Non lasciarmi la mano

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Titolo: Non lasciarmi la mano
Autore: Rita Quinzio
ASIN : B08PY6423H
Editore : Ali Ribelli Edizioni (7 dicembre 2020)
Lingua : Italiano
Prezzo Ebbok € 2,49
Prezzo cartaceo: € 10,40
Lunghezza stampa : 114 pagine


Trama: Siamo negli anni trenta, Mussolini comincia con le sue visite propaganda arrivando anche a Gaeta.
Il marito di Quinzia è emigrato nella speranza, come tutti, di tornare ricco, ma da due anni di lui non si hanno più notizie. Potrebbe anche essere morto.
Quinzia, ha tre figli, ma è ancora giovane, bella, e Antonio se ne innamora. Per lei andrà contro il volere delle sue sorelle. Abile commerciante qual è riesce a fare fortuna, costruisce un palazzo che chiamerà Palazzo Quinzia e lì andrà a vivere con lei e i suoi figli. Dalla loro unione nasceranno Lino e una bambina. La loro felicità è perfetta, le sorelle hanno ceduto, il paese ha accettato lunione. In fondo Quizia può ritenersi vedova. Trascorsi sei anni, però, il marito torna con le tasche gonfie e allora

Recensione: Ho appena finito di leggere Non lasciarmi la mano di Rita Quinzio, confesso che inizialmente non mi aveva preso, cercavo il bandolo della trama che tardavo ad afferrare. Mi dicevo: troppe descrizioni. Ancora!
Invece, poco alla volta sono scivolata dentro questo tempo passato. La scrittura colta e ricca di informazioni, anche se apparentemente a discapito della trama, non è mai a discapito del libro stesso, del suo contenuto. Riporta un pezzo di storia della famiglia dellautrice e allo stesso tempo parla dei lunghi decenni vissuti dai nostri genitori e nonni.
Parte dagli anni 30 e attraversa la guerra narrando di Antonio, di Quinzia e del figlio Lino (rispettivamente nonni e padre dellautrice). Gli aneddoti, frutto di racconti di parenti e conoscenti, si svolgono a Gaeta, in un contesto fatto di leggi che solo oggi possiamo definire assurde, e in un tempo che non può essere dimenticato.
I detti popolari e dialettali, le descrizioni prolifiche di informazioni, mille particolari sui giochi dei bambini, le filastrocche, l'usanza dei soprannomi, e ancora, nomi di strade oggi cambiate, gli atteggiamenti del popolo davanti al Duce, le dinamiche famigliari di allora, l'emigrazione, la ricchezza acquisita con furbi espedienti, la figliolanza illegittima...
Potrei continuare a lungo parlando di quanto c'è di noi e del nostro passato in questo libro. Per certi versi mi ha ricordato Oriana Fallaci e il suo Un cappello pieno di ciliegie nel quale parla dei suoi antenati ripercorrendo gli eventi storici.
Quello di Rita Quinzio è un misto tra un saggio e un romanzo, forse non perfettamente inquadrabile, ma non per questo è imperfetto. L'ho apprezzato davvero tanto. Una lettura mai banale né superficiale scritto nella nostra meravigliosa lingua: quel bellitaliano che ultimamente si trova di rado.
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