Pio Bianchini La valle di Priapo Recensione di CdM

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Titolo: La valle di Priapo
Autore: Pio Bianchini
Casa Editrice: Alcheringa Edizioni
Pagine: 212
ISBN 13: 978-8894897814
Formato: Cartaceo
Prezzo: €12,35


Trama: Un filo misterioso lega alcuni omicidi ed eventi accaduti in epoche molto lontane tra loro. Il romanzo che inizia a Majolo con la morte di don Rocco nel maggio del 1700 a causa di un devastante terremoto, approda a Riccione nel 2010 dove una catechista sgozzata e un miliardario impenitente trovato morto nel suo letto porteranno l’ostinato sottotenente Tommaso Mair a fare approfondite ricerche.
Attraverso lunghi racconti il lettore scoprirà storie accadute a Torre di Valteva nel 1728, a Montefeltro nel ‘44 e a Macerata Feltria nel 1298.
La connotazione prevalente che lega i vari episodi è di natura sessuale, ma cosa avranno mai davvero in comune simili fatti e misfatti?

Recensione: il romanzo, a mio parere ha molti pregi, ma – per mio gusto personale – anche un difetto. Iniziamo con i pregi: La scrittura è scorrevolissima e frizzante, ben diversificata per i vari periodi. Si evince una buona ricerca storica effettuata dall’autore sia per l’uso di vocaboli appropriati che per la descrizione di ambienti e situazioni.
Il registro scelto per il 2010 è in puro stile “cinepanettone”, ed è un complimento perché ben si adatta al personaggio di Adele (uno tra i principali) che vive un erotismo ridanciano tipico della commedia Boldi/De Sica (davanti al mort, Adele non è costernata ma indaffarata a cercare le video cassette che la immortalano con l’amante). L’intreccio è alquanto articolato e fino a metà racconto il lettore non avrà la minima idea di come eventi – così disparati – possano convergere verso il punto comune.
Il “cast” è ricco di personaggi principali e semplici comparse, un corollario che comprende: preti, suore, amanti attempate, ispettori di polizia, magistrati, soldati, cameriere, giovani fidanzati e nobili del tempo che fu; durante la lettura ne compaiono sempre di nuovi, l’ultimo figurante in ordine di apparizione lo troviamo a pagina 197 (il libro ne conta 209)
La risoluzione del rebus? Non poteva essere che quella.
Una vera furbata del...
Si tratta di un romanzo corale in cui le tante voci e le altrettante storie sono finestre aperte su usi, costumi e morale delle epoche prese in considerazione. 
Ogni personaggio è ben caratterizzato.

Passiamo al difetto che, ribadisco, dipende solo da un mio gusto personale.
Che i personaggi siano tanti, al punto da fare girare la testa, mi sta pure bene, il mio problema nasce dal fatto che ogni due pagine (o quasi) l’autore cambia scena. La stacca con il rigo bianco, sì, ma l’arrivo di nuovi personaggi a freddo e troppo repentino mi ha costretta più volte a tornare al paragrafo precedente per controllare se avevo saltato un passaggio.
Le epoche diverse hanno ognuno il proprio capitolo, eppure, all’interno il continuo cambio di scena ha reso la lettura un po’ faticosa; fatica – va detto – ampiamente compensata dal tipo di scrittura sempre vivace e sorprendente. Procedendo pagina dopo pagina, entrata nel ritmo e nello stile dell’autore, il “fastidio” si è ridotto.

Si tratta di un romanzo che pur parlando di morti – ammazzati e non – è pregno di leggerezza; ciò nasce da due motivi, il primo è che al lettore non viene dato tempo né motivo per affezionarsi alle due vittime del 2010, mentre la seconda è data dal registro usato, che non è di certo drammatico.
Riporto due semplici stralci dove è percepibile il tono scelto dall’autore.

“Eppure gli piaceva, ne era più che sicura: altrimenti... Altro che quell’omuncolo esausto e rinsecchito di suo marito. Il padrone era un amante coi fiocchi, bello e vigoroso: una vera gioia peccare con lui. Faustina finì grufolando più volte come una cinghiala nel sottobosco.”(Pag 7)


“Accidenti! Stava quasi per dimenticarsene... Con un gesto rapido e nervoso sfilò la catenina con il crocefisso e la lasciò cadere nella pochette nera di Gucci. L’ascensore rallentò dolcemente per fermarsi. Un’ultima occhiata: porca puttana! Aveva un ricciolo biondo leggermente fuori posto e un minuscolo accenno di sbavatura di rossetto sul labbro superiore. “(Pag 9)

Infine, certa di non spoilerare, cito anche le parole conclusive del giallo “…stava ridendo a crepapelle”.

