Due quesiti, altro che uno.

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Quesito uno: quando un giorno farete gli scrittori o le scrittrici a tempo pieno, vivendo esclusivamente del frutto di ciò che scrivete, come organizzerete la vostra giornata? Voglio dire, sono Fiery Marnis, faccio la scrittrice, la mia giornata lavorativa è questa: ------ (proseguite voi)
Quesito due (facoltativa): è troppo rischioso mischiare il romance spicy con il distopico? 
Lo chiedo perché l'ho fatto, e la mia beta non è molto soddisfatta. Non leggendo romance spicy, non ho termini di paragoni. In compenso adoro il filone distopico, e adoro creare storie d'amore dark. (Io leggo thriller americani moderni, il mio scrittore preferito in assoluto è Dennis Lehane. L'unico distopico che ho letto è Il nuovo mondo di Huxley, ma guardo tantissime serie tv e film del genere. Non ci provo neanche a scrivere un thriller perché non ne sono all'altezza e verrebbe fuori una schifezza).
Cosa ne pensate di questo connubio? E' una follia? Mi troverei linciata sia dalle lettrici di romanzi spicy, che dai lettori/lettrici del genere distopico?

Re: Due quesiti, altro che uno.

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Quesito uno: non me lo sono mai posto. Se mai accadrà ( :s ), ci penserò sul momento. Troppo avanti nel tempo: l'unico passo importante è quello successivo.
Quesito due: è rischioso il romance. Mi spiego meglio: il romance va bene a se stante per me, mischiarlo con altri generi no. Perché? Nella maggior parte dei casi va a finire che l'altro genere diventa solo un pretesto per raccontare una storia d'amore. Insomma diventa un semplice sfondo.
Esistono molti mondi: reali, immaginari. Non importa la loro natura: da ognuno di essi si può apprendere qualcosa.
https://www.lestradedeimondi.com/

Re: Due quesiti, altro che uno.

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M.T. ha scritto: Insomma diventa un semplice sfondo.
Infatti il romanzo parte come un romance normale, dopo qualche capitolo e svariati accenni arriva il disastro. La parte distopica però diventa centrale, così come l'evolversi della storia tra i due personaggi. Vanno di pari passo. Il timore è di deludere sia i lettori del romance spicy che quelli del distopico, la mia beta mi conosce bene e quando è scontenta di qualcosa la sto a sentire. Stavolta però non so che fare, al limite non lo farò mai uscire il romanzo. Per quanto riguarda il quesito uno, passo un sacco di tempo a fantasticarci su. 

Re: Due quesiti, altro che uno.

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Mia Harper ha scritto: quando un giorno farete gli scrittori o le scrittrici a tempo pieno, vivendo esclusivamente del frutto di ciò che scrivete, come organizzerete la vostra giornata?
Dubito molto che accadrà mai  :P Neanche gli autori più famosi in genere vivono solo di quello... Può essere un bel gioco immaginarlo, ma per quanto riguarda me non cambierebbe le mie abitudini.

Mia Harper ha scritto: è troppo rischioso mischiare il romance spicy con il distopico? 
Secondo me si può mischiare tutti i generi che si vuole, la questione è riuscire a farlo bene, cioè creando una storia coerente e coinvolgente. Non leggo romance, ma mi pare che i distopici a sfondo romance (lo spicy non sono certa di cosa sia, credo un erotico un po' meno esplicito...?) vendano benissimo.
Le storie d'amore distopiche e dark funzionano. Magari anche con l'elemento spicy, ma se non ne sei pratica magari questo aspetto non ti è riuscito del tutto.
Io anni fa ho scritto un romance per un concorso, senza averne mai letto nessuno, e l'ha vinto (ha giocato a favore proprio la novità rispetto agli stereotipi) ma un paio di lettrici si sono (forse giustamente) lamentate che non era come si aspettavano. Non potrai mai fare contenti tutti, ma se il romanzo è bello le persone si dimenticheranno di ciò che loro si aspettavano di leggere e lo apprezzeranno per quello che è, di qualunque genere sia.
Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
Qualunque sia il tuo nome (HarperCollins)
La salvatrice di libri orfani (Alcheringa)
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Re: Due quesiti, altro che uno.

