Scrittura del racconto breve

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Ciao a tutti, ragazzi. 
Parliamo della scrittura del racconto breve. 
Personalmente sto agli esordi della mia scrittura, riscontro enormi difficoltà a trovare l'ispirazione. 
A volte getto via le idee, le tronco sul nascere, mi censuro. 
Scrivo una prima bozza che non va bene. Scrivo a mano, per evitare di impedire il flusso della mano, poi se scelgo di condividere qualcosa dai miei quaderni casomai trascrivo al PC e dò inizio alla fase di editing. Strappo fogli, poi chiudo. 
Insomma, le idee si inceppano ancora prima di prendere forma. 
Mi nutro con la lettura, stacco, e poi, forse, qualche verso di un autore mi muove qualcosa dentro che rimanda a un'immagine personale. 
E se quella immagine è chiara nella mia mente, il flusso diventa ininterrotto, la mano non si ferma, la bozza è distesa, la calligrafia sgorga e tira avanti da capo a fondo. Poi edito.
Trovare qualcosa di originale in mezzo alle idee che mi balenano in testa è un altro paio di maniche. Sono quelle idee che mi sembrano tanto scontate, e verso le quali nutro pregiudizi, che mi bloccano. Vorrei raccontare d'altro, di qualcosa di estraneo, di nuovo alla mia esperienza, e in parte utilizzo la scrittura per intercalarmi in qualcosa di diverso da me (non scrivo neanche il primo rigo, oppure inizio a scrivere chilometri di pagine). 
è qualcosa di abbastanza incontrollato, molto casuale. 
Detto ciò, vorrei scrivere racconti brevi, avere dei suggerimenti sulla struttura, e magari trovare qualche struttura sul piano della narratologia che mi aiuti a comprendere "quale struttura segue", per non sforare oppure evitare di dare l'impostazione di un racconto che invece potrebbe essere un romanzo (che non sono pronto a scrivere). La brevità non è il mio forte... 
Mi serve una struttura che al contempo sia flessibile e mi permetta di lasciare la mano libera. Vi sono anche degli autori che trattano questa tematica, sull'arte di scrivere racconti brevi?
Grazie a chi vorrà lasciare il suo prezioso supporto. Spero di tornare presto a scriver(vi). 
Antonio. 

