Cheguevara wrote: Spiacente, ma non sono d'accordo sul tuo fare di tutte le erbe un fascio.
Mi pare di non essere io a fare questo. Nessun governo è mai stato all'altezza delle promesse o delle aspettative (almeno da quando ho iniziato a seguire la politica, quindi solo gli ultimi due decenni), ma so comunque da che parte stare (anche se, potendo, starei coi radicali, che però sono troppo radicali perfino per fare un partito...). Cercare di capire cosa fanno gli altri, e perché, non è "fare di tutta l'erba un fascio" è solo cercare di capire le differenze e le similitudini. Le similitudini sono sotto agli occhi di tutti (promesse campate in aria, pressapochismo, populismo, ricerca di consensi, rinvii, elementi di distrazione, ecc.). Le differenze si dovrebbero notare di più, ma per ora (per me) non è così. Chi oggi rivendica il salario minimo e accusa il governo di non pensare ai poveri, ieri era al governo, e si barcamenava come fanno gli altri oggi. Non guardo le ideologie, guardo quello che le persone fanno in concreto, al di là dei bei discorsi o delle sparate condannabili.
Forse la tua considerazione si adatta di più al commento di
@M.T. :
M.T. wrote: alla fine, da una parte o dall'altra, pensano solo al proprio interesse e si asserviscono al potere e al denaro.
Commento con cui in parte potrei essere d'accordo, se non fosse che nonostante tutto mantengo viva la speranza che le cose cambino, e che persone capaci e con degli ideali che vanno più in là del mero interesse personale prima o poi andranno al governo.
M.T. wrote: E in Italia non si è mai voluto fare i conti con i danni e il lascito che ha lasciato, anzi, si lascia che venga celebrato, quando chi fa questo dovrebbe essere messo in galera. Senza appello.
È vero che non si sono mai fatti i conti con il passato, ma solo per i troppi compromessi e ambiguità. Se i buoni fossero stati premiati e i cattivi puniti, oggi staremmo tutti tranquilli. Ma la realtà è molto più sfaccettata, rendendo quasi impossibile stabilire criteri per giudicarla.
Gli italiani non amano le cose lunghe e complesse, quindi si è tirata una riga e basta: qualcuno è finito di qua e qualcuno di là, ma niente è mai stato davvero affrontato, risolto o perdonato. Si è andati avanti per quieto vivere, e non mi sorprende affatto che ancora oggi ci siano nostalgie. Di gente che spesso all'epoca neanche c'era, quindi non rimpiange qualcosa di perso che conosce, sembra più una reazione di protesta indistinta. Come dire "mi mostro fascista, quindi sono contro il sistema". Un po' la stessa cosa che fanno i tossici, o altri emarginati che ce l'hanno con la società ma non sanno che forma dare al loro malcontento, quindi ne cercano una già pronta. La stessa cosa vale per i rigurgiti della destra estrema. E ne abbiamo visti fin troppi esempi in killer solitari che ammazzavano gente a caso in giro per il mondo. Non certo perché credevano nel fascismo, ma perché volevano dare una veste politica e "utile", quindi più accettabile, alla loro follia e alla loro rabbia personale verso il mondo.
Cheguevara wrote: Questa destra è la destra più a destra di sempre, perché è trainata dai fascisti, che sono riusciti a fagocitare il centro, rappresentato da FI
Questo è il punto della questione. A me non interessa se uno è di destra-destra o mezza destra, mi interessa quello che fa.
Cheguevara wrote: ora più che mai, appare divisa tra un Nord ricco e produttivo e un Sud che, con l'abolizione del rdc, è più disperato di prima
Ma è così dall'800. E l'Rdc è inutile, favorisce chi lavora in nero e penalizza chi magari quell'anno guadagna 200 euro in più, che se lo vede togliere. Era un'iniziativa populista fino al midollo, che non pensava certo al benessere delle persone, ma a guadagnare voti (tant'è che oggi quelle persone stanno messe uguale). L'avrei tolto anch'io. Se sei invalido ci sono i sussidi appositi, se non lo sei ti cerchi un lavoro qualsiasi, anche facendo sacrifici, come fanno tutti. L'assistenzialismo di stato (quando non è indispensabile) fa più danno che altro. La stessa cosa vale per le accise sulla benzina: molti hanno meno problemi a pagare un prezzo più alto, quindi in tempi di crisi mi pare più giusto non favorire tutti, togliendo le tasse, ma piuttosto con quelle tasse aiutare a sopravvivere chi ne ha davvero bisogno.