Voi come fate per migliorare?*

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Migliorare come scrittori, s’intende. Ché migliorare come esseri umani è (forse) un’aspirazione che trascende le possibilità di questa discussione.

Essere convinti di dover migliorare come scrittori già vi mette sulla retta via. Perché c’è chi non legge gli esordienti per "non rovinarsi lo stile", chi non legge tout court per "non farsi influenzare", chi sostiene che manuali e corsi di scrittura siano inutili. E altre amenità simili.

Così ci sono aspiranti autori che scrivono e riscrivono sempre nello stesso modo, incuranti delle critiche e ciechi agli strafalcioni grammaticali, semantici e sintattici. Sembra siano convinti di imparare a scrivere per ispirazione divina o per qualche strana magia…

Il problema è che il miglioramento è impossibile senza capacità critica, e questa si acquisisce mano a mano… leggendo, scrivendo e confrontandosi. Sarà questa consapevolezza a permettervi di distinguere i suggerimenti dalle correzioni, per esempio, o di decidere che tipo di stile usare, o quanto "mostrare".
Quindi:

1) iscrivetevi a Costruttori di Mondi (fatto! :si: )

2) leggete, leggete, leggete anche spaziando in tutti i generi e
3) leggete con attenzione e senso critico. Leggete come “scrittori” e non come “lettori”, cercando di capire cosa funziona (e cosa non funziona) nella scrittura degli altri;
3) non sottovalutate i dizionari, i manuali di grammatica, e i famigerati
4) manuali di scrittura creativa: sono utili per imparare alcuni fondamenti di tecnica narrativa. I manuali, spesso criticati, dovrebbero servire a essere più consapevoli di cosa e come scriviamo (non certo a dare teoremi matematici riguardo la scrittura);
5) Scrivete, scrivete, scrivete.
6) Rileggete, rileggete, rileggete.
7) Nelle pause tra lettura e scrittura, osservate e ascoltate qualsiasi cosa, e soprattutto apritevi a nuovi stimoli. Ascoltare è utile per esempio per capire come funzionano i dialoghi; osservare e raccogliere stimoli per descrizioni, paragoni e tantissimo altro.
8) Fate leggere quello che scrivete a altri, il più possibile lontani come grado di parentela.
9) Andate in contro alle critiche con animo sereno, tenendo conto che, per quanto l’esercizio dei nove punti precedenti possa aver affinato le vostre capacità autocritiche, non sarete mai capaci di valutare quello che avete scritto in modo completamente oggettivo.
10) Riscrivete, riscrivete, riscrivete.
11) Ripetere dal punto 1.

*topic riassunto dal WD
Qui ci dedichiamo alla ricerca della verità, non dei fatti. Se vi interessano i fatti, il dipartimento di storia è al terzo piano.
(semicit.)

Re: Voi come fate per migliorare?*

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Secondo me, per migliorare, bisognerebbe anche mettersi nell'ottica di non sentirsi mai "arrivati".
Per esempio, esordire non è essere arrivati alla meta, ma solo uno dei tanti scalini del percorso personale di ciascuno scrittore. Allo stesso modo, arrivare a pubblicare con una Big, essere tradotti e vendere all'estero, anche questi non devono essere un punto di arrivo, ma solo una tappa. Importante, per carità, ma pur sempre una tappa, non la meta finale.
Per come la penso, se non c'è punto di arrivo ed è tutto un viaggio con tappe intermedie, la possibilità di migliorare resta sempre aperta, nonché sarà sempre uno dei motori più potenti che abbiamo.
Beatrice Spada, Graphic & Visual Designer
AIAP | Socia Professionista Junior
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https://www.copertinelibri.it

Re: Voi come fate per migliorare?*

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Rileggersi in maniera mai assolutoria. Essere spietati e intransigenti rispetto ai propri testi.

Per raggiungere quella condizione, credo servano due elementi: una conoscenza più ricca possibile delle declinazioni stilistiche che la letteratura offre e un atteggiamento mentale che non faccia sconti al proprio ego.

La prima si può raggiungere col metodo classico del leggere, leggere tanto, leggere bene e leggere cose diverse.
La seconda è, paradossalmente, quella più dura, perché richiede un lavoro su sé stessi, un lavoro non semplice e non alla portata di tutti.

