[LAB 4] Iron Man cap 1

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Iron Man


Si chiamava Silvano, per tutti era Sino, io lo avevo soprannominato “Iron Man” (l’uomo d’acciaio).
Come uno dei personaggi dei fumetti Marvel ideati da Stan Lee negli anni ‘60, per le sue peculiarità fisiche.
Ma di quel nomignolo non avevo mai detto a lui né a nessun altro, per timore che glielo riferissero e la cosa non era consigliabile: poiché non non aveva un gran senso dell’humor e difficilmente l’avrebbe gradita.
Sino non leggeva fumetti, dubitavo che ne avesse mai aperto uno in vita sua, non aveva tempo da perdere e cose più serie di cui occuparsi.
Era d’animo buono e generoso, di quel senso della lealtà e dell’onore che una volta albergava negli uomini giusti.
Ma di carattere era assai suscettibile: se lo irritavi era meglio che ti eclissassi dal quartiere o ancor meglio dalla città.
Perché farlo arrabbiare era la cosa più sbagliata che potevi compiere nella tua giovane vita.

In quel tempo avevo quattordici anni ed ero poco più che un bambino, lui ne aveva diciassette e bambino, forse, non lo era mai stato.
Non era molto alto, sul metro e cinquantacinque: come me proveniva dalla Sardegna, entrambi avevamo alle spalle una famiglia che aveva abbandonato la terra d’origine per trovare lavoro nel ricco nord del paese.
Silvano riassumeva su di sé le note morfologiche dello stereotipo corrente più diffuso sul maschio sardo: basso di statura, nero di capelli, scuro di carnagione, asciutto e tonico nel corpo, di carattere ombroso e stringato di parole, testa dura come bronzo, ma non solo in senso lato.
Bisognava stargli lontani quando imbestialito decideva, nella più classica tradizione isolana, d’impiegare come arma impropria quella testa, piccola ma tosta come granito: dei nasi sanguinanti e i denti rotti, lasciati sulla sua strada si perdeva il conto.

Sino lavorava dall’età di quattordici anni, contribuiva in modo sostanziale al mantenimento della sua famiglia, composta dai genitori e quattro fratelli più piccoli, inclusa una nonna ottantenne a carico.
Possedeva un livello d’istruzione assai basico, fermo alla seconda media, che aveva abbandonato per cercarsi un lavoro.
Da subito lo aveva trovato, in nero, come manovale nell’edilizia o a scaricare cassette d’ortaggi e frutta ai mercati generali.
Mestieri che richiedevano grande energia e forza fisica, cosa di cui era straordinariamente dotato.
Dopo diversi impieghi precari, aveva trovato lavoro fisso, come posatore delle linee tranviarie, presso la società di trasporti torinesi.
Viveva in una delle fatiscenti palazzine popolari, con lunghe balconate a ringhiera della via San Secondo, nel tratto prossimo alla piazzetta di mercato del quartiere.
Ci fu un periodo di quasi un mese nel quale, come manovale del cantiere di rifacimento della linea tranviaria della via, lo si poteva vedere alacremente all’opera.
Con un paio di jeans lisi e stinti, a torso nudo, nella calura di quella stagione estiva, si prodigava in maniera instancabile per tutte le otto ore del lavoro.
Aveva qualcosa di epico col corpo brunito dal sole, le fasce muscolari guizzati e in grande evidenza sotto la pelle lucida di sudore; pareva uno di quegli attori dei film storici su Maciste in voga negli anni sessanta.
Avanzava portando su ogni spalla una traversina in massello di rovere del peso complessivo di novanta chili: quelle che si posano regolarmente distanziate e su cui vengono imbullonate le rotaie, con una facilità di due fuscelli.

La sera dopo cena lo si vedeva sempre al baruccio sull’angolo tra la via San Secondo e la via Legnano: il cosi detto “bar di Anna”, per via del nome della bella e giovane figlia del proprietario dell’esercizio.
Quella ragazza allora diciottenne era una piccola stella luminosa in quell’angolo di via di un quartiere operaio, fatto di vecchi palazzi ingrigiti dal tempo con angusti cortili ombrosi che sapevano di orina di gatto, nei quali i bambini giocavano a “campana” o ai “Quattro cantoni”.
Il fascino di quella incantevole brunetta era un richiamo irresistibile per tutti i maschi del quartiere in età post-puberale, che con la loro presenza colmavano le due salette del locale, consumando smisurate quantità di bevande, panini e quant’altro.
L’unico che non fosse lì per il fascino della giovane barista era Sino, il quale aveva occhi solo per tale Ornella Tenerelli, al quale era legato sentimentalmente da diverso tempo.

