Re: Tutto ciò di cui volete parlare (o lamentarvi) senza distinzioni di argomento

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Sineddoche wrote: Non c'entra nulla se se n'è occupata la madre, il padre o un vicino/a di casa. Il patriarcato come sistema sociale coinvolge tutti, uomini e donne. Un'educazione patriarcale può essere tranquillamente consegnata da una madre esattamente come da un padre. 
Questo è vero. Ho conosciuto una ragazza la cui madre la metteva un gradino sotto il fratello perché nel nostro sistema il maschio veniva portato di più della femmina, sia dal padre sia dalla madre. Per l'educazione che ho avuto da mia madre, uomo e donna sono alla pari, hanno gli stessi diritti e gli stessi doveri, e devono saper fare le stesse cose. Ergo, mi è stato insegnato a fare di tutto: dal pulire casa, al fare la lavatrice, a stirare (non sono un maestro nello stirare le camice ma ci provo) oltre ad altre cose tipicamente maschili. Se avesse avuto una femmina invece di un maschio gli avrebbe insegnato a fare lavori caratteristici di un uomo: aggiustare la perdita di un lavandino, sistemare una crepa in un muro, imbiancare, oltre a quelli considerati femminili. I lavori sono lavori, non hanno sesso: possono farli tutti. Chi meglio, chi un po' meno bene, ma occore sapere fare un po' di tutto, che può sempre tornare utile.
Sineddoche wrote: il patriarcato identifica nelle donne il famoso "sesso debole" queste hanno meno difficoltà degli uomini, in media, a confessarsi problemi e fallimenti.
Non so se dipenda del patriarcato, però è vero che le donne tendono a parlare e a confessarsi di più tra di loro.
Sineddoche wrote: Esatto, per mancanza di abitudine all'autoanalisi e all'introspezione, oltre alla maggiore comprovata difficoltà dei maschi di rivolgersi alla psicoterapia 
Sull'introspezione, penso che sia un problema non solo di maschi o femmine ma di sistema occidentale: la maggior parte è portata a essere più estroversa, con lo sguardo rivolto più verso l'esterno che verso l'interiorità. Un sistema come quello giapponese, per esempio, è invece all'opposto, vuoi per reteggio culturale, per come vivono. Discorso poco approfondito, ma spero di aver dato l'idea.

Sulla difficoltà di rivolgersi a uno psicoterapeuta penso che sia un problema di mentalità, ovvero per molti (maschi e femmine) aver problemi legati alla sfera mentale e comportamentale è vista come un'onta, una vergogna da non far sapere in giro. E quindi si evita, si reprime il problema, che è la cosa peggiore che si possa fare, perché le cose peggiorano. Alle volte occorre rendersi conto che non c'è nulla di male nell'essere aiutati. Purtroppo, la paura di ricevere certe etichette (tipo quella di matto) blocca.
Cheguevara wrote: o si lavora in due o di famiglia non se ne parla proprio. I tempi sono cambiati, non necessariamente in meglio, e la colpa non è da imputare al patriarcato, semmai a un sistema sociale in cui il capitalismo esasperato ha creato danni difficilmente riparabili.
Purtroppo le cose stanno così: farsi una famiglia, mettere al mondo una prole è una questione di soldi. Brutto da dire, ma bisogna fare i conti con tale realtà.
Esistono molti mondi: reali, immaginari. Non importa la loro natura: da ognuno di essi si può apprendere qualcosa.
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Re: Tutto ciò di cui volete parlare (o lamentarvi) senza distinzioni di argomento

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Albascura wrote: Ma torniamo a oggi, ai recenti fatti di cronaca, perché diciamolo chiaramente, è da poco tempo che è stata tirata fuori la storia sulle responsabilità del patriarcato nei femminicidi. Anzi, diciamola tutta, dal caso della povera Giulia: è scaturito tutto dalla bocca della sorella dell'anno, la sorella della vittima, quella sorella cosi geniale che purtroppo non ha colto i segnali di pericolo in tempo, per salvare Giulia, I segnali c'erano eccome!
Tale questione non mi è piaciuta per niente: si è creato un caso, dando molto risalto all'omicidio. Le donne uccise prima e dopo di lei non hanno avuto la stessa mediaticità. Ma non valevano meno di lei, erano come lei e per questo dovevano avere lo stesso trattamento, non erano inferiori.
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Re: Tutto ciò di cui volete parlare (o lamentarvi) senza distinzioni di argomento

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M.T. wrote: Ma non valevano meno di lei, erano come lei e per questo dovevano avere lo stesso trattamento, non erano inferiori.
Per questo ribadisco: È un caso mediatico. E si porta ancora dietro una scia di gente che ha creduto ai concetti espressi dalla sorella geniale. 
Beneficiano ancora, Lei e suo padre, di una notorietà che mi pare del tutto fuori contesto.  

