La rivoluzione di un batuffolo di cotone Parte 1

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-Cosa stai cercando ?
Laura risponde distratta:  -niente sto solo cercando  dove ho messo le sigarette.
Simone la guarda, sa che cerca sempre quello che non ha. Eppure glielo avevano detto che  si naufraga  ad inseguire l’inconsistenza delle nuvole, ma lui non ha ascoltato i consigli dei sacerdoti della ragione o di  quelli che parlano come ragionieri al banco dei pegni del cuore. La vede pettinarsi i lunghi capelli neri, ogni colpo di spazzola sembra rilasciare nuove verità.  Seduto  la scruta, lei doma  quelle onde su quali lui  appende i suoi occhi.
-Come sto? 
Chiamato a giudice Simone si schiarisce la voce: - Stai come al solito.
Laura lo guarda torva: -Non sai dirmi che questo, complimenti per la fantasia, meno male che come mestiere fai il giornalista. 
Simone balbetta, prova a riprendere quota: - Volevo dire che stai bene con tutto.
Laura fa un sorriso stirato, quasi comandasse della plastica e non dei muscoli.
-Allora io vado, ti ho lasciato lo stufato di ieri e delle patate, mangia e fai qualcosa per te. 
Quando la vede aprire la porta sente la pelle del cuore staccarsi.
-Laura perché non resti con me ?
Lei, che ha già aperto la porta, la socchiude per un attimo e con tono senza emozioni dice:-Ne abbiamo parlato un milione di volte, tu hai voluto che io rimanessi qui, ma ormai le cose sono cambiate. Tutto mi soffoca, questa casa io non lo mai amata, è fredda, impersonale e poi questo color giallo paglierino mi dà la nausea.
-Posso chiamare un imbianchino, nel giro di due giorni è fatta, che colore ti piacerebbe? 
Laura apre la porta e avanza con un piede verso l’esterno.
- E ’questo il problema, tu chiami sempre qualcuno per risolvere i problemi che gli altri risolvono da soli. Simone inghiotte della saliva, quando si agita gli pare di sbavare come i cani dopo una corsa. 
-Mi hai conosciuto che lavoravo alla cronaca nera, non ho mai avuto la fortuna di essere uno che con le mani fa miracoli.
Laura accenna una risata.
-Questo è vero. 
Poi esce, il suo profumo invade tutta la stanza.
Simone si alza, riapre la porta:  -Parliamone, ogni ostacolo si supera se si vuole. 
Laura chiama nel frattempo l’ascensore. 
-Lo so perché fai questa scena, vuoi che non esca, che resti legata solo all’idea che altro uomo oltre te per me non possa esistere. 
Simone si sente affondare come una  nave che ha speronato uno scoglio, sta per replicare, ma Laura non gli dà spazio, l’ascensore arriva, lei apre le due porte e con un piccolo balzo è dentro. Simone si frappone e tiene la porta dell’ascensore aperta.
-Laura, io non posso stare senza di te. 
-Non sono una droga da cui si è dipendenti, me lo hai sempre detto tu, la dipendenza da qualcosa si chiama schiavitù.
Simone raccoglie tutte le sue forze, deve rinnegare se stesso, farlo ed  essere convincente.
-Una mia frase disarmata ora diventa la bandiera per giustificare le tue azioni.
Laura lo fissa seccata: -Lasciami andare, non senti che stanno chiamando l’ascensore?
-Chi se ne frega, chiunque sia può aspettare.
-Sei un egoista, uno che misura tutto solo su se stesso.
Cosi dicendo, Laura lo spinge indietro: Simone, quasi sorpreso dalla spinta, indietreggia, Laura esce dall’ascensore e comincia a scendere correndo per le scale. Simone la insegue, lei è veloce, ma con i tacchi è da equilibristi non cadere. Al secondo piano inciampa, cade, si rialza come se avesse al posto dei glutei  delle molle, ma la botta l’ha sentita, si attacca al corrimano perché il colpo è stato forte. Simone la raggiunge, nello scendere veloce ha perso una ciabatta. 
-Ti sei fatta male tesoro?
Laura è livida, i capelli così ben pettinati ora hanno assunto una strana forma, un’ unghia finta della mano destra si è spezzata e lei lancia un urlo cosi forte da sembrare un tuono.
-Lasciami stare e non chiamarmi tesoro, sei patetico come quello che scrivi! 
Quella frase è per lui una freccia al curaro conficcata nel cuore, stordito prova a replicare, ma Laura prosegue come se avesse un comandamento da dover rispettare. Simone risale le scale aggrappandosi al corrimano, ma gli manca l’ossigeno per arrivare in vetta. Quando arriva davanti al suo piano sente che dietro le porte serrate ci sono respiri e occhi che al riparo lo spiano. La sua porta lasciata spalancata sembra la bocca enorme di una balena pronta ad inghiottire un naufrago e lui si immerge come Giona dentro quelle fauci. In un primo momento non sente niente solo un dolore alla bocca dello stomaco come se si  stesse aprendo un buco.

