(1) [MI186] Finisterre - Costruttori di Mondi
L'incontro – Pt.14
L’idea di ritrovare Patty dopo tutti questi anni era davvero bislacca.
Ma più ci giravo intorno, più mi convincevo che, se non l’avessi fatto, me lo sarei rimproverato per il resto della mia esistenza.
Non era solo per portare a termine quello che non avevamo potuto completare:
era il profondo desiderio nostalgico di rivederla, di sapere della sua nuova vita,
se si fosse sposata come me, se fosse felice.
l’idea di andarci a letto stava sullo sfondo, e se fosse capitato, questa volta non ci sarebbero stati impedimenti.
Ora non c’erano più problemi nel cercare un posto dove appartarci, né una soffitta polverosa in cui rischiare di lasciare tracce del nostro incontro.
Alla nostra età, ogni albergo discreto era un ottimo rifugio: essere adulti aveva almeno il vantaggio di poterci permettere un letto accogliente e tranquillo in un dignitoso albergo.
In sostanza, avevo una nostalgia struggente di lei, della sua vitale freschezza, della sua disincantata allegria.
Lei era quella che sapeva camminare sulle nuvole, saltando da una all’altra come talvolta sapevo fare io.
Forse più che il sesso mi mancava proprio quella levità del vivere che negli anni avevo smarrito.
Volevo risentire la sua voce, vedere brillare di stupore e divertimento il verde-azzurro dei suoi occhi, guardare ancora le sue belle labbra dischiudersi in un sorriso delicato o spalancarsi in una risata musicale.
Sì, le sue labbra: quelle le avrei ancora volute in un bacio lungo.
Un bacio dolce e calmo, in cui le bocche, senza parole, si sarebbero raccontate il tempo corso dal loro ultimo incontro.
Mi accinsi a progettare la sua ricerca.
L’unica traccia che avevo era il suo cognome: Ballantin.
In ufficio mi procurai una copia delle Pagine Bianche con l’elenco degli abbonati telefonici della città.
Cercai il cognome: ce n’erano una sessantina, ma nessuno abbinava il nome Patrizia a Ballantin.
Era evidente che non avesse un recapito telefonico intestato a lei, segno che forse non possedeva un’abitazione propria, ma al più viveva con i genitori o ospite di qualche parente.
Ricordavo che la sua famiglia risiedesse nel Veneto, e mi pareva remota la possibilità che si fossero trasferiti a Torino.
Negli anni della scuola, sapevo vivesse in casa di una zia in città.
Mi sorse subito il timore che, se fosse tornata a vivere con i suoi in Veneto, trovarla sarebbe stata un’impresa davvero complicata.
Speravo che la zia abitasse ancora a Torino e che avesse intestato la linea telefonica a suo nome, non a quello del marito.
Quel numero di cognomi, sulle pagine della guida, era comunque ampio, e non potevo certo compiere la ricerca dal telefono di casa o da una cabina pubblica.
Avrei dovuto fare le chiamate dall’ufficio.
In azienda non controllavano le telefonate in uscita, dato che si avevano contatti con numerosi fornitori, ma non era consigliabile effettuare una decina di chiamate al giorno a persone con lo stesso cognome.
Se fosse saltato all’occhio della centralinista, rischiavo che mi chiedessero conto di quella ricerca.
Dovetti frenare la mia impazienza di ottenere un risultato rapido: calcolai che, con un massimo di tre telefonate al giorno, in un mese avrei esaurito i nomi da contattare.
Era un tempo decisamente lungo, ma con un pizzico di fortuna forse l’avrei trovata prima di arrivare a metà lista.
Del resto, avevo atteso dieci anni per cercarla; a questo punto, potevo aspettare altri trenta giorni senza perdere la testa.
Decisi che avrei chiamato quei tre numeri al giorno, partendo dall’inizio dell’elenco e proseguendo, il giorno successivo, con tre presi dalla fine.
Ritenevo d'avere maggiori possibilità lavorando su due fronti, anziché procedere solo in ordine progressivo.
Avanzando alternativamente dall’alto e dal basso verso il centro della lista, confidavo di risparmiarmi un discreto numero di telefonate inutili, evitando il rischio che il nominativo si trovasse altyg6ikjjjjj fondo all’elenco.
Dopo tre settimane avevo quasi dimezzato i cognomi, ma non ero stato fortunato.
Alla consueta domanda, se avessero tra familiari o parenti una Patrizia Ballantin che avesse frequentato il Liceo Artistico, ricevevo solo dinieghi, spesso siglati dalla caratteristica cadenza veneta: “No, me despiase, ma gno conossemo nissuna ciamada Patrissia”.
Non ero ancora scoraggiato o depresso, ma mi preoccupava essere arrivato a metà strada senza aver cavato un ragno dal buco.