Re: Tutto ciò di cui volete parlare (o lamentarvi) senza distinzioni di argomento

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@Sineddoche e @M.T.  Cerco di spiegare meglio il mio punto di vista: d'accordo che la situazione attuale, come tutte le situazioni che coinvolgono il sociale e la morale corrente, sia anche, in parte, retaggio del passato. Il cosiddetto patriarcato, appunto, si riferisce a costumi e usanze passati che, com'è ovvio, si ripercuotono sul presente. Tuttavia non mi sembra che le nuove generazioni si muovano granché su quelle orme. Io vedo giovani coppie in cui sia l'uomo che la donna, a seconda delle necessità, fanno le stesse cose, dall'accudire la prole al lavare i piatti. Mi pare anche che uomini e donne, nel continuare a dibattere sui temi del patriarcato-maschilismo e del femminismo, finiscano per fare come i capponi di manzoniana memoria, distraendosi così dai problemi di ben altro peso sulla vita quotidiana. Checché ne dicano i nostri governanti attuali, nel nostro malandato Paese uomini e donne, se e quando lavorano, sono remunerati con salari insufficienti e a volte ridicoli, che spesso non consentono a chi lavora di superare la soglia di povertà. L'industria automobilistica è in crisi anche perché è in calo verticale il numero dei cittadini in grado di acquistare un'auto nuova. La sanità pubblica, con i tempi d'attesa che spesso superano l'anno, spinge l'utenza a servirsi della sanità a pagamento: chi può permettersela, gli altri possono anche crepare. Il numero dei ricchi è in calo, ma è in forte aumento l'ammontare globale delle risorse nelle loro mani, mentre il numero dei poveri aumenta ogni giorno, pescando tra le file di quella che una volta era la classe media. L'ascensore sociale è, ormai, un ricordo del passato: gli indigenti sono destinati a rimanere tali, e così i loro figli, a meno che non realizzino una vincita al superenalotto. Ma noi siamo qui a discutere del patriarcato e del politically correct, pronti a criticare chi ci causa disagi perché sciopera contro questo sistema, ormai divenuto perverso. Le armi di distrazione di massa, usate in maniera manipolatoria anche avvalendosi delle fake-news propalate attraverso i social, tengono l'uomo della strada (e anche la donna, così non facciamo torto al genere femminile) lontano dai veri problemi, col risultato che la metà degli aventi diritto non va più a votare. Ciliegina sulla torta: le guerre che circondano un'Europa sempre più debole, anche in virtù dei sovranismi dilaganti. Queste sono, a mio avviso, le problematiche su cui dovremmo interrogarci e sulle quali, eventualmente, dibattere. Per cortesia, basta con questo ping-pong su maschilismo, femminismo e le irrisorie problematiche connesse.
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Re: Tutto ciò di cui volete parlare (o lamentarvi) senza distinzioni di argomento

