[Lab 9] Il Favoloso Processo - Eva (cap. 4 di 4)

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Eva

Dai verbali del processo risultava che la quarta querelante avesse più di cinquemila anni, anche se il suo aspetto, per quanto segnato dai sacrifici e dal dolore, mostrasse un’altra immagine. Il vestito era formato da centinaia di dischetti –piccoli pomi rossi- legati da serpentelli verdi, e ricordava gli abiti beat degli anni ’70. Sotto, reggiseno e mutandina, erano in pura foglia di fico.
«Giura di dire la verità, tutta la verità, niente altro che la verità?»
«Lo giuro.»
«Dia le sue generalità per il verbale. Nome e cognome.»
«Eva.»
«Il suo cognome, prego.» la sollecitò il giudice.
«All’epoca non si usava e non serviva. Ero la prima donna.»
«La sua residenza?»
«Per un breve periodo il Paradiso Terrestre, ma sono alcune migliaia di anni che risiedo in un libro, il più famoso al mondo.»
«Vedo che la sua denuncia è contro ignoti.»
«Si, una denuncia per calunnie.»
«E quale sarebbe la calunnia?»
«Che io sia la causa del Peccato Originale.»
«Voi affermate che sia una notizia falsa?»
«Vostro Onore… io sono un personaggio e svolgo le azioni che l’autore ha deciso che io svolga. Non le decido io. Ma se veramente è esistita una donna di nome Eva, un uomo di nome Adamo e un Paradiso Terrestre chi ci dice che le cose siano andate come descritte nel Libro?»
«Non vi seguo. Dove volete arrivare con questo ragionamento?»
«Vorrei solo scoprire chi ha informato la stampa.»
«La stampa?!»
«Si, Vostro Onore. La stampa, i cronisti. Qualcuno… quello che ha descritto per la prima volta i fatti accaduti all’epoca: da chi ha avuto le informazioni?»
«Cioè, voi volete scoprire la fonte?»
«Si, la fonte. Veda, vostro onore, dopotutto… questo processo, tutte queste donne che hanno sporto denuncia per i trattamenti discriminatori o violenti, tutto questo macello… nasce dal quesito: chi è la fonte?
E, soprattutto… c’era una fonte?»
«Cioè, state dicendo che è anche possibile che sia…»
«… tutto falso, vostro onore. Per questo ho sporto denuncia contro ignoti.»
«Ma ci potranno essere stati testimoni al fatto che hanno…»
«Ecco, appunto. I testimoni. Chi è stato testimone dell’episodio della mela?»
«Mbé… eravate presenti lei, Adamo… Lui e il serpente.»
«Esatto! Ma ne io ne Adamo ne avremmo mai parlato con nessuno, non è che si sarebbe fatta una bella figura.
E poi… con chi ne potevamo parlare? C’eravamo solo noi.»
«Con i vostri figli.»
«E vi sembra una storia da raccontare ad un bambino che ha fame, sete, freddo e paura?
Scusami, Abele. Tu stai vivendo in questa valle di lacrime solo perché tua madre è curiosa come una scimmia.
Che poi, per la teoria dell’evoluzione darwiniana sarebbe pure corretto… ma vabbè, lasciamo perdere.
Allora ho tentato di contattare gli altri due possibili testimoni…»
«Contattare… come?»
«Al telefono! Il serpente è raggiungibile tramite un numero verde.»
«Che numero?»
«666 666 666. Ma non so se Vostro Onore sia mai entrato in uno di quei servizi di assistenza.
Se vuole maledire un parente: digiti uno.
Se vuole vendere l’anima al diavolo: digiti due.
Se si è pentito di essersi pentito: digiti 434. Un vero inferno.
E’ praticamente impossibile parlare con un operatore.
Anche Lui è praticamente impossibile da contattare.
Ha un numero verde, anzi, un numero celeste, ma risponde un messaggio registrato che dice: Per parlare con un operatore digiti: infinito.»
