I Ciliegi di Ferro, Cap I, 2

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Mi scuso se il pezzo è molto corto, ma come detto si tratta di un unico capitolo diviso in due parti successive e che ho dovuto tagliare nel momento più sensato

In un piccolo spiazzo, due cadaveri in armature ben confezionate giacevano fianco a fianco, i segni di bruciatura lasciavano pochi dubbi sul carnefice. Masato si riposava appoggiato al suo cavallo, ammirando la distruzione tutt'attorno con un sorriso triste
«Ehi, spadaccino!» la voce di Tadashi lo chiamò da una casupola ancora intatta.
Shiaki lo raggiunse, notando che aveva lasciato perdere l'arco in favore di una spada corta
«Non riesci ad aprirla?» disse, ridendo quando l'altro fece una smorfia. Shiaki inspirò, facendo fluire il ki nella mano destra; sferrò un pugno al legno, all'altezza della serratura.
Frammenti volarono tutt'intorno, mentre lui apriva la porta
«Sbruffone» commentò l'altro, entrando dietro di lui
«Vedi qualcosa d’interessante?» chiese Shiaki, facendo correre lo sguardo sulla macina da riso, sulle file di erbe essiccate che pendevano dal soffitto, sulla massa di coperte e paglia in un angolo
«Si! Talmente tanta roba, chissà se possiamo prenderla tutta?» sbuffò l'arciere, iniziando a rovistare «Masato di sicuro vorrà questo boccale scheggiato, meglio nasconderlo nella sella»
Shiaki rise, continuando a guardarsi attorno. Un movimento strano dietro una tenda gli fece stringere gli occhi. Fece un cenno all'altro, poi si avvicinò al punto sospetto, la mano pronta sulla spada.
Scostò la tenda, e si vide balzare addosso un bambino. Otto anni al massimo, scalzo e con una tunica logora addosso, le orecchie appuntite spuntavano da sotto i capelli tagliati corti, ed agitava a casaccio un coltellino arrugginito. Shiaki gli afferrò il polso, lo torse fin quando il piccolo non mollò la presa e gemette
«Un anno più vecchio, e ti ammazzavo» disse, torcendo più forte «venite fuori, o muore lo stesso!»
La massa di coperte si mosse, rivelando i suoi occupanti.
Abbigliata allo stesso modo del piccolo aggressore, scalza e col volto coperto di polvere e fuliggine. I capelli rossi le scendevano a casaccio ai lati del volto, e dalla massa spuntavano due piccole orecchie triangolari, coperte di pelo fulvo. Quando si alzò, tesa e vibrante, una corta coda da volpe si intravedeva dietro di lei.
Shiaki e Tadashi la fissarono, sorrisi compiaciuti in faccia, increduli alla loro fortuna. Incapace di sopportare oltre quelli sguardi, la giovane kitsune cercò di coprirsi al meglio con le braccia
«Non siamo assassini» disse Shiaki, scagliando senza difficoltà il bambino a terra «se verrete con noi, possiamo garantirvi che nessuno vi farà del male»
La ragazza parve soppesare l'offerta per un poco, due, tre battiti di cuore. Infine, posò la fronte a terra e disse, tra le lacrime
«Verremo con voi» i singhiozzi rendevano le sue parole difficili da capire «vi prego... vi prego non fate loro del male»
«Te l'ha detto, non siamo dei selvaggi» disse Tadashi, incapace di trattenere un ghigno «ed una come te vale troppo, per rovinarla»
Senza aggiungere altro, la afferrò per un braccio e la condusse fuori. Shiaki fissò il bambino, che era stato raggiunto da altre due piccole elfe
«Fa un altro scherzo» disse, puntandogli contro la katana «e lavo le vesti di tua sorella col tuo sangue; adesso fuori»
Tremanti, i tre uscirono, raggiungendo la kitsune che veniva legata la cavallo di Tadashi. Shiaki raggiunse a sua volta il suo animale, affiancandosi all'amico.
Il terzo aggressore era stato trovato, ed a giudicare dalle tante frecce che gli spuntavano dal petto aveva opposto ben poca resistenza.
Shiaki aiutò a portare i tre corpi al centro della piazza, poi montò in sella e seguì Masato fuori dal villaggio devastato.
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