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Albascura wrote: da poco tempo che è stata tirata fuori la storia sulle responsabilità del patriarcato nei femminicidi
Questo purtroppo non è assolutamente vero. Era un tema su cui le associazioni femministe si spendevano già tantissimo, Michela Murgia ne parlava in tv già dieci anni fa. Se ne parlava nei centri anti violenza, tantissimo. 
Albascura wrote: E Prima? No dico, prima nessuno se ne era accorto che vivevamo in questa società maschilista e patriarcale? Come mai le parole della sorella dell'anno hanno provocato questo terremoto?
Le parole della sorella non hanno fatto altro che riprendere un tema molto caro, come detto sopra, al mondo dell'associazionismo femminista. Non so spiegarti bene perché, ma per qualche motivo quei temi di nicchia sono diventati mainstream. Ma erano già temi molto conosciuti. 
Albascura wrote: Ho guardato un video dove si leggeva il memoriale di Turetta e viene fuori che quella è una storia di assoluta solitudine, di disvalore, disattenzione, mancanza d'amore che ha creato un ragazzo incapace di vivere in società. Il patriarcato non lo vedo proprio, almeno in questo caso cosi ben documentato.
Su questo ti do ragione. È sbagliato prendere un caso singolo e dire "in questo caso è così e così". Non possiamo saperlo. Io sono convinto per esempio che ci sia un problema sistemico di patriarcato che ricade tra l'altro sul numero dei femminicidi, ma non posso escludere che il singolo caso, come è questo, sia un'eccezione e che i reali motivi concreti siano altri. 
Albascura wrote: Basta farsi un giro, la mattina, all'entrata di scuola, per vedere che non è più cosi. E non è più cosi da anni, non l'altro ieri éh.
Basta fare due più due e il quadro completo è davanti agli occhi di tutti.
Io porto spesso al parco mia figlia. Ti garantisco che sono di solito l'unico papà, e sono all'ordine del giorno mamme o nonne che mi dicono "che bravo che porti tua figlia"! 

Lo direbbero di una madre? 

Poi: è normale che il congedo paternità sia di 10 giorni e quello di maternità di 6 mesi? Sono normali gli enormi tassi di disoccupazione femminile, soprattutto se raffrontati a quelli maschili? È normale che i posti di lavoro più femminilizzati, quelli legati alla istruzione e all'accudimento, siano i meno pagati? 

Lo squilibrio economico sociale a favore dei maschi è evidente nei dati, nazionali e internazionali. 
Di certo è un patriarcato impallidito rispetto al passato, non più sorretto dalla struttura giuridica. Ma ancora patriarcato è. 
Albascura wrote: E se quarant'anni ti sembrano pochi, pensa che l'omicidio di genere è un termine, un problema più recente
Assolutamente no. Le violenze sulle donne e i femmiicidi erano praticamente all'ordine del giorno, ma non erano denunciati, non erano comunicati, non erano neppure NOMINATI (la dizione femminicidio è recente, ma il fenomeno è antico: pensa ai casi elisa claps e novi ligure, oggi li chiameremo femminicidi, allora no). 
Albascura wrote: io non conosco nessun uomo e non ne ho mai conosciuti che pensino che l'omofobia è un valore
Si vede che non sei un maschio. L'insulto più gettonato è la declinazione rozza del termine omosessuale. In adolescenza, se vuoi essere riconosciuto dai tuoi pari, come prima cosa devi dimostrarti indubbiamente etero. 
Last edited by Sineddoche on Mon Dec 16, 2024 4:22 pm, edited 3 times in total.

Re: Tutto ciò di cui volete parlare (o lamentarvi) senza distinzioni di argomento

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Le problematiche espresse da @Cheguevara sono reali tanto quanto quelle espresse da @Sineddoche
Parlare è importante, riguardo a ogni cosa, perché la polvere nascosta sotto il tappeto resta lì a creare sporco, e dallo sporco proliferano germi e malattie.
Capisco, però, l'esigenza di non monopolizzare il topic con l'argomento patriarcato e i relativi problemi (che non considero, personalmente, irrisori).
Posso provare a riaprire cautamente il topic precedente e apposito, ne parlo con il resto dello Staff.

Re: Tutto ciò di cui volete parlare (o lamentarvi) senza distinzioni di argomento

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Sineddoche wrote: : pensa ai casi elisa claps e novi ligure, oggi li chiameremo femminicidi, allora no). 
Allora è per questo che non ci comprendiamo, Il caso di Elisa Claps, non è femminicidio, L'assassino è uno psicopatico, proprio malato di mente. Danilo Restivo è Il classico maniaco. Se vai a informarti scoprirai che anche lui da bambino è stato lasciato solo. Suo padre e sua madre sono stati dei genitori manchevoli, assurdi. Io non posso pensare che Restivo sia stato spinto da educazione patriarcale. Il padre pensava solo ai suoi affari e non sopportava suo figlio. L'educazione proprio non c'era in quel caso. Danilo aveva problemi che sono stati volutamente ignorati per vergogna.
Per quello di Novi Ligure? Cosa centrano il patriarcato, il femminismo. Una ragazzina ammazza la madre e il fratellino, dove lo vedi il femminicidio di stampo patriarcale? Vorrei che mi spiegassi, forse non ho proprio inteso come tu intendi collocare la parola patriarcato, scusami, forse non ho proprio capito.  
 