Re: La rivoluzione di un batuffolo di cotone Parte 1

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Sarano ha scritto: mar nov 01, 2022 12:52 pm-Cosa stai cercando ?
Laura risponde distratta:  -niente sto solo cercando  dove ho messo le sigarette.
Alcuni consigli tipografici, innanzitutto.
Il trattino dei dialoghi va medio – (Alt+0150); quello breve serve per le parole composte, come "socio-politico"; dopo il trattino va lasciato uno spazio e occorre sempre la lettera maiuscola a inizio dialogo.
L'incipit quindi va riscritto così:
– Cosa stai cercando?
Laura risponde distratta: – Niente, sto solo cercando dove ho messo le sigarette.
Sarano ha scritto: mar nov 01, 2022 12:52 pmE ’questo il problema,
È (Alt 212), non E', e spazio dopo l'apostrofo:  È questo il problema.

Passo ora ai contenuti e mi soffermo sullo stile, perché essendo un primo capitolo di un brano più lungo è ancora impossibile esprimere giudizi sulla trama e i personaggi.
Ora, c'è chi ama le similitudini e chi, come me, ritiene che debbano essere dosate con grande parsimonia, perché se troppo frequenti perdono qualsiasi efficacia e risultano spesso noiose.
A prescindere dai gusti, credo che usarne sette in un brano di 4417 caratteri sia davvero eccessivo:
Sarano ha scritto: mar nov 01, 2022 12:52 pmfa un sorriso stirato, quasi comandasse della plastica e non dei muscoli.
Sarano ha scritto: mar nov 01, 2022 12:52 pminghiotte della saliva, quando si agita gli pare di sbavare come i cani dopo una corsa. 
Sarano ha scritto: mar nov 01, 2022 12:52 pmsi sente affondare come una  nave che ha speronato uno scoglio,
Sarano ha scritto: mar nov 01, 2022 12:52 pmcome se avesse al posto dei glutei  delle molle,
Sarano ha scritto: mar nov 01, 2022 12:52 pmQuella frase è per lui una freccia al curaro conficcata nel cuore
Sarano ha scritto: mar nov 01, 2022 12:52 pmLa sua porta lasciata spalancata sembra la bocca enorme di una balena pronta ad inghiottire un naufrago
Sarano ha scritto: mar nov 01, 2022 12:52 pmsi immerge come Giona dentro quelle fauci.
Se poi aggiungiamo i sembra e i come se, ne viene fuori un brano in cui la ricerca esasperata dell'immagine a effetto prevale di gran lunga sulla narrazione degli eventi: 
quelli che parlano come ragionieri al banco dei pegni del cuore.
ogni colpo di spazzola sembra rilasciare nuove verità
lei doma  quelle onde su quali lui  appende i suoi occhi.
sente la pelle del cuore staccarsi.
una mia frase disarmata ora diventa la bandiera per giustificare le tue azioni.
prosegue come se avesse un comandamento da dover rispettare
solo un dolore alla bocca dello stomaco come se si  stesse aprendo un buco.

Mi era piaciuto l'incipit quasi lirico, con l'inconsistenza delle nuvole e il banco dei pegni del cuore, ma lì ti saresti dovuto fermare, a mio avviso; invece hai continuato a infarcire questa paginetta con una serie di immagini che finiscono per rendere il brano oltremodo stucchevole: il lettore si perde nelle fauci della balena e non riesce a seguire lo sviluppo della storia. 
Parere mio, s'intende.

