[LMI172-Fuori Contest] La scelta Pt.3

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[MI 172] Lacrime e pioggia - Costruttori di Mondi


[LMI172-Fuori Contest] La scelta Pt.3


Visto che esitava a scendere dall’auto, restammo ancora qualche momento a parlare nella penombra dell’abitacolo; fuori si erano accesi i lampioni, era già calata la sera.
- Perché hai voluto conoscermi? - Chiese, senza guardarmi in viso.
Abbassai il finestrino e accesi una sigaretta, mettendo mentalmente insieme la risposta.
- So che non si risponde a una domanda con un’altra domanda, - dissi - ma mi perdonerai se lo faccio: Tu perché hai accettato questo appuntamento?
Alzò il viso e fece un piccolo sorriso.
- Da questa risposta si capisce che sei uno esperto.
Non capivo cosa intendesse: - Esperto di cosa?
- A giocare con le parole e anche a nasconderle.
Soffia il fumo fuori del finestrino, era meno sprovveduta di quanto avessi pensato: - Ti ho vista al balcone con le tue amiche, mi sei piaciuta, volevo conoscerti: tutto qui.
Sorrise e guardandomi in viso, replicò: - Tutto qui?
La frase suonò con una nota allusiva, come dubitasse sulla vera ragione.
Ma escludevo sapesse che l’avessi vista alla sua finestra.
- Sì. Ti pare strano? E tu invece?
- Per me è stato lo stesso: non ti avevo mai visto, ma ho sentito la tua voce al telefono e come ti esprimi: ho pensato fossi interessante, perciò sono venuta.
C’era silenzio, il buio e nessuno in giro, ci guardavamo negli occhi senza più parlare: gettai la cicca dal finestrino.
Non so perché lo feci, ma ero certo che lo desiderasse. Credo che se non l’avessi fatto se ne sarebbe avuta a male; pensando di non essermi piaciuta, di aver deluso le mie aspettative.
Anche se era così, ferirla mi spiaceva, quindi mi accostai, le presi il viso e ci baciammo.
Aveva labbra grandi come me, un cuscino di morbidezza, ma una cosa era certa: non sapeva baciare nonostante l’impegno che ci metteva.
Forse non aveva mai avuto nessuno che le insegnasse a farlo, di fatto mi stava martoriando labbra e lingua con i denti.
- Ce l’hai un ragazzo? - le domandai in una pausa per riprendere fiato.
- No, non l’ho.
- Non l’hai ora, o non l’hai mai avuto?
- Mai avuto. - Abbassò gli occhi.
Mi salì un senso d’ansia, un piccolo campanello d’allarme.
- Scusa: ma quanti anni hai?
- Ne faccio diciotto fra sei mesi. - rispose con un filo di voce.
 “ Cazzo! Una minorenne! ” stavo in macchina a limonare, fra l’altro in maniera disastrosa, con una minorenne.

Ma che cavolo combinavo, ero impazzito?
Certo non ero un santo, ma questa cosa era da pedofili.

Cercando di non mostrare lo sconcerto, per non mortificarla, le carezzai il viso e dissi: - Senti: si è fatto tardi. Scusami, ma dovrei rientrare.
- Sì, scusami tu. - disse confusa - Ti sto facendo tardare.
Sporgendosi cercò la borsetta sul sedile posteriore.
- C’è una cosa per te lì: prendila. - dissi.
Le avevo portato una rosa baccarà a gambo lungo, confezionata nel cellophane con una gala rosa, pensavo che una piccola galanteria non avrebbe guastato.
- Oh! Per me? - esclamò sorpresa e felice - Ma grazie! Non dovevi.
- Figurati. Dai, ci sentiamo. Ti chiamo io. - Conclusi.
- Sì. Grazie di tutto, sei stato molto gentile. Ti auguro una felice serata.
- Grazie. Anche a te.
Mi diede un bacio di sfuggita mentre usciva dall’auto.
La vidi avviarsi con passo rapido e la sua rosa stretta in mano.
Ero sicuro che non ci saremo più rivisti.
Non avevo ancora tradito mia moglie in quindici anni di vita insieme, di certo non intendevo iniziare a farlo con una diciassettenne illibata.
Per me era storia chiusa.

