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Re: Seconda guerra mondiale e dintorni

La politica è di tutti e dire che non interessa equivale a dire che non interessa il futuro di famiglia e Paese.
Mi sono espressa male, come al solito. Quello che non mi interessa sono le diatribe politiche sterili e inutili, non la politica in sé. Mi auguro che il nuovo governo sia più responsabile (pare che lo slogan ora sia responsabilità, come se finora stessimo giocando). Forse il campo finanziario è l'unico che può mettere tutti d'accordo, perché quando si tratta di soldi le divisioni politiche e ideologiche svaniscono come per magia.
Comunque per quanto mi riguarda chiudo qui, vedo che si torna sempre sulle stesse questioni, e che si sbatte sempre negli stessi muri. A nessuno interessa davvero capire o risolvere, c'è un bisogno innato negli esseri umani di trovare il diverso, il nemico, il colpevole, e di alimentare l'odio. E' una cosa che non capisco ma con cui mi tocca convivere. Visto che sbattere nei muri è inutile, tocca farci il giro e andare avanti.

Re: Seconda guerra mondiale e dintorni

Come si racconta in un romanzo storico questo? E, soprattutto, siamo sicuri che qualcuno voglia ascoltare questo tipo di racconto?
Perché "L'accanimento dei vincitori sui vinti" è ad un passo dall'essere l'ennesima narrazione, non una realtà
Non credo che nessuno abbia mai scritto, o pensi di scrivere, un romanzo sull'accanimento dei vincitori sui vinti. Se ti riferisci a quando ho parlato di stereotipi, non mi riferivo certo a un ribaltamento dei ruoli. Semplicemente certi stereotipi sono abusati e stancano in qualunque romanzo (anche nei fantasy): l'eroe senza macchia e il cattivo dalla risata sadica hanno fatto il loro tempo, anche se ad alcuni piacciono ancora. Ma per me è segno di pigrizia nello scrittore, è più facile sbozzare i personaggi con l'accetta che approfondirli.
Per intenderci meglio (vedo che più parole uso più creo confusione), ho letto di recente un libro bellissimo (scritto da un'autrice esordiente del WD) dal titolo "L'ultima testimone" (Garzanti). E' ambientato nel presente, e non parla della guerra in sé, ma di accadimenti di quell'epoca che hanno avuto conseguenze sui nipoti degli interessati. Non si parla nemmeno di foibe, ma è descritto bene il clima caotico del confine istriano a fine guerra, dove nessuno sa più da che parte stare. Si parla di due amici d'infanzia, uno italiano e uno slavo, che combattono in gruppi partigiani diversi. Molti anni dopo la guerra uno dei due scoprirà che l'altro ha commesso dei crimini, e ne scaturisce un fatto drammatico. L'autrice è stata bravissima a riportare i fatti e le emozioni senza mai dare giudizi di sorta. Sta alla sensibilità del lettore stabilire chi avesse ragione, ma è difficile, perché ognuno ha le sue motivazioni, che sono in parte comprensibili. Questo è quello che intendo per evitare stereotipi e giudizi morali invasivi in un romanzo.
Gli eccidi, per quanto orrendi, non sono isole nel mare e il povero istriano ucciso durante le Foibe non avrà colpe, ma questa consapevolezza cosa ci dà nel leggere la storia? Cosa impariamo da questo?
Si impara solo quel che si vuole imparare, questo è indubbio. Io imparo moltissimo dalla verità storica: imparo a non prendere tutto quel che sento come oro colato, e che gli uomini restano sempre gli stessi, al variare dei secoli, quindi gli orrori accaduti in passato accadranno di nuovo (e stanno già accadendo, lontano dai riflettori). Imparo anche a sviluppare una coscienza critica, a non farmi dire dagli altri cosa è giusto e cosa no. La smania di schierarsi a tutti i costi da qualche parte, e ignorare tutto il resto, ha creato solo danni.
a tendenza, dicevo, è quella di un revisionismo subdolo. Facendo leva sugli episodi di violenza che pure ci sono stati da parte dei vincitori, si vuole omologare l'aggressore al resistente, i caduti di Salò ai partigiani impiccati ai lampioni dopo essere stati catturati in azioni di guerriglia. E' molto pericoloso, specialmente in un'epoca in cui le dittature rifioriscono
Su questo la penso esattamente all'opposto. Per me è stato invece nascondere il marcio sotto il tappeto che ci ha portati a questo punto. Le vecchie ferite sono rimaste aperte. Perché i paesi dell'ex blocco sovietico hanno virato quasi tutti verso destra? Per reazione a decenni di oppressione, ovviamente. Nessuno ha alzato la mano per protestare quando bisognava farlo, ed è inutile lamentarsi ora, ormai si è innescato un circolo vizioso.

