[H2022R] Fuori contest - Juliette Pt.1

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Il battito del cuore - Costruttori di Mondi

Halloween - Traccia: tesoro / cupidigia / maledizione


Juliette Pt.1


La parte settentrionale della Francia è dotata di un paesaggio molto vario e pittoresco, con una natura a volte aspra che si declina in estese pianure, verdi colline e coste sabbiose trapuntate da dune.
Lui era giunto lì da Parigi la settimana precedente, sistemandosi in un anonimo B & B dall’aria assai ordinata e pulita.
Aveva scelto quel piccolo villaggio che si specchiava sul Mare del Nord, nei pressi di Cap Blanc Nez, sulla Côte d'Opale: località conosciuta per i suoi paesaggi eccezionali, per il pastello dei suoi colori e per la sua luce speciale.
Si era in autunno avanzato, e come tutti i luoghi di vacanza che nella bella stagione si riempivano di turisti, suoni e animazione, quando i villeggianti facevano ritorno alle loro case, assumeva un tono dimesso, quasi di mesto abbandono.
Pareva che gli ospiti partendo si fossero portati via l'anima stessa del posto: i pochi abitanti locali divenivano come timidi spettri, che rifuggivano il contatto con i vivi.
Lui era uno scrittore di genere horror, con una serie di pubblicazioni che gli avevano fruttato un certo successo, il suo nome : ”Marcel Dubois”, firmava i libri che avevano ben figurato nelle vetrine delle librerie nazionali e di diversi paesi esteri.
La sua penna aveva generato nei lettori sentimenti di spavento e raccapriccio, ma soprattutto aveva ingrassato il suo conto bancario. Ma questo, purtroppo, era solo il passato.

Ora il presente gli presentava il conto di quella fortuna, e alla soglia dei quarant'anni, dopo una decina di romanzi di successo stava vivendo, con angoscia crescente, lo spettro del suo fallimento.
Un intero anno si era dissolto come la sabbia inghiottita da una clessidra, i giorni si erano consumati nell'inutile attesa d'una ispirazione data per certa, ma che non era mai venuta.
Gli restavano solo otto settimane, per consegnare il nuovo libro.
Un libro del quale non aveva ancora scritto una sola riga valida.
Era entrato nell'incubo di ogni autore: il muro della pagina vuota.
Vuota come lo era la sua creatività, si sentiva incapace d'immaginare uno straccio di storia nuova: dopo anni di trame avvincenti, dense di morti truculente, si sentiva saturo di sangue, serial killer, vampiri, spettri ed esseri infernali di ogni genere.
L'idea stessa di scrivere qualcosa di violento e tenebroso, gli procurava una nausea sgradevole.

Si era creduto geniale, una specie di Stephen King in grado di produrre un libro di successo ogni anno, ma la realtà lo aveva smentito brutalmente, stava pagando il suo peccato di protervia.
Del nuovo romanzo gli era riuscito di scrivere solo il titolo, una cosa tipo: “La maledizione”.
Come titolo gli era sembrato straordinariamente evocativo: possedeva un potenziale enorme; era stato certo di poterlo vestire d'una grande saga horrorifica.
Non c'era ancora riuscito: ma il fatto più grave era l'aver venduto la pelle dell'orso prima di catturare dell'animale.
Aveva spacciato quel titolo al suo editore, come un progetto in lavorazione avanzata: quindi, sulla fiducia cementata in anni di fruttuose collaborazioni, aveva incassato un lauto anticipo sul contratto, senza neppure mostrare un paragrafo del lavoro.
Ora si trovava con l'acqua alla gola: mancare la consegna equivaleva a un suicidio professionale oltre che economico,
Sia per la salatissima penale, sia perché, dopo uno sputtanamento simile, nessun editore gli avrebbe più affidato da scrivere neppure la lista per la spesa settimanale.

Quella sorta di vacanza “fuori stagione”, rappresentava l'ultimo, disperato, tentativo di recuperare la sua vena creativa.

