Metodo e segreti del mestiere

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Prima di mandare in visione i miei manoscritti, li rileggo almeno due volte. Durante la seconda mi chiedo come sia possibile che non abbia notato quella cosa brutta prima, quella lettera lasciata nella tastiera, quel verbo ballerino...
Mi lascio trasportare dalla lettura e il mio cervello mette per iscritto quello che non c'è. La mia concentrazione scema dopo dieci minuti. Faccio delle pause, prendo il caffè, mi do dei pizzicotti, ma a volte non basta.
Come fate voi per controllare un testo con successo, scovando refusi e strafalcioni? Avete qualche classico rimedio della nonna? ...sempre se scrittrice :)
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Re: Metodo e segreti del mestiere

2
L'ultima revisione – che scoprirai così essere la penultima, se tutto va bene – devi farla leggendo il romanzo a voce alta e fingendo di avere davanti a te un pubblico che pende dalle tue labbra. 
Nella migliore delle ipotesi scoprirai refusi, ripetizioni, frasi che non "suonano": tutta materia oggetto della revisione successiva e, si spera, ultima.
Ma attenzione, perché è quella più pericolosa: se la fai alla leggera rischi di introdurre nuovi refusi. Occhio quando decidi di sostituire "muro" con "parete": rileggi almeno le due frasi che precedono e quelle che seguono, per evitare di lasciare riferimenti al maschile a un sostantivo che ora è diventato femminile.
Buon lavoro.
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Re: Metodo e segreti del mestiere

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Affidarsi a un professionista è il miglior metodo se non l'unico. 
Un autore può migliorare il proprio testo fino a un certo punto anche dopo diverse riletture e revisioni ma non avrà mai l'occhio clinico e il distacco per vedere tutte le storture. Tieni conto che bene o male mentre scrivi già rivedi il testo, quindi inconsapevolmente è rivisto di continuo.
Ciò non significa che si debba passare per forza attraverso un editor prima di inviare, qualche beta reader affidabile può aiutare almeno a evidenziare gli errori più macroscopici. Ci sono anche buoni programmi (io uso Voyant) che analizzano il testo. Niente pigrizia ne presunzione. Restare umili! :D

Re: Metodo e segreti del mestiere

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Io uso rivedere il testo non due, ma molte volte, lasciando passare tempo tra l'una e l'altra. I refusi sono facili da eliminare, più difficile è togliere tutto ciò che è inutile: spiegoni inutili, aggettivi inutili, ripetizioni non volute. E' importante, secondo me, possedere un radicato senso di autocritica, che significa leggere e rileggere il testo come se a scriverlo fosse stato un altro. Se non si ha questa capacità, è bene affidarsi a un editor, ma uno all'altezza, perché il mercato è pieno di soggetti che vantano diplomi ad hoc, rilasciati da scuole di scrittura più o meno titolate, che non hanno mai pubblicato un'opera, e per i quali fare editing significa applicare in maniera pedissequa i dettami della moda corrente. In alternativa, i beta-reader, ma bisogna interpellarne diversi per poter raffrontare le diverse critiche e suggerimenti. Alla base di tutto, il talento: se non c'è, è meglio lasciar perdere.
Mario Izzi
Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni (trilogia)
Dea
Non solo racconti
[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]

Re: Metodo e segreti del mestiere

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JD WOLF ha scritto: Prima di mandare in visione i miei manoscritti, li rileggo almeno due volte
Stai scherzando :aka:  ? Io l'ultimo romanzo l'ho rivisto decine di volte (forse più di cento).
L'ideale, come ti ha suggerito qualcuno, è lasciar passare qualche settimana prima di rivedere il romanzo. 
Siccome a me le regole non piacciono, spesso lo rivedo già in stesura. Ma ti garantisco (perché mi è capitato) che dopo un mese o due trovi errori, anche banali refusi, che prima non vedevi. Noti frasi che suonano male, ripetizioni troppo evidenti, o mancanza di consequenzialità e coerenza logica tra due pensieri vicini. Credo che un minimo, nella revisione, sia di almeno venti riletture. A quel punto ci saranno comunque molte cose che non vanno, ma non troppo grossolane da scoraggiare un editore interessato.
Se poi vuoi un metodo "scientifico", molti esperti propongono di cambiare font, colore e misura al file. È un buon consiglio. Io spesso non lo faccio per pigrizia (ho tutti programmi gratuiti e cambiare font spesso significa mandare in tilt la pagina) ma sui testi brevi ho notato che già cambiare font fa notare molto di più gli errori (e anche le ripetizioni, perché magari si ritrovano più vicine).
Va da sé che a livello di trama il testo deve già essere buono, o aver ricevuto consigli. Se sui refusi basta un po' d'attenzione, su trama e personaggi c'è poco che uno scrittore possa fare. È quasi impossibile accorgersi da soli di errori in questi ambiti, tanto ci siamo immersi nella storia.
Visto che non tutti possono permettersi un editor, è essenziale avere quanti più pareri possibile (di conoscenti, estranei o anche agenti editoriali).
Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
Qualunque sia il tuo nome (HarperCollins)
La salvatrice di libri orfani (Alcheringa)
Il lato sbagliato del cielo (Arkadia)
Il tredicesimo segno (Words)