Re: Scrittura del racconto breve

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Ciao @bonsaitales92

Scrivere un racconto o un romanzo sono due cose diverse, ma non esulano entrambe da una ricerca, una costruzione preliminare.
A volte si ha voglia di scrivere, si ha una tematica, un argomento in mente, ma non si riesce ad andare avanti.
Ci sono tante teorie, tutte utili ma difficilmente applicabili alla lettera senza digressioni personali.
Bisogna trovare il proprio metodo.
Può essere utile, prima di iniziare a scrivere, tracciare un profilo preliminare dei personaggi principali e anche di quelli secondari, comprimari. Una volta che si conosce la vita, il pregresso, le aspirazioni dei personaggi, farli dialogare fra di loro sulla storia. Più ci sono ostacoli, contrasti fra i personaggi, più esce una storia, degli sviluppi che magari non si intuivano.
Oltre alle schede dei personaggi non male sarebbe una scheda ambientale nel luogo dove si svolgerà la storia. Sembra strano ma a volte facciamo agire i personaggi in ambienti che non abbiamo ispezionato prima, possono essere ambienti esterni, paesaggi, città, luoghi chiusi, case, cortili…
Però talvolta non basta, può non bastare per costruire idee, episodi, fatti, colpi di scena utili all’avanzamento della storia.
Anche qui e tutto soggettivo.
Bisogna fare un’analisi accurata, (quasi pazzesca) direi certosina, almeno in fase strutturale, poi si estrapola.
Ad esempio, sempre in fase preliminare (accumuliamo idee, particolari), si può immaginare un personaggio, chiamiamolo Mario, che passeggia in una strada. Una cosa molto banale.
Com’è la strada? Bagnata di pioggia. In periferia. Dissestata. Piena di pozzanghere. In pieno sole. Odore di catrame. Erbacce e margherite che spuntano dai marciapiedi. Muri di cinta di case. Cancelli arrugginiti…
Siamo di giorno? Di notte? C’è gente?
Mario è tranquillo? Dove sta andando? Oppure passeggia a caso?
Cosa pensa Mario? È successo qualcosa negli ultimi giorni, settimane, mesi? Cosa?
Con chi ha parlato Mario prima di uscire di casa? Gli hanno detto qualcosa? Cosa? È uscito per questo? Deve vedere qualcuno? Chi? Questo qualcuno che rapporti ha con lui?
Vede un cartello stradale, una pubblicità. Una donna con degli spaghetti. Mario ricorda qualcosa, associa, pensa alla sua infanzia, alla sua casa.
Ricordi del padre, della madre. I compagni di scuola. Era felice? Non lo era? Perché? Ha risolto i problemi della sua infelicità eventuale?
E così via da qui all’eternità.
Tutti particolari, una montagna di particolari, meglio se si scrivono, si stracciano, si sovrappongono, si accavallano con pensieri precedenti di Mario, dialoghi e pensieri suoi e di altri personaggi. Questo serve per immagazzinare, diciamo così, fatti, avvenimenti, luoghi, ricordi, impressioni funzionali alla nostra storia.
Quando si comincia a scrivere è come se fossimo stati a teatro o al cinema, avessimo visto tante immagini e dovessimo descriverle. Risulterebbe leggermente più facile che arrovellarsi sul momento. Sapremmo dove inserire Mario, sentiremmo la ghiaia scricchiolare sotto le suole delle sue scarpe e magari descriverne il rumore… E dovremmo fare avanzare la storia con una moltitudine di altre immagini che naturalmente non siamo obbligati a usare tutte nella stesura definitiva, ma ci aiuterebbero molto, credimi, a fare mente locale. Più creiamo il “teatro” di immagini le più variegate possibili, più andiamo avanti nella storia, anzi: con le immagini possiamo arrivare a costruirla anche tutta la storia. Poi sta a noi raccogliere quello che è utile, funzionale.
È un lavoro molto faticoso, ne convengo, ma ne vale la pena. Si lavora molto, ma qualche soddisfazione, qualche risultato si può ottenere.
Io più o meno lavoro così, quando mi capita.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: Scrittura del racconto breve

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bonsaitales92 ha scritto: Personalmente sto agli esordi della mia scrittura, riscontro enormi difficoltà a trovare l'ispirazione. 
Questo ero io circa una decina d'anni fa.
Bisogna leggere, e studiare, e fare esperienza. Senza tutte e tre queste cose è difficile riuscire a scrivere qualcosa di valido.

Leggere: scegli opere che ti ispirano, e del genere che vuoi scrivere. Vuoi scrivere racconti fantastici e surreali? Leggi Borges. Racconti horror sulla conoscenza proibita e esseri sovrannaturali che vanno oltre l'umano? Lovecraft. Gialli/polizieschi "classici" dove si sfida il lettore a individuare il colpevole? Ellery Queen. Vuoi scrivere un romanzo? Leggine alcuni degli autori che ti ispirano di più.
Tuttavia, questa lettura non dev'essere solo uno sterile scorrere dello sguardo tra le righe. Cerca di capire i tratti specifici di un determinato autore in una determinata opera.

Studiare: narratologia, di quella che serve al tuo scopo. Io ho letto alcuni libri sulla stesura di racconti: niente di che (infatti non ricordo nemmeno i titoli o gli autori), ma mi hanno dato alcuni consigli (che scriverò più sotto). Per i romanzi è più facile: anche solo YouTube ha corsi interi che coprono praticamente qualsiasi aspetto della stesura di un romanzo. Il mio preferito è il corso universitario di scrittura creativa di Brandon Sanderson (in inglese). È incentrato sulla narrativa fantasy e di fantascienza, ma la base è valida per tutti i generi.