Questa Ornella era una biondina mia coetanea d’età, un corpicino esile e ben fatto, una grazia del portamento e dei modi che la elevavano sopra la mediocrità delle ragazzine che popolavano il rione.
Dal visino triangolare, valorizzato da un corto caschetto alla “Caterina Caselli”, si espandeva la luce di due occhi azzurro cielo, tanto luminosi da ricordare lo scintillio del diamante: uno sguardo che, nell’incrociarlo, ti abbagliava, scalzando ogni ombra dal più profondo recesso della tua anima.
La bella Ornella era figlia di una coppia che possedeva un banco di calzature al mercato che ogni giorno si teneva tra la via Legnano, nella quale abitavo con i miei e l’adiacente piazzetta San Secondo.
Anche a me Ornella piaceva una cifra: la vedevo presente al banco dei genitori ad assecondarli nella vendita durante le vacanze scolastiche o nelle giornate di sabato, in cui il mercato era attivo fino a tardo pomeriggio.
Ci conoscevamo in maniera epidermica, come si conoscevano più o meno di vista tutti i giovani del quartiere, ma non perdevo occasione di visitare il suo banco pur di poterla avvicinare.
Oltre alle calzature il banco offriva anche qualche articolo accessorio inerente al prodotto principale, ovvero: lacci per scarpa, calzascarpe, lucidi da scarpa, solette plantari anti odore e spazzole in crine.
Spendevo ormai quasi l’intera esigua paghetta settimanale per acquistare qualcosa al suo banco.
Al punto che mia madre iniziava a preoccuparsi che non avessi sviluppato una qualche parafilia riguardante il feticismo del piede.

Data quell’assiduità in veste di cliente, il nostro rapporto divenne più confidenziale.
Ma con mio grande sconforto, nelle nostre saltuarie chiacchierate, risultava chiaramente che l’unico ragazzo che le interessasse fosse l’energico e "roccino" ragazzo sardo.
Lui era divenuto una specie di eroe per i ragazzini più giovani, che ogni tanto facevano capannello intorno a lui e gli chiedevano di mostrargli la sua forza proverbiale.
Lui si conceda divertito e li dilettava con cose tipo piegare a “U”, con le mani, un tondino di ferro del diametro di quasi due centimetri, quelli usati per armare il cemento; oppure faceva la “bandiera umana”, reggendosi con le braccia stese a un palo segnaletico sull’angolo della via e portando il corpo a squadra con l’asta del palo stesso.
Aveva mani grosse e callose come pale di un Caterpillar e braccia scolpite di nervature, con bicipiti da gorilla.
Quelli meno informati e più ardimentosi del bar osavano misurarsi con lui a “braccio di ferro”, in quelle occasioni rischiavano di farsi spezzare l’arto, mentre lui, distrattamente, con la mano libera sorseggiava una tazzina di caffè.

Ma l’apice della sua fama lo raggiunse una sera proprio al bar di Anna.
Il bar, essendo l’unico luogo un po’ vitale del rione dopo le otto di sera, oltre che da giovani era frequentato anche da adulti d’ogni età: operai e pensionati che trascorrevano la serata con un bicchiere di vino o birra, calandosi in lunghe partite a briscola o scopone.
Fra i clienti, non di rado, comparivano anche piccoli esponenti della malavita del quartiere: i quali benché noti per le loro illecite attività, facendosi i fatti propri e senza dare fastidio alcuno, si mescolavano agli altri avventori.
Ma vi era tra loro un soggetto particolarmente losco e malvisto da tutti per via del mestiere che praticava: era protettore di prostitute.
Nel gergo sabaudo era chiamato “garga”: diminutivo del termine “gargagnano” che indicava appunto l’attività di pappone.

