Ivana LIbrici_ Il giglio d'acqua_Recensione di CdM

1
Titolo: Il giglio d'acqua
Autore: Ivana Librici
Editore: Solferino
Pagine: 224
ISBN-10: 8828211393
Genere: Narrativa contemporanea
Formato: Cartaceo (ed ebook)
Prezzo: €15,67 cartaceo (€ 10,99 ebook)




Trama: Il romanzo narra dell’amicizia profonda e sincera nata tra due bambine: Ada – figlia di benestanti – e Nancy, assunta come “alzadora” in casa di Ada. Le due crescono insieme vivendo in una sorta di simbiosi che le porta a promettersi, tramite un patto di sangue, amicizia eterna. Ma la vita ha i suoi percorsi e Ada, ormai giovane donna, innamoratasi di un ragazzo italiano lo sposa lasciando la Bolivia per trasferirsi in Italia. L’amicizia tra Ada e Nancy sarebbe destinata a esaurirsi, ma c’è Paula, figlia di entrambe…
La trama assume le sfumature di un giallo (seppure giallo non è) nel momento in cui Ada, tornata dopo tanti anni in Bolivia, non riesce a rintracciare Nancy, sparita nel nulla, e avvia le sue ricerche.

Recensione: Ambientato in Bolivia presumibilmente alla fine degli anni settanta, il romanzo – scritto con una voce delicatamente melanconica – riporta gli aneddoti della fanciullezza delle due bambine: cresciute insieme “a piedi scalzi” per le strade polverose di San Ignacio de Velasco, nonostante l’appartenenza a due classi sociali diverse. La narrazione intreccia passato e presente, e tra i tanti flashback si inseriscono le sequenze della gravidanza e del parto che Paula, ancora studentessa, si trova ad affrontare.
L’autrice, che conosce profondamente i luoghi per avere sposato un boliviano, riesce a far immergere il lettore nella realtà sociale e paesaggistica del paese con descrizioni veritiere e affascinanti. Inoltre – cosa che arricchisce questo interessante romanzo – riporta uno spaccato storico che riguarda i padri gesuiti arrivati in Bolivia nel ‘700 e un pugno di nazisti rifugiatisi lì dopo la seconda guerra mondiale. Tra i personaggi più rappresentativi di tali contesti troviamo padre Jürgens apostrofato con l’epiteto Chupateta (succhiatette) e il giovane Julio (che venera ancora le idee del nonno). La Librici scrive di tutto ciò con grande abilità, senza alcuna nozionistica; allo stesso modo, penetra il tessuto sociale, riferisce delle caste, riporta scene e abitudini familiari, mostrandoci i diversi personaggi nelle loro sfaccettature.
Con l’uso di parole in lingua (volutamente non tradotte, tranne un paragrafo più consistente), permette, infine, di ascoltarne anche le sonorità.
È una storia di anime e animi, di destini, di percorsi che si intrecciano con gli eventi storici e il vissuto personale di ogni singolo personaggio.

In conclusione: una bella storia scritta bene.


P.s. non so caricare la foto della copertina
Rispondi

Torna a “Recensioni”