Già mi sfiorava l’incubo che, se avessi esaurito i nomi della lista, mi sarebbe rimasto solo da cercare sulle Pagine Bianche di Vicenza e provincia, dove avrei certamente trovato centinaia di omonimi.
Un pensiero sconfortante, che mi avrebbe costretto a un semestre di ricerca.
Solo a pensarci mi salivano i sudori freddi.
Ogni tanto mi chiedevo se non stessi inseguendo una chimera, una fissazione, un sogno puerile: in sostanza, una stupidaggine, una perdita di tempo e di senno.
Di certo era qualcosa che era meglio non raccontassi in giro.
Chiunque, sapendo in cosa ero impegnato, mi avrebbe consigliato di farmi vedere da un bravo analista, perché nel cervello qualcosa si era inceppato.
Magari non ero del tutto pazzo, ma solo precocemente rimbambito.
Osservando quanto stavo compiendo con distacco, era certo che razionalmente presentasse aspetti poco rassicuranti.
Cercavo una donna che non vedevo da dieci anni, che aveva tagliato volontariamente i ponti con tutte le conoscenze comuni d'un un tempo, segno che non aveva desiderio di incontrare alcuno del suo passato.
Patty aveva deciso di isolarsi, di proseguire la sua strada lontana da tutti e tutto ciò che era stata la sua giovinezza.
Chi poteva dire che avrebbe avuto piacere di essere ritrovata?
Chi poteva dire che sarebbe stata felice di rincontrarmi?
Per quanto ne sapevo, avrebbe potuto provare fastidio nel rivedermi.
In fondo, entrare nella sua vita attuale senza che l’avesse richiesto poteva essere un’intrusione, una mancanza di delicatezza, un abuso.
Forse viveva lontano dall’Italia, si era rifatta una vita: magari aveva una casa, un compagno o un marito, magari dei figli, chissà?
Sull’onda di quel sogno surreale mi ero costruito un film tutto mio, lontano dalla realtà, poteva non avere alcun interesse o piacere a essere ritrovata.
Dopo quel fatidico sogno, ero entrato in un momento di riflusso del bel tempo andato, nel bisogno di un bagno di poesia, di leggerezza.
Una vacanza da un presente troppo avaro di battiti del cuore.
Dovevo preparami anche a una brutale sconfitta: il nostro futuro incontro avrebbe potuto essere assai meno romantico e felice di come speravo.
A vedermi comparire, poteva esordire con un “E tu ora da dove arrivi? Che diavolo vuoi da me?”.
Sarebbe stata una bella doccia fredda, un bagno di realtà.
Il minimo dovuto, per essere un idiota adulto che correva dietro alle sue fantasie di liceale.
Ma un risultato negativo sarebbe stato comunque un fatto concreto, preferibile a una rinuncia, al lasciare la cosa indefinita e sospesa.
Avrei continuato a fare quelle telefonate: in un modo o nell’altro, felice o infastidita, avrei risentito la sua voce.
(Continua)
Return to “Racconti a capitoli”
- Ingresso
- - Presentazioni
- - Bacheca
- - Assistenza e Guide
- Officina creativa
- - Narrativa
- - - Racconti
- - - Racconti lunghi
- - - Racconti a capitoli
- - - Contenuti Over 18
- - Frammenti
- - Poesia
- - - Le migliori poesie di CDM
- - Teatro e sceneggiature
- - Fumetto
- - Contaminazioni
- Gare e tornei
- - Labocontest
- - Mezzogiorno d'Inchiostro Extra Long
- - Contest di poesia
- - Mezzogiorno d'Inchiostro - Versione originale
- - Contest di Pasqua '25
- - Contest di Carnevale 2025
- - Lampi di poesia
- - Attraverso le Stagioni
- - Contest di Natale 2024
- - Contest di Halloween 2024
- - Gare concluse
- - - Lettere di Natale
- Scrivere
- - Parliamo di scrittura
- - - Ricerche
- - - Generi letterari
- - Trame & Dintorni
- - Questioni di lingua
- - Le nostre pubblicazioni
- Leggere
- - Parliamo di lettura
- - - Libri e fumetti
- - - Manuali di scrittura
- - Recensioni
- - Blog letterari
- Editoria
- - Case editrici Free
- - - Case Editrici Ex Free
- - Agenzie
- - Concorsi letterari
- - - Concorsi Letterari Scaduti
- - - Parliamo di Concorsi
- - Liberi professionisti
- - - Annunci di Lavoro
- - Sportello assistenza
- - - Dubbi Editoriali
- - - Parliamo di Agenzie
- - Discussioni varie sul mondo editoriale
- - Case Editrici da valutare
- Quattro chiacchiere
- - Agorà
- - Cosa ci piacerebbe avere?
- - Giochi di ruolo