Re: Voi come fate per migliorare?*

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Non troppo spietati e intransigenti, secondo me, altrimenti il risultato può essere la paralisi. L'eccesso di perfezionismo può fare danni quasi quanto il suo contrario.
Poi è chiaro che dipende dagli obiettivi: se uno vuol essere la Grande Voce della nostra epoca, d'accordo, ma se l'obiettivo è scrivere un'accettabile narrativa di genere (o anche non di genere) anatomizzare all'eccesso il proprio lavoro rischia di diventare un esercizio sterile, tanto più che poi l'unico vero riscontro arriverà comunque solo dagli altri che ci leggeranno.
E anche l'ego non lo maltratterei troppo, una dose moderata di ego aiuta, se si frusta troppo il cavallo poi finisce che non cammina più.

Re: Voi come fate per migliorare?*

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Miss Ribston ha scritto: sab gen 09, 2021 7:40 pm Secondo me, per migliorare, bisognerebbe anche mettersi nell'ottica di non sentirsi mai "arrivati".
Per esempio, esordire non è essere arrivati alla meta, ma solo uno dei tanti scalini del percorso personale di ciascuno scrittore. Allo stesso modo, arrivare a pubblicare con una Big, essere tradotti e vendere all'estero, anche questi non devono essere un punto di arrivo, ma solo una tappa. Importante, per carità, ma pur sempre una tappa, non la meta finale.
Per come la penso, se non c'è punto di arrivo ed è tutto un viaggio con tappe intermedie, la possibilità di migliorare resta sempre aperta, nonché sarà sempre uno dei motori più potenti che abbiamo.
Sottoscrivo convintamente. La vita è tutta un divenire e quella dello scrittore non fa eccezione. Raggiungere la meta ha senso se la si considera non l'arrivo, ma solo la base di partenza per un nuovo balzo in avanti. E che alla meta finale, uguale per tutti e che tutto livella (grande Totò), si arrivi il più tardi e il più serenamente possibile.
Mario Izzi
2025 - Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni
Dea
[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]

Re: Voi come fate per migliorare?*

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Per me è stato fondamentale affinare tanto il senso critico. Qualcuno, tipo @queffe , mi piglia in giro per questa capacità che ho maturato. :asd: Va detto che ho due metri di giudizio differenti: uno per la fase di esercitazione e di creazione, uno per i risultati finali, a cose fatte. Con il primo tendo alla severità, poi quando mi calo nei panni del "semplice lettore", di fronti a prodotti finiti, vince la voglia di godermi l'esperienza. Gli anni sul WD mi hanno insegnato a sviscerare un testo specifico per arrivare a farne, dove possibile, delle considerazioni di carattere generale. In questo modo ho imparato ad applicare lo stesso approccio sulle sequenze di caratteri da me digitate. Non è così facile sulle proprie produzioni, ma se si è disposti a essere spietati, come ricorda @Cerusico , si può arrivare a un buon livello di obiettività.
Penso di essere maturato in termini di scrittura, quindi, solo dopo essermi irrobustito sul fronte dello spirito critico. Fatto questo, l'altro grande passo da fare è non aver paura delle osservazioni altrui: rimettersi al giudizio dei lettori e trarre quanto più possibile di buono dal confronto.

Re: Voi come fate per migliorare?*

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Riuppo questa fantastica discussione (anche) per i nuovi iscritti. :libro:

Condivido tutti i punti, anche se per il numero 4. ho molta difficoltà visto che i manuali che ho letto sono spesso mattoni didattici. Quelli che non lo erano, alla fine, mi dicevano cose che sapevo già. Credo, inoltre, che il punto 7. sia uno dei più importanti e serva anche per scollarsi un po', nel caso di dialoghi, da "quello che io con la mia testa penso che possa succedere" e "quello che realisticamente può accadere". Sono certo che dialoghi "troppo realistici" non possono essere simpatici, ma credo che l'opposto sia ancora peggio...
Per il resto ho l'idea che la scrittura sia un percorso personale senza punti di arrivo ma fatto solo da tappe intermedie (un po' quello che ha detto @Miss Ribston). Una specie di retta dei numeri naturali.
https://www.facebook.com/curiosamate