«Quindi non ha potuto verificare se uno di loro due era la fonte?»
«Non direttamente, ma poi, ripensandoci per millenni, li ho dovuti escludere tutti e due.
Ricordate la filastrocca: chi fa la spia non è figlio di Maria non è figlio di Gesù e quando muore va laggiù..? Questo esclude che Lui abbia spifferato tutto.
E il serpente?… ma vi figurate uno che da retta a quello che gli racconta un serpente? Che poi, povera bestia, anche lui è una vittima di tutta questa storia.»
«E allora, quali conclusioni bisogna trarre?»
«Che è tutto falso! Che io non sono colpevole di nessun peccato originale, che San Paolo, quando diceva “e non fu Adamo a essere ingannato, ma fu la donna che, ingannata, si rese colpevole di trasgressione” fu lui stesso ingannato.
E fu ingannato da un uomo.
Io me lo immagino questo tizio, rinchiuso nella sua cameretta, tutto impegnato a riflettere sulla condizione umana, sulla sua condizione.
Perché sicuramente stava messo male.
E doveva a tutti i costi trovare un colpevole.
E non è che ci fosse tutta questa scelta: il colpevole poteva essere o un uomo o una donna.
Ma se avesse detto che il colpevole era un uomo, gli altri uomini lo avrebbero riempito di botte, così ha detto che era una donna.
E per avvalorare la sua tesi e renderla inattaccabile, si è inventato che quello era il Verbo.
Ma la cosa pazzesca è che tutti gli altri uomini c’hanno creduto.
E per la teoria degli eventi consequenziali, era tutta colpa di Eva.
Mi ammazzo di lavoro? E’ colpa di Eva.
Invecchio e muoio? E’ colpa di Eva.
Patisco fame e malattie? E’ colpa di Eva.
A parte la pioggia, che è colpa del governo, tutto il resto è colpa di Eva.
Eva in quanto donna.
La colpa era della donna e la donna meritava la punizione. Quale punizione?!»
«Quale punizione?» chiese avido il giudice.
«Ma come, Vostro Onore, non lo sapete? Tutte!
Tutte quelle che l’uomo è riuscito ad inventare. 
Tutto si poteva fare sul corpo o sull’animo di una donna, tutto era permesso, perché, comunque, mai nessuna pena sarebbe stata abbastanza grande per espiare la colpa di Eva.»
Le altre tre donne le si avvicinarono e, dopo aver tolto le scarpe rosse che avevano indossato lasciandole sotto al banco del giudice, iniziarono a parlare.
«Ci potevano discriminare, segregare, isolare dalla realtà.» disse la Bella Addormentata.
«Ci potevano far diventare un oggetto, una loro proprietà.» disse Beatrice.
«Ci potevano opprimere, maltrattare, tormentare.» disse Penelope.
Poi, tutte e quatto, in coro:
«Ci potevano fare qualsiasi cosa, perché, se non piove, è colpa di Eva, di Alice, di Patrizia, di Francesca...»
Una signora, che era seduta in terza fila, si tolse le scarpe rosse, si avvicinò alle quattro donne e aggiunse: «È colpa di Maria…» e poggiò le scarpe a terra. Un’altra donna fece lo stesso: «È colpa di Roberta…,» e poi un’altra. «…di Anna…,» e un’altra ancora. «…di Lucia…,»
Il giudice chiuse i faldoni e, mentre il corteo femminile continuava a riempire l’aula dei propri nomi «…di Fabiola…,» e delle proprie scarpe «…di Cristina…», si avviò lentamente verso l’uscita. Evitò le decine di calzature scarlatte lasciate sul pavimento, gli scatoloni appoggiati sulla parete, retaggio di una scossa che sette anni prima, nell’entroterra abruzzese, aveva reso parzialmente inagibile l’archivio, e spense le luci.