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Silverwillow ha scritto: Non potrai mai fare contenti tutti, ma se il romanzo è bello le persone si dimenticheranno di ciò che loro si aspettavano di leggere e lo apprezzeranno per quello che è, di qualunque genere sia.
@Mia Harper Sottoscrivo, come risposta al quesito n. 2. La mia risposta al n.1 è: sarebbe bello, ma per quanto mi riguarda, non avendo entrature presso CE prestigiose, né presso i media a diffusione nazionale, è impossibile. Per poter vivere di scrittura, cosa che ti auguro di cuore, pensa a come fare per attrezzarti, appunto, di idonee entrature e grandi canali di comunicazione. Quello che scrivi e come lo scrivi, a patto che sia di discreta fattura, passa in secondo piano.
Mario Izzi
2025 - Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni
Dea
[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]

Re: Due quesiti, altro che uno.

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A dire il vero, il primo quesito era una sorta di esercizio di manifestazione. Io ci penso tutti i giorni, da anni, a come organizzerei la mia giornata se facessi la scrittrice a tempo pieno. Con gli stress vari a cui sono sottoposta, non scrivo da circa un anno :( e mi manca tantissimo, ma almeno ogni giorno penso a quando lo facevo e a quando riprenderò a farlo. Per il discorso di mischiare due generi, il rischio è che, anche se il romanzo è un capolavoro (e ovviamente non lo è) una lettrice di romanzi spicy non si aspetta che al quarto capitolo lo sfondo della storia diventi distopico. E dall'altro lato, gli estimatori del distopico non si aspettano di leggere i momenti piccanti dei personaggi, forse accetterebbero se io sfumassi la cosa. In ogni caso. Ho un altro quesito in aggiunta ai primi due: come gestire la famosa "corazza dei protagonisti?" Metterli in situazioni pericolose e verosimili è anche abbastanza facile e spontaneo, ma farli uscire vivi ogni volta, quando una persona normale o anche dei professionisti, non ne uscirebbero mai, suscita un dubbio: come gestire la protezione continua dei personaggi, se non si vuole finire il libro a pagina 20? Non uso espedienti da Deus Ex Machina (spero di averlo scritto giusto) e conto anche sulla sospensione dell'incredulità, ma in alcuni capitoli io sono la prima a dire "ma va a... sarebbero già stra morti!". Accetto consigli <3 

Re: Due quesiti, altro che uno.

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@Mia Harper Se muore il protagonista il romanzo finisce e pure male. Ci sono mille modi plausibili per evitarlo: viene ferito più o meno gravemente e si risveglia in ospedale, si rimette in forze meditando vendetta, perché lui se l'è cavata, ma un grande amico è morto, magari per difenderlo. Oppure qualcuno lo avverte per tempo e riesce a preparare una trappola per gli aggressori, oppure... oppure... Suvvia, basta sforzare un po' la fantasia.
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Re: Due quesiti, altro che uno.