Non voglio entrare in dibattiti politici, perché francamente non mi interessa. Destre e sinistre stanno a farsi dispetti a vicenda da decenni e intanto l'Italia va a rotoli, cambiano i governi e non si nota la differenza. Stiamo ancora a trascinarci dietro fardelli mai risolti, che avremmo dovuto abbandonare da tempo per guardare avanti.

Re: Seconda guerra mondiale e dintorni

se uno ti aggredisce dandoti un pugno e tu, anziché porgere cristianamente l'altra guancia, glielo restituisci con gli interessi, siete entrambi sullo stesso piano?
In teoria, se io volessi essere coerente, sì. Se c'è qualunque altra opzione, tipo chiamare aiuto o denunciarlo, se rispondo con la violenza sono altrettanto colpevole. Se arriva la polizia fermerà tutti e due, con ragione, non importa chi ha iniziato. Questo comunque vale per le reazioni a caldo: aggredisci me o qualcuno a cui tengo e rispondo per difesa. Se vado a cercare il tizio il giorno dopo e do un pugno a sua moglie non è più autodifesa, ma vendetta. La volontà di vendicarsi è umana, ma non significa che sia buona.
Ad ogni modo, ho messo in firma una frase di Gandhi perché ha dimostrato che si possono ottenere le cose senza violenza. Ha liberato un intero Paese, e senza ammazzare o aggredire nessuno. Anche lui non è nato così, ammetteva di essere stato da giovane incline alla violenza, e ammetteva anche candidamente di non voler essere coerente, perché si cambia, si impara e si matura (o così dovrebbe essere).
Se io sono a conoscenza di questi e tanti altri fatti che sarebbe troppo lungo elencare, chiunque può esserlo, le informazioni non mancano, anche se mettere insieme tutte le fonti, come tu vorresti, sarebbe una fatica irrealizzabile per chiunque non dedichi la vita alla ricerca storica
Io non mi sono mai occupata di storia, quindi fino a due anni fa sapevo solo quello che mi hanno insegnato a scuola, ossia pochissimo (senza contare che il '900 si studiava sempre in fretta e furia le ultime settimane). In Trentino per fortuna la guerra l'abbiamo vista poco, i miei nonni sono tutti morti quand'ero piccola, quindi a casa mia non se n'è mai parlato.
Frequentavo la biblioteca fin dalle elementari, e ho letto tantissimi libri sulla Prima guerra, ma sulla seconda non ne ricordo nessuno. Molti libri sono usciti solo dopo (specie dagli anni '90 in poi), e solo di recente ho visto un libro per bambini che parlava di Hiroshima. Le informazioni magari ci sono (per quei pochi che hanno voglia o interesse a cercarle) ma di sicuro non vengono sbandierate, ecco. Non si nascondono notizie, ma si sceglie quali enfatizzare e quali no, e per me si avvicina già troppo alla censura.
Comunque per fortuna con le ricerche sull'argomento ho finito. Ho trasferito la discussione perché sono saltati fuori suggerimenti interessanti, magari utili a qualcuno. Ne riporterò anche una sulla Prima guerra (che mi pare un argomento più rilassato, quasi allegro in confronto :P )