Re: [Lab 9] Il Favoloso Processo - Eva (cap. 4 di 4)

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maxgiglio ha scritto: reggiseno e mutandina, erano in pura foglia di fico.
quella virgola non va perché separa il soggetto dal verbo
maxgiglio ha scritto: «Dia le sue generalità per il verbale. Nome e cognome.»
«Eva.»
«Il suo cognome, prego.» la sollecitò il giudice.
«All’epoca non si usava e non serviva. Ero la prima donna.»
Divertente
maxgiglio ha scritto: «Vedo che la sua denuncia è contro ignoti.»
«Si , una denuncia per calunnie.» 
Fake news alla fonte, eh?  
maxgiglio ha scritto: Ma ne  io ne Adamo ne avremmo mai parlato con nessuno
Perché chi c'era con cui parlarne eh ?  :D

(l'eventuale assenza di accenti non viene rilevata dai correttori automatici)
maxgiglio ha scritto: Scusami, Abele. Tu stai vivendo in questa valle di lacrime solo perché tua madre è curiosa come una scimmia.
Abele non è presente, Meglio far dire alla madre: Che Abele mi scusi. Lui sta vivendo in questa valle di lacrime perché sua madre ecc. ecc.
maxgiglio ha scritto: Eva in quanto donna.
La colpa era della donna e la donna meritava la punizione. Quale punizione?!»
«Quale punizione?» chiese avido il giudice.
Ben congegnato. In generale, la costruzione letteraria riesce a fare dell'ironia, non sul testo sacro, ma "intorno" allo stesso, e in modo non offensivo per i credenti.
maxgiglio ha scritto: Le altre tre donne le si avvicinarono e, dopo aver tolto le scarpe rosse che avevano indossato lasciandole sotto al banco del giudice, iniziarono a parlare.
«Ci potevano discriminare, segregare, isolare dalla realtà.» disse la Bella Addormentata.
«Ci potevano far diventare un oggetto, una loro proprietà.» disse Beatrice.
«Ci potevano opprimere, maltrattare, tormentare.» disse Penelope.
Ben congegnato anche il finale, anche se, per le scarpette rosse, ti suggerisco di fargliele "lanciare" sotto al banco del giudice. Mi sembra un'immagine più efficace del "lasciarle", e più in linea con le parole di requisitoria delle parti lese.

In conclusione, complimenti per l'originalità e la leggerezza ironica del racconto sulle quattro figure femminili vessate dall'opinione comune e dai pregiudizi maschili.

Scrivi molto bene, con sapienti passaggi ironici, tranne sporadiche cadute di stile, comunque veniali e che pertanto non ti ho segnalato.

@maxgiglio   (y)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [Lab 9] Il Favoloso Processo - Eva (cap. 4 di 4)

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ciao @maxgiglio e grazie per essere tra noi.

Dopo aver letto i quattro capitoli del tuo "favoloso processo" ti lascio queste mie considerazioni.

Devo allacciarmi alla tua quarta di copertina per prima cosa:
Si può identificare il momento esatto in cui è stato piantato il primo seme della misoginia? Vediamo crescere floride le sue piante, moltiplicarsi i suoi frutti, frutti che, dopo secoli, sono diventati sempre più velenosi. Ma quale è stata la genesi di tutto questo? Un riguardo, un amore, una passione, una bugia. Saprà un giudice (maschio) condannare i colpevoli?
Mi chiedo a questo punto dove sia stato questo processo.. Se hai preso la decisione di lasciarlo incompiuto, usando come finale quella che potrebbe essere una infinita lista di donne "querelanti" che lasciano il tribunale dopo aver messo a terra le scarpe rosse, simbolo usato oggigiorno a simboleggiare le vite perse di donne morte ammazzate, beh! forse ci poteva stare. Ma dove sarebbe però questo processo? Va bene che hai impostato una rappresentazione favolistica di questo processo, ma mancano completamente le figure del Pubblico ministero, avvocati della difesa, ect, ect.
Questo tuo processo lascia troppo spazio alle esternazioni delle tue donne e manca completamente il contraddittorio.
Mi domando pure del perché hai inscenato questo processo irreale, irrealizzabile per ovvietà temporale, senza inventarti una soluzione diversa.
Far parlare Penelope, Beatrice, Bella, Eva, lasciando che il loro vissuto venisse messo in luce, e le quattro storie, venissero condensate per attrazione d'argomento, richiedeva una trama diversa, per non finire sul banale. Come si poteva costruire tale processo? Questa risposta la lascio a te!