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Mia Harper ha scritto: Con gli stress vari a cui sono sottoposta, non scrivo da circa un anno :( e mi manca tantissimo, ma almeno ogni giorno penso a quando lo facevo e a quando riprenderò a farlo
Siamo in due   :hug: Una citazione di Kafka diceva: "Uno scrittore che non scrive è un mostro che corteggia la follia". Ecco, io sono già lì  :asd:
Mia Harper ha scritto: Ho un altro quesito in aggiunta ai primi due: come gestire la famosa "corazza dei protagonisti?" Metterli in situazioni pericolose e verosimili è anche abbastanza facile e spontaneo, ma farli uscire vivi ogni volta, quando una persona normale o anche dei professionisti, non ne uscirebbero mai, suscita un dubbio
Dipende tutto da come hai descritto i personaggi. Se hanno esperienza militare, o hanno seguito corsi di sopravvivenza o di arti marziali, sono appassionati di romanzi gialli o hanno avuto genitori esperti di armi, o di sport estremi, o che li portavano in campeggio in posti sperduti...
Le situazioni pericolose da superare andrebbero pensate proprio in base alla storia del personaggio (ma anche il contrario), o a fattori esterni che lo possono aiutare in modo credibile. Ci può entrare anche la fortuna, ma a patto che sia in linea con qualcosa che il personaggio sa già fare, o per cui non servono chissà quali abilità (mettere k.o. un ladro con la pistola, senza avere nessun addestramento, è fuori discussione, al limite può inciampare il ladro...).
Creare una situazione dove di norma neanche un esperto uscirebbe vivo mi sembra molto azzardato, ma è difficile giudicare senza saperne di più.
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Re: Due quesiti, altro che uno.

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@Silverwillow era proprio quello che intendevo. Il fatto è che la parte distopica nel romanzo ovviamente comporta pericoli mortali tutti i giorni, eppure il gruppetto di disperati che ho tratteggiato in questo libro riesce sempre a cavarsela. Il discorso di creare pericoli basandosi sui personaggi l'ho fatto, però in particolare ho creato una situazione in cui due dei personaggi ne escono con trovate da film americano (del caxxxo aggiungerei) e non so come rimediare, perché non ho la minima intenzione di lasciarlo così. Alla mia beta quella scena in particolare non ha dato chissà quanto fastidio, sono io che da lettrice penso "eh certo, sono arrivate le sorelle di Rambo adesso", troppo troppo irrealistico. Questa cosa mi ha talmente bloccata che ho interrotto l'editing un anno fa e non ho più ripreso in mano niente. Il romanzo è finito e siamo al primo giro di correzione, e non riesco a sbloccarmi. Forse dovrei riscrivere tutto il capitolo da capo? Lasciare così? Altre idee non ne ho :( (e no, le sorelle di Rambo non hanno addestramento militare di alcun genere, nella realtà due persone, in quella situazione, sarebbero morte).

Re: Due quesiti, altro che uno.

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Mia Harper ha scritto: Quesito uno: quando un giorno farete gli scrittori o le scrittrici a tempo pieno, vivendo esclusivamente del frutto di ciò che scrivete, come organizzerete la vostra giornata?
Io viaggerò tra la Luna e Marte, ma ogni mattina farò una capatina su Saturno dove fanno dei cornetti buonissimi che neanche immagini. Se vuoi vieni con me: ho un posto libero sulla mia navicella elettrica. L'ho presa elettrica per non inquinare lo spazio interstellare e poi su Saturno ci sono tante colonnine di ricarica :P
Il Sommo Misantropo

Re: Due quesiti, altro che uno.

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Mia Harper ha scritto: risposte per far passare per scema la persona che ha chiesto, lo trovo veramente di cattivo gusto
Anch'io le trovo di cattivo gusto, infatto non volevo farti passare per scema/o. Ultimamente mi capita spesso qui: forse è il momento di cambiare aria. Se arrivassero a me queste risposte, io deciderei di replicare con un sorriso o una risata, tu invece hai deciso di rispondere con un rimprovero: ognuno risponde nel modo che ritiene migliore, certo. Okay, cambio aria: ho l'impressione che qui alcuni si prendono troppo sul serio e, di conseguenza, un messaggio ironico facilmente viene preso come una "lesa maestà" :( Volevo dirti (ma non ci sono riuscito) che io non credo che uno possa vivere solo dei guadagni risicati che la scrittura permette. Tu però non hai colto questo messaggio (mi sono espresso male), ma hai deciso di reagire a muso duro :( Potevi anche decidere di dirmi "Ma che vuoi dire, cretino?", ma hai deciso diversamente…
Volevo anche dirti che, secondo me, il romance non va mescolato con altro perché tanti (sottoscritto compreso) pensano che sia una scusa per infilare una storia d'amore ovunque, cosa che in questi anni tira molto.
Il Sommo Misantropo

Re: Due quesiti, altro che uno.