Trascorsero due anni e mezzo, la mia carriera di lavoro toccava nuove tappe e soddisfazioni, mia figlia cresceva bene e la mia vita matrimoniale procedeva serena.
Non mi ero dimenticato di lei, la ricordavo come un piccolo episodio, tutto sommato positivo della mia esistenza.
Qualcosa a cui ripensare con il sorriso di una sciocchezza fatta, ma anche con la convinzione di aver fatto la cosa più giusta.
Non avevo avuto difficoltà a togliermela di mente.
Certo, non essermi più fatto sentire, aveva il sapore di una fuga, sulle prime non l’avrà presa bene: avrà pensato che fossi uno dei soliti stronzi, cosa non lontana dalla realtà.
Ma dopo, avrà superato la cosa: altri incontri e pensieri saranno venuti a riempirle la vita.
Se avessi abusato della sua inesperienza, chiedendole solo del sesso consumato clandestinamente, mi sarei sentito simile e forse anche peggiore di quel maiale che la faceva denudare alla finestra per il suo piacere solitario.
Alla fine mi avrebbe disprezzato e forse odiato per averla usata come un oggetto, senza scrupoli.
Col mio agire ero convinto di aver salvato il rispetto della sua giovinezza e quello di me stesso.

Una mattina di primavera, al termine di quel periodo, mentre ero immerso nel lavoro, trillò il telefono alla mia scrivania.
Pensai un po’ seccato alla chiamata di un fornitore con qualche rogna urgente: perché di regola queste telefonate le ricevevo solo nel pomeriggio.
Infastidito sollevai la cornetta e risposi ritualmente:
- Centro immagine Fashion Work: buongiorno.
- Ciao, ti ricordi di me? - disse una voce flautata.
Ci fu un attimo di silenzio: perché conoscevo quella voce: era la sua.
La prima reazione nel sentirla fu simile allo stare con scarpe nuove nella fossa di un pantano.
Risposi, simulando un tono naturale: - Sì. Ciao, come stai?...
- Io bene. Ma, non ti sei più fatto sentire. - Era un’accusa, ma più delusione che di rimprovero.
Cercai qualcosa da dire per emergere dal disagio:
- Hai ragione, perdonami. Ma sai: il lavoro, gli impegni, la famiglia. Sempre di corsa. - Annegai nella più penosa banalità.
- Mi è dispiaciuto sai? Proseguì a mezza voce.
- Hai ragione ti capisco, sono stato pessimo. Ho rinviato, poi il tempo passava. Anche tu non hai richiamato: ho pensato che mi avessi dimenticato.
- No. Ti ho ricordato sempre.
Non sapevo che risponderle, rimasi in un silenzio colpevole.
- Ricordi la rosa che mi hai regalato quella sera? - Chiese.
- Sì, certo...
L’ho tenuta sai? Si è seccata tra le pagine di un libro.
“Oh! Cristo! Pure la rosa come reliquia” mi dissi mentalmente.
Tentai di sviare il discorso:
- Avrai terminato gli studi, immagino: ti sarai diplomata.
- Certo, anche con ottimi voti. Infatti ho trovato lavoro da un anno.
- Bello! E cosa fai?
- Sono nella segretaria di uno studio notarile del centro.
- Forte! Avrai molto da fare e delle responsabilità. Ti trovi bene?
- Boh! Più che altro faccio fotocopie e archiviazioni. Comunque sì, mi trovo bene. Poi alle cinque e mezza, se non ci sono cose urgenti o pratiche da completare si esce.
- Sono contento, almeno tu stacchi presto. Io qui faccio degli extra non retribuiti quasi ogni giorno: va bene se sono a casa per la cena.
- Povero martire del lavoro. - rise sottovoce.
- Ma, ora mi stai chiamando dall’ufficio?
- Sì perché?
- Non va bene, se ti beccano ti cazziano.
- Tranquillo, sono in archivio da sola, qui è il mio territorio.
- Ah! Ok. Ma fai attenzione. - sorrisi anch’io.
- Comunque, mi ha fatto piacere risentirti. - cercai di terminare la conversazione
- Se ti va combiniamo un altra chiacchierata in cremeria, che dici?
Aggiunse velocemente prima di congedarci.
Ero perplesso, non mi aspettavo rilanciasse la cosa.
- Sì, si può fare, allora ti chiamo per combinare.
Svincolai con una improbabile promessa.
- Sai in questo tempo sono molto cambiata. - disse - Dato che non credo che mi richiamerai, ti propongo di vederci già questa sera dopo il lavoro.
Mi aveva messo all’angolo. Sicuramente era cambiata: almeno nel saper prendere l’iniziativa.
- ‘Sta sera dici? Non se posso?  Devo vedere. -  Tentennai.
- Piantala! Se non ti va: dillo subito. Ricorda che sei in debito con me dalla promessa di quella sera. - rise - Poi, Guarda che non ti mangio.
Era diventata più sicura di sé e anche più spiritosa.
- Figurati se ho paura d’essere mangiato.
- Non si sa mai! - Rise ancora di gusto. - Ok! Allora ci vediamo alle sei: passami a prendere qui al lavoro.
Mi dette l’indirizzo e il nominativo sul citofono dello studio notarile.
In effetti aveva ragione, ero in debito.