Last edited by Albascura on Mon Dec 16, 2024 5:07 pm, edited 1 time in total.

Re: Tutto ciò di cui volete parlare (o lamentarvi) senza distinzioni di argomento

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Sineddoche wrote: capisci cosa intendo?
No, non capisco. Se non chiamiamo le cose con il loro nome il cervello va in pappa.
Un maniaco è quello che ammazza per disturbi mentali, sia che ammazzi animali, femmine, bambini, vecchi... Solo per puro disturbo mentale, e spesso ciclicamente, Restivo è stato preso perché ha ucciso di nuovo, in Inghilterra.
L'uomo che uccide per smania di possesso, per abbandono, lo fa una volta, uccide quella che si è permessa di fare qualcosa che gli ha scatenato l'istinto di protezione di se stesso.
Non è la stessa cosa, se ci mettiamo dentro tutti gli omicidi che hanno come vittima una donna allora c'è qualcosa che non mi torna.

Re: Tutto ciò di cui volete parlare (o lamentarvi) senza distinzioni di argomento

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Sineddoche wrote: Ho già detto sopra che non mi sembra saggio stare qui a discutere sul singolo caso concreto, di cui inevitabilmente si sa poco. 
Si, sono d'accordo, ma se facciamo tutto un mucchio, senza discernimento non si arriva da nessuna parte. 
Sineddoche wrote: Era solo per spiegare che oggi, di fronte a un caso Claps si parlebbe di femminicidio secondo me, magari a sproposito
Io non credo, non ritengo che si possa parlare di femminicidio, in quel caso, nemmeno a sproposito.Elisa è stata vittima di un maniaco, anche i maniaci ci sono sempre stati, colpa del patriarcato? Come si potrebbe accumunare Danilo Restivo a Filippo Turetta, Impossibile, assolutamente.
E si, si dovrebbe valutare i casi singolarmente, andare a vedere perché un uomo ammazza nel modo in cui lo hanno fatto gli assassini di Giulia Cacchettin, Giulia Tramontano e altri molto simili giustamente definiti femminicidi. I motivi sono simili, le loro storie sono simili. Capisco che non siamo sullo stesso punto di vista, ma una donna uccisa per mafia, per vendetta o altri motivi... Non puoi collocarla nella stessa lista dell donne uccise per i motivi spiegati prima. 

Re: Tutto ciò di cui volete parlare (o lamentarvi) senza distinzioni di argomento

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Sineddoche wrote:
Per cortesia, basta dire agli altri di cosa dovrebbero parlare o tacere. 
Non era mia intenzione imporre alcunché. Solo che, sempre secondo me, le priorità sono ben altre, perché oggi esistono problematiche irrisolte che rischiano addirittura di mandare all'aria il patto sociale. Problematiche al cui confronto quelle generate da un patriarcato che, tra l'altro, è in totale declino, a me appaiono irrisorie. Siccome il problema del patriarcato è stato dibattuto al punto che, sempre secondo me, non c'è molto altro da dire, io mi tiro fuori da questo tipo di discussione, nella quale  mi pare che ogni partecipante, me compreso, abbia detto tutto quello che aveva da dire. Auguro agli altri partecipanti un buon proseguimento.
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Re: Tutto ciò di cui volete parlare (o lamentarvi) senza distinzioni di argomento

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Albascura wrote: Capisco che non siamo sullo stesso punto di vista, ma una donna uccisa per mafia, per vendetta o altri motivi... Non puoi collocarla nella stessa lista dell donne uccise per i motivi spiegati prima.
Su questo concordo in realtà, la vedo come te. 
Ho qualche perplessità in più sull uso o meno del termine femminicidio nei casi concreti, specie quelli ancora sotto processo o lontani nel tempo. Ma è poco importante a mio modo di vedere. Diciamo pure che il caso Claps non è femminicidio e il caso Turetta sì.

