Storia blu

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Erano già le due del pomeriggio di una radiosa giornata di giugno, quando Marica Silvia, una ragazza di circa 18 anni, uscì per andare al parchetto della vecchia chiesa a pochi passi da casa sua. In genere faceva sempre volentieri una bella camminata in solitaria, ma quel pomeriggio sembrava sentirsi stretta nella sua maglietta preferita: era come se si sentisse incompleta, diversa.
Aveva tanti pensieri tristi in testa. Ma all’improvviso ritrovò il sorriso, anche perché sapeva di poter contare sulla sua migliore amica, anzi su una vera e propria sorella; si conoscevano da una vita, e si può addirittura affermare che sono cresciute insieme, dato che sono sempre state inseparabili: tutti la conoscevano come ‘la ragazza invisibile’, ma solo Marica poteva chiamarla Sarah, anche perché era l’unica da cui si sentiva veramente capita. Provenivano entrambe da famiglie disfunzionali, ma il loro carattere forte e determinato aveva fatto sì che le dinamiche che vivevano tra le quattro mura domestiche non si ripercuotessero sulle loro vite e sulle loro carriere. Tutte le loro certezze erano basate su obiettivi che avevano raggiunto lavorando sodo giorno dopo giorno, anche perché sapevano bene quello che volevano, ed erano consce di potercela fare contando solo sulle loro forze. Anche se avevano una tecnica di ferro, e nonostante il fatto che potessero prodursi in concerti sempre più completi e ricchi di fascino puro, grazie ai quali potevano stupire il vasto pubblico che le sosteneva da sempre proponendo dei brani che richiedessero delle doti virtuosistiche non indifferenti, non si dimenticarono mai che avevano ancora molto da imparare, e si dimostrarono sempre delle grandi artiste, anche nei momenti più difficili, conservando sempre una grande umiltà.
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