Ho finito il mio primo libro e ora mi tocca scriverne un altro.
Posted: Thu Jul 13, 2023 6:18 pm
Buongiorno a tutti e tutti.
Torno a partecipare al forum dopo una lunga pausa dovuta alla fine dell'anno scolastico per chiacchierare un po' con voi con questo post, che è un po' uno sfogo, un po' una ricerca di una guida (perché sono sicuro di non essere l'unico in questa situazione) un po' perché siamo tutti come Guccini, che se siam d'umore nero allora scriviamo.
Fatta la noiosa premessa iniziamo.
Tempo fa ho messo la parola "fine" al mio primo romanzo. Non starò lì a parlarne, dato che esiste già QUESTO messaggio dove chiedevo a qualche anima pia del forum se volesse farmi da beta reader.
L'ho messa davvero per la settima volta, nel senso che con tolkeniana meticolosità l'ho rimaneggiato sette volte da che l'ho finito perché volevo esser davvero sicuro che non ci fossero buchi di trama, che tutto tornasse, che tutti gli indizi necessari per i colpi di scena e le risoluzioni finali fossero lì fin dall'inizio, perché mi piace l'idea che un futuro lettore, alla seconda lettura, possa dire "caspita, ma allora sta cosa era lì dalla prima pagina!”.
Potrei farvi il panegirico di quanto e cosa questo libro sia per me, ma mi limiterò a dire che l'ho iniziato a scrivere mentre ero all'estero in Spagna, e l'ho terminato (la prima volta) mentre ero di nuovo a vivere all'estero, in Polonia. Ha dentro di sé non solo alcuni dei luoghi e delle persone che ho incontrato sulla strada, ma anche le ore seduto alla caffetteria dove l'ho finito di scrivere, dopo aver finito di scrivere la tesi di laurea; ha dentro la tendente ad entrambi i polsi che ancora mi porto dietro, e ha dentro il vecchio computer che ho fritto a furia di scrivere e riscrivere.
Insomma, come per tutti noi e per tutti i nostri libri, ci sono tanto affezionato.
L'ho finito per la settima volta, dicevo, e ho deciso che era pronto. Non una virgola necessitava più di essere modificata: era giunto il momento di fare il passo successivo, la pubblicazione. Pubblicazione che non c'è ancora stata, salvo una proposta con una CE che non menzionerò perché è una di quelle che vive di "pesci piccoli e disperati", che ho contattato più per farmi due risate non starò qui a parlare della parte della ricerca di una CE, editor e di tutto il resto).
Arriviamo ora al punto del posto.
Qualche tempo fa, ad un anno dopo dalla "settima fine", ho trovato un'anima pia che me l'ha letto da capo a fondo, e il suo commento, per quanto secco, è stato qualcosa di simile a questo:
“È molto bello, intrigante, ma è tanto lungo; è un lavoro che apprezza senz'altro chi è appassionato di lettura e sa riconoscere certi occhiolini, ma non so se potrebbe piacere al grande pubblico Non so se troverai una casa editrice disposta a pubblicarlo".
Ed è vero, e ne ero e ne sono consapevole, solo che detto da una lettrice fa strano.
Sono cosciente che le dimensioni e il genere del mio romanzo non invogliano alla lettura, (ed è questo il motivo, forse, per cui non ho trovato beta reader sul forum). Stiamo parlando di ~1'200'000 battute spazi inclusi di un genere che mi ostino a definire Realismo onirico perché il termine "fantasy" è oramai stato così diluito da essere diventato un calderone insensato. Nel riscriverlo l'ho anche articolato in modo che possa essere letto come trilogia, ma non credo ci siano là fuori CE disposte a pubblicare una trilogia come primo lavoro di uno sconosciuto.
Queste considerazioni mi hanno fatto realizzare che questo non sarà mai il mio primo libro pubblicato, nonostante sul mio curriculum da scrittore ci sia qualche apparizione in più in antologie di racconti bervi e la pubblicazione di traduzione di una poesia inedita in Italia.