Riteneva che una natura serena e rigenerante, lontana dal caotico e rumoroso stile di vita della capitale, avrebbe favorito la concentrazione e schiarito l suoi pensieri.
Del resto, anche Victor Hugo e Charles Dickens avevano trascorso periodi di vacanza in quei dintorni, per ricaricare le pile esaurite delle loro fatiche letterarie.
Però, in una settimana di permanenza non aveva ancora visto alcun beneficio­: il suo fedele “notebook” giaceva spento in valigia, nell'inutile attesa d'una scintilla, una qualche cazzo d'idea da scrivere che facesse paura.
Per ora aveva solo compiuto lunghe passeggiate, visitando ogni angolo del piccolo villaggio, ispezionando i dintorni e consumato una intera confezione di tabacco da pipa.
Il paesaggio locale era da cartolina, scenografico a dir poco: la vasta brughiera tra boschi di faggi e betulle, saliva da un lato alla collina, scemando all'estremo opposto, tra dune di sabbia e ampie spiagge candide, al mare del Nord.
In questo susseguirsi di dune e baie sabbiose, si era trovato quella mattina a sedere su una roccia ial margine di un arenile.
Un tempo instabile rendeva la giornata umida e fredda, rabbrividendo aveva serrato la zip del field jacket fino al mento e tirato su il cappuccio impermeabile.
Piovigginava a ritmo intermittente, ma ciò che più lo infastidiva era la costanza del vento, che a lui dava mal di testa e nervosismo.


Osservava l'oceano scagliare voluminose ondate a infrangersi, in turbini di schiuma bianca, sulla riva.
Non si avvertivano altri rumori che lo sciacquio della risacca e le grida di qualche isolato gabbiano, trasse la pipa dal tascone della giacca, la caricò di tabacco e l'accese: la boccata di fumo fuggì inseguendo la forza del vento.
Una pace, umida e malinconica pervadeva il paesaggio, l'aria frizzante e salmastra gli colmava il respiro: chiuse gli occhi, cullandosi, trasognato, nel conforto caldo e aromatico del fumo, godendoli come attimi di piacere concessi al condannato a morte.
Gli piacque la similitudine: benché la sua, sarebbe stata solo una morte civile.
Forse fu il fragore di un'ondata più violenta, o l'eco di un gabbiano a fargli riaprire gli occhi: fu allora che la vide.
Era una figura femminile sottile ed elegante, come fosse uscita dalle pagine di una rivista di moda della prima metà del secolo.

Vestiva interamente di nero: un ampio scialle le avvolgeva morbidamente il corpo fino a coprirle la metà del viso, una nuvola di capelli rosso mogano, sferzati dal vento, parevano lingue di fiamma che le danzavano intorno al capo.
Fissava l'oceano davanti a sé, pareva priva di respiro, immobile come una statua di sale.


Venti metri li separavano su quella distesa di sabbia deserta, ma pareva non essersi accorta della presenza di lui.
Lui provò sorpresa per quella comparsa inaspettata, sia perché non aveva ancora visto nessuno avventurarsi con quel tempo in riva al mare.
Sia perché, il sentiero che portava a quel tratto di spiaggia, era visibile in prospettiva fino alla littoranea più in alto, e non l'aveva intravista arrivare.
La donna sembrava essersi materializzata nel punto in cui sostava.
Pensò d'essersi distratto mentre cercava di accendere la pipa, in lotta col vento, che continuava a spegnergli la fiamma dell'accendino, poi, aveva anche chiuso gli occhi per qualche istante.
Trascorserò così una ventina di minuti, senza badarci troppo continuò la sua pipata, ma non potendo fare a meno d'interrogandosi sulla ragione di quella fissità innaturale.
Terminò di fumare e si levò per avviarsi, nel percorso incrociò la donna che assorta nella sua contemplazione gli voltava e spalle; gli parve cortese salutarla:
- Buongiorno! Vedo che anche lei ama il mare in questa stagione. - profferì con tono gioviale.
La donna si voltò scuotendosi dall'immobilità: lo guardò stranita, come se si accorgesse di lui solo in quell'istante, non doveva avere più che venticinque anni.
Aveva occhi smeraldini come un fondo marino e gonfi di lacrime.
Quel segno di sofferenza lo colpì come uno schiaffo: sentì d'essere stato invadente e indelicato, si vegognò dell'eccesso di confidenza del suo saluto.
- Mi scusi - mormorò confuso - non volevo disturbarla.
La giovane tornò a voltarsi senza rispondere.
Lui accelerò il passo a testa bassa, per proteggersi dal vento che gli sferava il volto e per fuggire quel momento d'imbarazzo.
A metà strada si volto all'indietro a guardarla: ma sulla spiaggia non c'era più.


