Sono tendenzialmente d'accordo con quanto scritto da
@ValentinaQ,
@mercy e
@massimopud (e altri sulla loro lunghezza d'onda).
Approfondisco un attimo i loro discorsi.
Il titolo di un libro dovrebbe essere il più possibile rappresentativo del libro nella sua totalità, così come lo dovrebbero essere tutti gli elementi che costituiscono la comunicazione al pubblico del libro: progetto e grafica della copertina e dell'impaginazione, quarta di copertina. E titolo, appunto.
Questo perché tutti gli elementi citati concorrono nella rappresentazione implicita del testo scritto. Servono a comunicare il testo e ad attrarre il giusto target di riferimento, poiché il fine ultimo di tutte le fasi della produzione di un libro è quello di venderlo, quindi convertire l'apparato in un ritorno economico di qualche tipo.
Il titolo, quindi, per essere davvero efficace, deve saper rappresentare il libro nella sua totalità, nonché attirare il target cui è rivolto.
Da qui ne viene l'utilizzo delle parole migliori e anche della lingua di riferimento. L'utilizzo dell'inglese, o di qualsiasi altra lingua, per il titolo va a circoscrivere principalmente il target, e dà indizi su una parte del contenuto. Un libro tradotto dall'inglese che mantiene il titolo in lingua originale fornisce una panoramica comunicativa di un certo tipo: il titolo originale è in grado di descrivere benissimo il testo che rappresenta, e il rimando alla lingua in cui è stato scritto è necessario per identificare il contesto, oppure per calcare gli usi e costumi differenti da quelli del Paese destinatario, che vengono descritti e portati avanti nell'opera.
Un libro italiano, scritto da un italiano, ma con un titolo inglese (o in altra lingua), invece, è facile che possa comunicare al pubblico – in primo luogo – una qual certa avversione per la lingua madre di riferimento, il che non è certo un bene per le vendite. Quindi, a meno di casistiche molto particolari per cui la lingua straniera deve essere utilizzata (esempio banale per far capire: ambientazione italiana, scrittore italiano, libro in italiano... protagonista straniero, focalizzazione interna su di lui che di italiano non sa niente e deve cercare di muoversi in un ambiente che vede come ostile), è meglio comunicare il testo nella lingua in cui è stato scritto.
Per tornare al tuo esempio di partenza,
@Nik3004, "Burn the witch" non è necessario tradurlo in maniera letterale, anche perché "Brucia la strega" può essere letto in due modi differenti, e l'ambiguità – a meno di non volerla ricercare per esigenze specifiche – spesso non porta a una corretta comunicazione. "Brucia la strega" significa "devi bruciare la strega", oppure che "la strega sta bruciando" (un amante della poesia potrebbe leggerla in questo modo, la frase)?
Pertanto non devi pensare di tradurre letteralmente il titolo che, di primo acchito, hai pensato in inglese. L'operazione di traduzione e ricerca del titolo è molto più complessa. Pensa a questo: se il tuo racconto fosse scritto in inglese, bene "Burn the witch"; ora è scritto in italiano, quindi prova a vedere quale potrebbe essere il titolo migliore in italiano, anche slegandoti completamente dal corrispettivo inglese