Re: Metodo e segreti del mestiere

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Silverwillow ha scritto:
Stai scherzando :aka:  ? Io l'ultimo romanzo l'ho rivisto decine di volte (forse più di cento).
Diciamo che sono le almeno due ultime, dopo tutte le altre prima, la controllata alla cravatta e ai capelli, prima di uscire.

Grazie a tutti per i consigli.

@Marcello, ormai, leggerlo a voce alta mi vien fuori da solo: mi aiuta a non correre troppo fra le righe.

Di mio, rileggendo i miei scarrafoni e dimenticando di essere io mamma soia, mi aiuta conoscere i miei punti deboli, sapendo dove è più facile scovarli. Poi, naturalmente, la svista è sempre dietro l'angolo. Io all'altro, con i guantoni e il paradenti...
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Re: Metodo e segreti del mestiere

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@JD WOLF
Per la rilettura è essenziale far "decantare" il testo. Almeno una settimana senza guardarlo nemmeno, e poi lo riprendi in mano.
Questo aiuta a trovare le frasi stonate, le ripetizioni, le incongruenze...

Dopodiché, mettiti l'anima in pace su due cose:
- ogni volta che rileggerai il tuo romanzo, troverai qualcosa da cambiare (piccole cose, ma le troverai)
- i refusi capitano

Ma considera anche che nessuno viene cestinato per un refuso. Un testo, prima di essere pubblicato, viene comunque riletto da un editor e da un redattore. A volte anche da un correttore di bozze.
I refusi capitano, si trovano e si correggono mentre si lavora sul testo. È normale.
"Ubaldo Quattrocchi - Maestro per sbaglio" - Il Battello a Vapore (Piemme)
"Crea la tua Divina Commedia - L'Inferno" - Gallucci Editore

Re: Metodo e segreti del mestiere

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dyskolos ha scritto:

Secondo me, il miglior metodo è ascoltare il testo "recitato" da un sintetizzatore vocale. Ne trovi molti online e gratuiti cercando, con un motore di ricerca, "text to speech" :)
Un esempio: https://www.texttovoice.online/
Attenzione solo all'intonazione. Meglio sempre seguire il testo a video: un lì non ben intonato si confonde subito con un li e la frittata è pronta in cinque minuti  
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Re: Metodo e segreti del mestiere

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JD WOLF ha scritto: un lì non ben intonato si confonde subito con un li e la frittata è pronta in cinque minuti  

Infatti io seguo il testo scritto mentre ascolto, spostando il cursore lungo le parole che sento, tipo karaoke. Mi metto la cuffia e… via! Attenzione concentrata sul pezzo. Se c'è un errore torno indietro, riascolto e correggo. Poi vado avanti. Funziona e non c'è nessuna frittata :P
Puoi scegliere se seguire una voce femminile o maschile (voci professionali), la lingua, la velocità di lettura e altre cose. Tra l'altro è pure divertente quando per sbaglio metto "inglese" su un testo italiano: sembra Stanlio e Ollio, risate :-D Poi se metto il cinese, mi sganascio dalle risate ancora di più ;-) La Commedia del signor Alighieri in cinese è imperdibile :-)
Un servizio gratuito, molto utile, ti crea dei file audio. Io faccio un file per capitolo e poi me l'ascolto tipo audiolibro. Siccome ho una voce orribile e non riesco a parlare bene, usare la mia voce e "recitare" il testo sarebbe totalmente repellente. Così è più bello. Le voci sono chiare e pronunciano correttamente il testo, anche se qualche volta c'è un piccolo errore di accento. Due miei amici, che si chiamano Tonìno e Giùlia, diventano Tònino e Giulìa, ahahahah :-) "Recitano" pure la punteggiatura, pensa un po'.
Il Sommo Misantropo
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