romanzi gialli, mai racconti...
C'è il famosissimo:
“For sale, Baby shoes, Never worn” 
o il più recente:
“Wedding dress for sale – worn once by mistake"
...
Scherzi a parte: racconti gialli di due o tre paginette se ne trovano parecchi in rete, ma di autori affermati non ne ho in mente in questo momento.
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Re: Labocontest n.12 - Discussione generale - Il giallo

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Poeta Zaza ha scritto: Si parla di quello che hanno in mano gli inquirenti
Quindi qualcuno che indaga c'è...
A quel punto è tutta una questione di stile: se lo presenti come un articolo di quotidiano (venerdì sera è stato ucciso Pinco Pallino... Il commissario Basettoni e la sua squadra hanno indagato per tre giorni sui fatti credendo che... poi però si è scoperto che... e allora il criminale è stato arrestato mentre...) molto probabilmente ne verrà fuori un racconto di un piattume unico, perché emozione e suspense se ne vanno a quel paese.
Però magari tu riesci a renderlo avvincente comunque... Il "come" sta a voi. 
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Re: Labocontest n.12 - Discussione generale - Il giallo

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Marcello ha scritto: Quindi qualcuno che indaga c'è...
A quel punto è tutta una questione di stile: se lo presenti come un articolo di quotidiano (venerdì sera è stato ucciso Pinco Pallino... Il commissario Basettoni e la sua squadra hanno indagato per tre giorni sui fatti credendo che... poi però si è scoperto che... e allora il criminale è stato arrestato mentre...) molto probabilmente ne verrà fuori un racconto di un piattume unico, perché emozione e suspense se ne vanno a quel paese.
Però magari tu riesci a renderlo avvincente comunque... Il "come" sta a voi. 
Ok. Mi è sufficiente. Grazie @Marcello  :)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


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Re: Labocontest n.12 - Discussione generale - Il giallo

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Modea72 ha scritto: Difficile difficile senza una traccia, è un genere che non ho mai affrontato.
In teoria l'assenza di una traccia dovrebbe avvantaggiarvi, perché vi lascia più liberi di spaziare tra i generi. 
Una traccia specifica avrebbe finito per indirizzare verso certi generi piuttosto che altri.
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Re: Labocontest n.12 - Discussione generale - Il giallo

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Dunque, ho la vittima, l'assassino, il movente, e l'investigatore fico con un bel conflitto. Il caso è difficile da risolvere ma siccome io so la soluzione a me pare una grossa cavolata che tutti capiranno dalle prime righe.
Come si nascondono le prove? Come faccio a non far capire al lettore quello che ho in mente, senza svelare niente?
Troppo complicato! Io ci prova ma è un giallo, non so se ci riesco.

Re: Labocontest n.12 - Discussione generale - Il giallo

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Albascura ha scritto: Come si nascondono le prove? Come faccio a non far capire al lettore quello che ho in mente, senza svelare niente?
Uno dei metodi più consolidati nei romanzi è quello di creare false piste: indizi che sembrano portare a qualcuno estraneo ai fatti e nascondono quelli che invece conducono al vero colpevole.
Nei romanzi, appunto. Quando dicevo che la difficoltà maggiore sta nell'esiguità dei caratteri intendevo proprio questo: è molto difficile con soli diecimila caratteri a disposizione creare personaggi di contorno, indirizzare gli inquirenti verso di loro e nascondere agli occhi del lettore il delinquente di turno.
Albascura ha scritto: gio gen 25, 2024 9:43 amho la vittima, l'assassino, il movente, e l'investigatore fico con un bel conflitto. Il caso è difficile da risolvere
Be', mica poco!
Ti manca poco così a un giallo perfetto, allora  ;)   Trova il modo di mascherare un po' quegli indizi e sei a cavallo.
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