Sulla questione "misoginia" ho trovato il finale pertinente anche se scollegato al registro usato per le quattro deposizioni. Un pubblico ministero avrebbe potuto dare vita a questo contraddittorio, magari facendo parlare i chiamati in causa: favola per favola, facciamoli parlare. Certo che avresti dovuto tagliare il fraseggio quasi isterico di alcune, e dare spazio alle controparti, ma almeno si sarebbe parlato delle cause di questa misoginia.
Che a mio avviso neanche colgo se dovessi esprimere un vero giudizio, se fossi nei panni di quel giudice. Come si può incolpare Adamo, Dante, Proci, e tutti i principi azzurri di questo mondo di misoginia? secondo me queste storie non mi evocano tale avversione maschile verso la donna. Quello che tu rappresenti è sicuramente una idea distorta verso il mondo femminile, che poi si è sviluppata nella cultura maschilista che a sua volta ha dato vita all'idea del possesso materiale della donna. Quattro esempi che, se davvero fossero stati dibattuti, sarebbero approdati alla sentenza con il rito " Il fatto non sussiste". E sì! Il fatto non sussiste. Dante era innamorato di Beatrice? Volle immortararla nei suo versi? Questo è un gesto d'amore. I principi azzurri che aspettano che la Bella si risvegli, non sono pazzi d'amore per lei? Forse su Eva, potrei avanzare delle difese su questo processo. Vedo che hai evitato di evidenziare il detto ( che sarebbe stato perfetto) tutto maschile del " Puttana Eva". Questa frase è una vera evidenza di quella misoginia a cui ti riferisci, e su questo dovevi puntare. Qualcosa di più forte e attuale, per mezzo di un percorso narrativo diverso. Anche perché, messa in chiave favolistica, a mio parere, non ha funzionato. Mi pare di assistere a una rivendicazione quasi casalinga di donne stereotipate, verso di un problema che sa tanto di sangue, di sofferenza, di vite spezzate, e ancor peggio, di esistenze lunghe una vita nelle mani del boia. Dove tutto muore nell'animo della donna pian piano, giorno dopo giorno. Nel silenzio più assoluto, nella indifferenza di chi, o vive altrettanto male, o che nelle tue disgrazie non vuole entrare. per concludere ti segnalo i troppo lunghi monologhi delle tue donne, anche se hai gestito bene la forma dei capitoli. Pochi refusi e scrittura scorrevole. Ma non mi trovi convinto per le ragioni espresse. Ma va bene pure così! Ciao e a presto.
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [Lab 9] Il Favoloso Processo - Eva (cap. 4 di 4)

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@Poeta Zaza ti ringrazio molto delle tue parole, dei tuoi suggerimenti e correzioni. Il Favoloso Processo nasce come testo teatrale e, quindi, con una scarsa attenzione alle finezze sintattiche o grammaticali (o come si chiamano).  Nella trasposizione a racconto mi sono concentrato su tutte le parti descrittive necessarie, tralasciando il resto.
Ti lascio il link del video della rappresentazione. Il 'cane' che interpreta il giudice sono io.

Il Favoloso Processo

Un caro saluto.

Re: [Lab 9] Il Favoloso Processo - Eva (cap. 4 di 4)

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@bestseller2020
Ho letto con molta attenzione il tuo commento e provo a 'giustificarmi'. Prima di tutto: come nasce Il Favoloso Processo? Devi sapere che io faccio parte di un'associazione che si occupa di letteratura per ragazzi. Scrivo storie, favole, fiabe per il nostro pubblico interno e spettacoli teatrali per occasioni più 'aperte'. Il Favoloso Processo è stato messo in scena in occasione di un festival contro la violenza sulle donne. Per farmi trattare il tema con il dovuto tatto, sono stato messo sotto la sorveglianza di una psicologa. 
bestseller2020 ha scritto: Questo tuo processo lascia troppo spazio alle esternazioni delle tue donne e manca completamente il contraddittorio.
Spero che la spiegazione del contesto sia una plausibile giustificazione. Questo è un atto di accusa. Non è prevista replica.
bestseller2020 ha scritto: Come si può incolpare Adamo, Dante, Proci, e tutti i principi azzurri di questo mondo di misoginia?
A parte che nè Adamo nè il principe sono sotto accusa (il querelato è il Re), mi pareva di essere stato chiaro nella mia quarta di copertina. Parlo di primo seme della misoginia, di come una discriminazione cresca dalle piccole cose, e che, comunque, debbano essere le donne a decidere cosa vogliano per loro stesse, da un complimento a un regalo. Volendo parlare per paradossi: Dante Alighieri oggi, se si fosse individuata con certezza la corrispondenza tra Beatrice e Bice Portinari, sarebbe considerato uno stalker.  :facepalm:

Caro @bestseller2020 ti ringrazio dei tuoi suggerimenti, che prenderò in considerazione se mai mi venisse voglia di riscrivere la storia come dico io.
Se hai voglia di vedere lo spettacolo:  Il Favoloso Processo

Re: [Lab 9] Il Favoloso Processo - Eva (cap. 4 di 4)

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maxgiglio ha scritto: Spero che la spiegazione del contesto sia una plausibile giustificazione. Questo è un atto di accusa. Non è prevista replica.
Qualcuno potrebbe pensarla diversamente a tale proposito.
maxgiglio ha scritto: Dante Alighieri oggi, se si fosse individuata con certezza la corrispondenza tra Beatrice e Bice Portinari, sarebbe considerato uno stalker.  :facepalm:
Potrebbe essere secondo i punti di vista. Ci potrebbero essere donne che nel ricevere simili attenzioni dal sommo poeta ne sarebbero lusingate...
Io volevo solo farti notare il taglio troppo leggero per un tale argomento. Tutto qui. Ciao @maxgiglio
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [Lab 9] Il Favoloso Processo - Eva (cap. 4 di 4)

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Ciao @maxgiglio ho letto con molto piacere la tua opera, ricca di trovate umoristiche anche se il messaggio è molto serio. Complimenti per la scrittura "creativa" che accompagna i quattro capitoli. Pregevole. (Personalmente ho trovato molto spassosa quella di Penelope). Forse paragonare il seme della misoginia, prendendo spunto dalle quattro storie, con tutta la violenza attuale sulle donne è un'operazione ardita. Il contrasto dal leggero al drammatico è forte; mi ha spiazzato. Dopo aver letto le storie e averne apprezzato lo stile umoristico, arriva un macigno troppo grosso da elaborare in così poche righe. Almeno io ho avuto difficoltà. Anche se non dimentico che l'ironia è un'arma tagliente come atto di denuncia.
Complimenti ancora per la scrittura.
Curiosità: il riferimento al terremoto abruzzese ha un significato per la storia?
A rileggerti

Re: [Lab 9] Il Favoloso Processo - Eva (cap. 4 di 4)

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Ciao, @maxgiglio e bentrovato al contest estivo.

Cos'abbiamo qui?
In un immaginario processo, quattro donne del mito, della storia, della letteratura e delle favole, in veste di querelanti, espongono le loro lamentazioni al Giudice; le loro vicende "personali" diventeranno altrettanti esempi della difficile (ancora oggi) condizione della donna nella società.

Storia.
È architettata in modo assai semplice. Di fatto si tratta di quattro monologhi (cosa che "tradisce" la sua origine di piece teatrale) cuciti insieme con l'espediente delle interazioni col Giudice. 
Giudice che, di fatto, rimane molto sullo sfondo. Dell'annunciato processo, in effetti, non vi è traccia, ma la cosa, se devo essere sincero, non mi ha disturbato più di tanto. Il messaggio dell'autore arriva lo stesso forte e chiaro e, a mio avviso, non risulta sminuito o depotenziato dai dialoghi brillanti. Gli stessi, infatti, sono intrisi di pungente ironia, sicché il lettore, che sul momento può anche apprezzare la trovata brillante, è certamente in grado di cogliere il sottotesto molto più amaro. 
Del resto, ho amato alla follia un film come "La vita è bella", di Benigni, da alcuni accusato di svilire il dramma dei campi di concentramento. Si trattava ovviamente di un'idiozia: il fatto che il protagonista, come si vede nella pellicola, sentisse il disperato bisogno di "recitare" una favola allegra a beneficio del figlio, rappresenta la più tangibile condanna delle inumane condizioni cui erano sottoposte le vittime dei lager nazifascisti.
Tornando al tuo racconto, una critica, però, mi sento di farti: il focus di questo contest era posto sui personaggi. Ecco, mi sembra che lo scopo "didattico", piuttosto manifesto, del racconto abbia finito per modellare, addirittura "piegare", le tue eroine agli scopi che ti eri prefisso. In effetti più che sembrare avere una vita propria e una propria identità, si limitano a recitare il copione che hai scritto per loro, mettendo ben poco di sé.    