Fare esperienza: scrivere. Tanto. I contest e i laboratori qui sono un'ottima palestra, perché ti obbligano a scrivere anche senza avere "l'ispirazione".
Esercitarsi: scrivi uno spezzone nello stile di X (e qui ti viene utile il lavoro fatto durante la lettura, che ho menzionato sopra). Scrivi un racconto alla Edgar Allan Poe. O un fandom di Sherlock Holmes nello stile di Doyle. O una scena esistente di Harry Potter, ma nello stile di Martin de "Il trono di spade". Poi rileggi e valuta. Se possibile, chiedi consiglio ad altri autori (qui in CdM è un buon punto di partenza).
bonsaitales92 ha scritto: Trovare qualcosa di originale in mezzo alle idee che mi balenano in testa è un altro paio di maniche. Sono quelle idee che mi sembrano tanto scontate, e verso le quali nutro pregiudizi, che mi bloccano. Vorrei raccontare d'altro, di qualcosa di estraneo, di nuovo alla mia esperienza, e in parte utilizzo la scrittura per intercalarmi in qualcosa di diverso da me (non scrivo neanche il primo rigo, oppure inizio a scrivere chilometri di pagine). 
è qualcosa di abbastanza incontrollato, molto casuale. 
Qui hai bisogno di molto autocontrollo e disciplina.
Ricorda che tutto è già stato scritto. L'apporto della tua scrittura, il "qualcosa di originale", è il tuo punto di vista. È il modo in cui racconti la storia. Sono le tue esperienze che si fanno spazio nella tua prosa, perché le tue esperienze sono tue soltanto, e nessuno potrà mai avere le stesse che hai vissuto tu.
Quando Manzoni scrisse il suo "Fermo e Lucia", già altri avevano scritto romanzi storici, già altri avevano scelto protagonisti tra la povera gente. Ma l'esperienza personale di Manzoni (e un lavoro di lima tra i più ammirabili degli ultimi 200 anni) gli hanno permesso di diventare un capolavoro.
Decenni fa Richard Adams pubblicò il suo Watership Down (tradotto in italiano come "La Collina dei Conigli"). Non era altro che una rivisitazione dell'Eneide, l'ennesima. Eppure, quante di queste rivisitazioni avevano come protagonisti dei conigli? E quei conigli non erano venuti fuori da un cilindro ( :D ): appartenevano all'esperienza dell'autore, che aveva visto quei luoghi (la collina Watership, la fattoria di Nuthanger). In quel romanzo, l'autore aveva riversato la sua esperienza, dalla passione per i classici ai posti che aveva vissuto e che gli erano rimasti impressi.
bonsaitales92 ha scritto: Detto ciò, vorrei scrivere racconti brevi, avere dei suggerimenti sulla struttura, e magari trovare qualche struttura sul piano della narratologia che mi aiuti a comprendere "quale struttura segue", per non sforare oppure evitare di dare l'impostazione di un racconto che invece potrebbe essere un romanzo (che non sono pronto a scrivere). La brevità non è il mio forte...
Il mio consiglio: comincia con la struttura ternaria, che è la più semplice.
Non c'è bisogno di studiare granché per usarla, ed è la più facile per iniziare. Si può usare per tutti i generi, e la trovi in gran parte dei racconti brevi, quindi puoi vederla "in azione" in numerosi esempi.
Se cerchi i racconti che ho postato qui sul CdM da quando mi sono iscritto (fine settembre), sono quasi tutti basati su questa struttura.

