L'importanza del forum

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     Il significato italiano della parola forum è quello di riunione pubblica, ma anche luogo d’incontro. Che su internet si fa virtuale. L’omologo termine latino ha un significato equivalente a quello della nostra piazza. Chi ricorda qualcosa di storia romana non avrà difficoltà ad agganciare il luogo, il foro, alle sue funzioni: di mercato pubblico, di luogo d’incontro per la discussione degli affari, del luogo fisico ove si amministra la giustizia. Di tutte queste funzioni è rimasta una reminiscenza nella lingua italiana: foro giudiziario, per esempio, ma anche nelle altre lingue romanze e non.
Il forum latino trae origine dall’agorà greca. Anch’essa equivalente nel significato alla nostra piazza; ma con uno spessore di significato irraggiungibile per l’italiano. L’agorà era lo spazio vuoto intorno al quale veniva edificata l’intera polis, a simboleggiare appunto l’importanza e la centralità di quel luogo d’incontro.
Infatti, la vita della polis greca si svolgeva attorno a tre luoghi cardine che delimitavano le tre sfere d’azione dell’esistenza umana. Sfere confinanti e comunicanti, ma dalle funzioni ben distinte.
La prima sfera era l’oikos, quella familiare e domestica in cui ogni individuo si formava. La seconda era l’ecclesìa, il luogo della politica, dove si affrontavano e risolvevano le questioni che riguardavano tutti i membri della polis. Tra oikos ed ecclesìa si trovava l’agorà. Il luogo che aveva la funzione di mettere in comunicazione questi due mondi, ma soprattutto di tenerli separati, ben divisi, salvaguardando l’integrità di ciascuno attraverso la loro comunicazione.[/font]
I greci di duemilacinquecento anni fa avevano compreso la funzione strategica e cruciale dell’agorà per il buon funzionamento della polis. L’autonomia dell’individuo cresciuto e formatosi all’interno dell’oikos trovava nell’agorà la sua esatta realizzazione e gli permetteva di decidere in libertà del proprio bene comune e di quanto fare per raggiungerlo. Questo perché l’agorà era un luogo privato/pubblico, un contesto ambivalente. Era un luogo di costante tensione e pertanto di compromesso, dialogo, cooperazione, ricerca della sintesi. Dentro l’agorà i cittadini imparavano da in-dividui (ciò che non è divisibile) le enormi possibilità spiegate dalla cooperazione.
Pertanto l’agorà era il luogo dell’intermediazione, dell’incontro, era il luogo dell’accrescimento delle idee; un po’ come dovrebbe avvenire nei forum virtuali. Il cittadino cresciuto e formatosi nell’oikos e nell’agorà aveva poi la possibilità di mettersi alla prova nella sfera pubblica, di far politica, per il bene comune di tutti.
Ora, è interessante notare come oggi i forum virtuali stiano scomparendo. E insieme a essi stiano scomparendo, o si stanno indebolendo o cambiando la loro funzione, tutti i luoghi d’intermediazione come li abbiamo conosciuti negli ultimi due secoli; penso alle fabbriche e agli uffici, ai sindacati, ma anche alla scuola pubblica, alle sezioni dei partiti politici, intorno ai quali nascevano una miriade di altri luoghi e iniziative d’incontro, per non parlare della fine dei congressi nei partiti stessi. Penso alla Chiesa Cattolica con chiese e oratori vuoti, e a festività ridotte a pura liturgia.
Se la società moderna vede sparire i suoi luoghi d’incontro il risultato è che l’individuo, uscito di casa, rimane solo, in balia di se stesso, o al massimo di quegli altri luoghi virtuali come i social che più che l’incontro replicano la solitudine casalinga.
Quindi il forum come luogo dell’incontro e della collaborazione, della critica e del confronto.
La fine dei forum e delle agorà ci avvisa di un futuro che forse è già arrivato.

