Il segreto di Groningen

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Titolo: Il segreto di Groningen
Autore: Marcello Nucciarelli
Editore: Alcheringa Edizioni
Pagine: 474
ISBN: 978-8894897609
Formato: Cartaceo
Genere: Giallo (Poliziesco)
Prezzo: 14,50 €

Trama:
Il commissario Tobias Wilder e sua moglie vengono brutalmente uccisi in circostanze misteriose. L’ispettore capo Gretije de Witt sarà incaricata, assieme alla sua squadra, di indagare sulla morte del diretto superiore che in servizio aveva saputo conquistare la stima e l’affetto di tutti i suoi uomini.
Ma nessuno al primo distretto di polizia di Amsterdam conosceva davvero Tobias Wilder e gli elementi per indagare nella sua vita privata, per altro cristallina, sono davvero pochi. Solo il PC personale del commissario è stato trafugato ed è evidente che gli assassini cercavano qualcosa. Possibile che Wilder stesse svolgendo indagini senza informare i colleghi del quartier generale della polizia di Amsterdam e gli uomini alle sue più strette dipendenze? Possibile che il suo PC personale contenesse dati riservati della polizia che non avrebbero dovuto uscire dagli uffici degli inquirenti e lui sia stato tanto imprudente? No, c’è qualcosa di più e di diverso: gli assassini cercavano un diario del nonno di Tobias, deportato e morto ad Auschwitz, che contiene un segreto capace, dopo tanti anni, “di scoperchiare un formicaio pericolosissimo”...

Ambientazione:
La vicenda si snoda fra Amsterdam, sede del distretto di polizia nel quale è in forza l’ispettore capo de Witt, e Groningen, luogo dove il suo diretto superiore si trovava quando è stato ucciso.
La toponomastica rigorosamente reale (quindi per noi quasi impronunciabile, se non addirittura illeggibile in alcuni casi) potrà inizialmente spaventare ma “gli esterni” sono descritti in modo ottimo, tale da far sicuramente superare l’impatto visivo sul lettore di nomi quali, ad esempio, Utrechtsetraat e Nieuwe Spiegelstraat. L’ottima idea editoriale di accludere una cartina dei luoghi principali della città di Amsterdam dove si svolgono parte delle indagini e dove vive la protagonista è purtroppo penalizzata da una qualità grafica di stampa (della sola carta topografica stessa) non eccelsa. Questo è, tuttavia, forse l’unico evidente difetto di questo libro.

Personaggi:
Sono caratterizzati con grande cura ma senza eccessi; solo nel primo capitolo una, per altro doverosa, presentazione degli attori principali della vicenda risulterà ridondante soltanto a chi ha già letto il precedente Morte a Leidseplein e ha già “familiarità” con l’ispettore Gretije de Witt, le persone a lei care e la sua squadra di investigatori.

Gli elementi della storia:
Sono, oltre ad una più che classica ricerca del colpevole, anche la ricerca di una preziosa opera d’arte trafugata al tempo dell’invasione nazista e, affinché non manchi una certa dose di suspense, la necessità di fermare un traffico criminale più ampio e delittuoso di quello delle opere d’arte e la conseguente esigenza impellente di proteggere un testimone chiave, cercato anche da criminali che hanno già dimostrato di essere pronti a tutto. Testimone che, fino a una certo punto della storia, ha una copertura talmente accurata da non renderne possibile l’identificazione nemmeno da parte delle forze di polizia.
Non manca il tema del tradimento, che si presenta come pesante sospetto in almeno due eventi della storia, ed è causa di azioni nelle quali il raziocinio dei protagonisti viene meno. Ciò ha quale inesorabile effetto l’allontanamento dalla verità cercata.
In tutto questo si innesta la triste rievocazione di eventi, noti fin lì ai protagonisti come semplici fatti storici che, invece, le indagini porteranno ad approfondire fino alle più intime vicende personali di alcune vittime della deportazione nazista, grazie a un diario che contiene elementi fondamentali per la soluzione del caso e che da oggetto di indagine si trasforma in un vero e proprio generatore di consapevolezza e di emozione, tali da interferire pesantemente con la freddezza e il distacco richiesti agli investigatori nelle loro ricerche.
Quel diario, fondamentale testimone a due livelli (quello storico e quello investigativo), è a tutti gli effetti uno dei protagonisti della vicenda narrata e cela segreti che il suo autore ha, a suo tempo, opportunamente criptato e che la squadra dell’ispettore de Witt dovrà anche decodificare per aggiungere un tassello fondamentale al quadro di indagine.
Insomma: gli elementi che caratterizzano la storia sono molti e molto complessi, ma tutti credibili e assemblati con perizia.
Il percorso delle indagini porta ad abbandonare diverse piste che però non hanno mai davvero distolto l’attenzione del lettore, né hanno creato false aspettative. Alla fine si può apprezzare che ogni dettaglio, ogni elemento è stato ben dosato dall’autore e, narrativamente, la preparazione degli indizi, per quanto difficilmente possa portare il lettore a precedere il finale, è senz’altro molto coerente, anche dopo un’attenta rilettura.
La soluzione del caso, che ovviamente giungerà chiara e credibile, lascerà un senso amaro alla vittoria che, come nella realtà quasi mai può giungere piena e senza sacrificio, anche qui arriverà in modo altamente drammatico e per nulla confortante.
Del resto in questo romanzo “i cattivi” sono eredi (più o meno consapevoli) di un Male assoluto che ha lasciato i propri germi terribili nelle storie apparentemente anonime dei discendenti di una generazione che ha aggiunto a una colpa incancellabile molte responsabilità accessorie.

Conclusioni:
Per quanto la trama non sia affatto semplice non ho trovato alcuna incongruenza né difetti narrativi e ho potuto rilevare un unico e quasi insignificante refuso. Ciò denota che dietro a questo buon libro c’è anche un serio lavoro di editing.
Lo stile è ricco ma pulito e l’autore è sempre preciso e misurato nella caratterizzazione dei personaggi come nella descrizione delle azioni e delle ambientazioni. Alleggeriscono la tensione, che naturalmente a tratti si accumula nella storia, accurate descrizioni della vita di tutti i giorni: di una buona cena come di un attimo di serenità e svago perché i protagonisti sono persone reali e come tali vivono, amano, si divertono e talvolta soffrono.
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