Si compone di 3 parti, come dice il nome: introduzione, sviluppo, finale. Queste parti sono separate da due importanti elementi narrativi: la rottura dell'equilibrio e il climax.
  1. nell'introduzione descrivi la situazione iniziale, lo "status quo", la "normalità" dei protagonisti. Tra l'introduzione e lo sviluppo inserisci una "rottura dell'equilibrio": un evento che impedisce la continuazione della situazione iniziale, e che distrugge la "normalità".
  2. nello sviluppo descrivi come i protagonisti reagiscono alla rottura dell'equilibrio. I più comuni sono: a) tentativo di ritorno all'equilibrio iniziale; b) tentativo di trovare un nuovo equilibrio o una nuova "normalità". Questi tentativi possono riuscire o falllire, a seconda di cosa vuoi raccontare. La riuscita o il fallimento avvengono nel climax, il culmine della tensione narrativa, che di solito sta tra lo sviluppo e il finale. Qui si sciolgono i maggiori nodi della storia.
  3. nel finale concludi quanto iniziato nello sviluppo: i protagonisti sono riusciti o hanno fallito nel tentativo di trovare un equilibrio? Se sono riusciti, lo accettano, e come? [lieto fine] Se non sono riusciti, tenteranno ancora? [finale aperto] O rifiuteranno la situazione (o magari è la situazione a "rifiutare i protagonisti")? [finale tragico] O forse l'equilibrio non è affatto quello che si aspettavano? [finale a sorpresa]
Per esempio, se guardi il mio racconto del Labocontest ("Bobi"), ha proprio questa struttura:
  • descrizione della normalità (tipiche giornate di Bobi e Sabrina, con le fiabe della mamma);
  • un elemento rompe la normalità (niente più fiabe per Sabrina);
  • i protagonisti reagiscono alla rottura dell'equilibrio, per cercarne uno nuovo (Bobi interagisce con gli altri giocattoli cercando una soluzione, Sabrina è triste mentre elabora la perdita);
  • climax (sfogo di Sabrina col papà).
  • ritrovamento dell'equilibrio, sebbene diverso da quello iniziale, con i personaggi che accettano il nuovo equilibrio (Bobi e Sabrina ascoltano la fiaba raccontata dal papà).
Il 90% dei miei racconti ha questa struttura. Una volta che hai questa struttura ben chiara, puoi cominciare a usarla in maniera più libera, per esempio iniziando "in medias res" dallo sviluppo (come ho fatto per il racconto del Contest di Halloween: iniziava a storia già avviata, e narrava l'introduzione e la rottura dell'equilibrio attraverso flashback).
Noterai che una buona fetta di tutti i racconti in giro hanno la medesima struttura: Buzzati, Kafka, Borges, Lovecraft, Poe, Doyle...

...mamma mia, ho scritto un papiro. :asd:
Non è granché ma è la mia esperienza a riguardo. E mi ha aiutato tantissimo in questi anni.
Spero che possa essere utile anche a te. :)

Re: Scrittura del racconto breve

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@Mid Ok, in pratica ne ho ancora di strada da fare. In primis sulla lettura, sulla quale mi sento carente: ho letto perlopiù romanzi, senza analizzarli dal punto di vista stilistico, assorbendone le righe passivamente (se mi piaceva qualche elemento letterario mi limitavo a notarlo); sul fronte dei racconti brevi di grandi autori ne devo ancora leggere. Fare esperienza, cioè scrivere: con qualche dritta in più sugli elementi della lettura e della narratologia forse riesco a sbloccare qualcosa... In genere quando progetto un "mondo" tendo a farlo in modo dettagliato, completo, ma questo mi porta a scrivere troppo (quindi a superare le parole consentite in un racconto breve) oppure troppo poco (vado in contrasto con qualcosa che non mi piace della trama, oppure con un personaggio antipatico e metto il racconto alla gogna). 

@Alberto Tosciri, grazie, proverò a mantenere questa struttura per lavori più avanzati come ad esempio una novella oppure un romanzo. 

