Capitolo 2
Il sorriso e quella loro cortesia nel saluto, suscitavano simpatia verso tutte le persone con le quali entravano in contatto, quasi tutte. Certo, non erano perfetti, e chi lo è. A volte si arrabbiavano senza motivo (secondo gli altri) e la loro voce si trasformava. A Luciano era capitato di rompere una sedia di legno davanti a tutti. “Era già mezza rotta” fu la sua giustificazione. Enzo invece era più burlone: quando era in vena di provocazioni, sferrava dei colpetti improvvisi nel di dietro della persona a lui vicina per poi dire candidamente: “Non sono stato io”. Marco che lo accompagnava spesso ne sapeva qualcosa.
Poi, in breve tempo, si calmavano e ritornavano sorridenti.
Luciano era un particolare collezionista: qualsiasi elemento, appartenente a un'automobile, che si poteva staccare dall'esterno, diventava un'attrazione irresistibile. Ci provava con il logo della casa madre, ma era difficile se non avevi attrezzi adatti, e allora la preferenza cadeva sulle piccole lettere metalliche del modello del veicolo, situate nella parte posteriore; erano più semplici da staccare e bastava un piccolo cacciavite. Ed ecco che una Panda si trasformava in una and, o una Giulietta in una lieta. La Volkswagen diveniva una olagen, e così via. In molti lo conoscevano e in molti chiudevano un occhio. Le sue tasche erano colme di queste lettere, perfette per un messaggio anonimo di un sequestratore, addirittura in 3D. La cosa strana era che poi non se ne faceva nulla di quel cumolo di lettere e veniva convinto, per quanto possibile, a restituirle ai legittimi proprietari.
Enzo aveva la stessa fissazione per le chiavi, quelle che aprono le serrature. Riusciva a trovare chiavi abbandonate in ogni luogo: per terra, appoggiate su muretti o appese a cancelli. Era incredibile vedere quanto il mondo fosse cosparso di chiavi. Dopo averle intascate (non aveva nessuna intenzione di depositarle all'ufficio oggetti smarriti) le portava a casa e iniziava la seconda fase: la modifica. Le limava, bucava con il trapano, tagliuzzava con delle cesoie, creando dei manufatti unici e originali ai quali affibbiava una diversa funzione per ognuna: chiave per aprire la mente, passepartout per ogni tipo di serratura o chiave per uscire di prigione, quella che si era immaginato.
Luciano ed Enzo imparavano in fretta qualsiasi compito gli venisse affidato. E così al primo gli venne chiesto di aiutare a sistemare il reparto dedicato ai prodotti tipici regionali; mentre a Enzo quello degli alimenti per animali.
Dal Caciocavallo, allo Squacquerone o al Puzzone, in una settimana Luciano imparò l'area di provenienza delle centinaia di formaggi italiani. Incaricato di offrire assaggi al pubblico di cui anch'egli faceva parte, apprese presto e con dedizione le loro proprietà organolettiche.
Enzo invece sapeva già memoria gli ingredienti con le loro percentuali di tutte le marche di croccantini per cani e gatti. Rimaneva perplesso quando leggeva che alcuni, per esempio quelli gusto pollo, presentavano solo il 4% del povero pennuto o di quelli di pesce con la stessa percentuale di salmone. Il resto era riempito da derivati, prodotti e sottoprodotti di origine animale e vegetale: praticamente ci poteva rientrare qualsiasi cosa. E allora compilava personalmente una lista sulla quale evidenziava le sue preferenze legate alla qualità e al gusto, assangiandoli senza farsi vedere da nessuno.
L'unica regola ferrea che dovevano rispettare era quella di vuotare le tasche da lettere e chiavi prima di iniziare il lavoro, soprattutto per motivi di igiene.
Le persone a loro più vicine, sapevano di queste particolari manie. Certamente il signore arrabbiato no. Non riusciva a guardare oltre l'apparenza e non si fece attendere il suo successivo exploit.
“Stai lontano! Schifoso!” si sentì urlare poco distante dal reparto casa della corsia otto del supermercato.
“Scommetto che c'è Billy lì vicino” disse Luciano.
Poi un gran rumore di cose che si rovesciano per terra.
Billy aveva l'affettuosa abitudine di dare baci a chiunque. Baciava le sue dita che poi andavano toccare una parte del corpo della persona a lui vicina, con la predilezione per la fronte. Era la sua manifestazione di affetto. Un donare senza richiedere.
Tutti accorsero, compresa la guardia.
Sempre lui. Questa volta oltre al delirio, aveva provocato dei danni.
“Non si può più fare la spesa in santa pace. A certa gente devono vietare di entrare in luoghi pubblici”.
Giuseppina, addetta alla vendita del pane, fu la prima a giungere sul posto: aveva messo il turbo alle sue quattro ruote elettriche. Cercava di calmare il signore senza successo.
“No! Anche lei!”
Giunse claudicante anche un ragazzo con un'emiparesi destra: “Signore, si è fatto male?”
“Ma dove sono capitato!” disse sconsolato. Proprio in quel momento un tizio senza gambe e braccia stava rotolando nella vicina corsia dei detersivi. Una serie di flaconi posti come birilli erano posizionati imitando quelli di un bowling: “Strike!” esultò.
“Vuole farmi un tiro?” chiese sorridendo al signore arrabbiato.
L'uomo scappò via dirigendosi verso i bagni con l'intenzione di chiudersi dentro, ma erano tutti occupati. Notò quello con la targhetta di una sagoma di un omino seduto su una carrozzina, era aperto ed entrò. Ma si trovò davanti un signore in piedi, di spalle, che stava urinando: “E lei che ci fa qui?” gli chiese. Poi gli cadde l'occhio sul piede ingessato mentre due stampelle erano appoggiate al muro.
