Sineddoche wrote: Non c'entra nulla se se n'è occupata la madre, il padre o un vicino/a di casa. Il patriarcato come sistema sociale coinvolge tutti, uomini e donne. Un'educazione patriarcale può essere tranquillamente consegnata da una madre esattamente come da un padre.Questo è vero. Ho conosciuto una ragazza la cui madre la metteva un gradino sotto il fratello perché nel nostro sistema il maschio veniva portato di più della femmina, sia dal padre sia dalla madre. Per l'educazione che ho avuto da mia madre, uomo e donna sono alla pari, hanno gli stessi diritti e gli stessi doveri, e devono saper fare le stesse cose. Ergo, mi è stato insegnato a fare di tutto: dal pulire casa, al fare la lavatrice, a stirare (non sono un maestro nello stirare le camice ma ci provo) oltre ad altre cose tipicamente maschili. Se avesse avuto una femmina invece di un maschio gli avrebbe insegnato a fare lavori caratteristici di un uomo: aggiustare la perdita di un lavandino, sistemare una crepa in un muro, imbiancare, oltre a quelli considerati femminili. I lavori sono lavori, non hanno sesso: possono farli tutti. Chi meglio, chi un po' meno bene, ma occore sapere fare un po' di tutto, che può sempre tornare utile.
Sineddoche wrote: il patriarcato identifica nelle donne il famoso "sesso debole" queste hanno meno difficoltà degli uomini, in media, a confessarsi problemi e fallimenti.Non so se dipenda del patriarcato, però è vero che le donne tendono a parlare e a confessarsi di più tra di loro.
Sineddoche wrote: Esatto, per mancanza di abitudine all'autoanalisi e all'introspezione, oltre alla maggiore comprovata difficoltà dei maschi di rivolgersi alla psicoterapiaSull'introspezione, penso che sia un problema non solo di maschi o femmine ma di sistema occidentale: la maggior parte è portata a essere più estroversa, con lo sguardo rivolto più verso l'esterno che verso l'interiorità. Un sistema come quello giapponese, per esempio, è invece all'opposto, vuoi per reteggio culturale, per come vivono. Discorso poco approfondito, ma spero di aver dato l'idea.
Sulla difficoltà di rivolgersi a uno psicoterapeuta penso che sia un problema di mentalità, ovvero per molti (maschi e femmine) aver problemi legati alla sfera mentale e comportamentale è vista come un'onta, una vergogna da non far sapere in giro. E quindi si evita, si reprime il problema, che è la cosa peggiore che si possa fare, perché le cose peggiorano. Alle volte occorre rendersi conto che non c'è nulla di male nell'essere aiutati. Purtroppo, la paura di ricevere certe etichette (tipo quella di matto) blocca.
Cheguevara wrote: o si lavora in due o di famiglia non se ne parla proprio. I tempi sono cambiati, non necessariamente in meglio, e la colpa non è da imputare al patriarcato, semmai a un sistema sociale in cui il capitalismo esasperato ha creato danni difficilmente riparabili.Purtroppo le cose stanno così: farsi una famiglia, mettere al mondo una prole è una questione di soldi. Brutto da dire, ma bisogna fare i conti con tale realtà.