Scrittura.   
Il pezzo è ben scritto. Lo stile è elegante, i monologhi sono brillanti e (in gran parte) riusciti. Qualche saltuaria imprecisione (qualche caporale non chiusa, qualche accento mancante o sbagliato...), ma si tratta di lavoro più per il correttore di bozze che per l'editor.

Personaggi.
Belli i dettagli "esteriori" dei personaggi (gli abiti, le movenze descritte, il contegno mostrato) però... tutte le tue donne sono "la stessa donna" impegnata a stigmatizzare la visione maschilista del mondo.

Concludendo.
A me è piaciuto. La tua proposta mi ha divertito e fatto riflettere. Inoltre, la scrittura è ottima. 
Certo,  è un "racconto" un po' sui generis (più un lavoro teatrale, come tu stesso hai ammesso) ma tolto questo quel che rimane mi pare, lo stesso, apprezzabile.

Ciao e a rileggerci.  
  
Ultima modifica di Pulsar il sab set 02, 2023 11:55 am, modificato 1 volta in totale.

Re: [Lab 9] Il Favoloso Processo - Eva (cap. 4 di 4)

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Interessante anche il crollo di un altro mito, quello di Eva addirittura. Inutile riscrivere la complessa simbologia teologica su questi paradigmi della storia umana, che conoscerai certo bene.
Mi ha colpito questo
maxgiglio ha scritto: Tu stai vivendo in questa valle di lacrime solo perché tua madre è curiosa come una scimmia.
Che poi, per la teoria dell’evoluzione darwiniana sarebbe pure corretto… ma vabbè, lasciamo perdere.
Perché non ho mai creduto alle teorie di Darwin, naturalmente è solo un mio problema e riesco anche a conviverci piuttosto bene fin dalla scuole medie. Ci sono rimasto un po’ così alla citazione di Eva che si lamenta di essere considerata la causa del peccato originale, ma anche lamentandosi riconosce dunque, implicitamente, che è stato Dio a crearla, penso io. Quindi anche trasportata e trasformata nella modernità sia all’epoca in cui ipoteticamente visse che attualmente avrebbe dovuto ridersene delle scimmie, trattando in soldoni. Invece non ride.
Poi accenni a San Paolo, spesso accusato di misoginia per antonomasia, oltre al fatto di avere inventato di sana pianta la religione cristiana in combutta con Seneca e Yosef ben Matityahu, il sacerdote comandante militare ebreo che sconfitto dai romani divenne uno storico romano con il nome di Flavio Giuseppe. Lunga storia di complottisti ante litteram, scusa la digressione, sono uno dai molteplici interessi e nei testi amo e presumo di riuscire a trovare svariati argomenti su cui ragionare e inoltrarmi.

Comunque mi complimento per questa storia, un’opera teatrale a quanto poi ho visto, davvero un favoloso processo che a mio modesto parere meriterebbe un approfondimento, come del resto quasi tutto quello che si scrive con un numero di caratteri limitato.
Ho anche visto la rappresentazione teatrale dove interpreti il giudice, molto apprezzata, ho messo un like.
Sono contento che tu ti sia iscritto a questo forum.
A rileggerti.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [Lab 9] Il Favoloso Processo - Eva (cap. 4 di 4)

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maxgiglio ha scritto: ... risultava che la quarta querelante avesse più di cinquemila anni, anche se il suo aspetto, per quanto segnato dai sacrifici e dal dolore, mostrasse un’altra immagine.
Mostrava. Volendo tenere il secondo congiuntivo (sconsigliato) dovevi usare benchè, per quanto, sebbene.
Scrittura vivace e gradevole -da testo teatrale, appunto-  poche altre "pulci".
Apprezzo l'idea di proporre alcuni dei volti  celebri della donna "eternamente" maltrattata. Nel ruolo di Eva sarei stata più cattiva, ma -poveretta- in tanti millenni ha finito per rassegnarsi...
" ...con mano ferma ma lenta sollevò la celata. L'elmo era vuoto." (Calvino)
Pagina autrice fb: virginialess/21 Blog "Noi nonne": https.//virginialess.wordpress.com
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