Scappò via con un mix di sensazioni che andavano dalla rabbia alla vergogna. Notò un palco e decise di infilarsi sotto. A gattoni strisciò tra il pavimento e le assi di legno nel poco meno di un metro di spazio disponibile in altezza. Si sdraiò, chiuse gli occhi, deciso di fare una sosta per raccogliere i pensieri. Ma sfortunatamente partì una musica caraibica e dalle fessure delle assi vide muoversi decine di piedi saltellanti. Il suono si fece assordante e dovette scappare anche da quel rifugio. Gli sfuggì lo sguardo sui ballerini: “Ma che roba. Tutti la stessa faccia!” commentò ad alta voce.
“Signore? Scusi. Guardi che è un terribile luogo comune dire che le persone con la sindrome di Down sono tutte uguali. Non ha un grande spirito di osservazione”.
“Signorina, con quel bastone bianco non mi sembra la persona più idonea a certi commenti”.
Neanche la graziosità di quella ragazza lo aveva frenato dal fare considerazioni fuori luogo. La fanciulla aveva un vestito bianco con delle scarpette lucide che sembrava uscita da un balletto di Ciaikovskij. Questa volta però, una leggerissima pausa, con gli occhi leggermente lucidi, lasciavano trasparire nell'uomo una sensazione diversa.
“Signore! Venga a divertirsi con noi!” partì una voce dal palco.
Dopo quel breve momento di sospensione, si ridestò verso l'altra realtà della quale era ossessionato:
“Aiutoooo!” Corse fuori, con l'idea di allontanarsi il più possibile da quel centro commerciale. Uscì da una porta di emergenza dove finalmente era stazionato un veicolo della polizia. Un agente uscì dalla macchina, alto, robusto, col fisico da Rambo. Gli si avvicinò: “Signore, qualche problema?”
“Finalmente!” rispose “Non sapevo più cosa pensare”.
“Oh... bel maschio, questo è il momento di agire, non di pensare” disse con voce suadente. Il poliziotto si sbottonò il giubbotto mettendo in evidenza un seno prorompente.
“Ci sarà pur qualcuno di normale” pensò in cuor suo con una punta di rassegnazione. Rientrò all'interno, percorse un corridoio di servizio e ritornò nella galleria. Ma le sue orecchie udirono di nuovo: “N'giorno”.
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Re: [lab9] Il terrore corre sul filo della normalità cap 2 di 3
2Kasimiro wrote: Il sorriso e quella loro cortesia nel saluto, suscitavano simpatia versoquella virgola non va bene perché separa il soggetto dal verbo
Kasimiro wrote: Sat Aug 19, 2023 6:58 pmper poi dire candidamente: “Non sono stato io”. Marco che lo accompagnava spesso ne sapeva qualcosa. e Marco che gli stava spesso accanto ne faceva le spese.Ma accanto a Enzo non c'era sempre Luciano? Da dove salta fuori questo Marco?

Kasimiro wrote: Sat Aug 19, 2023 6:58 pmEnzo aveva una analoga fissazione, ma per le chiavi, la stessa fissazione per le chiavi, quelle che aprono le serrature.
Kasimiro wrote: Sat Aug 19, 2023 6:58 pmper ogni tipo di serratura o chiave per uscire di prigione, quella che si era immaginato che gli chiudeva la testa ogni tanto.
Kasimiro wrote: Sat Aug 19, 2023 6:58 pmE così al primo gli venne chiesto di aiutare a sistemare il reparto dedicato ai prodotti tipici regionali; mentre a Enzo quello degli alimenti per animali.superfluo quel "gli", e meglio una virgola dopo "regionali"
Kasimiro wrote: Sat Aug 19, 2023 6:58 pmLe persone a loro più vicine, sapevano di queste particolari manie.quella virgola non va messa
Kasimiro wrote: Sat Aug 19, 2023 6:58 pmPoi un gran rumore di cose che si rovesciano rovesciavano per terra.non al presente
Kasimiro wrote: Sat Aug 19, 2023 6:58 pmQuesta volta virgola oltre al delirio, aveva provocato dei danni.
Kasimiro wrote: Sat Aug 19, 2023 6:58 pmCercava di calmare il signore arrabbiato, ma senza successo.
Kasimiro wrote: Sat Aug 19, 2023 6:58 pm“Ma dove sono capitato!” lui si disse sconsolato.
Kasimiro wrote: Sat Aug 19, 2023 6:58 pm“Ci sarà pur qualcuno di normale” pensò in cuor suo con una punta di rassegnazione. Rientrò all'interno, percorse un corridoio di servizio e ritornò nella galleria. Ma le sue orecchie udirono di nuovo: “N'giorno”.Ti ho aggiunto l'aggettivo "arrabbiato" nella frase sopra, anche per non equivocare, e comunque ho visto che hai preferito la "caratterizzazione" del personaggio anziché dargli un nome. Quindi conviene abbondare nel citarlo, secondo me.
Bella l'idea di far capitare il "signore arrabbiato" preda di solito di un noioso tran tran, in un mondo diverso e divertente, pur con situazioni di vita difficili che il nostro di regola fraintende con esiti comici, e comunque dove il suo imbarazzo strizza l'occhio al lettore.
Mi piace l'evolversi, @Kasimiro

Re: [lab9] Il terrore corre sul filo della normalità cap 2 di 3
3Poeta Zaza wrote: Ma accanto a Enzo non c'era sempre Luciano? Da dove salta fuori questo Marco?Hai ragione, non è chiarissimo. Volevo evidenziare che Luciano, essendo un "fragile" ha bisogno di essere accompagnato nei tragitti da un volontario o educatore. Poi, il suo compagno di avventure rimane Enzo.
Grazie sempre per le annotazioni @Poeta Zaza