Chez Marco Pt.1

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Chez Marco Pt.1



Giulio è arrivato da me nel primo pomeriggio, era euforico, gasato come un adolescente alla sua prima scopata.
Ci siamo sistemati come solito nella mia stanza, si è stravaccato sulla vecchia sedia a dondolo posta in fronte al letto: amava dondolarsi mentre si parlava.
Ha elegantemente piazzato gli scarponi sul basso tavolino ingombro di libri, fumetti e posacenere stracolmo di vecchi mozziconi di sigaretta.
Si è stiracchiato, stendendo le braccia con la flemma di un gatto al risveglio, poi ha caricato di “Prince Albert” la pipa di mais e l’ha accesa riempendo la stanza di fumo aromatico.
- Cazzo fratello! E’ tornato Marco dall’india! - ha esclamato, facendo una lunga pausa per dare enfasi alla notizia.
- Ottimo! - ho risposto - Spero che abbia fatto buon viaggio.
Mi ha guardato come se avessi detto una cazzata.
Ha tirato due corpose boccate meditative poi mi ha aggiunto: - Sì. Perché?Ne avrebbe dovuto fare uno cattivo? - Ha risposto acido.
- No, figurati, era per dire. Ma chi cazzo sarebbe quest’altro Marco di cui parli? Reputo non sia tuo fratello Marco, perché avrei saputo che fosse partito. -
- Vabbè! Ovvio che non è mio fratello, ma mio cugino Marco, che ha lo stesso nome. Ma non ti ho mai parlato di lui prima? Stano...
- Ok. Ora tutto chiaro. Ma, per curiosità: in famiglia, oltre che avere la simpatia per il nome “Marco”, siete sempre così pimpanti quando ve ne rientra uno dall’estero? Qualcuno per caso non ha fatto ritorno e ve lo siete perso in giro, ?
- Minchia che spiritoso oggi! Complimenti! Ti stai allenando per i campionati regionali di “cazzata, o cerchi solo di tenerti in forma?
- Madooo! Che suscettibile. Vabbè, ‘sto cugino ti prende molto. Dai raccontami per cosa ti esalta così?
Continuando a dondolarsi e saturando di fumo la stanza, ha ripreso: - Ieri sono andato a trovare Marco e la sua donna che si chiama Augusta, nella nuova casa, fighissima, che hanno messo su al ritorno dal loro viaggio in India.
Domani sera organizzano una cena “indiana” di rimpatriata con i loro amici freak, si mangia, si fa musica e per finire una fumata cosmica. Mi ha detto che hanno passato la frontiera con un mattone di “shit” pakistano nascosto nella gomma di scorta del furgoncino Wolkswagen, senza farsi beccare. Mi hanno invitato alla cena, così gli ho detto che portavo anche te per farteli conoscere. Quindi domani sera alle sette passo a prenderti e ci andiamo: ci divertiamo una cifra.

Questo suo cugino omonimo del fratello, a suo dire è un vero personaggio: si è laureato in architettura due anni fa.
Stando nel movimento studentesco, aveva partecipato all'occupazione della facoltà di Architettura nel maggio ‘67 e agli sconti con polizia durante sgombero successivo.
Nel ‘68 era a Parigi nel “maggio francese”, durante le barricate nel Quartiere latino, dopo aver conosciuto le carezze dei contingenti della Celere italiani, ha testato anche le coccole della “Compagnies Républicaines de Sécurité” francese.
Infine aveva lasciato l’impegno politico per darsi alle filosofie e al misticismo orientali.
Si capiva che Giulio lo vedeva come un mito, circondato di un’aura eroica, incarnava l’idea di ciò che lui voleva divenire nel suo futuro.
Dopo la laurea, con la sua donna, erano partiti insieme a un’altra coppia di amici: tali Piero e Sonia, per prendersi un anno sabbatico che in realtà si era protratto per due anni. Il viaggio li aveva portati in India, poi avevano visitato il Nepal, il Bangladesh, il Pakistan e il Tibet.
- Mi ha raccontato di aver visto cose pazzesche: sono stati ricevuti da Sai Baba che li ha benedetti con la sacra cenere “Vibhuti”; hanno assistito al bagno rituale nel sacro Gange, di migliaia di fedeli indù nella città di Vārānasī.
Hanno visitato i “gompa”, monasteri buddisti tibetani nel nord dell’India; sono poi scesi a Goa, il paradiso degli Hippie.
Un isola piena di fricchettoni sballati, che fanno musica, fumano shit e trombano tutto il giorno.
Mentre raccontava, Giulio, sembrava viaggiare per quei luoghi suggestivi con gli occhi della mente.
Io che da sempre sognavo di andare in India, non potevo che condividere quel trasporto: al termine del Liceo un  viaggio in India insieme, non ce lo avrebbe levato nessuno.