Re: [LAB 4] Iron Man

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Nightafter ha scritto: “Iron Man” (l’uomo d’acciaio).
Hai scelto di declinare la traccia in senso lato, con metafore, similitudini e affini. Spero siano ammessi, visto che @Poldo , nel topic delle descrizioni, non aveva risposto alla mia domanda specifica. Spero per te nel silenzio-assenso.  :si:
Nightafter ha scritto: testa dura come bronzo, ma non solo in senso lato.
Idem come sopra.
Nightafter ha scritto: dei nasi sanguinanti e i denti rotti, lasciati sulla sua strada virgola si perdeva il conto.
Nightafter ha scritto: Avanzava portando su ogni spalla una traversina in massello di rovere del peso complessivo di novanta chili: quelle che si posano regolarmente distanziate e su cui vengono imbullonate le rotaie, come se fossero due fuscelli. con una facilità di due fuscelli.
Nightafter ha scritto: Quella ragazza allora diciottenne era una piccola stella luminosa
meglio mettere come inciso, tra due virgole, "allora diciottenne"
Nightafter ha scritto: che ogni giorno si teneva tra la via Legnano, nella quale abitavo con i miei virgola e l’adiacente piazzetta San Secondo.
Nightafter ha scritto: la vedevo presente al banco dei genitori ad assecondarli aiutarli nella vendita durante le
Nightafter ha scritto: Ma virgola con mio grande sconforto, nelle nostre saltuarie chiacchierate, risultava
Nightafter ha scritto: i quali virgola benché noti per le loro illecite attività, facendosi i fatti propri e senza dare fastidio alcuno, si mescolavano agli altri avventori.
Nightafter ha scritto: poi virgola con quel pezzo di naso mancante che gli rendeva il viso simile a un teschio, incuteva rispetto e paura.
Nightafter ha scritto: La sera non si limitava a ordinare un semplice bicchiere di vino o birra, per tirarsela da duro chiedeva Johnnie Walker o Chivas Regal con ghiaccio, ripetendo più volte la consumazione.
Dopo "birra", ti consiglio il punto e virgola.
Nightafter ha scritto: Non aveva brutti gusti musicali Nasino, prediligeva pezzi di Celentano, Mina, Ricchi e Poveri e Giganti.
prima di "prediligeva", vedo meglio i due punti. Anticipano una spiegazione.
Nightafter ha scritto: che virgola in quel momento,
Nightafter ha scritto: La sala nell’udire quelle parole si fece di colpo silenziosa: la tensione nell’aria era densa come una gelata invernale che cristallizza di colpo la vegetazione di un campo.
Bellissimo questo flash sulla tensione!  (y)
Nightafter ha scritto: mi sorbì
Qui ti segnalo tre passati remoti che, avendo come soggetto "io", prevedono due "i" consecutive nel finale.
Nel caso sopra, non "mi sorbì" ma "mi sorbii".
Chiaro che sia, questo come gli altri, un errore causato dalla fretta, ma so che tu vuoi che ti faccia notare anche queste cose.
Nightafter ha scritto: Era commovente quell’attenzione per la cultura: non stetti a sindacare sul perché e per come avrebbero dovuto rovinarsi nel nostro colloquio, ma preferì posarli
preferii
Nightafter ha scritto: Deglutì
deglutii
Nightafter ha scritto: Pensai anche a Ornella e a quanto fosse stronza nonostante il visino angelico.
Col cazzo che sarei mai tornato a comprare delle stringhe per scarpe su quella bancarella di merda.
Bel finale!

Bravo, @Nightafter  :)

A me il tuo racconto è piaciuto, e ti faccio i complimenti per come l'hai correttamente scritto e per certe frasi che sono delle "perle" come quella
che ti ho segnalata. Visto che è lungo, tutte le pulci delle virgole da aggiungere o cambiare sono poche rispetto a tutte le rimanenti (tante) che 
hai correttamente inserito. 
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [LAB 4] Iron Man

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Nightafter ha scritto: Nasino si ritrovò sulle spalle di Sino come fosse una delle traversine
Ciao @Nightafter! Ho letto con gusto il racconto e mi sono lasciata trasportare un po’ indietro nel tempo in un luogo che potrebbero essere qualsiasi paese della nostra bella penisola. La storia è semplice e perfetta per il tema del laboratorio. 
Il testo abbonda di descrizioni che rendono tutto molto “visibile” . Il ritmo rallenta e anche le scene più di azione risentono di tale andamento flemmatico.
Ci sono pennellate d’autore che apprezzo sempre tantissimo. Credo che avresti potuto tagliare alcune parti descrittive compattando la descrizione fisica di Sino alla prima parte (ho visto che l’hai dilatata parecchio in tutta la prima parte del testo, a volte ribadendo concetti già chiari).
Una piccola annotazione Sino e Nasino (che messi insieme a traversine mi hanno fatto sorridere) sono molto simili come nomi. Forse un soprannome diverso per “Nasino” agevolerebbe la lettura. Se non ricordo male anche Federico da Montefeltro aveva il naso tagliato (credo se lo sia fatto tagliare per vederci meglio dopo aver perso un occhio) 
Descrizioni al top! Complimenti 🎉 
 

