Costruttori di Mondi

Spiego meglio: c'è qualcosa che ti impedisce di scrivere o ti rende difficile farlo? Qualcosa che ti occupa la mente così tanto da toglierti la serenità? E non intendo il classico blocco dello scrittore, ma qualcosa di esterno che ti impedisce di vivere bene.

Ti faccio degli esempi:

• Problemi di salute personali (mal di testa, febbre, dolori, ecc...)
• Problemi in famiglia
• Problemi di lavoro
• Vicini rumorosi
• Bambini chiassosi
• La polizia cerca l'assassino dei vicini rumorosi
• Impegni gravosi
• Stanchezza fisica o mentale
• La vicina nuda sul balcone di fronte
• Nervosismo
• Il gatto non smette di miagolare
• Ansia
• Stress
• Altro

Oppure:

• Nulla può fermarmi

Nel mio caso sono due i fattori che possono rallentarmi:

1. La salute (Se sto male, non riesco a concentrarmi. Posso anche sforzarmi, ma invece delle mille parole quotidiane magari riesco a scriverne dieci in una intera giornata).
2. Impegni (Di qualsiasi genere, tipo un appuntamento. Se penso che a una determinata ora dovrò staccare, la mia mente non sarà libera e di conseguenza anche la mia scrittura).

E nel tuo caso? Qual è il nemico della tua scrittura? 

Ngannafoddi wrote:

• Vicini rumorosi
• La vicina nuda sul balcone di fronte

Decisamente queste due.

Per quanto riguarda la prima, in generale va detto che il bonus edilizio è il peggiore nemico dello scrittore. Si è sottovalutato l'impatto di questo cosiddetto "incentivo" sulla produzione letteraria (oltre che sulla salute mentale di milioni di persone). 

A proposito della seconda, invece, bisogna ammettere che il sogno recondito di ogni scrittore è diventare un autore di grido e avere tante donne. Da ciò però ne consegue che, quando ne hai una o più a portata di mano, la produttività ne può risentire. 

Problemi economici. Se devo pensare a come far quadrare il bilancio per pagare l'affitto, le bollette e fare la spesa (perché anche gli scrittori devono mangiare) è difficile che riesca a trovare la concentrazione necessaria. Anche perché non è con la pubblicazione della mia opera che incasserò quanto mi serve per andare avanti.

Ngannafoddi wrote: E nel tuo caso? Qual è il nemico della tua scrittura?

Io ho scritto gran parte dei miei romanzi in un periodo in cui lavoravo di più, ero stanchissima e avevo le stesse difficoltà di adesso (tra cui problemi di salute ancora non diagnosticati) e dei vicini rumorosi (abito in un condominio).
Quindi a bloccarmi non sono le condizioni esterne, quanto lo spirito con cui si affronta la scrittura. Nei primi tempi era tutto nuovo e sembrava tutto possibile. Non mi preoccupavo di un'eventuale pubblicazione, scrivevo come mi pareva, con l'illusione che potesse essere buono.
Ho smesso quasi del tutto di scrivere nel momento in cui mi sono accorta che sì, magari quel che scrivevo era pubblicabile e leggibile, ma niente di speciale, solo una goccia nel mare.
Il punto di rottura è stato la pubblicazione del mio terzo romanzo, dove l'editore ha mostrato poco o nessun interesse. Lì sono nati dei dubbi paralizzanti: perché ha accettato di pubblicarlo? Vale davvero qualcosa? È stato uno sbaglio, una svista?
Dal singolo libro il dubbio si è esteso a tutto quel che avevo scritto o che volevo scrivere, e adesso non sono più sicura di niente.
Chi dice che non scrive perché non ha tempo, o non sta bene, forse non è del tutto sincero. Se scrivere piace, viene naturale come respirare, anche in quelle due ore rubate al sonno dopo una giornata massacrante di lavoro. Scrivere dovrebbe essere qualcosa di bello, che si è entusiasti di cominciare e che rende sopportabile tutto il resto. Si rinuncia piuttosto a qualcos'altro, ma il tempo e il modo si trovano. Quello che manca davvero è la motivazione, la fiducia nelle nostre capacità e nel futuro. Quelle sì sono essenziali come l'aria, perché nessuno stravolge la propria vita o sorpassa i propri limiti per qualcosa in cui non crede.
Per farla breve, per me il peggior nemico della nostra scrittura siamo noi stessi

@Silverwillow Rispetto la tua visione del problema, ma non la condivido. A mio avviso i condizionamenti sono tanti, a ognuno i suoi. Tu, per esempio, da quanto dici sei stata condizionata dall'indifferenza altrui, degli editori in particolare. Credo che siano in pochi a togliere tempo al sonno, al lavoro e a mille interessi, magari piacevoli, per scrivere qualcosa che nessuno leggerà. Succede con i diari, con pensieri, aforismi e versi, Ma intraprendere la scrittura di un'opera spinti dalla passione e sapendo in partenza che o non sarà pubblicata, o lo sarà da un editore che non ci valuta una cicca, mi sembra troppo per chiunque. Sperare è indispensabile per andare avanti, nello scrivere come nella vita.