Nonostante in questo libro ci siano tre anni della mia vita, ma la vita dello scrittore è anche questo: imparare ad abbandonare.
Per cui che dire, ho finito il mio primo libro e ora mi tocca scrivere un altro se voglio partecipare di nuovo al gioco.
Solo che ovviamente, ora che so un po' meglio come funziona questo mondo, ho mille altri dubbi: riuscirò a trovare una buona idea, a trovare qualcosa che sia un buon compromesso tra quello che vuole il mercato e quello che voglio io, imparerò mai ad essere meno prolisso, e altre domande che sono sicuro tutti voi vi siete fatti e continuate a farvi.
Ho finito il mio primo libro e ora mi tocca scriverne un altro, per cui quello faccio.
Anzi, li sto scrivendo, perché uno, seguito morale di questo, si sta avvicinando alla fine, ma siamo già intorno alle 700'000 battute, e ho paura che venga fuori una cosa gigantesca e non pubblicabile come il suo precedente, anche perché il genere è sempre quella cosa un po' borderline tra reale e fantastico che tanto mi piace e che a mio parere non viene abbastanza apprezzato; l'altro ho un po' di riluttanza a continuarlo visto che è ispirato a storie vere (ovviamente con la dovuta clausola che "qualsiasi riferimento fatti o persone realmente esistite è puramente casuale).
E niente, non so nemmeno io cosa mi abbia spinto a volere scrivere questo post. Forse il punto di questo post era solo di sfogarmi, condividere i miei confusi e prolissi pensieri, sapere se qualcunə di voi è mai stato o è stata nella stessa situazione, chiacchierare, sentire parte amiche o dure, scelta vostra, io prendo tutto.
Per adesso il mio romanzo rimane qua, al sicuro. Vedremo cosa succederà. Di sicuro non demorderò, né lo cancellerò.
Ho finito il mio primo libro, e voglio scriverne un altro
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][/font]
Torno a partecipare al forum dopo una lunga pausa dovuta alla fine dell'anno scolastico per chiacchierare un po' con voi con questo post, che è un po' uno sfogo, un po' una ricerca di una guida (perché sono sicuro di non essere l'unico in questa situazione) un po' perché siamo tutti come Guccini, che se siam d'umore nero allora scriviamo.
Fatta la noiosa premessa iniziamo.
Tempo fa ho messo la parola "fine" al mio primo romanzo. Non starò lì a parlarne, dato che esiste già QUESTO messaggio dove chiedevo a qualche anima pia del forum se volesse farmi da beta reader.
L'ho messa davvero per la settima volta, nel senso che con tolkeniana meticolosità l'ho rimaneggiato sette volte da che l'ho finito perché volevo esser davvero sicuro che non ci fossero buchi di trama, che tutto tornasse, che tutti gli indizi necessari per i colpi di scena e le risoluzioni finali fossero lì fin dall'inizio, perché mi piace l'idea che un futuro lettore, alla seconda lettura, possa dire "caspita, ma allora sta cosa era lì dalla prima pagina!”.
Potrei farvi il panegirico di quanto e cosa questo libro sia per me, ma mi limiterò a dire che l'ho iniziato a scrivere mentre ero all'estero in Spagna, e l'ho terminato (la prima volta) mentre ero di nuovo a vivere all'estero, in Polonia. Ha dentro di sé non solo alcuni dei luoghi e delle persone che ho incontrato sulla strada, ma anche le ore seduto alla caffetteria dove l'ho finito di scrivere, dopo aver finito di scrivere la tesi di laurea; ha dentro la tendente ad entrambi i polsi che ancora mi porto dietro, e ha dentro il vecchio computer che ho fritto a furia di scrivere e riscrivere.
Insomma, come per tutti noi e per tutti i nostri libri, ci sono tanto affezionato.