Re: L'importanza del forum

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@Gaetano Intile Completamente d'accordo. Siamo in un mondo che cambia con una velocità che soltanto qualche decennio fa era inconcepibile. Merito-demerito delle tecnologie sempre più sofisticate, in mano a pochi, che riducono non solo i singoli, ma intere popolazioni a un ruolo marginale nella formazione di opinioni e programmi. D'altronde, se noi utenti di CdM non avessimo la possibilità di confrontarci in questa fettina di mondo virtuale, saremmo ancor di più condannati a subire la propaganda dei media a grande diffusione e le fake-news artatamente distribuite da tanti social. Ben vengano, perciò, il forum, l'agorà e ogni altra forma tecnica che porti le persone a confrontarsi. E così, tanto per dire, il vituperato PD è l'unico partito che, tramite le primarie, dà voce ai singoli, a prescindere dalle correnti e dalle altre divisioni interne. E' la democrazia, croce e delizia delle persone in buona fede.
Mario Izzi
Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni (trilogia)
Dea
Non solo racconti
[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]

Re: L'importanza del forum

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Gaetano Intile wrote: Ora, è interessante notare come oggi i forum virtuali stiano scomparendo
Credo che questo sia dovuto all'avvento dei social. Nell'antico foro o nelle agorà, spesso ci si riuniva sì per confrontarsi, ma il più delle volte anche per ascoltare coloro che erano competenti su un determinato argomento. 
Attraverso i social può esprimersi chiunque abbia un'opinione da riportare, anche non supportata da evidenze, di qualsiasi genere: sociologiche, politiche, giuridiche, scientifiche, eccetera. Il confronto, se da un lato stimola le abilità relazionali, dall'altro crea difficoltà in chi non è capace di supportare le proprie opinioni con la dialettica e la competenza ed esplode in comportamenti sopra le righe.
Siamo stati abituati per anni, a partire dalle trasmissioni televisive scandalistiche, ad abbassare quella soglia di competenza e a tollerare la polemica fine a se stessa, sino a spettacolarizzare persino l'aggressione dell'interlocutore. 
Pian piano, poi, quella soglia di tolleranza, ma anche di rispetto e di buon gusto, si è abbassata anche per le trasmissioni un tempo più serie, come quelle riguardanti l'attualità e il confronto politico. Anziché traslare i buoni esempi di dialettica, per favorirli anche tra la gente "comune" (o che si finge tale in programmi TV di finta vita vissuta) resa sempre più protagonista dei palinsesti, è stata trasferita questa modalità aggressiva agli ambiti e tra persone che avrebbero dovuto dare esempio di cultura; non solo nei contenuti, ma anche nelle modalità espressive.
I social, come dicevo, sono l'apoteosi di ciò, perché chiunque può pontificare senza tema di smentita e se la smentita avviene e si ingenera la polemica, va spesso a vantaggio di chi l'ha suscitata, perché aumenta il numero di visualizzazioni e di followers.
I forum virtuali, invece, richiedono proprio quell'impegno relazionale e mentale di cui parlavo. A maggior ragione perché sono i pochi, tra i luoghi della rete, a conservare ancora un regolamento e degli addetti al rispetto di esso, deputati a favorire il mantenimento di un clima sano tra gli utenti.
È per questo che sono, a mio avviso, meno popolati e meno popolari, perché è più facile urlare e prevaricare, o scrivere frasi aggressive per scaricare il proprio livore addosso a sconosciuti senza un volto e un'identità definita, con la quasi certezza di rimanere impuniti.
E questo tipo di futuro, ahimè, è arrivato già da un bel pezzo. Come dicevo sopra, è figlio di un'involuzione culturale, fomentata da circa quarant'anni di TV spazzatura.