Re: Voi come fate per migliorare?*

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Ciao, io per migliorare cerco soprattutto di scrivere e leggere. Cerco di leggere non solo narrativa, ma anche poesia e saggistica. Inoltre faccio anche poesia, non perché mi ritenga un granché come poeta, ma perché ritengo sia utile per rendere più elegante la prosa. Sicuramente vorrei essere più intransigente con me stesso e vorrei essere più analitico quando revisiono un testo, avere cioè un occhio da editor. Trovi sia utile per migliorare pubblicare, personalmente finora ho pubblicato su riviste letterarie e testate giornalistiche locali. Sono molto utili i rifiuti, soprattutto quando sono motivati. La cosa più utile è stata quando una rivista di fantascienza mi ha rimandato indietro un racconto dicendo che l'idea era bella, ma era scritto male. L'ho riscritto "bene" e ora me lo pubblicano. Sono molto contento di quel racconto ora. Trovo sia immensamente utile non essere suscettibile e accettare di buon grado le critiche. Detto questo, sono suscettibile: perciò aspetto che mi passi e poi di solito mi trovo d'accordo con chi mi ha criticato. Per farsi venire le idee per le storie trovo molto utile fare lunghe passeggiate,  e pensare, durante una lettura di un libro, a come noi avremmo proseguito la storia al posto dello scrittore, o come avremmo sviluppato un personaggio secondario. Inoltre è molto utile per farsi venire idee leggere un po' di tutto, giornali, riviste eccetera. Ogni tanto mi viene un'idea sotto la doccia, perciò ritengo sia utile fare la doccia.
Comunque la cosa più utile per migliorare per me è: lavorare.
https://domenicosantoro.art.blog/

Re: Voi come fate per migliorare?*

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Sottoscrivo quanto già detto: leggere e scrivere.
Aggiungo, però, che non bisogna dimenticare mai di pensare. Prendersi tempo, ragionare e pensare a ciò che si vuole raccontare.
Certo vedo testi sgrammaticati, punteggiature opinabili, ma il difetto principale è il trovare libri vuoti.
Se non si ha nulla da dire o da raccontare forse si può anche evitare di scrivere, almeno fino a quando non sia arrivato il momento giusto per farlo.

Re: Voi come fate per migliorare?*

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Otta ha scritto: Il decalogo +1 è condivisibilissimo. Il punto 11 ancora più di tutti gli altri punti, perché significa che capiamo che c'è sempre margine di miglioramento.

Non si parla di scuole di scrittura... Quale posto occuperebbero nell'elenco, secondo voi? Ne avete fatte? Quali? Io sono nel dubbio se farne qualcuna...
"Soldi buttati" diceva Bevilacqua. Concordo in pieno.
Mario Izzi
2025 - Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni
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[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]

Re: Voi come fate per migliorare?*

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Otta ha scritto: Non si parla di scuole di scrittura... Quale posto occuperebbero nell'elenco, secondo voi? Ne avete fatte? Quali? Io sono nel dubbio se farne qualcuna...
Io non ne ho mai fatte, anche se mi sarebbe piaciuto, se non altro per curiosità, o per avere la sensazione di fare qualcosa di positivo per migliorarmi.
Non sono nell'elenco semplicemente perché non sono indispensabili (non quanto leggere molto, scrivere molto e confrontarsi con gli altri)

Se ne hai la possibilità puoi provare, l'importante è che non ti aspetti che un corso ti renda una scrittrice migliore. Può essere utile per confrontarti con altri scrittori, o poter avere chiarimenti da qualcuno più esperto. Ma la capacità di scrivere in sé non viene da una scuola
Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
Qualunque sia il tuo nome (HarperCollins)
La salvatrice di libri orfani (Alcheringa)
Il lato sbagliato del cielo (Arkadia)
Il tredicesimo segno (Words)

Re: Voi come fate per migliorare?*

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Silverwillow ha scritto: Io non ne ho mai fatte, anche se mi sarebbe piaciuto, se non altro per curiosità, o per avere la sensazione di fare qualcosa di positivo per migliorarmi.
Non sono nell'elenco semplicemente perché non sono indispensabili (non quanto leggere molto, scrivere molto e confrontarsi con gli altri)

Se ne hai la possibilità puoi provare, l'importante è che non ti aspetti che un corso ti renda una scrittrice migliore. Può essere utile per confrontarti con altri scrittori, o poter avere chiarimenti da qualcuno più esperto. Ma la capacità di scrivere in sé non viene da una scuola
Non è indispensabile e neppure sufficiente, certo, frequentare una scuola di scrittura. Devo dire però che ho letto qui e là dei pezzi scritti da chi le ha frequentate e mi sembra che siano state efficaci. Mah, vedrò. Sto cercando e in zona Toscana non ne trovo (poche e che non mi ispirano). Volevo evitare quelle on line.