L'ho finito per la settima volta, dicevo, e ho deciso che era pronto. Non una virgola necessitava più di essere modificata: era giunto il momento di fare il passo successivo, la pubblicazione. Pubblicazione che non c'è ancora stata, salvo una proposta con una CE che non menzionerò perché è una di quelle che vive di "pesci piccoli e disperati", che ho contattato più per farmi due risate non starò qui a parlare della parte della ricerca di una CE, editor e di tutto il resto).
Arriviamo ora al punto del posto.
Qualche tempo fa, ad un anno dopo dalla "settima fine", ho trovato un'anima pia che me l'ha letto da capo a fondo, e il suo commento, per quanto secco, è stato qualcosa di simile a questo:
“È molto bello, intrigante, ma è tanto lungo; è un lavoro che apprezza senz'altro chi è appassionato di lettura e sa riconoscere certi occhiolini, ma non so se potrebbe piacere al grande pubblico Non so se troverai una casa editrice disposta a pubblicarlo".
Ed è vero, e ne ero e ne sono consapevole, solo che detto da una lettrice fa strano.
Sono cosciente che le dimensioni e il genere del mio romanzo non invogliano alla lettura, (ed è questo il motivo, forse, per cui non ho trovato beta reader sul forum). Stiamo parlando di ~1'200'000 battute spazi inclusi di un genere che mi ostino a definire Realismo onirico perché il termine "fantasy" è oramai stato così diluito da essere diventato un calderone insensato. Nel riscriverlo l'ho anche articolato in modo che possa essere letto come trilogia, ma non credo ci siano là fuori CE disposte a pubblicare una trilogia come primo lavoro di uno sconosciuto.
Queste considerazioni mi hanno fatto realizzare che questo non sarà mai il mio primo libro pubblicato, nonostante sul mio curriculum da scrittore ci sia qualche apparizione in più in antologie di racconti bervi e la pubblicazione di traduzione di una poesia inedita in Italia.
Nonostante in questo libro ci siano tre anni della mia vita, ma la vita dello scrittore è anche questo: imparare ad abbandonare.
Per cui che dire, ho finito il mio primo libro e ora mi tocca scrivere un altro se voglio partecipare di nuovo al gioco.
Solo che ovviamente, ora che so un po' meglio come funziona questo mondo, ho mille altri dubbi: riuscirò a trovare una buona idea, a trovare qualcosa che sia un buon compromesso tra quello che vuole il mercato e quello che voglio io, imparerò mai ad essere meno prolisso, e altre domande che sono sicuro tutti voi vi siete fatti e continuate a farvi.
Ho finito il mio primo libro e ora mi tocca scriverne un altro, per cui quello faccio.
Anzi, li sto scrivendo, perché uno, seguito morale di questo, si sta avvicinando alla fine, ma siamo già intorno alle 700'000 battute, e ho paura che venga fuori una cosa gigantesca e non pubblicabile come il suo precedente, anche perché il genere è sempre quella cosa un po' borderline tra reale e fantastico che tanto mi piace e che a mio parere non viene abbastanza apprezzato; l'altro ho un po' di riluttanza a continuarlo visto che è ispirato a storie vere (ovviamente con la dovuta clausola che "qualsiasi riferimento fatti o persone realmente esistite è puramente casuale).
E niente, non so nemmeno io cosa mi abbia spinto a volere scrivere questo post. Forse il punto di questo post era solo di sfogarmi, condividere i miei confusi e prolissi pensieri, sapere se qualcunə di voi è mai stato o è stata nella stessa situazione, chiacchierare, sentire parte amiche o dure, scelta vostra, io prendo tutto.
Per adesso il mio romanzo rimane qua, al sicuro. Vedremo cosa succederà. Di sicuro non demorderò, né lo cancellerò.
Ho finito il mio primo libro, e voglio scriverne un altro
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][/font]