Suffissi onorifici

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Salve a tutti, è da molto che non scrivo più sul forum e mi dispiace tornare con una domanda forse sciocca
Ho portato avanti un libro con ambientazione fortemente ispirata al Giappone dell’anno 800-1000, e ho quindi il dubbio se inserire o meno tutta una serie di suffissi onorifici

Mi spiego meglio: in giapponese si fa un largo uso di alcuni suffissi al termine del nome/cognome, è una forma di educazione e rispetto che suonerebbe strano i personaggi non si scambino tra loro, per l’educazione e la collocazione sociale che hanno, ma allo stesso tempo vorrei evitare l’effetto “manga” il più possibile, quindi la mia domanda è la seguente:

Tenendo conto dell’ ambientazione, vi darebbe fastidio o meno se, nei dialoghi, i personaggi usassero sempre dei suffissi per rivolgersi agli altri? 

Re: Suffissi onorifici

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Avendo molta familiarità col genere, ti posso dire con una certa sicurezza che i suffissi non vengono quasi mai utilizzati nelle traduzioni italiane.
Così come non si usa precedere il cognome al nome (a differenza dell'uso corrente giapponese).
È quantomeno insolito anche nei manga, nelle light novel e nelle visual novel, non solo nei romanzi.
Ultima modifica di Ben Lo Svelto il mar lug 25, 2023 5:21 pm, modificato 1 volta in totale.

Re: Suffissi onorifici

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@Bardo96  ciao  :)

In Wikipedia, alla voce "Suffissi onorifici giapponesi" si consiglia questo:

Quando si traducono i suffissi onorifici, i pronomi e gli aggettivi separati devono essere utilizzati al fine di trasmettere lo stesso significato. Poiché questi suffissi possono indicare lo status sociale e i livelli di educazione, si possono utilizzare anche alcuni aggettivi per indicare le persone. Mentre alcuni suffissi quali "-san" sono molto spesso utilizzati per la loro neutralità di genere e indicano familiarità e contesti informali, altri suffissi quali "-chan" o "-kun" sono più specifici del contesto in cui sono utilizzati. Queste sfumature possono essere tradotte utilizzando sia aggettivi che intere frasi.
Di sabbia e catrame è la vita:
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Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: Suffissi onorifici

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Ti consiglio comunque di fare ricerche sul campo per conto tuo per farti un'idea.
Di storico giapponese, così su due piedi, mi viene in mente il romanzo Musashi di Eiji Yoshikawa (da cui mi pare sia stato poi tratto il manga Vagabond).
Ed è molto bellino anche Le cronache dell'acero e del ciliegio della francese Camille Monceaux. Stile fluido, contiene molte note interessanti e la storia, nel primo volume, sembra quasi quella di un David Copperfield del Sol Levante ;) 

Re: Suffissi onorifici

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Il problema è proprio il “-san”, perché uno dei personaggi, la co-protagonista che ha circa la metà dei capitoli, per come è caratterizzata almeno all’inizio dovrebbe usarlo molto, soprattutto per riferirsi al protagonista; ho pensato di tradurlo usando cose tipo “signor” o simili, ma mi convince molto poco

grazie per i consigli di lettura, vedrò di darci un’occhiata 

Re: Suffissi onorifici

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Poeta Zaza ha scritto: Cosa ne dici di "Onorato"?
Starebbe meglio con il suffisso –sama, a mio parere.
Bardo96 ha scritto: ho pensato di tradurlo usando cose tipo “signor” o simili, ma mi convince molto poco
Anche nei film dello studio Ghibli adottano spesso soluzioni del genere (Mononoke, Si alza il vento, La storia della principessa splendente...).
Purtroppo però io li ascolto quasi solo in jap sub ita (tranne al cinema o in compagnia) perciò su questo sono di scarso aiuto, avendo l'orecchio settato sugli stilemi di quella lingua :p

Re: Suffissi onorifici

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Bardo96 ha scritto: Tenendo conto dell’ ambientazione, vi darebbe fastidio o meno se, nei dialoghi, i personaggi usassero sempre dei suffissi per rivolgersi agli altri? 
Non mi darebbero fastidio in un'ambientazione ben definita, anzi, la rafforzerebbero. Se usare suffissi come -san o -kun (leggo anch'io fumetti giapponesi) può rendere più realistica la narrazione, non vedo motivo di cambiarli. Sono dell'idea che una storia ambientata in un certo contesto debba per forza assorbirne il linguaggio, altrimenti diventa una storia che poteva svolgersi in qualunque altro tempo/luogo.
Detto ciò, so poco delle abitudini linguistiche e sociologiche attuali del Giappone, quindi per evitare il possibile "effetto manga" è meglio informarsi su siti appositi, o con le IA.
Bardo96 ha scritto: mer lug 26, 2023 12:35 amIl problema è proprio il “-san”, perché uno dei personaggi, la co-protagonista che ha circa la metà dei capitoli, per come è caratterizzata almeno all’inizio dovrebbe usarlo molto, soprattutto per riferirsi al protagonista; ho pensato di tradurlo usando cose tipo “signor” o simili
Usare "signor" per me non migliora affatto la cosa. Molto meglio il suffisso originale, a cui il lettore pian piano si abitua, come qualcosa di esotico e più interessante del corrispettivo italiano
Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
Qualunque sia il tuo nome (HarperCollins)
La salvatrice di libri orfani (Alcheringa)
Il lato sbagliato del cielo (Arkadia)
Il tredicesimo segno (Words)

Re: Suffissi onorifici

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Bardo96 ha scritto: Tenendo conto dell’ ambientazione, vi darebbe fastidio o meno se, nei dialoghi, i personaggi usassero sempre dei suffissi per rivolgersi agli altri?

Darebbe un po' fastidio, effettivamente, se le persone a cui ci si rivolge con un suffisso fossero tante. È quello che succede in generale con le ripetizione: troppe potrebbero generare repulsione, poche no. Dipende dalla frequenza d'uso.
Nei film in giapponese con sottotitoli in lingue straniere di solito il suffisso onorifico viene nascosto tranne quando fa parte del "nome comune", come in okaasan e otoosan (non so se li ho scritti bene :) ).
Il Sommo Misantropo
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