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@dyskolos purtroppo questo è il problema della "chiacchierata virtuale": i toni e le parole possono venir fraintesi. Mi sono sentita presa in giro e mi sono messa sulla difensiva. Non voglio assolutamente che cambi aria, e mi fa piacere che hai risposto anche al resto dei quesiti (che erano facoltativi, quindi grazie <3 )  Per quanto riguarda la fusione tra il genere spicy e il distopico, a mia discolpa posso dire che AMO follemente creare personaggi psicologicamente disadattati, metterli in coppia e infine fargli passare l'inferno. Ho sempre scritto storie che da lettrice vorrei leggere, e tra le autrici italiane e quelle straniere, non ho ancora trovato un romanzo che unisca questi due elementi. Forse in lingua inglese si troverà qualcosa, ma non voglio dovermi concentrare troppo sulla comprensione della lingua quando leggo. Questo per dire che  se esistesse un bravo autore in grado di creare una storia così, la leggerei immediatamente. 

Re: Due quesiti, altro che uno.

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Mia Harper ha scritto: Il discorso di creare pericoli basandosi sui personaggi l'ho fatto, però in particolare ho creato una situazione in cui due dei personaggi ne escono con trovate da film americano (del caxxxo aggiungerei) e non so come rimediare, perché non ho la minima intenzione di lasciarlo così. Alla mia beta quella scena in particolare non ha dato chissà quanto fastidio, sono io che da lettrice penso "eh certo, sono arrivate le sorelle di Rambo adesso",
Come ti dicevo, è difficile giudicare senza sapere la trama. L'unica cosa che posso dirti è che spesso le vittorie dei protagonisti sono dovute a errori dei "cattivi", magari per troppa arroganza o sicurezza. Questo sì, sarebbe del tutto credibile. L'eroe non ha bisogno di avere chissà quali competenze, se l'avversario lo sottovaluta.
Mia Harper ha scritto: @dyskolos il quesito numero uno era serio, trovo sgradevole questo genere di risposte da presa in giro. Un commento ironico va bene, ma risposte per far passare per scema la persona che ha chiesto, lo trovo veramente di cattivo gusto.
Vedo che vi siete già chiariti, ma vorrei spezzare una matita (non ho sottomano una lancia  :P ) per @dyskolos, che è davvero una bella persona, e ha un senso dell'umorismo molto originale. Arriverai a conoscerlo meglio, se rimani in zona (cosa che spero)  :love:
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La salvatrice di libri orfani (Alcheringa)
Il lato sbagliato del cielo (Arkadia)
Il tredicesimo segno (Words)

Re: Due quesiti, altro che uno.