Re: [LAB 4] Iron Man

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Grazie carissima @@Monica 
per il gradito commento e i complimenti.
Come sovente mi accade traggo ispirazione per i miei racconti dal
mio vissuto prrsonale.
I personaggi sono tutti reali, me compreso che non ci faccio una figura di cui andare fieri.
Pertanto ho mantenuto i loro nomi: Nasino veniva universalmente chiamato così, al punto che non ho mai conosciuto il reale nome che avesse.
La dolce Ornella a esempio (il buongiorno si vede dal mattino) ebbe poi un proseguo di carriera di notevole interesse.  :D Ma, questa è un'altra storia che forse mi verrà di raccontare.
Grszie ancora e un abbraccio. <3

Re: [LAB 4] Iron Man

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@Poeta Zaza mia dolcissima amica, nonché editor prezioso e ufficiale di tutte le schifezze che produco :P
Mille grazie per le tue note, senza le quali continuerei a calpestare indegnamente e senza ritegno la lingua italiana.
Mi fa enorme piacere lo scoprire un migloramento nell'impiego delle virgole.
Alla fine la tua pervicace battaglia nel tentare d'istruirmene all'uso, qualche risultato lo sta dando :D 
Grazie infinite per la tua affettuosa pazienza.
Un bacione grande <3

Re: [LAB 4] Iron Man

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Ciao @Nightafter,
Nightafter ha scritto: Si chiamava Silvano, per tutti era Sino, io lo avevo soprannominato “Iron Man” (l’uomo d’acciaio).
Come uno dei personaggi dei fumetti Marvel ideati da Stan Lee negli anni ‘60, per le sue peculiarità fisiche.
Per stare dentro i 10.000 caratteri eliminerei tutta la parte dopo Iron Man. Non credo ci sia bisogno di specificare chi sia. 
Nightafter ha scritto: Non era molto alto, sul metro e cinquantacinque:
Toglierei il molto. Un metro e 55... direi che è decisamente basso.
Nightafter ha scritto: nei quali i bambini giocavano a “campana” o ai “Quattro cantoni”.
Metterei quattro cantoni minuscolo, in uniformità con campana.
Nightafter ha scritto: ovvero: lacci per
Secondo me i due punti non sono necessari. 
Nightafter ha scritto: ormai quasi l’intera esigua paghetta settimanale per acquistare qualcosa al suo banco.
Al punto che mia madre iniziava a preoccuparsi che non avessi sviluppato una qualche parafilia riguardante il feticismo del piede
In stile moglie di Fantozzi con il pane!
Nightafter ha scritto: clienti, non di rado, comparivano anche piccoli esponenti della malavita del quartiere: i quali benché noti per le loro illecite attività, facendosi i fatti propri e senza dare fastidio alcuno, si mescolavano agli altri avventori.
A mo' di esempio, sempre con l'obiettivo di tagliare qualche carattere, potevi tagliare la parte di frase dopo quartiere.
Hai ragione nel dire che le emozioni non si tagliano, e il tuo testo è ricco di emozioni che si trasmettono in chi legge, ma qualche sforbiciatina qua e là potevi darla tranquillamente e non avresti snaturato il tono del testo.
Nightafter ha scritto: Nasino gestiva tre attempate peripatetiche che la sera offrivano, senza grande commercio, ciò che restava delle proprie grazie nelle traverse prossime alla vicina stazione di Porta Nuova.
La descrizione di Nasino è magistrale.
Nightafter ha scritto: de “Le Nuove”: penitenziario cittadino, si arrangiava a campare come gli capitava.
Metterei una virgola al posto dei due punti.
Nightafter ha scritto: apostrofo con
Apostrofò.
Nightafter ha scritto: per altro odiavo il calcio, non avevo mai calciato un pallone, figuriamoci se avevo intenzione di dare un calcio alla buona sorte.
Bello!
Nightafter ha scritto: un ameno filmetto con Franchi e Ingrassia, due comici siciliani che imperversavano nelle commedie dei film leggeri di quel periodo.
Anche qui, via la spiegazione su Franco e Ciccio.
Nightafter ha scritto: I libri costano. Li hanno pagati i tuoi genitori, col loro lavoro e devi rispettarli. Non va bene che si rovinino.
Ci sono parti deliziose nel tuo racconto. Come questa...
Il finale è fantastico. 
Il racconto nell'insieme mi è piaciuto molto. Semplice, lineare, un amarcord in cui ci si riconosce e immedesima. Credo che potresti snellirlo un pochino, anche al di là dei limiti richiesti dal contest, e il testo ne gioverebbe.
Ottime le descrizioni, le vere protagoniste del tuo racconto.
Comunque davvero una bella lettura!