Re: Scrittura del racconto breve

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bonsaitales92 ha scritto: In genere quando progetto un "mondo" tendo a farlo in modo dettagliato, completo, ma questo mi porta a scrivere troppo (quindi a superare le parole consentite in un racconto breve)
Imparare a tagliare è una delle cose più importanti. Ma è anche una delle più difficili: quando si pensa a qualcosa di una storia, si fa fatica poi a non scriverla, o a eliminarla, proprio perché come autori ci affezioniamo a quello che creiamo.
La cosa da fare, durante la revisione, è chiedersi per ogni scena, paragrafo, frase, parola: "è necessario/a per la comprensione del testo? Che messaggio voglio trasmettere con questo/a scena/paragrafo/ecc.? Se lo eliminassi, il messaggio arriverebbe lo stesso?"
Lavoro difficile per un autore, perché nella nostra testa "tutto è indispensabile"... anche quando non lo è.
bonsaitales92 ha scritto: oppure troppo poco (vado in contrasto con qualcosa che non mi piace della trama, oppure con un personaggio antipatico e metto il racconto alla gogna). 
Questo è qualcosa su cui puoi lavorare. Anch'io ero così, anni fa.
Ci sono due soluzioni.
Prima opzione: abbandoni il progetto, ma tieni le idee buone, potrebbero tornare utili in altre storie. Per esempio, il protagonista è interessante ma la trama non va bene: prendi nota del personaggio, potrai usarlo in un'altra storia.
Seconda opzione: cerchi di capire cosa non funziona e lo sistemi. Il personaggio è antipatico? Si fa fatica a scrivere? Perché? C'è qualcosa che non va nella trama? Cosa? Si può cambiare la trama in quel punto lasciando inalterato il resto? Se non è possibile, qual è il minimo cambio per mantenere gran parte del resto della trama?
Una volta trovata la risposta alle domande, si cambia il personaggio o la trama, o entrambi, facendo attenzione a quanto identificato prima. Talvolta ci si impiega giorni o settimane. Per esempio, io sto lavorando a un romanzo in questo momento, ma ero bloccato per una questione di trama (mancanza di conflitto per far procedere gli eventi) e di prosa (mantenere il punto di vista per troppo a lungo mi impediva di raccontare determinati fatti, importanti per lo sviluppo). La soluzione per proseguire mi è venuta solo dopo una settimana di tentativi.
Questo secondo approccio funziona bene se sei un "architetto", ovvero se pianifichi tutto (o molto) della tua storia in anticipo. Se sei un "giardiniere" (ovvero se segui l'ispirazione del momento e ti lasci guidare) è molto più difficile, e ci vuole più disciplina.

Re: Scrittura del racconto breve

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Un racconto breve in genere nasce da una singola idea. Può trattarsi di qualsiasi cosa: un fatto sentito in tv, un articolo di giornale, un sogno, un desiderio di gioventù mai realizzato, una sventura capitata a un conoscente... Quando hai deciso che è quel fatto, quel sogno, quel desiderio che intendi raccontare, inizi a lavorarci: quanti e quali sono i personaggi più adatti a metterlo in scena, qual è il luogo dove si svolge l'azione, quali sono le condizioni che permettono lo svolgersi dell'azione...
Oppure, al contrario, il racconto nasce da un personaggio, uno o anche più di uno, che ha colpito la tua fantasia: un gruppo di anziani che giocano a bocce, la ragazza che hai visto seduta su una panchina al parco, una donna di colore alla fermata del tram... E allora inizi a chiederti cosa può sconvolgere il tranquillo tran-tran dei giocatori di bocce, chi sta aspettando quella ragazza, quali esperienze ha avuto la donna di colore (è nata nel mondo in cui vive, è stata strappata dal suo...).
E lo sviluppo segue quasi sempre la strada che ti ha indicato con grande efficacia @Mid: lo status quo, il dramma che lo modifica, la risoluzione del dramma. 
bonsaitales92 ha scritto: dom nov 26, 2023 11:00 pmIn genere quando progetto un "mondo" tendo a farlo in modo dettagliato, completo,
Qui per me sta il punto focale del discorso, e anche quello più difficile da mettere in pratica: un racconto breve non ha bisogno di un 
mondo descritto in ogni dettaglio. E tuttavia quel mondo che non descrivi il lettore se lo deve immaginare. A te sta il compito di fare in modo che questo avvenga. Non devi descrivere il personaggio che entra in scena iniziando dal cappello che porta in testa fino alla punta delle scarpe, e non devi descrivere ogni singolo albero che sorge nel parco o quanti sono i vialetti che si dipartono dalla fontana. Un singolo capo di abbigliamento, o anche solo il modo in cui il personaggio lo indossa, deve dare al lettore l'immagine del personaggio; un raggio di sole che filtra tra gli alberi, la brezza che muove il laghetto con i pesciolini rossi, le nuvole che si addensano su una radura, devono dare al lettore una fotografia della scena. 
Descrizione e ambientazione devono essere delle pennellate, incisive.
In un romanzo puoi permetterti di descrivere ogni dettaglio, in un racconto no: nel racconto la fantasia del lettore, guidata da te, deve riempire il non detto; il lettore deve vedere anche ciò che non gli hai mostrato. Detto così sembra facile, ma non lo è per nulla. Alcuni, pochi, ci riescono con grande naturalezza e sono già in potenza degli ottimi scrittori, anche se non se ne rendono conto e non hanno mai pubblicato un rigo (è il talento innato, che non si compra); per la quasi totalità degli altri, e io sono il primo, è un'abilità che va coltivata con lo studio, l'esercizio, la sperimentazione e l'umiltà necessaria per recepire ogni consiglio, anche quello più scabroso, e ogni giudizio, anche quello più tranchant.
Alé, ho pontificato :facepalm: 
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Re: Scrittura del racconto breve