Ti segnalo infine questo svarione, che è di certo un refuso perché scrivi correttamente:
Sarano ha scritto: mar nov 01, 2022 12:52 pmquesta casa io non lo mai amata
Scusami se sono stato troppo critico e buon proseguimento.
https://www.facebook.com/nucciarelli.ma ... scrittore/
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Re: La rivoluzione di un batuffolo di cotone Parte 1

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Ciao @Sarano, quando ho letto il tuo racconto con l'intenzione di commentarlo non era ancora arrivato Marcello. Avevo scelto di commentare il tuo racconto per postare proprio perché era ancora a secco di feedback (è sempre emozionante dopo aver pubblicato ricevere i primi commenti, soprattutto se come in questo caso si ha intenzione di proseguire con il racconto in più episodi), ma come ho detto è già arrivato Marcello che ha ben altre competenze di editing rispetto al sottoscritto, quindi mi limiterò a un'analisi più soggettiva e mi scuso se magari ripeterò dei concetti che ti sono già stati esposti.

Innanzitutto, qualcosa sullo stile: devo dirti con sincerità che mi ha lasciato leggermente spiazzato; in alcune parti ho storto un po' il naso (ti segnalo più giù qualche frase che riscriverei o ripenserei), in altre ti ho fatto mentalmente i complimenti. Questo vuol dire che il materiale è buono ma un po' grezzo. C'è parecchio da sistemare, ci sono diverse imprecisioni, però la base di partenza direi che è buona. Ad esempio, ecco alcuni passaggi che ho gradito:
Sarano ha scritto: mar nov 01, 2022 12:52 pmSimone la guarda, sa che cerca sempre quello che non ha
Poche parole e il lettore ha già un'idea di come è caratterialmente Laura (o meglio, come è secondo Simone).
Sarano ha scritto: mar nov 01, 2022 12:52 pmLa vede pettinarsi i lunghi capelli neri, ogni colpo di spazzola sembra rilasciare nuove verità. 
Seduto  la scruta, lei doma  quelle onde su quali lui  appende i suoi occhi.
Bella la prima frase, ancora meglio la seconda
(a parte la formulazione sintattica, e occhio agli spazi. Molto meglio così: È seduto e la scruta. Lei doma quelle onde...). 
Sarano ha scritto: mar nov 01, 2022 12:52 pmQuando la vede aprire la porta sente la pelle del cuore staccarsi
Un po' estrema, ma originale, dai. Rende bene l'idea della sofferenza che lui prova in quel momento.
Sarano ha scritto: mar nov 01, 2022 12:52 pmE ’questo il problema, tu chiami sempre qualcuno per risolvere i problemi che gli altri risolvono da soli
È proprio il tipo di frase che direbbe una donna, quindi bravo. :)
Scherzo, però comunque è una frase credibile in un litigio, per questo mi è piaciuta perché non è sempre facile non suonare scontati quando si scrive di cose quotidiane come una lite tra fidanzati.
Sarano ha scritto: mar nov 01, 2022 12:52 pmquando si agita gli pare di sbavare come i cani dopo una corsa
Similitudine buffa ma efficace.
Sarano ha scritto: mar nov 01, 2022 12:52 pmMi hai conosciuto che lavoravo alla cronaca nera, non ho mai avuto la fortuna di essere uno che con le mani fa miracoli.
Laura accenna una risata.
-Questo è vero. 
Questo passaggio mi è piaciuto perché c'è un'ironia nella battutina che ho trovato divertente e allo stesso tempo sia "pungente" che "affettuosa". In realtà non so spiegarmi meglio di così...
L'unica cosa, forse puoi costruire la frase per rendere la battuta ancora più netta (ad esempio, invece che solo "Questo è vero" lei potrebbe dire: "Lo so bene, non solo con quelle!" e inoltre puoi aggiungere un po' di colore in più descrivendo come lo dice, la faccia che fa, ecc...) 
Sarano ha scritto: mar nov 01, 2022 12:52 pmSimone raccoglie tutte le sue forze, deve rinnegare se stesso, farlo ed  essere convincente.
Altra frase che mi è piaciuta anche se non so spiegare benissimo il perché. Forse perché ho apprezzato l'abilità di sintesi.
Sarano ha scritto: mar nov 01, 2022 12:52 pmQuella frase è per lui una freccia al curaro conficcata nel cuore,
Ammetto la mia ignoranza, non conoscendo il curaro mi è suonata un po' strana alla prima lettura, però poi ho capito (quindi problema mio) e ho trovato la metafora efficace.
Sarano ha scritto: mar nov 01, 2022 12:52 pmLaura prosegue come se avesse un comandamento da dover rispettare.
Anche questa similitudine mi è parsa interessante e mi ha trasmesso bene sia il concetto che l'immagine di questa donna che nulla può fermare dal suo intento.
Sarano ha scritto: mar nov 01, 2022 12:52 pmLa sua porta lasciata spalancata sembra la bocca enorme di una balena pronta ad inghiottire un naufrago e lui si immerge come Giona dentro quelle fauci.
Ennesima metafora (anzi ne sono ben due nella stessa frase) interessante. Forse la più bella del racconto: la porta come fauci spalancate su un destino tragico... niente male.

