[Lab 9] Il Favoloso Processo - Penelope (cap. 3 di 4)

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Penelope

Il giudice seguì con lo sguardo l’aristocratico ingresso dell’altezzosa signora. I suoi quarantacinque anni erano vestiti da un semplice peplo di lino bianco, ornato da due greche di colore blu. I sandali di cuoio, finemente lavorati, sembravano sfiorare il pavimento dell’aula.
«Giura di dire la verità, tutta la verità, niente altro che la verità?»
«Lo giuro.» rispose la donna.
«Vedo che lei ha chiesto di leggere una dichiarazione. Ne ha facoltà.»
«Grazie, Vostro Onore. Mi chiamo Penelope e sono la regina di Itaca.» Un leggerissimo brusio si diffuse nella stanza. Lei attese che tornasse l’assoluto silenzio, prima di riprendere a parlare.
«Si, Penelope quella di ‘tessi la tela… smonta la tela’.
Che poi la tela era una coperta per mia nonna. Poverina.
E’ morta di freddo nell’attesa che la finissi.
Tutte le notti a smontare quella coperta fatta a punto nodo. Tutte le notti a sciogliere quei nodi. E la mattina, quando tentavo di fare un riposino, iniziava la sequela di messaggini.
Tutti i principi di Itaca e dintorni a chiedere notizie della tela, se cresceva, se mentre tessevo li avevo pensati, che avevano capito che era tutto un trucco per non far capire che avevo già scelto lui, che l’aveva visto come l’avevo guardato la sera prima, come gli avevo offerto il boccale, come gli avevo sorriso.
Ma io arrivavo alla sera sconvolta. Giravo con un’espressione ebete e lo sguardo vuoto. Non mi reggevo in piedi dal sonno e andavo in giro come una sonnambula in quelle stanze piene di Proci che si strafogavano, bevevano e ballavano e, ubriachi, mi venivano accanto a sussurrarmi all’orecchio quello che mi avrebbero fatto una volta che li avessi sposati.
E chi non sussurrava, chattava.
Avevo lo smartphone con la memoria piena di messaggi irripetibili.
E quando Antinoo, figlio di Eupite, mi mandò un sms in cui descriveva come avrebbe glassato tutte le mie sporgenze, non ce l’ho fatta più a sopportare e li ho denunciati tutti quanti.
Non c’è nessuna argomentazione, eticamente sostenibile, per giustificare un tale comportamento nei riguardi di una donna.
Nemmeno la ragion di stato.
Tutto inizia delicatamente, con un gentile invito
“Prendiamo un caffè?”
“No, grazie, scusa ma ho un impegno.”
“Prendiamo un caffè?”
“Mi dispiace, ma sono dal parrucchiere.”
“Prendiamo un caffè o un’altra cosa?”
“Non mi piace ne il caffè ne un’altra cosa. Non prendo il caffè. Bevo solo ginseng in tazza grande e lo bevo preferibilmente da sola, o con un’amica o con un amico che ho invitato io a prendere un ginseng.”
“Ho pensato di invitarti in un localino che ho scoperto da poco.”
“Servono il caffè?”
“Si, certo!”
“Oddio, se servono il caffè proprio non ci posso venire. Ho una forma di allergia.”
Ma il messaggio non lo percepiscono. Vogliono pensare che sia credibile che qualcuno sia allergico alla polvere di caffè e si mettono a cercare un locale in cui non si serva il caffè, tipo un qualche originale ristorante esotico.
“Ti volevo invitare all’inaugurazione di un ristorante mormone che apre domani.”
“Ma servono il caffè?”
“No. I mormoni non bevono ne caffè ne cola.”
“Uh, che peccato! Sono appena guarita dalla mia allergia e ho una voglia pazza di caffè.”
C’è qualcuno che alla fine capisce che il problema non è il caffè e qualcuno che inizia a pensare che forse è stato troppo gentile e oltre al caffè inizia ad offrire l’ammazzacaffè. Il digestivo è quasi sempre legato ad una collezione di farfalle.
Agelao, figlio di Damastore mi invitava sempre a mangiare la porchetta e aggiungeva
“Tu mangerai la tua porchetta,  e io mangerò la mia… porchetta.”
Una vita di doppi sensi, di allusioni, di detto e non detto.
Per tre anni sono stata costretta a sopportare le ‘gentili attenzioni’ di 50, 60 principi che, con la scusa della ragion di stato, si sono piazzati a casa mia e mi spingevano a nuove nozze.
Il regno ha bisogno di un re!
Mi sono dovuta inventare la storia della tela, ho dovuto fare la promessa che, una volta finita la tela, avrei sposato uno di loro.
Ma sarebbe mai potuta accadere una cosa simile se, invece di Ulisse, fosse morta Penelope?
Ve la immaginate la sala del trono piena di principesse che banchettano, si ubriacano, molestano i valletti, tutto a spese dell’erario, in attesa che il Re ne scelga una per farla regina?
Non si riesce nemmeno ad immaginarla una scena del genere.
E’ talmente fuori dai canoni mentali che non sarà mai stata descritta nemmeno in una fiaba. E per fortuna che non è stata descritta… sarebbe stata sbagliata lo stesso.
Io non cerco vendetta, voglio solo giustizia. Io chiedo a questa Corte di giudicare colpevoli gli accusati e di condannarli, per i prossimi mille anni o per sempre, a prendere un caffè da soli, a disfarsi di tutte le collezioni di farfalle, a non mangiare più porchetta, a rivolgere la parola ad una donna solo se sono interrogati. Ho concluso.» Penelope si alzò e con passo lento e misurato si diresse verso l’uscita. Una ventina di principi greci cercarono di seguirla, scavalcando il pubblico seduto, generando grande confusione.
«Silenzio in aula!» gridò il giudice sollevandosi dalla sedia. «Silenzio, o faccio sgombrare l’aula!» Raggiunta un’accettabile calma tra il pubblico ordinò:
 «Entri la quarta querelante».