Alle otto e mezza della sera dopo, bussavamo alla porta di Marco.
La casa era al secondo piano di uno stabile di recente costruzione, situato nel “Centro Europa”, un nuovo quartiere residenziale sorto a ovest del corso Orbassano, tra Torino e Grugliasco.
Ad aprirci era venuta Augusta, la ragazza di Marco, ci ha accolti con un radioso sorriso.
Giulio ha fatto le presentazioni: lei unendo i palmi delle mani all'altezza del cuore e chinando leggermente il capo, ci ha omaggiati col “mudra”, il classico saluto indiano, accompagnato dalla frase: “Namasté”; poi ci ha fatto strada verso l’interno della casa.
Vestiva una camicetta indiana, con sopra un gilè in seta tabacco con profili dorati, come i larghi pantaloni d’identico colore.
Aveva capelli lucidi e neri, raccolti in una lunga treccia, il trucco col Kajal le metteva in evidenza gli occhi smeraldo.
Sulla fronte, portava un “tilaka”: il cerchietto creato con polvere di curcuma rossa, amalgamata con vaselina. Una decorazione un tempo legata a pratiche religiose induiste, ma ancora adesso, in India, si vedevano donne e uomini portarlo al centro della fronte.
Ai polsi aveva braccialetti nepalesi in argento con piccoli pendenti di lapislazzuli, della stessa fattura di alcune lunghe collane che le cingevano il collo.
Era una sicuramente una donna affascinante, con un corpo minuto ed elegante, che nelle movenze evocava la grazia di una ballerina classica.

Il piccolo vestibolo d’entrata introduceva in un ambiente esotico che regnava in tutta la casa: le pareti erano coperte da carta da parati a fondo blu scuro, con disegno a motivo "pasley" di piccole gocce turchese e argento. 
Grandi pannelli raffiguravano divinità indiane e dei mandala adornavano le pareti; un intenso aroma d'incenso al sandalo profumava l’aria dell’abitazione.
Siamo passati in un ampia sala, dove[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif] sul parquet "doussiè",[/font] [font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]stavano già una ventina di convitati [/font]seduti su piccoli cuscini intorno a un lungo tavolo basso,
Erano gli eccentrici amici di Marco e Augusta: un tempo, come mi aveva detto Giulio, avevano vissuto in gruppo in una “comune hippy” aperta sulle colline astigiane.
Marco, al centro della tavola, si è alzato per venire a salutarci: era alto e biondo, con capelli lunghi raccolti in una coda che toccava le spalle. Aveva occhi azzurri su un viso lungo dai tratti aristocratici, con grandi baffi spioventi e una mosca al mento. A guardarlo emanava qualcosa di magnetico.
- Benvenuti! Che piacere avervi con noi. - Ha abbracciato Giulio e me, quindi, invitandoci a prendere posto, ha chiesto agli astanti di allargarsi per farci sedere a tavola.

La compagnia era allegra, abbiamo fraternizzato rapidamente, si mangiava e beveva con piacere, la conversazione fluiva e si rideva di ogni facezia.
I piatti strettamente di menù indiano, erano cose assaggiate per la prima volta, con gusti fortemente speziati e aromi sconosciuti.
Non tutto si accordava col nostro palato formato alla cucina nostrana, ma era in comunque un’esperienza del gusto interessate e in molti casi piacevole.
Il vino bianco, fresco al punto giusto, che scorreva fluido, aiutava a mitigare l’arsura delle spezie nei condimenti, di certo aveva un merito rilevante nel contribuire a quella socievolezza tra sconosciuti che si incontravano per la prima volta. Si stava bene in mezzo a quel simpatico casino, si percepiva il fluire di una energia positiva, di una armoniosa pace interiore di ognuno
Era qualcosa di più del trovarsi a cena in buona compagnia, si avvertiva una comunione interiore cingerci in un abbraccio fraterno,
vedevo anche Giulio del mio identico umore.
Quella casa era un piccolo frammento di serenità calato in questo angolo urbano: non era poi difficile avere un anticipo di paradiso in questa vita: bastava imbroccare la cena giusta.

(Continua)

Re: Chez Marco Pt.1

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Mi spiace che finora nessuno abbia commentato questo primo capitolo, il che è un peccato perché comunque fa da preludio a quella che ben potrebbe essere una storia interessante: non dà ancora un'idea di ciò che potrebbe essere la trama in futuro, ma presenta i personaggi (che sembrano simpatici, già a partire dallo scambio di battute iniziale), e la premessa del cugino tonato dall'India può essere sviluppata in così tante direzioni che sono curioso di sapere dove la porterai. A tal proposito mi piacciono tutti gli elementi esotici che hai inserito—o hai fatto un buon lavoro di ricerca o sei stato tu stesso in India e questo è un resoconto semi-autobiografico del tuo ritorno, ma in ogni caso non posso negare che catturi bene l'essenza di una persona recentemente rincasata dall'estero.

Per quanto riguarda lo stile non ho particolari riserve, anche se effettivamente è presto per giudicare alcune cose quali il tono della storia (lo scambio iniziale, che ho già citato, per quando molto simpatico sembra qualcosa che si potrebbe ragionevolmente trovare in una commedia, anche se andando più avanti ho avuto la sensazione che la storia in realtà si dirigerà verso una trama anche solo leggermente più seria), e anche dal punto di vista della scrittura vera e propria non ho suggerimenti da dare se non magari di curare un po' più la punteggiatura. Il resto sono solo semplici errori di battitura (es. «del gusto interessate» nel terzultimo capoverso, che stando al contesto credo dovrebbe essere «dal gusto interessante»), nonché una sezione nel mezzo dove si vedono i tag del cambiamento di font che sono stati lasciati lì per errore:

Codice: Seleziona tutto

[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]
Ciò detto, comunque, è un primo capitolo che mi ha stuzzicato la curiosità. Non so se hai intenzione di continuare questa storia, ma se sì allora quando capiterà sarò pronto a commentare!
‘La vita di una ragazza alta poco meno di un pollice nell'Italia dei nostri giorni, tra quotidianità e desiderio di realizzare sé stessi.’
(Quattro centimetri e mezzo, su EFP Fanfiction)
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