Re: Seconda guerra mondiale e dintorni

Distinguere tra chi ha innescato il conflitto che ha portato a milioni di morti e chi lo ha subito non significa giustificare i crimini commessi da chicchessia.
In realtà spesso vedo fare proprio questo. Giorni fa guardavo un documentario sulle foibe, e una delle cose più tremende era sentire figli e nipoti delle vittime lamentare non l'ingiustizia ma il silenzio, il fatto di non aver potuto piangere i loro morti, perché se qualcuno li aveva ammazzati probabilmente erano fascisti e se lo meritavano (c'è gente che ha impiegato decenni solo per trovare le prove per dimostrare che non era affatto così). L'etichetta di "fascista" è stata attaccata indistintamente, in Istria come in Polonia e altrove, a chiunque non fosse comunista doc, compresi partigiani che avevano combattuto per la libertà.
Che la pubblica informazione venga da sempre manipolata da chi ha interesse a farlo non c'è dubbio, ma le manipolazioni di segno opposto finiscono per annullare vicendevolmente i loro effetti.
Ho dei dubbi anche su questo. Facendo ricerche mi sono accorta che si tende a convalidare una sola versione della storia, tutto quello che si discosta (anche di poco) viene visto con sospetto, se non con ostilità.
La notizia sul diario di Anna Frank l'ho sentita per caso nei giorni scorsi, e mi ha scioccata. Se si è arrivati a censurare il diario di una ragazzina morta, allora mi viene da pensare che non si può prendere per buono più niente. Tra l'altro, che caspita avrà potuto scrivere che dovesse essere censurato? Qualche manifestazione di insofferenza per la situazione drammatica in cui si trovava, forse. Qualcuno l'avrebbe biasimata? No, ma evidentemente doveva servire a creare simpatia, quindi tutto ciò che stonava è stato tolto. A me piacerebbe molto poter leggere la versione originale.
Che dire della legione di criminali di guerra nazisti scampati ai processi con la protezione del Vaticano o degli stessi anglo-americani, interessati a contrapporli al "pericolo rosso"?
E' vero, ma qualcuno comunque li ha condannati, che poi la giustizia funzioni quando vuole è un altro discorso. Altri criminali di guerra non sono stati, non dico puniti, ma nemmeno accusati di qualcosa. Hanno vissuto pacifici fino alla vecchiaia, magari vantandosi con i nipoti dei crimini commessi
l'informazione c'è stata per chiunque avesse avuto la voglia e anche la capacità di informarsi
Non saprei. Io ho fatto ricerche un po' ovunque (e non tutti, specie quando non c'era internet, ne avevano la possibilità), ma di alcune informazioni saltate fuori per caso non sono riuscita in alcun modo a trovare conferme o approfondimenti. Trovare il punto di vista di ex nazisti e fascisti è quasi impossibile, se ci sono, sono stati censurati, o addirittura autocensurati. Qualcuno dirà "meglio così", ma a me invece interessa, perché mi piace capire le cose (il motivo per cui ho letto libri come "In quelle tenebre" o altri del genere).
Quel che è successo per le foibe è successo, sono convinta, ovunque. I documenti c'erano, ma nessuno aveva interesse a diffonderli. Ogni volta che da qualche parte cambia il clima politico saltano fuori cose di decenni prima. Questo già nell'antichità: quando cambiava il governo spesso si bruciavano i libri di storia.

Non c'è una sola verità storica, questo mi premeva dire, ognuno ha la sua visione soggettiva. Si può ricostruire più o meno la verità solo mettendo insieme tutte le fonti.
Questo vale anche per chi scrive. Io sinceramente sono stufa di leggere romanzi sulla guerra stereotipati. Voglio leggere storie realistiche.