Re: [LAB 4] Iron Man

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Buongiorno @Nightafter piacere di averti letto. Il tuo racconto, oltre ad avermi immersa in un'altra epoca con descrizioni accurate, è a tratti spiritoso, cosa che ho apprezzato molto.
Hai già ricevuto molti suggerimenti, provo a fare del mio meglio
Notte dopo ha scritto: poiché non non aveva un gran senso dell’humor e difficilmente l’avrebbe gradita
Sicuramente [font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]errori di battitura, il doppio non, poi "gradita", essendo riferito a nomignolo, va modificato in "gradito".[/font]
Notte dopo ha scritto: non aveva tempo da perdere e cose più serie di cui occuparsi
Non mi suona, essendoci il "non" direi che non ci puoi abbinare quel che invece doveva fare.
Nightafter ha scritto: Aveva fama d’essere uno svelto di mano e di coltello, una sorta di brutale picchiatore professionale
Questa frase per me stona con il fatto che le prende talmente in malo modo, da cambiare zona, anche perché lo descrivi pure ben piazzato. In altri punti fai intuire che è più la fa che la realtà, ma questa frase fa pensare il contrario.

Come ti ho già anticipato, le descrizioni sono veramente ben fatte, sia dei personaggi, sia delle ambientazioni.
Credo manchi, ai fini della traccia, una maggiore attenzione al metallo scelto, di cui parli davvero pochissimo.

È stato un piacere leggerti
<3

Re: [LAB 4] Iron Man

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CAro @Nightafter  il tuo racconto é davvero delizioso.
Per quanto la trama potesse essere scontata col ragazzino che cerca di rubare la ragazza a quello tosto, il modo in cui tu l'hai declinata ha reso il racconto interessante e coinvolgente.
Ho particolarmente apprezzato le descrizioni dei sentimenti, e i personaggi di Silvano e Nasino.
Li ho visti fronteggiarsi, marcar il loro territorio, due mondi fatti di valori profondamente diversi.
Mi ha fatto tenerezza il narratore che ingenuo pensava di trovare la via del cuore di Ornella attraverso l'amicizia e non si aspettava che le sue confidenze venissero tradite senza ritegno.
La scena finale mi ha lasiato col fiato sospeso fino alla fine. Si percepiva il misto di paura e rassegnazione del narratore, senza esagerare, proprio come deve essere nella realtá. FIno alla fine ho confidato nell'indulgenza e nel senso di giustizia di SIlvano e non mi ha deluso.
È una storia di altri tempi, dove chi la combinava, sapeva di averla fatta e non cercava misere giustificazioni, e la parte lesa non infieriva mai troppo.
Di Nasino mi é piaciuto il look, il suo modo di ordinare per distinguersi da quelli che probabilmente riteneva inferiori. Sembra che in ogni quartiere ci sia un "nasino".
Mi piace l'idea che sia una storia "vera" e l'hai proposta in maniera davvero gradevole.
Complimenti!