 

 
Ultima modifica di Adel J. Pellitteri il gio gen 26, 2023 1:09 pm, modificato 2 volte in totale.

Re: Pio Bianchini La valle di Priapo Recensione di CdM

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Adel J. Pellitteri ha scritto: Non sono capace di caricare la foto (se qualcuno me lo spiega gliene sarò grata) e non  capisco perché la parte iniziale (titolo, autore...) esca con quel Font. Boh. 
Il testo, innanzitutto: se copi un brano da internet, da un tuo file o anche da un altro messaggio del nostro forum, ti appaiono quei codici. Per eliminarli basta selezionare "modifica", passare il mouse sulla parte dove sono comparsi i codici e premere il terzo bottone in alto da sinistra (rimuovi formattazione): tutti i codici spariscono.
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Re: Pio Bianchini La valle di Priapo Recensione di CdM

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Adel J. Pellitteri ha scritto: @Marcello grazie, terrò questo post come promemoria. Buona giornata
Di nulla, cara, e chiedo scusa a Pio, o @Fraudolente che dir si voglia, per avere invaso lo spazio della sua recensione.
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Re: Pio Bianchini La valle di Priapo Recensione di CdM

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Adel J. Pellitteri ha scritto:

 
Si tratta di un romanzo che pur parlando di morti – ammazzati e non – è pregno di leggerezza; ciò nasce da due motivi, il primo è che al lettore non viene dato tempo né motivo per affezionarsi alle due vittime del 2010, mentre la seconda è data dal registro usato, che non è di certo drammatico.
Riporto due semplici stralci dove è percepibile il tono scelto dall’autore.

“Eppure gli piaceva, ne era più che sicura: altrimenti... Altro che quell’omuncolo esausto e rinsecchito di suo marito. Il padrone era un amante coi fiocchi, bello e vigoroso: una vera gioia peccare con lui. Faustina finì grufolando più volte come una cinghiala nel sottobosco.”(Pag 7)

“Accidenti! Stava quasi per dimenticarsene... Con un gesto rapido e nervoso sfilò la catenina con il crocefisso e la lasciò cadere nella pochette nera di Gucci. L’ascensore rallentò dolcemente per fermarsi. Un’ultima occhiata: porca puttana! Aveva un ricciolo biondo leggermente fuori posto e un minuscolo accenno di sbavatura di rossetto sul labbro superiore. “(Pag 9)

Infine, certa di non spoilerare, cito anche le parole conclusive del giallo “…stava ridendo a crepapelle”.
 
@Adel J. Pellitteri , grazie per lettura attenta del romanzo. Hai colto il segno: mi sono divertito a scrivere un "giallo" che, in fondo, non è un giallo, ma solo un romanzetto molto lontano dall'impegno e dalle difficoltà che ho dovuto affrontare nei miei "lavori storici" precedenti. L'intento era non solo divertirmi, ma divertire anche il lettore. In questo caso, la lettrice. Non è un testo impegnato, pregno di contenuti che inducano a meditare sul profondo significato della vita o, nella fattispecie, della morte. Il tono scelto dall'autore mi è parso il più opportuno per un romanzo (o dovrei dire la trascrizione romanzata di una leggenda?) che tratta le vicissitudini di un dio noto per le dimensioni del suo... 
Poffarbacco, oltre a precipitare nel turpiloquio, rischio davvero di spoilerare il "gran" finale!

Adel J. Pellitteri ha scritto:

 
Passiamo al difetto che, ribadisco, dipende solo da un mio gusto personale.
Che i personaggi siano tanti, al punto da fare girare la testa, mi sta pure bene, il mio problema nasce dal fatto che ogni due pagine (o quasi) l’autore cambia scena. La stacca con il rigo bianco, sì, ma l’arrivo di nuovi personaggi a freddo e troppo repentino mi ha costretta più volte a tornare al paragrafo precedente per controllare se avevo saltato un passaggio.
Le epoche diverse hanno ognuno il proprio capitolo, eppure, all’interno il continuo cambio di scena ha reso la lettura un po’ faticosa; fatica – va detto – ampiamente compensata dal tipo di scrittura sempre vivace e sorprendente. Procedendo pagina dopo pagina, entrata nel ritmo e nello stile dell’autore, il “fastidio” si è ridotto.
Francamente, dopo avere letto qualcosina di tuo, come scrittrice e come forumista, temevo assai la recensione. E non per il passaggio frequente della "telecamera" da una spalla all'altra, ma per il tono e la trama che ritenevo e ritengo molto distanti dalle tue "letture" preferite. Invece - ripoffarbacco e per mia fortuna! - hai digerito con una certa nonchalance le avventure e le disavventure del povero Priapo - povero si fa per dire - e della sua piccola valle.

Grazie! Grazie davvero!
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