Re: Seconda guerra mondiale e dintorni

@Cheguevara Conosco già il tuo pensiero sull'argomento, visto che ci siamo già incontrati/scontrati altrove :lol: Condivido in parte, ma il mio punto di vista è leggermente diverso. Per me qualunque crimine va condannato, non importa chi ha cominciato prima, o chi è il peggiore. Non è una gara al ribasso.
Siamo tutti d'accordo, credo e spero, sul condannare i crimini fascisti e nazisti.
Quello che non sopporto, specie nel ricercare fonti storiche, è il velo di silenzio e ipocrisia steso sui crimini dei "buoni". Chi ha permesso le violenze orrende in Italia centrale, chi ha ordinato l'attacco aereo sui civili a Dresda, chi ha commesso gli stupri a Berlino, chi ha gettato esseri umani vivi nelle foibe (una morte talmente raccapricciante che sto male a pensarci): tutti questi signori erano squallidi criminali di guerra e come tali, per me e per la giustizia umana, andavano puniti. Né più né meno dei fautori dell'olocausto.
Quel che sopporto ancora meno è che la politica (con tutto il suo teatrino di assurdità e voltafaccia) decida cosa devo sapere e cosa no. Come se fossimo una massa di cretini, incapaci di distinguere il bene dal male. Tutti devono essere liberi di raccontare il loro punto di vista, perché ne hanno il diritto, così come io ho il diritto di sentirlo.
Un crimine non ne giustifica un altro, se non in un sistema morale distorto e malato. Gli assassini restano assassini e le vittime vittime, qualunque sia la loro razza, religione o fede politica. Chi uccide un assassino non è affatto meno colpevole, è sullo stesso identico piano. Chi uccide o tortura un innocente in reazione al crimine di qualcun altro, è doppiamente colpevole (anche se io userei un termine meno forbito).
Consultare le fonti naziste o empatizzare con le vittime, anche tedesche, non significa in alcun modo giustificare i crimini commessi. È un muro contro cui sbatto continuamente la testa, senza riuscire a capacitarmene, perché per me è del tutto ovvio. Ogni volta che ricerco fonti "fuori dal coro" mi trovo davanti un muro infrangibile di ideologia da salotto e partiti presi. "Sono morti milioni di ebrei, quindi chissenefrega di Dresda. Se dite qualcosa siete revisionisti, o fascisti (a piacere)". Ma su quale assurdo pianeta?
La morale di comodo, di quelli che si sentono "buoni" perché mettono un post in memoria dell'olocausto (un giorno all'anno), è quella che rovina il mondo, la gente che non ha una morale propria e prende in prestito quella più in voga. Che mette le citazioni di Anna Frank, sapendo a stento chi fosse, e senza avere idea che il suo diario è stato censurato (come tutto quanto). Le idee facili, bianche o nere, che richiedono poco o nessuno sforzo di pensiero e comprensione, sono quelle che ci stanno rovinando.
La questione propaganda comunque è complicata, e non riguarda solo quest'argomento. Anche oggi nel mondo ci sono guerre e violazioni imperdonabili dei diritti umani, ma non ce ne preoccupiamo e non ne sappiamo mai niente, a meno che qualcuno non lo ritenga abbastanza utile da pagare un inviato.
Si sono bombardati orfanotrofi, in nome della lotta alla dittatura e dei diritti umani. Dove sono, oggi, quei difensori? A controllare la loro popolarità su facebook, o a mandare selfie a casa (in una bella divisa mimetica, con uno sfondo esotico). Questo è il mondo uscito dagli orrori della Seconda guerra mondiale.
"Il presente falsificato genera un futuro malato. La storia si vendica..." Questa frase di Slavomir Mrozek mi viene in mente ogni volta che vedo la censura allungare gli artigli sulla Storia. Qualunque cosa ne venga, ce lo saremo meritato.