Re: [LAB 4] Iron Man

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Eccoti, caro @Nightafter, con tutto il tuo armamentario prezioso e il gusto irresistibile di raccontare ("Che mi penalizzino pure, lo accetterò siccome suole ai prodi" disse il temerario cavaliero a penna alta)
Potrei limitarmi ai complimenti, che leggerti è sempre una goduria sopraffina, ma stavolta voglio andare oltre. Del resto è un laboratorio, e le gratificazioni (dovute, sa chiaro) non ci spostano granché da quello che già siamo.
Dunque mi soffermerò sulle criticità. Non lessicali, che quello altri lo han già fatto assai meglio di quanto potrei fare io, ma strutturali.
Tre personaggi, come da regolamento fin dai tempi del Manzoni: Issa (Ornella) Isso (l'io narrante) e o' Malamente (Sino) 
Tutto il resto è cornice e serve unicamente a cesellare personaggi e scenario (peccato per Nasino, che forse meritava qualcosa in più, magari un ruolo da Lucignolo di periferia)
Ecco, proprio qui il bulino non ha lavorato come avrebbe potuto e, nonostante la precisione del tocco, alla fine sembra si sia mantenuto in superficie. Così mette in scena la relazione fra i tre, ma non arriva a definirne fino in fondo i caratteri, cosa che, a mio parere, ha penalizzato la storia.
Chi è veramente Ornella? Pelle di seta piagnucolosa? Femme fatale bramosa di controllo? Oppure indomita, vera eroina, che li molla tutti e due e se ne va per la sua strada?
E Sino? Bestia vera o uomo consapevole dei suoi limiti?
Nightafter ha scritto: - No! I libri costano. Li hanno pagati i tuoi genitori, col loro lavoro e devi rispettarli. Non va bene che si rovinino.
L'incontro tra i due è il vero nucleo della storia e c'erano molti modi per giocarselo.
Nightafter ha scritto: - Mi ha raccontato di una roba che gli hai detto, di cui ho capito poco. Ma due cose le ho capiate bene: una è che pensi che io sia una bestia, la seconda e che stai cercando di farti la mia ragazza.
Svolta alla Rostand e riscatto di Sino che, opportunamente guidato, impara a comunicare sentimenti ed emozioni alla sua amata?
Oppure colpo di scena con Sino che da gentiluomo si fa da parte?

Insomma, caro @Nightafter il racconto ha un mucchio di potenzialità. 
Mi piacerebbe vederle sbocciare come sai fare tu.
<3
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Re: [LAB 4] Iron Man

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Mia diletta @aladicorvo 

Ben vengano le tue note esortative, poiché non di soli complimenti (al contrario della donna) vive l'uomo ( Scherzo :P )

Non paga del fiume di caratteri impiegati nel racconto, cosa da far perdere la ragione al buon @Poldo , mi esorti impunemente ad aggiungerne altri per meglio dettagliare le figure interiori dei protagonisti.

Hai ragione c'era molto di più da dire sui personaggi: sul mio, a esempio (poiché si tratta di vicende autobiografiche) , aggiungerei che al contrario del buon Sino, che del carattere sardo/isolano conservava il forte senso della lealtà e dell'onore, ero già molto "continentalizzato", per tanto ritenevo che quelli più dotati culturalmente, come con supponenza  ritenevo allora di essere, avessero buon gioco in virtù della propria eloquenza della primitiva forza bruta che attraeva le donne.
Pensavo con grande ingenuità che la mente trionfasse sempre sui muscoli e la prestanza fisica, cosa che non sempre, infatti, e vera.
Pensavo anche che "à la guerre comme à la guerre ", in guerra e in amore ogni schifezza è valida.
Del Nasino e del Sino, oltre ciò che ho raccontato non saprei dire di più, li persi di vista entrambi.
Soprattutto il Silvano, dal quale mi tenni prudentemente alla larga, evitando di frequentare luoghi e strade in cui vi fosse pericolo d'incontrarlo.
Con la bella Ornella, naturalmente, feci altrettanto e questo mi ha consentito di essere ancora in vita oggi per poterne narrare.
Va detto nello specifico che molti anni dopo, almeno una quindicina, quando ormai l'avevo dimenticata, nel parlare distrattamente con una sua cara amica venni a sapere che i suoi genitori erano disperati per un suo problema psicologico, infatti l'avevano convinta ad affidarsi alle cure di uno psichiatra.
Quando chiesi allarmato di che cosa si trattasse, l'altra facendomi giurare il più assoluto silenzio, mi confidò che la ragazza fosse affetta da una incontenibile "ninfomania".
Ci restai sinceramente basito. Per giorni mi chiesi come avevo fatto a non percepire in lei il germe di quel sintomo.
E soprattutto del perché avessi avuto la mala sorte di non incontrarla almeno cinque o sei anni più tardi, quando il disagio psicologico fosse già ampiamente manifesto.
Ma si sa, la fortuna è cieca, mentre la sfiga ci vede benissimo.