Ngannafoddi wrote: [li]Problemi di salute personali (mal di testa, febbre, dolori, ecc...)[/li]
[li]Problemi in famiglia[/li]
[li]Problemi di lavoro[/li]
[li]Vicini rumorosi[/li]
[li]Bambini chiassosi[/li]
[li]La polizia cerca l'assassino dei vicini rumorosi[/li]
[li]Impegni gravosi[/li]
[li]Stanchezza fisica o mentale[/li]
[li]La vicina nuda sul balcone di fronte[/li]
[li]Nervosismo[/li]
[li]Il gatto non smette di miagolare[/li]
[li]Ansia[/li]
[li]Stress[/li]
[li]Altro[/li]

Praticamente tutto quello che hai scritto (per la vicina, nel mio caso il vicino, sarebbe più per imbarazzo che per distrazione...)
Qualsiasi preoccupazione, che sia sulla mia salute o sui miei cari mi impedisce di scrivere, tanto più che io faccio fatica a verbalizzare i concetti che ho nella mente (una sorta di deficit) quindi se ho pure qualche pensiero... ciao.

Silverwillow wrote: Chi dice che non scrive perché non ha tempo, o non sta bene, forse non è del tutto sincero. Se scrivere piace, viene naturale come respirare, anche in quelle due ore rubate al sonno dopo una giornata massacrante di lavoro.

In teoria dovrebbe essere così, anzi, dicono che la malinconia sia un grande stimolo alla creatività. Be', io soffro da sempre di distimia, ma per dedicarmi alla scrittura non devo essere troppo "down" né essere in preda all'ansia, e devo avere qualche energia residua. Non pretendo di essere in un periodo sereno e tranquillo (è chiedere troppo al mio cervello ), mi basta che i problemi, la tristezza, le paure e la stanchezza siano sfumati, che mi lascino respirare.
So però che molti autori danno (o hanno dato) il loro meglio proprio nelle fasi di depressione o ansia: dipende da persona a persona.

La peperonata con la salsiccia a cena.

Per dire che solo la morte nel cuore mi farebbe smettere di scrivere. O forse, mi farebbe scrivere ancora, ma cupo, triste, grigio, da giornata uggiosa.

Per quanto mi riguarda, ciò che interrompe/disturba la mia scrittura è il fatto che quando mi immagino i personaggi, poi questi si sviluppano molto velocemente nella mia testa. Oppure posso scoprire che non ho più interesse a raccontare quella storia e il racconto resta allo stato embrionale. 

Ansia e stress, che mi stanno provocando degli attacchi di panico, lievi, se devo scrivere.
Non mi sta piacendo, questa situazione, adoro scrivere, ma la costante paura di un ennesima critica, e il costante dubbio di essere al altezza, mi stanno logorando dentro.

@Creepshow fai un respiro profondo, conta fino a dieci e fai un altro respiro profondo. Secondo me dovresti vedere la scrittura come un divertimento, fregatene di tutto il resto. 

Ngannafoddi wrote: @Creepshow fai un respiro profondo, conta fino a dieci e fai un altro respiro profondo. Secondo me dovresti vedere la scrittura come un divertimento, fregatene di tutto il resto. 

CI provo, ma non tutti i giorni ci riesco. Ci sono giorni più neri del solito. 

Creepshow wrote: CI provo, ma non tutti i giorni ci riesco. Ci sono giorni più neri del solito. 

Se ti può aiutare, pensa che tutti, prima o poi, abbiamo giorni neri, e anche più neri del solito. In particolare chi scrive, perché non è la felicità, ma la sofferenza o la semplice tristezza il motore che ci spinge a trasferire su carta, anzi, oggi, su file, i nostri stati d'animo. Si può fare con la poesia, ma bisogna essere veramente poeti dentro, altrimenti entra in funzione la sindrome esternata dal grande De André: fino a diciotto anni tutti scrivono poesie, dopo, solo i poeti e gli stupidi. Io preferisco trasferire le mie emozioni, positive o negative che siano, nei miei personaggi. Provaci, ti assicuro che giova.

Ti ringrazio, il periodo nero sembra passare.
Vista la rabbia che covo dentro, proverò a buttarmi sul horror. 
Grazie ancora.

Ngannafoddi wrote:

• La vicina nuda sul balcone di fronte

Questo sicuramente!
Dipende anche dalla "piacevolezza" della vicina, comunque. Se vedo la mia vicina novantenne nuda, allora mi metto a scrivere a più non posso, principalmente per distrarmi, e tiro giù la serranda
Se poi si affaccia quella che sta accanto, di anni quaranta, allora sì che smetto di scrivere… e guardo, guardo, eccome se guardo!

C'è sulla Rete una editor che dice che, se uno davvero ha la passione della scrittura, allora nulla lo può fermare. Credo che si rivolga ai principianti, come a quelli che dicono "Lunedì mi metto a dieta", che poi ogni lunedì dicono "No questo lunedì, il prossimo, promesso…"; e intanto passano anni e quelli non cominciano mai, tanto c'è sempre un lunedì che viene subito dopo.

Ma per quelli scafati come te non si può dire, specie se portano un certo cognome…

Nel mio caso, solo la salute può fermarmi. Dopo aver ricevuto una certa diagnosi…