Re: Seconda guerra mondiale e dintorni

@L'antipatico Ciao. Alcuni dei libri suggeriti sopra erano tuoi, ma non sapevo se volevi essere citato, quindi ho lasciato stare.
Hai detto una grande verità. Non c'è film hollywoodiano che non presenti l'eroico soldato americano superiore in tutto e per tutto ai suoi colleghi tedeschi, regolarmente presentati come ottusi e incapaci (e ovviamente crudeli)
C'è di peggio, purtroppo. Io ho visto un film sugli "eroi" americani dove si tentava di far passare uno stupro per un colpo di fulmine romantico e l'uccisione di bambini come un fatto da poco (perché tanto i bambini erano nazisti quindi cattivi). C'erano anche i soliti eroi che in tre facevano fuori centinaia di tedeschi (per difendere un obiettivo militare inutile e ridicolo: un crocevia in aperta campagna), ma quella era la parte meno fastidiosa, soprattutto perché subito dopo finalmente anche i tre invasati sono morti (l'unico momento del film che ho apprezzato).
Sono rimasta così incredula e disgustata che non vedrò più film sull'argomento per un bel pezzo, a meno che non siano di registi davvero indipendenti, o con un minimo di cervello.

Interessante il film sul Titanic che hai citato. Se lo trovo lo guardo, anche solo per curiosità :lol:

La propaganda è sempre da considerare, quando si esaminano fonti storiche. Bisognerebbe sempre capire chi le ha scritte/filmate o raccolte e perché. L'unico modo per avere una visione ampia e realistica (per quanto possibile) è confrontare fonti molto diverse tra loro.

Seconda guerra mondiale e dintorni

(Riporto integralmente una mia discussione aperta su WD, con aggiunte di altri)

L'argomento è ovviamente molto vasto, coinvolge moltissimi luoghi e situazioni, quindi specifico che le mie ricerche si sono concentrate a livello geografico soprattutto in Germania e Polonia, e riguardavano principalmente l'organizzazione delle SS e dei campi di concentramento, oltre a uno sguardo più generico sui fronti e le battaglie. Se si cerca un argomento specifico lo si può trovare su Wikipedia, ma per chi vuole approfondire, ecco un elenco di testi, siti e altre fonti utili:

Storia: - La grande storia della seconda guerra mondiale, di Martin Gilbert (Mondadori): cronologia dell'intera guerra; io ho preso la versione ebook, che costava pochissimo ed è molto utile quando si vuole controllare un dettaglio al volo
-La Rivolta, di Norman Davies (Rizzoli): è forse il libro fondamentale sulla Rivolta di Varsavia (ne ho letto un altro, più vecchio, ma non così completo); l'argomento specifico rientrava in due miei romanzi, ma è utile a prescindere, perché mostra i meschini retroscena politici della guerra, il modo in cui le relazioni tra i potenti (Churchill, Roosevelt e Stalin) hanno influito sul destino di interi popoli; un libro che fa riflettere, insomma, scritto da uno storico serio e competente (Davies ha scritto anche altri libri sulla storia della Polonia)
- Ultime lettere da Stalingrado (AAVV, Einaudi) : Le lettere dei soldati tedeschi partite dalla città subito prima della resa, e mai consegnate ai destinatari (per evitare che influissero sul morale)