Re: L'importanza del forum

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@ElleryQ  @Cheguevara 
Grazie per gli interventi. 
Anch'io credo che ci sia un collegamento tra la scomparsa dei forum e la diffusione dei social network. Anzi asocial network. Francamente io non li ho mai adoperati né mi sono mai iscritto, ma bene o male ho visto come funzionano, anzi come funziona perché la mia esperienza è limitata, si riduce al solo facebook, anche se è oggi  impossibile non sentir parlare di Tik Tok Instagram e compagnia cantante. Quanto dici sulla carenza di educazione dei frequentatori di social suppongo sia vero, d'altra parte il privato (che diventa pubblico) è lo specchio di una maleducazione in pubblico (e pubblica) dilagante.  Questo della maleducazione temo però sia l'effetto. La mia impressione è che le cause siano altre e che a queste cause si aggiunga il mezzo social network, per come è stato ideato e sviluppato, che volente o nolente influenza l'uso che se ne fa di esso. Il mezzo non è neutro, per dirla tutta. E il mezzo mi pare altro che una vetrina del sé autocentrata sul suo sviluppatore e ideatore. Il successo del mezzo social deriva poi, a mio avviso e come tu stesso hai ricordato, da una sua certa somiglianza col mezzo televisivo, che è il  luogo principe dove trovare nel salotto di casa immagini, spettacoli e personaggi e dove ciascuno è spettatore (colui che guarda a distanza) senza possibilità di interagire. E perciò stesso il mezzo social diventa una emanazione del mondo dello spettacolo (in particolare della televisione) con una grande differenza quantitativa rispetto a questa perché  permette a tutti di mettersi in mostra e di apparire in prima persona, con la possibilità dunque per ogni spettatore di farsi attore. I social vanno incontro a quella bulimia dell'apparire (a cui si contrappone un'anoressia dell'essere) che già con l'ultima televisione di inizio secolo aveva raggiunto vette altissime, e si inserisce in quel filone trash dell'uomo della strada che diventa protagonista di un set senza possedere alcuna qualità. Ma ciò è potuto avvenire appunto perché il mezzo social ha queste caratteristiche tecniche lo fanno somigliare alla televisione come la televisione oggi prova a imitare i social proprio a causa di questa contiguità tecnica.  
Soltanto In via residuale credo siano adoperati come mezzo di condivisione di contenuti e di confronto di opinioni e ho l'impressione da una ristretta cerchia di individui. 
Quanto ai forum, come ho già scritto, la loro funzione è diametralmente divaricata da quella propria del mondo dello spettacolo e quindi della televisione come dei social. Il forum è un luogo di confronto, di aiuto, di critica, di indagine, di dialogo ma anche chiacchiera, è un luogo di scambio reciproco.  Il fine non è quello di esporre e mostrare il sé con immagini e dubbie capacità, ma di incotrare l'altro da sé con parole e idee. Il forum è quindi un luogo di formazione personale e sottintende a una visione ancora comunitaria dei rapporti tra individui, mentre i social al contrario tendono da accentuare l'isolamento, la solitudine, il solipsismo, l'esagerazione dell'io.  
E sarebbe bello confrontari con qualcuno che dice che sbaglio.

Re: L'importanza del forum

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@Gaetano Intile

Alcuni, io sono fra questi, non credono nel dialogo fra gli uomini. Non è una cosa che s’impara solo nei forum, ma anche in quelli, un riflesso della vita. Taluni amano, istintivamente, trovarsi, scegliere di vivere in parti scomode, difficili, evitate, denigrate, derise, ma che per la loro natura preferiscono; non per masochismo ma  giusto per la loro natura o per un istintivo primordiale buonsenso. Se una strada è in salita non dicono che è in discesa, solo perché tutti dicono così.
Non è una parte comoda, specie ai giorni nostri.
Hai mai visto che fine fa, metaforicamente, un uomo che ha pareri diversi da cinque, dieci persone che la pensano all’unisono in un forum? Che la pensa diversamente da un pubblico?  Hai mai visto qualcuno che vuole tenere una conferenza in un’università, luogo d’eccellenza del dialogo e del confronto in teoria, in una biblioteca, in un suolo o palco aperto comunque al pubblico?
Se le sue idee non sono conformi a quelle della massa viene, nel migliore dei casi cacciato, ostracizzato, e in certe situazioni rischia il linciaggio, vero o morale che sia.
La follia ha inquinato tutti i fiumi e quasi tutti gli affluenti del ragionamento umano.
Vedendo ad esempio gli odierni talk show, uno spettacolo pubblico miserevole, uomini e donne con  idee diverse che parlano, miserevole perché in apparenza è democratico, possono parlare tutti, ma in realtà chi non si conforma al pensiero dominante viene letteralmente assalito e fatto a pezzi. Si rimane allibiti da come una categoria di pensiero cerchi di impedire la possibilità di esprimersi ad un'altra categoria, perché ha l’infantile presunzione di essere nel giusto e se sente dire cose diverse batte i piedi e urla. Dovrebbe subentrare la rabbia dal mio punto di vista, nel vedere come le opinioni e i pensieri più assurdi, atteggiamenti che fino a una cinquantina d’anni fa sarebbero stati considerati follia e i loro propagatori rinchiusi in manicomi o sbattuti in carcere, vedere questi ragionamenti, queste persone, diventare il nuovo modo di pensare, il nuovo credo, la nuova imposizione di vita. Ma la rabbia fa male. Preferibile l’indifferenza, evitare contatti. Ho la fortuna di vivere in un’isola, in campagna davanti al mare. La follia viene solo d’estate con i turisti, poi se ne vanno e si respira di nuovo aria pura.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

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