Ecco, però, che da qui mi collego all'esimio Marcello che mi ha preceduto per passare alle note dolenti: 
Io probabilmente amo giusto un po' più di lui la figura retorica e la metafora, visto che tra i pezzi che ho apprezzato ti ho segnalato alcune di queste. Ci sta, su alcune cose magari è questione di gusti; però, essenzialmente mi trovo d'accordissimo con lui sul fatto che hai davvero davvero esagerato. Un brano così breve, e soprattutto che dovrebbe servire principalmente da prologo o comunque da porta d'ingresso del lettore nella storia, secondo me non può essere così pieno di frasi a effetto, di espressioni retoriche o che cercano di far pensare al lettore "oh, questo scrive davvero bene, guarda che similitudine!". L'obiettivo, sempre secondo me si intende, dovrebbe essere invece quello di presentare uno o più personaggi in modo credibile (ci sei riuscito solo in parte), oppure un'evento particolare o un determinato mondo in cui la storia si muoverà... insomma, lo scopo di un capitolo iniziale è quello di incuriosire il lettore e spingerlo ad andare avanti con la lettura, e più che tentare di farlo con un certo tipo di scrittura ad effetto (che al contrario rischia di infastidire, piuttosto, se non supportata da una trama con i fiocchi) credo sia più semplice da raggiungere con una costruzione narrativa solida e accattivante, e soprattutto con la consapevolezza di cosa si voglia comunicare. Ad esempio, questo capitolo mi ha detto che c'è un uomo che tenta di non far andar via la propria donna e che alla fine non ci riesce e ne è affranto. Nulla più. Perché dovrei desiderare girare la pagina per andare avanti a saperne di più? Se mi avessi incuriosito maggiormente con un protagonista "sui generis", oppure facendomi immedesimare in lui, sarebbe diverso. Se mi avessi spiazzato con un'azione inaspettata da parte sua o della ragazza, oppure con l'introduzione  a sorpresa un terzo personaggio, oppure ancora con un evento improvviso sul finale del capitolo... insomma, manca un po' di contenuto, oltre che esserci qualche problema stilistico (occhio alla punteggiatura, te l'ha spiegato benissimo Marcello, oppure alla cura degli spazi e dei dialoghi).

Scusami nel caso ti sembrassi troppo critico o che il mio commento suonasse come quello di chi vuole insegnare qualcosa, non è affatto la mia intenzione (né ne sarei capace). È solo un parere e un consiglio. Credo quello che secondo me è il problema principale di questo racconto sia frutto semplicemente della poca esperienza nella scrittura e della mancanza di feedback abbastanza dettagliato. Credo che seguendo i consigli che riceverai da chi ti leggerà migliorerai tanto e troverai il modo migliore di raccontare le tue storie, perché la base è piuttosto buona. Io personalmente scrivevo molto peggio prima di approdare sul WD (di cui Costruttori di Mondi è il discendente diretto) e forse lo faccio ancora! ;)
Un saluto e a rileggerti presto!
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