Grazie del prezioso commento, alla prossima mia dolce amica di penna.  <3

Re: [LAB 4] Iron Man

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Nightafter ha scritto: poiché non non aveva un gran senso dell’humor
Ripetizione
Nightafter ha scritto: mentre la “bestia della fiaba era benigna e di buon carattere
Virgolette da chiudere

Piaciuto molto. Non sono sicuro della centralità del metallo, ma pace. Alcune parti le avrei tagliate, non tanto per stare nel limite di caratteri, ma proprio perché non centrali nel proseguo della trama. In particolare l'introduzione, il personaggio di Anna rimasto un po' fine a sé stesso, e in generale tutto il passaggio di Nasino che, anche se molto bello e funzionale a inquadrare Sino, non porta avanti la trama romantica. Avrei inoltre approfondito il carattere dei personaggi: è interessantissimo, ma c'è ancora potenziale non sfruttato. Sino appare come un personaggio molto più complesso di un bruto, in particolare mi ha colpito la calma glaciale con Nasino e la richiesta di posare i libri al protagonista. Il protagonista, invece, ci rende troppo poco partecipe dei suoi pensieri. Accentuerei leggermente la sua caratterizzazione: o più viscido nell'approccio a Ornella, o più dubbioso su quanto sia eticamente corretto. In particolare non ci rendi partecipi se quello che dice a Ornella di Sino lo pensi davvero o lo dica solo per intrallazzarsela.
Nightafter ha scritto: Quando chiesi allarmato di che cosa si trattasse, l'altra facendomi giurare il più assoluto silenzio, mi confidò che la ragazza fosse affetta da una incontenibile "ninfomania".
Ci restai sinceramente basito. Per giorni mi chiesi come avevo fatto a non percepire in lei il germe di quel sintomo.
E soprattutto del perché avessi avuto la mala sorte di non incontrarla almeno cinque o sei anni più tardi, quando il disagio psicologico fosse già ampiamente manifesto.
Ma si sa, la fortuna è cieca, mentre la sfiga ci vede benissimo.
È la storia più triste che ho sentito oggi  :aka:

Re: [LAB 4] Iron Man

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Grazie mio buon @Mina  
dell'approfondito e utile commento.
Non posso che concordare con te sulle possibili aree di sviluppo sui caratteri e i pensieri dei personaggi.
Va pur detto che tutto si può fare, se si sctive un "romanzo", ma in un racconto che già supera di tre volte il numero dei caratteri imposti, bisogna pur cercare un limite alla endemica prolissità dell'autore.
Mi duole che il mio commento successivo sulla patologia che ha colpito la bella Ornella ti abbia negativamente turbato, purtroppo il mio cinico humor nero ogni tanto mi prende la mano e non riesco a mitigarne la causticità.
Perdonami per averti rovinato la mattina amico mio.
Per altro colgo l'occasione per una curiosità che da un po' mi pervade, ovvero la scelta del tuo nickname (suppongo frutto di un acronimo) che per molto tempo mi ha fatto credere che fossi una donna.
Scusa la curiosità, ma in virtù di questo equivoco credo, per un certo tempo di averti commentato salutandoti con baci e cuoricini che certamente ti avranno un po' sorpreso.
Ciao e grazie ancora.

Re: [LAB 4] Iron Man

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@Nightafter no, no, dicevo che la storia è triste per te, stavo empatizzando con la sfiga di non averla conosciuta qualche anno dopo  :asd:
Nightafter ha scritto: Per altro colgo l'occasione per una curiosità che da un po' mi pervade, ovvero la scelta del tuo nickname (suppongo frutto di un acronimo) che per molto tempo mi ha fatto credere che fossi una donna.
Scusa la curiosità, ma in virtù di questo equivoco credo, per un certo tempo di averti commentato salutandoti con baci e cuoricini che certamente ti avranno un po' sorpreso.
È un vecchio soprannome; essendo in A c'è stato spesso l'equivoco online, ma pace, stai sereno che di pronomi, baci e cuoricini non mi importa nulla  :asd:
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