Ciao a tutti.
Scrivo per chiedere consiglio a molti di voi che sono più esperti di me (non ci vuole molto). Dopo una serie di considerazioni sono tentato dalla mia “morte letteraria per la rinascita”, con questo intendo il ritirare tutte le mie pubblicazioni da Amazon KDP, risistemarle e ripubblicarle con un nom de plume, ripartendo da zero.
Cosa mi spinge a tutto ciò? I motivi sono molteplici e tenterò di elencare i principali. Il primo è che nessuno mi legge, a cominciare da parenti e amici. Pertanto, pubblicare con il mio nome non porta a nulla, quando va bene coloro che conosco hanno dimostrato di non essere minimamente interessati a leggermi, quando va male ottengo 60 recensioni negative senza nemmeno aver venduto una copia (ho tolto il libro dagli store, mi veniva quasi da piangere). Non so cosa abbiano letto i miei critici e molte delle loro recensioni denotavano che chi le ha fatte non aveva idea di cosa trattasse il libro (era una raccolta di racconti horror e qualcuno mi ha insultato per il mio trattato sulle equazioni differenziali). Le poche recensioni positive che ho avuto (su altri testi) sono arrivate da persone che non conosco. Il mio nome non vende ed è accompagnato dall’odio (non so perché, io ho sempre comprato i libri dei miei conoscenti e non ho mai fatto una recensione negativa, nemmeno quando era il caso, non mi reputo abbastanza preparato per stroncare un libro, posso solo dire se mi piace o meno). Sembra che il mio nome equivalga a zero vendite. Il secondo motivo per cui sono tentato di usare un nom de plume è che sto scrivendo romanzi e racconti horror, con tematiche politicamente scorrette, talvolta erotiche, crimini di sette sataniche, con venature BDSM e, in genere, molto forti, e alcuni colleghi mi hanno detto che la cosa potrebbe avere conseguenze nel mondo lavorativo.
Il dubbio che usare un nom de plume possa portarmi a una rinascita, dove saggiare veramente se valgo qualcosa o meno, mi tenta.
Uno dei possibili ostacoli è che sono un autore DOR iscritto alla SIAE e almeno con il teatro le cose non sono andate così male. È possibile cambiare nome dopo anni di attività o conviene mantenere due identità separate?
Un altro interrogativo è quello del deposito legale, posso dichiarare le mie opere già autopubblicate con un nom de plume?
Amazon mi permetterà di trasferire le mie opere al mio alter ego?
Se mi creo una nuova identità letteraria devo anche inventare una biografia fittizia, magari meno noiosa della mia da travet, o basta non scrivere nulla della vita dell’autore?
Spero di non avervi tediato con tutte queste domande e qualcuno sappia darmi qualche dritta su come rinascere letterariamente o su come ripartire continuando a usare il mio deprecabile nome reale.
Grazie.
Scrivo per chiedere consiglio a molti di voi che sono più esperti di me (non ci vuole molto). Dopo una serie di considerazioni sono tentato dalla mia “morte letteraria per la rinascita”, con questo intendo il ritirare tutte le mie pubblicazioni da Amazon KDP, risistemarle e ripubblicarle con un nom de plume, ripartendo da zero.
Cosa mi spinge a tutto ciò? I motivi sono molteplici e tenterò di elencare i principali. Il primo è che nessuno mi legge, a cominciare da parenti e amici. Pertanto, pubblicare con il mio nome non porta a nulla, quando va bene coloro che conosco hanno dimostrato di non essere minimamente interessati a leggermi, quando va male ottengo 60 recensioni negative senza nemmeno aver venduto una copia (ho tolto il libro dagli store, mi veniva quasi da piangere). Non so cosa abbiano letto i miei critici e molte delle loro recensioni denotavano che chi le ha fatte non aveva idea di cosa trattasse il libro (era una raccolta di racconti horror e qualcuno mi ha insultato per il mio trattato sulle equazioni differenziali). Le poche recensioni positive che ho avuto (su altri testi) sono arrivate da persone che non conosco. Il mio nome non vende ed è accompagnato dall’odio (non so perché, io ho sempre comprato i libri dei miei conoscenti e non ho mai fatto una recensione negativa, nemmeno quando era il caso, non mi reputo abbastanza preparato per stroncare un libro, posso solo dire se mi piace o meno). Sembra che il mio nome equivalga a zero vendite. Il secondo motivo per cui sono tentato di usare un nom de plume è che sto scrivendo romanzi e racconti horror, con tematiche politicamente scorrette, talvolta erotiche, crimini di sette sataniche, con venature BDSM e, in genere, molto forti, e alcuni colleghi mi hanno detto che la cosa potrebbe avere conseguenze nel mondo lavorativo.
Il dubbio che usare un nom de plume possa portarmi a una rinascita, dove saggiare veramente se valgo qualcosa o meno, mi tenta.
Uno dei possibili ostacoli è che sono un autore DOR iscritto alla SIAE e almeno con il teatro le cose non sono andate così male. È possibile cambiare nome dopo anni di attività o conviene mantenere due identità separate?
Un altro interrogativo è quello del deposito legale, posso dichiarare le mie opere già autopubblicate con un nom de plume?
Amazon mi permetterà di trasferire le mie opere al mio alter ego?
Se mi creo una nuova identità letteraria devo anche inventare una biografia fittizia, magari meno noiosa della mia da travet, o basta non scrivere nulla della vita dell’autore?
Spero di non avervi tediato con tutte queste domande e qualcuno sappia darmi qualche dritta su come rinascere letterariamente o su come ripartire continuando a usare il mio deprecabile nome reale.
Grazie.