Re: Voi come fate per migliorare?*

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M.T. ha scritto: Niente vieta di frequentarle se uno ritiene possano essere di aiuto. Francamente, ritengo primari altri elementi per migliorare, già citati da @mercy nel primo post.
L'elenco del primo post è senz'altro valido, ma sono criteri in generale.
Prendiamo la questione del leggere, ad esempio. Io ho sempre letto generi diversi, ma quasi esclusivamente classici, diciamo fino a metà del '900, e su quelli mi sono formata il gusto...
Vedo che su qualche sito parlano di quel tipo di scrittura come ormai passata, che non va neanche guardato perché oggi si scrive diversamente. Sono i siti che promuovono la cosiddetta scrittura immersiva. E va bene, posso anche essere d'accordo, vale in questo campo come in altri campi: bisogna fare le cose come si fanno nel 2022 e non alla maniera del, che so, del 1900. Ok. Ho provato a leggere qualcosa di quel tipo e francamente ci sono testi validi e altri che magari scoppiano di tecnica perfetta ma che non dicono nulla... uno arriva alla fine è dice: "vabbè, perché mi ha raccontato queste cose?". Mancano completamente di contenuto.
Questo per dire che va bene leggere, ma bisogna vedere anche cosa.

Re: Voi come fate per migliorare?*

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Otta ha scritto: Prendiamo la questione del leggere, ad esempio. Io ho sempre letto generi diversi, ma quasi esclusivamente classici, diciamo fino a metà del '900, e su quelli mi sono formata il gusto...
Vedo che su qualche sito parlano di quel tipo di scrittura come ormai passata, che non va neanche guardato perché oggi si scrive diversamente. Sono i siti che promuovono la cosiddetta scrittura immersiva. E va bene, posso anche essere d'accordo, vale in questo campo come in altri campi: bisogna fare le cose come si fanno nel 2022 e non alla maniera del, che so, del 1900. Ok. Ho provato a leggere qualcosa di quel tipo e francamente ci sono testi validi e altri che magari scoppiano di tecnica perfetta ma che non dicono nulla... uno arriva alla fine è dice: "vabbè, perché mi ha raccontato queste cose?". Mancano completamente di contenuto.
Questo per dire che va bene leggere, ma bisogna vedere anche cosa.
Occorre leggere in modo vario, perché c'è sempre qualcosa da imparare, anche da testi scritti male e che non hanno nulla da dire, perché così si sa cosa non si deve scrivere ;) Questo non significa che bisogna ricercare libri del genere: alle volte li si legge perché si crede che siano una cosa e invece è un'altra.
Sui contenuti da scrivere, questo dipende dalla persona. C'è chi dice che bisogna scrivere dell'argomento che va più sul mercato per avere una possibilità di vendere; questo per me va bene se quello che uno vuole scrivere corrisponde con la richiesta del mercato. Non sono uno che segue le mode, ma scrivo se sento che una storia ha qualcosa da dire, non m'importa se non è quella che che va per la maggiore. Lo scrivere è anche una questione di onestà verso se stessi: se un certo tipo di storia non mi prende, è meglio non scriverla, perché rischia di risuonare vuota, falsa, mentre una storia è anche qualcosa di vivo se sa trasmettere emozioni, riflessioni: può essere qualsiasi cosa, purché chi legge la senta.
Sullo stile, occorre trovare quello personale e si può imparare sia dal vecchio sia dal nuovo. S'insegnano tante cose ed è giusto impararle, ma occorre poi anche sapere quali usare: c'è stata la scuola dello "show, don't tell" e seppure giusta, si deve saper scegliere quando mostrare e quando raccontare.
Faccio un esempio. Mi piace il genere fantasy e ho letto un po' di tutto sia autori nuovi sia del passato. Il Signore degli Anelli ha ancora tanto da dire perché l'autore raccontava cose che ha vissuto e che conosceva bene (l'amore per i cavalli, le ferite e gli orrori della guerra, per esempio): questo è qualcosa da cui imparare (scrivere ciò che si sente). Se però volessi scrivere un testo di genere fantasy, come stile m'ispirerei a un autore contemporaneo, tipo Brandon Sanderson.
Esistono molti mondi: reali, immaginari. Non importa la loro natura: da ognuno di essi si può apprendere qualcosa.
https://www.lestradedeimondi.com/

Re: Voi come fate per migliorare?*

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@Otta Il talento non si può insegnare. Grammatica, sintassi e consecutio temporum rappresentano il minimo sindacale per chi pensa di poter fare lo scrittore. Facendo un po' di valutazione ed editing per una piccola CE, mi sono imbattuto in autori che si fregiavano di diplomi in story-telling ottenuti presso scuole prestigiose, che erano semplicemente illeggibili. Da ciò ho tratto la convinzione che, anziché regalare quattrini a una delle mille strutture sorte con lo scopo di spremere l'aspirante scrittore, convenga investire in libri, di tutti i generi, di autori italiani e stranieri: anche se qualcuno risulterà omologato al mainstream, dalla maggior parte di essi riuscirai ad assorbire qualcosa di buono. Credo che sia l'unico vero modo di migliorarsi, ma è soltanto la mia opinione personale.
Mario Izzi
2025 - Sopravvissuti
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