continua

Re: [Lab 9] Il Favoloso Processo - Penelope (cap. 3 di 4)

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maxgiglio ha scritto: «Si, Penelope quella di ‘tessi la tela… smonta la tela’.
Non capisco la citazione così come l'hai congegnata. Ti suggerisco di rivedere la frase così:

Sì, Penelope, quella che... "tesse la tela... smonta la tela".
maxgiglio ha scritto: “Non mi piace ne il caffè ne un’altra cosa.
sempre gli accenti fantasma
maxgiglio ha scritto: “No. I mormoni non bevono ne  caffè ne  cola.”
maxgiglio ha scritto: C’è qualcuno che alla fine capisce che il problema non è il caffè e qualcuno che inizia a pensare che forse è stato troppo gentile e oltre al caffè inizia a offrire l'ammazzacaffè. Il digestivo è quasi sempre legato ad una collezione di farfalle.
ahahaha
maxgiglio ha scritto: dom ago 27, 2023 11:27 amMa sarebbe mai potuta accadere una cosa simile se, invece di Ulisse, fosse morta Penelope?
Ve la immaginate la sala del trono piena di principesse che banchettano, si ubriacano, molestano i valletti, tutto a spese dell’erario, in attesa che il Re ne scelga una per farla regina?
Non si riesce nemmeno ad immaginarla una scena del genere.
E’ talmente fuori dai canoni mentali che non sarà mai stata descritta nemmeno in una fiaba. E per fortuna che non è stata descritta… sarebbe stata sbagliata lo stesso.
Io non cerco vendetta, voglio solo giustizia. Io chiedo a questa Corte di giudicare colpevoli gli accusati e di condannarli, per i prossimi mille anni o per sempre, a prendere un caffè da soli, a disfarsi di tutte le collezioni di farfalle, a non mangiare più porchetta, a rivolgere la parola ad una donna solo se sono interrogati. Ho concluso.» Penelope si alzò e con passo lento e misurato si diresse verso l’uscita. Una ventina di principi greci cercarono di seguirla, scavalcando il pubblico seduto, generando grande confusione.
Una nuova morale della favola! @maxgiglio  :)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [Lab 9] Il Favoloso Processo - Penelope (cap. 3 di 4)

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maxgiglio ha scritto: «Si, Penelope quella di ‘tessi la tela… smonta la tela’.
Karate Kid docet?  :)

Bella la rappresentazione di questa corte di Itaca, con i Proci degenerati che gozzovigliano e chattano
maxgiglio ha scritto: Non c’è nessuna argomentazione, eticamente sostenibile, per giustificare un tale comportamento nei riguardi di una donna.
Secondo me le argomentazioni potevano anche esserci, forse non condivisibili ma ragionando con il metro di allora. Ulisse mancava da vent’anni e si voleva che ci fosse un re a Itaca, per quanto non avrebbe influenzato certo i destini del mondo, ma per quegli uomini quell’isoletta era il loro mondo. Che i Proci fossero una massa di farabutti per come si comportarono sono d’accordo. Poi la tua Penelope invade la mentalità moderna con le sue osservazioni sugli inviti degli spasimanti, doppi sensi, intenzioni sessuali sussurrate all’orecchio o mandate in chat, quasi una storia di ordinario stalking moderno.
Ho trovato singolare la condanna che chiede per i Proci. Rapportandola ai comportamenti dei moderni machi pensi che sia sufficiente? Io avrei esagerato un tantino di più nella punizione.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)
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