Re: Tutto ciò di cui volete parlare (o lamentarvi) senza distinzioni di argomento

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Cheguevara wrote: Checché ne dicano i nostri governanti attuali, nel nostro malandato Paese uomini e donne, se e quando lavorano, sono remunerati con salari insufficienti e a volte ridicoli, che spesso non consentono a chi lavora di superare la soglia di povertà. L'industria automobilistica è in crisi anche perché è in calo verticale il numero dei cittadini in grado di acquistare un'auto nuova. La sanità pubblica, con i tempi d'attesa che spesso superano l'anno, spinge l'utenza a servirsi della sanità a pagamento: chi può permettersela, gli altri possono anche crepare. Il numero dei ricchi è in calo, ma è in forte aumento l'ammontare globale delle risorse nelle loro mani, mentre il numero dei poveri aumenta ogni giorno, pescando tra le file di quella che una volta era la classe media. L'ascensore sociale è, ormai, un ricordo del passato: gli indigenti sono destinati a rimanere tali, e così i loro figli, a meno che non realizzino una vincita al superenalotto.
Concordo totalmente.
Si discuteva del problema di come sono trattate le donne e quindi lo si è affrontato, ma sì, ci sono problemi di non poco conto di cui parlare.

Si tratta di un dato di fatto che ci siano discriminazioni riguardo le donne, con stipendi più bassi di quelli degli uomini, di certe battute evitabili: è innegabile. Ma il patriarcato, ora, come sistema imperante, approvato dalla cultura e dalla maggioranza, magari anche dal governo, no: per questo si volga lo sguardo a paesi come Iran, India, Pakistan, Afghanistan. O quei paesi dove l'infibulazione è ancora perpetrata, dove si menomano donne in nome di tradizioni che sono soltanto follia.
Cheguevara wrote: Le armi di distrazione di massa, usate in maniera manipolatoria anche avvalendosi delle fake-news propalate attraverso i social, tengono l'uomo della strada (e anche la donna, così non facciamo torto al genere femminile) lontano dai veri problemi, col risultato che la metà degli aventi diritto non va più a votare. Ciliegina sulla torta: le guerre che circondano un'Europa sempre più debole, anche in virtù dei sovranismi dilaganti. Queste sono, a mio avviso, le problematiche su cui dovremmo interrogarci e sulle quali, eventualmente, dibattere.
Sono problematiche da dibattere. Purtroppo, possiamo farci ben poco: siamo troppi pochi per essere ascoltati. E anche se fossimo di più, non lo saremmo lo stesso. Purtroppo, in certi casi servirebbero atti forti, come successo in Corea del Sud. O come quel manager ucciso in America e qui mi soffermo un attimo: se si arriva a compiere certi gesti, ci si deve domandare a come si è arrivati a fare qualcosa del genere. Interrogandosi, si deve andare oltre il puntare il dito su chi ha ucciso, arrivando a capire perché si è ucciso e il motivo è un sistema malato che stritula l'individuo, lo sfrutta, lo mastica e poi lo sputa quando è stato spremuto a dovere.
Albascura wrote: E si porta ancora dietro una scia di gente che ha creduto ai concetti espressi dalla sorella geniale. 
ti riferisci a questo?
"gli uomini devono fare un mea culpa. Anche chi non ha mai fatto niente, sono sicuro che nella vostra vita ci sia almeno un episodio in cui avete mancato di rispetto a una donna in quanto donna, a qualcuno solo perché donna, avete magari fatto del catcalling e commenti sessisti con i vostri amici. L'ironia da spogliatoio, come la chiamano, non va bene". Lo ha detto Elena, la sorella di Giulia Cecchettin, la 22enne trovata morta ieri in provincia di Pordenone, parlando ai cronisti fuori dalla casa di Vigonovo. "Fatevi un esame di coscienza - ha aggiunto Elena - e realizzate questa cosa e poi imparate da questo episodio e iniziate a controllare, a richiamare anche gli altri vostri amici. Da voi deve partire questo. Noi donne possiamo imparare a difenderci, ma se uomini non fanno esame coscienza e si rendono conto del privilegio che hanno in questa società, non andiamo da nessuna parte."
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Re: Invito alla riflessione sulle responsabilità del patriarcato nella violenza di genere

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Grazie, @ElleryQ, per questa opportunità. Ho ancora molto su cui riflettere intorno a questo argomento. 