Poi, che problema c’era?
Non mi avrebbe mangiato, né io avrei mangiato lei, avremo chiacchierato per un’oretta, poi ognuno a casa propria.


(Continua)

Re: [LMI172-Fuori Contest] La scelta Pt.3

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Nightafter ha scritto: -  Perché hai voluto conoscermi? - Chiese, senza guardarmi in viso.
Dopo la lineetta di chiusura del discorso diretto, quello che segue va iniziato in minuscolo.
Nightafter ha scritto: Qualcosa a cui ripensare con il sorriso di una sciocchezza fatta,
ti suggerisco di aggiungere l'aggettivo "indulgente" al sorriso. 
Nightafter ha scritto: mi sarei sentito simile e forse anche peggiore di quel maiale che la faceva denudare alla finestra per il suo piacere solitario.
A questo proposito, perché hai scelto di non indagare su questo fatto, magari prendendola alla larga, quando erano in macchina a parlare, la prima volta? La risposta dell'allora minorenne avrebbe chiarito che tipo di persona fosse.

Nightafter
  ha scritto:- Se ti va combiniamo un altra chiacchierata in cremeria, che dici?
Aggiunse velocemente prima di congedarci.
aggiunse (minuscolo) e senza andare a capo
Nightafter ha scritto:
  ha scritto: - Sì, si può fare, allora ti chiamo per combinare.
Svincolai con una improbabile promessa.
Dopo "combinare" e il punto, ci va la lineetta di chiusura del discorso, e poi "svincolai" in minuscolo, senza andare a capo.
Nightafter ha scritto: - ‘Sta sera dici? Non se posso?  Devo vedere. -  Tentennai.
- Piantala! Se non ti va: dillo su
Non 'Sta sera ma Stasera. Non so se posso. (senza punto interrogativo). Tentennai in minuscolo.
Nightafter ha scritto: - Piantala! Se non ti va: dillo subito. Ricorda che sei in debito con me dalla promessa di quella sera. - rise - Poi, Guarda che non ti mangio.
Te la riscrivo:
- Piantala! Se non ti va, dillo subito! Ricorda che sei in debito con me dalla promessa di quella sera - rise. 
E poi: - Guarda che non ti mangio.
Nightafter ha scritto: - Non si sa mai! - Rise ancora di gusto. -
rise

Buono questo capitolo, caro @Nightafter  :)

Notevoli progressi nella punteggiatura e sintassi e una efficace costruzione dei dialoghi.
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [LMI172-Fuori Contest] La scelta Pt.3

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Ciao mia diletta @Poeta Zaza,

devi perdonarmi se solo oggi rispondo al tuo commento.
Contavo di farlo molto prima, ma è accaduto un fatto doloroso che mi ha, da prima distratto, poi fatto scordare di questo tuo prezioso, come tutti quelli che mi hai donato in passato, contributo critico.
Purtroppo dopo una lunga malattia è venuto a mancare il mio vecchio cane Flako, che avevo preso quasi dieci anni fa da un canile di Bologna.
Inutile dire che anche se aveva tredici anni d'età, che per un cane della sua taglia era un'età considerevole, averlo perduto ha causato un dolore profondo a me e mia moglie.

Mi dici, e quindi gongolo:
"Notevoli progressi nella punteggiatura e sintassi e una efficace costruzione dei dialoghi."

Vorrei vederli anche io amica mia, ma di racconto in racconto, ritrovo di continuo gli stessi problemi, o ne scopro dei nuovi.

Grazie ancora e un abbraccio grande. <3

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