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Un racconto può anche nascere da un'inezia: una singola frase, una singola immagine, perfino un sogno, o un frammento di un sogno. 
A differenza di un romanzo, può benissimo non esserci alcuna scaletta o struttura preordinata, si può anche partire così, senza avere la minima idea di dove si andrà a finire. 
A volte in casi fortunati il racconto, soprattutto se breve, "si scrive da solo", nel senso che lo sputa fuori grezzo Mr. Hyde e poi il Dr. Jekyll si limita a ricopiarlo in bella scrittura.
Poi ovviamente la struttura può anche esserci: il racconto può essere premeditato e aggravato, con l'eventuale attenuante della seminfermità mentale dell'autore, ma in questo caso è sempre bene camuffare il più possibile l'impalcatura, inserire qualche elemento inessenziale, qualche dissonanza, insomma simulare spontaneità per convincere il lettore che è stato scritto di getto, in un'ora felice di ispirazione ed espirazione. 

Re: Scrittura del racconto breve

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Grazie a tutti, ragazzi. Inizio a comprendere, perlomeno dal punto di vista intellettuale e cognitivo, ma la pratica mi porta ad una forma che si discosta dal racconto breve: inizio con un'idea, poi la completo, la elaboro: ed ecco che esce fuori l'impalcatura del romanzo. Devo avere dei modelli letterari di riferimento, c'è poco da fare. Potremmo andare avanti con la teoria fino ai prossimi cento post, ma servono racconti brevi di esempio, anche illustri, e serve iniziare a leggere con un occhio più analitico. Un lavoraccio. Inizierò a leggere e commentare i vostri racconti, ma senza pretesa di fare una mia pubblicazione.
Devo dire, con la scrittura creativa mi aspettavo di potermi esprimere "liberamente", ma sto riscontrando diversi limiti in questo momento. 
Mi ci devo ancora abituare. Proverò a scrivere nuovamente, ci riprovo. 

Cosa sapete dirmi, invece, della novella? Oppure di un racconto normale, non breve? Come si caratterizzano questi racconti, quale struttura seguono, quale stile? In particolare, la novella? Avete mai scritto novelle? 

Re: Scrittura del racconto breve

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bonsaitales92 ha scritto: Cosa sapete dirmi, invece, della novella? Oppure di un racconto normale, non breve? Come si caratterizzano questi racconti, quale struttura seguono, quale stile? In particolare, la novella? Avete mai scritto novelle? 
Scritto una novella (un thriller distopico), ho tentato di pubblicarla senza successo qualche anno fa. A ripensarci meglio così, perché non era matura.

Per me la scrittura di una novella si avvicina più al romanzo, la differenza maggiore è la scala: meno protagonosti, trama e archi dei personaggi ridotti, temi più focalizzati (al massimo uno o due). Per il resto è esattamente come un romanzo.
Tuttavia, data la scala ridotta, è più semplice scriverla anche per un "giardiniere", senza necessità di pianificare tutto in anticipo. Infatti io ho scritto così la mia.

Per i racconti non brevi, dipende dalla lunghezza. In generale li tratto come i racconti brevi, ma se sono molto lunghi e vicini alla novella diventa più complesso gestirli... a quel punto di solito li tratto come se fossero novelle brevi. Ma è solo una questione di forma mentis, in realtà dal punto di vista realizzativo cambia poco, specie se opti per una scrittura "da giardiniere".
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