(Continua)

Re: [H2022R] Fuori contest - Juliette Pt.1

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Nightafter ha scritto: Lui era giunto lì da Parigi la settimana precedente
Ti suggerirei di nominare il protagonista e il suo lavoro sin dall'inizio: ma è solo un mio gusto personale inquadrare il personaggio prima invece che poi.
Nightafter ha scritto: e virgola come tutti i luoghi di vacanza che nella bella stagione si riempivano di turisti, suoni e animazione, 
Nightafter ha scritto: quando i villeggianti facevano ritorno alle loro case, assumeva un tono dimesso, quasi di mesto abbandono.
toglierei, invece, la virgola dopo "case".
Nightafter ha scritto: con una serie di pubblicazioni che gli avevano fruttato un certo successo, il suo nome: "Marcel Dubois"
Metterei un punto dopo "successo".
Nightafter ha scritto: L'idea stessa di scrivere qualcosa di violento e tenebroso, gli procurava una nausea sgradevole.
Quella virgola qui sopra è da togliere, perché separa il soggetto dall'azione.
Nightafter ha scritto: ma la realtà lo aveva smentito brutalmente, stava pagando il suo peccato di protervia.
meglio i due punti al posto della virgola.
Nightafter ha scritto: la vasta brughiera virgola tra boschi di faggi e betulle, saliva da un lato alla collina, scemando all'estremo opposto, tra dune di sabbia e ampie spiagge candide, fino al mare del Nord.
Nightafter ha scritto: su una roccia ial margine di un arenile.
refusino
Nightafter ha scritto: Un tempo instabile rendeva la giornata umida e fredda, rabbrividendo aveva serrato la zip del field jacket fino al mento e tirato su il cappuccio impermeabile.
Dopo "fredda", meglio i due punti esplicativi.
Nightafter ha scritto: Non si avvertivano altri rumori che lo sciacquio della risacca e le grida di qualche isolato gabbiano, trasse la pipa dal tascone della giacca, la caricò di tabacco e l'accese: la boccata di fumo fuggì inseguendo la forza del vento.
Metterei un punto dopo "gabbiano".
Nightafter ha scritto: Gli piacque la similitudine: benché la sua, sarebbe stata solo una morte civile.
Ti consiglio:
Gli piacque la similitudine, benché, dal suo punto di vista, sarebbe stata solo una morte civile.
Nightafter ha scritto: Lui provò sorpresa per quella comparsa inaspettata, sia perché non aveva ancora visto nessuno avventurarsi con quel tempo in riva al mare.
Sia perché, il sentiero che portava a quel tratto di spiaggia, era visibile in prospettiva fino alla littoranea più in alto, e non l'aveva intravista arrivare.
Siccome la congiunzione correlativa sia... sia ha la stessa funzione di tanto... quanto e di così... come, non puoi dividerla in due frasi!
Nightafter ha scritto: che continuava a spegnergli la fiamma dell'accendino, poi, aveva anche chiuso gli occhi per qualche istante.
Dopo  "accendino" ti consiglio la maggior pausa che ti fornisce il punto e virgola.
Nightafter ha scritto: Trascorserò
refuso nell'accento.
Nightafter ha scritto: Terminò di fumare e si levò per avviarsi, nel percorso incrociò 
Anche qui, dopo "avviarsi" ti consiglio il punto e virgola.
Nightafter ha scritto: incrociò la donna che assorta nella sua contemplazione gli voltava e le spalle;
Meglio fare un inciso:
 incrociò la donna che, assorta nella sua contemplazione, gli voltava le spalle;
Nightafter ha scritto: per proteggersi dal vento che gli sferava il volto e per fuggire quel momento d'imbarazzo.
sferzava
Nightafter ha scritto: A metà strada si volto all'indietro a guardarla: ma sulla spiaggia non c'era più.
voltò

Sopra, i miei suggerimenti, in prevalenza tecnici. Per i contenuti e lo stile il testo mi è piaciuto.

Per come la scrivi tu, anche se non originale, Intriga questa vicenda dell'ex autore di horror prolifico, ora caduto in una brutta crisi d'ispirazione, che va a cercarla in un paesaggio nuovo, la cui cornice racchiude una misteriosa figura piangente e in lutto. Aspetto il nuovo capitolo, caro @Nightafter    :)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [H2022R] Fuori contest - Juliette Pt.1

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Ciao mia diletta @Poeta Zaza 

che piacere rileggerti, temevo mi avessi abbandonato al mio misero destino, ma finalmente e gioiosamente ti ritrovo a commentare e correggere le ignominie dei miei racconti.
Grazie dunque preziosa amica mia.

Il dramma di questo autore di romanzi horror rispecchia il mio stato d'animo nel cimentarmi con questo racconto, in realtà non avevo proprio voglia di un racconto con gli elementi horror più consueti e scontati, quindi sto tentando di metterne giù uno con una trama più complessa.
Confesso di non aver ancora ben chiare le vicende che mi riuscirà di mettere in campo, ma poiché il contest è ormai andato, procederò con calma per chiarirmi idee e dubbi.
Vedremo se ne uscirà qualcosa di leggibile.

Grazie ancora e un grande abbraccio.  <3 <3 <3
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