Cito @Cheguevara che non ne vuole più discutere:

Solo che, sempre secondo me, le priorità sono ben altre, perché oggi esistono problematiche irrisolte che rischiano addirittura di mandare all'aria il patto sociale. Problematiche al cui confronto quelle generate da un patriarcato che, tra l'altro, è in totale declino, a me appaiono irrisorie.

Che non siano problematiche di tuo interesse @Cheguevara  ci può stare, non ho nulla in contrario, ma che siano meno importanti di quello che accade nel resto del mondo non lo penso. Non definirei irrisorio il problema, semmai circoscritto ma di uguale importanza. Si tratta del benessere di tutti i figli e figlie che sono in una fascia di età a rischio. Si tratta di riconoscere il disvalore che sta dilagando nella nostra società.
Scusami se ti ho citato :rosa:

Cito anche @Sineddoche, Ho lasciato in sospeso la discussione quando mi hai risposto, nell'altra discussione, cosi:


Ho qualche perplessità in più sull uso o meno del termine femminicidio nei casi concreti, specie quelli ancora sotto processo o lontani nel tempo. Ma è poco importante a mio modo di vedere. Diciamo pure che il caso Claps non è femminicidio e il caso Turetta sì.

Per quello dico che bisogna non generalizzare. I crimini sono cambiati, le dinamiche e le motivazioni spesso nascono dalla stessa società in cui viviamo e quella in cui viviamo oggi genera assassini diversi da quelli di un tempo.
I casi come quello di Turetta sono nuovi crimini, a commetterli sono persone, sempre descritte come dei bravi ragazzi, fino al giorno prima. Di solito non c'è il rischio di reiterazione dei reati, di solito loro stessi dicono che non sanno spiegarsi perché hanno ucciso.
 Vogliamo ancora tenere gli occhi chiusi e dare la colpa al sistema? Meglio trovare un capro espiatorio che guardarsi dentro?
Il caso più emblematico è quello di Chiara Petrolini:
Una ragazza di ventidue anni partorisce di nascosto e uccide tutte e due la volte i suoi bambini. Un ragazzino di quindici butta dal balcone una ragazzina di dodici, una bambina di nove anni porta a scuola un coltello e ferisce un suo compagno… 
Questi, per quanto sono riuscita a capire, sono casi che affondano le radici nelle stesse problematiche familiari degli altri casi dove le vittime sono solo le donne: mancanza di educazione, attenzione, empatia, ecc. da parte di famiglie inesistenti che quando scoppia la bolla della realtà virtuale, non sanno affrontare la realtà. E no, non riesco a paragonare nulla di tutto questo a quello che accadeva anni fa. Sarebbe il caso di parlarne, di studiare questi casi e trovare delle risposte educative nuove.

Re: Tutto ciò di cui volete parlare (o lamentarvi) senza distinzioni di argomento

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M.T. wrote: "Fatevi un esame di coscienza -
Cosa che non ha fatto lei. La sorella intendo. Anche lei dovrebbe farsi un esame di coscienza, Giulia aveva chiesto aiuto.
M.T. wrote: gli uomini devono fare un mea culpa. Anche chi non ha mai fatto niente, sono sicuro che nella vostra vita ci sia almeno un episodio in cui avete mancato di rispetto a una donna in quanto donna, a qualcuno solo perché donna, avete magari fatto del catcalling e commenti sessisti con i vostri amici. L'ironia da spogliatoio, come la chiaman
Sono sicura che ci sono UOMINI capaci di rispetto verso la memoria di Giulia e di altre donne.  Molto più capaci di lei, che appena morta la sorella ha accalappiato e si è fatta accalappiare dal fascino delle telecamere. I giornalisti ci sono andati a nozze…

Re: Invito alla riflessione sulle responsabilità del patriarcato nella violenza di genere

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Io non concordo affatto con te quando non riconosci che i femminicidi, cioè uccisioni di donne a causa del loro genere, sono da ricondurre al fenomeno patriarcale che ti ho delineato sopra (nell'altra discussione intendo). 
Allora non ha neanche più senso aver creato quel neologismo, che riguarda appunto l'uccisione di una donna in quanto tale, uccisioni molto frequenti nella storia occidentale e non solo.

Che poi la questione si intersechi con altre problematiche relazionali va bene, ma non mi pare sensato escludere in toto il fattore patriarcale. 