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Mia Harper ha scritto: Cosa ne pensate di questo connubio? E' una follia?
Non so se è una follia. Secondo me, associare una storia d'amore a un altro genere è rischioso perché, come dicevo prima, rischi che il lettore intraveda un modo subdolo per inserire a forza una storia d'amore dappertutto. Le storie d'amore tirano molto e spesso il lettore gradisce. Alla fine rischi che il lettore si concentri più sulla storia d'amore che sul resto, ma, fatto bene, non è impossibile. A proposito volevo farti un esempio letterario.
Recentemente ho letto un diario di una ragazza a cui a quindici anni viene diagnosticata una malattia neurologica letale. Si intitola in italiano "Un litro di lacrime", di Aya Kito. Lei non è una scrittrice, quindi qualcosa potrebbe essere migliorato, ma è emotivamente davvero difficile da leggere. Se decidi di farlo, mettiti accanto diversi pacchi di fazzoletti perché il libro fa piangere e non solo il "litro" di lacrime del titolo, ma molto di più: io avrò pianto almeno tre piscine olimpioniche di lacrime. È una storia vera. Lei muore a venticinque anni in ospedale in Giappone nel 1988. Si vede il lento peggioramento delle sue condizioni e lei sa benissimo che morirà presto.
Da questo libro, hanno tratto una serie TV in undici episodi della durata di 46:35 ciascuno (tranne il primo e l'ultimo) mai trasmessa in Italia, mai, ma in altri paesi, come il Vietnam e la Corea del Sud, sì. Nella serie è stato aggiunto un personaggio non presente nella realtà. Il suo nome è Haruto, un ragazzo con cui Aya ha una storia d'amore, del tutto inventata, aggiunta "postuma" per volere della madre, che ha curato la pubblicazione del diario e la sua trasposizione cinematografica. Poiché Aya nella realtà, avendo manifestato la malattia a quindici anni, non aveva mai avuto una storia d'amore, la madre ha detto (più o meno) "Aya mi ha raccontato spesso che avrebbe voluto avere una vera storia per dare un senso alla sua esistenza, poi l'ha scritto pure sul diario e, per questo, almeno nella finzione cinematografica, concediamogliela!" Gli sceneggiatori sono stati bravissimi: hanno corso quel rischio nel difficile equilibrio tra storia d'amore autentica e cosa aggiunta a forza. Solo che nelle decine di migliaia di commenti sui social la gente sembra essersi concentrata soprattutto sulla storia d'amore Aya-Haruto oscurando il resto: malattia progressiva, ospedali, ricoveri, quasi-morti, sedie a rotelle, scuole piene di scalini, professori e altri genitori che cacciano via Aya in una specie di infame consiglio genitoriale (solo madri e mai padri) perché, a detta loro, Aya "rallenta" le classe dato che i compagni di classe la aiutano spesso, la accompagnano, se la mettono in braccio per permetterle di oltrepassare le varie barriere architettoniche della scuola, ecc…
Poi hanno sfornato un film completo più attinente al diario e quindi alla realtà, senza storia d'amore inventata, ma la gente pare averlo ignorato in gran parte. Alla fine la storia d'amore ha oscurato tutto.
Questo è il rischio che si corre nel connubio tra romance e altro.
Ti metto un breve video, da guardare se hai tempo…

Il Sommo Misantropo

Re: Due quesiti, altro che uno.

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@dyskolos non credo che lo leggerò, sono troppo vigliacca per confrontarmi con questo tipo di letture. Ai tempi avevo visto un film tratto da un romanzo di Nicolas Sparks (quindi finzione) e mi è bastato. Quando sarò più matura e stabile emotivamente leggerò il libro che mi hai consigliato ora, mi sono segnata il titolo, grazie mille <3 Comunque nel mio manoscritto la storia d'amore è centrale, è il contesto in cui l'ho ambientata che non è tipica per il genere romance spicy. Se la ambientavo a Parigi in un contesto, che so, attinente alla moda (i protagonisti che si incontrano perché entrambi impegnati alla settimana della moda, per esempio (cosa che non farò)) non avrei tutti questi problemi. Comunque alla fine non credo che lo pubblicherò, ho interrotto l'editing e lasciato ad ammuffire su Word perché è troppo troppo rischioso.

Re: Due quesiti, altro che uno.

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Mia Harper ha scritto: Quando sarò più matura e stabile emotivamente leggerò il libro che mi hai consigliato ora, mi sono segnata il titolo, grazie mille <3
Grazie a te <3
Ti capisco: effettivamente è roba forte. Se un giorno lo leggerai, prima di aprire il libro, provocati il pianto, giusto per svuotare tutto il canale lacrimale, e non dimenticare di toglierti gli occhiali (se li porti) :)
Mia Harper ha scritto: Comunque alla fine non credo che lo pubblicherò, ho interrotto l'editing
Mi vuoi togliere l'onore di essere il tuo primo lettore? :P
Il Sommo Misantropo
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