Re: Invito alla riflessione sulle responsabilità del patriarcato nella violenza di genere

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Sineddoche wrote: Io non concordo affatto con te
Mi sembra giusto, non possiamo pensarla allo stesso modo.
Sineddoche wrote: Allora non ha neanche più senso aver creato quel neologismo, che riguarda appunto l'uccisione di una donna in quanto tale,
Il neologismo è il femminicidio? Io credo che si tratti di un termine come un altro, le cause invece, no, quelle sono da studiare in materia psicologica.
Si tratta di specifici cambiamenti nella psiche umana e non possiamo ridurre tutto questo marciume al patriarcato. Il problema dei crimini di oggi é molto più serio, è gravissimo, perché coinvolge giovani e giovanissimi che non hanno subito tutta questa influenza dai metodi educativi dei nonni dei nonni. Credo sia doveroso scoprire cosa c'è da fare per cambiare strada. 

Re: Invito alla riflessione sulle responsabilità del patriarcato nella violenza di genere

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Albascura wrote: Il neologismo è il femminicidio? Io credo che si tratti di un termine come un altro, le cause invece, no, quelle sono da studiare in materia psicologica.
Beh, è un termine che ha un significato preciso, che riguarda il movente. E riconoscere come valido questo significato implica riconoscere l'esistenza, a monte, di una logica patriarcale. Altrimenti, per coerenza, bisognerebbe parlare semplicemente di omicidio.

Di certo c'è che non tutti gli uomini che vivono nel patriarcato uccidono, perché vanno considerati certamente anche aspetti psicologici senz'altro particolari. Ma in assenza del patriarcato questi aspetti psicologici non avrebbero armato questi uomini contro la "loro" donna. É un mix di fattori. 
Last edited by Sineddoche on Mon Dec 16, 2024 9:41 pm, edited 1 time in total.

Re: Invito alla riflessione sulle responsabilità del patriarcato nella violenza di genere

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Sineddoche wrote: Di certo c'è che non tutti gli uomini che vivono nel patriarcato uccidono, perché vanno considerati certamente anche aspetti psicologici senz'altro particolari. Ma in assenza del patriarcato questi aspetti psicologici non avrebbero armato questi uomini contro la "loro" donna. É un mix di fattori. 
Mi sembra un pochino contorto come concetto.
Se c'è, il patriarcato produce crimini aberranti, non è che possono venirti dubbi, come spiegavo nell'altra discussione, nell'islam c'è e nessuno lo mette in dubbio, 
Se non c'è o è un retaggio che colpisce a caso, non chiamiamolo patriarcato, punto.  È qualcosa di vagamente definito che si è evoluto nel tempo, ma è chiaro che i ragazzi citati sopra non hanno avuto effetti dalle insensate abitudini dei nostri avi. Ma bensì da altre nascoste influenze, celate nella società moderna

Re: Invito alla riflessione sulle responsabilità del patriarcato nella violenza di genere

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Ma davvero si pensa che questo sia un nuovo genere di delitto? 
Per convincersi del contrario basta fare questa prova: si va in una biblioteca pubblica che esista da lungo tempo, ci si fa dare due o tre annate complete di un quotidiano di 40-60 anni fa e si sfoglia la cronaca nera. 
Le uniche differenze che si troveranno saranno nel lessico: "delitto passionale" al posto di "femminicidio", e forse nel minor risalto dato alla notizia, dovuto a vari motivi: giornalismo meno gridato di quello attuale (almeno nei grandi quotidiani), un maggior pudore rispetto a certi argomenti, etc.
Se il fenomeno appare oggi più evidente è solo perché fortunatamente c'è una maggiore sensibilità di media e opinione pubblica su tutta la problematica riguardante la parità di genere. 
Paradossalmente, è un miglioramento culturale avvenuto in questi decenni, il non tollerare più cose intollerabili, che genera una falsa apparenza di recrudescenza.

Anche il fatto che oggi avvengano in generale delitti più efferati rispetto al passato è un'illusione ottica dovuta al solito effetto deformante prodotto misteriosamente dal trascorrere del tempo. Ho appena letto "Milano calibro 9", raccolta di racconti neri di Giorgio Scerbanenco, scritta nel 1967, ed è un autentico campionario di efferatezze in gran parte attinto e/o ispirato dalla cronaca nera del tempo, che non ha proprio niente da invidiare ai delitti dei giorni nostri.

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