Le SS: - Storia delle SS, di Adrian Weale (Bruno Mondadori, 2011); ho letto 7-8 libri sulle SS, e questo mi è sembrato di gran lunga il migliore: serio, completo e privo di retorica moralistica, e anche piacevole da leggere; Ci sarebbe anche il classico di Heinz Hohne, passabile ma molto vecchio, e comunque Adrian Weale lo cita tra le sue fonti
- buono anche Storia delle SS e della Germania nazista, di Michael Bernard
- Il tempo degli assassini, di Fabrice d'Almeida (Ombre corte): è una ricerca sul tempo libero dei guardiani dei lager; purtroppo ho dovuto ordinarlo (l'ho trovato solo su amazon), mi sarebbe stato utile prima. E' un testo breve e non troppo curato (ho trovato un paio di imprecisioni storiche già nell'introduzione), in compenso dà informazioni quasi impossibili da trovare altrove: cosa facevano i guardiani e le guardiane nel tempo libero, quali libri leggevano, a cosa giocavano, com'era organizzata la loro vita quotidiana...
- SS-Generazione maledetta, di Peter Neumann (editrice Res Gestae). L'autore si presenta come un reduce, quindi qualcuno che ha vissuto le vicende della guerra in prima persona. Sebbene sia presentato come diario, è evidente che molti episodi, specie all'inizio, sono stati romanzati, ciò comunque non toglie che si basino su ricordi veri, suoi o altrui; c'è qualche errore di stampa o traduzione che all'inizio mi ha fatto storcere il naso, ma la scrittura semplice e diretta ha finito per piacermi, perché si adatta bene a un diario. Comunque non dice niente che non sapessi già, è utile più che altro perché dà il punto di vista di un giovane ufficiale che si è unito alle SS volontariamente. Non è facile trovare questo tipo di testimonianze (i più sono morti in guerra o in prigionia, o sono stati zittiti).
In generale, consiglio di leggere (con mente aperta ma con spirito critico) testimonianze di varia provenienza, per evitare di rafforzare la visione dominante e di dividere il mondo in categorie bianche o nere.

Psicologia/sociologia: se, come me, siete interessati ad esplorare le motivazioni dietro l'orrore, questi sono i libri che fanno per voi; non solo: potrebbero cambiare il vostro modo di vedere la storia, e farvi capire che i mostri nazisti come li ha descritti la propaganda dei vincitori non esistono, esistono solo uomini comuni che, per motivi del tutto umani e spesso banali, hanno avallato azioni orribili:
- In quelle tenebre, di Gitta Sereny; il libro riporta le interviste della giornalista a Franz Stangl, ex comandante del campo di sterminio di Treblinka; nonostante l'autrice professi la volontà di voler rimanere obiettiva, dalle sue domande traspare comunque già un giudizio; di buono c'è che le risposte di Stangl sono riportate fedelmente, e si ha così modo di giudicare da sé, inoltre riporta le testimonianze di sua moglie, di alcune guardie e altre persone coinvolte, e questo dà un'idea più completa del modo in cui le persone comuni vedevano il loro orribile lavoro. Purtroppo io l'ho letto solo dopo aver ultimato il mio romanzo, ma mi ha fatto piacere vedere di essere riuscita a entrare nello spirito giusto; consiglio di leggerlo prima, se volete creare un personaggio di questo tipo che sia credibile e non un cliché
- Uomini comuni: polizia tedesca e soluzione finale in Polonia, di Christopher R. Browning; un libro che ha qualche anno, ma viene ristampato, perché sempre attuale e bellissimo; Browning prende in esame i documenti del processo a un battaglione specifico della polizia ordinaria (non la Gestapo insomma); questi battaglioni erano coinvolti nello sterminio di ebrei, soprattutto in Polonia. La cosa interessante è che il battaglione in esame era composto da riservisti; uomini per lo più di mezza età, con famiglia, della classe operaia o piccolo-borghese, che erano lì solo per obbligo e non per scelta, uomini assolutamente "comuni" , come dice il titolo; pochissimi facevano parte del partito nazista o delle SS; quanto di più lontano da un fanatico si possa immaginare; eppure questi uomini sono arrivati a sterminare decine di migliaia di persone, compresi donne e bambini. Com'è possibile? Questa la domanda alla base del libro, una domanda che chiunque studi l'argomento dovrebbe porsi, anche se la risposta potrebbe non piacerci

Oltre ai saggi veri e propri, ho letto anche qualche romanzo. Molti erano fastidiosamente pieni di cliché e di buonismo esasperato, fatti per commuovere lettori privi di cervello o senso critico. Alcuni però fanno eccezione:
-Il ragazzo di Varsavia, di Andrew Borowiec (Newton): l'occupazione tedesca e la rivolta del '44 visti con gli occhi di qualcuno che all'epoca era un ragazzino e li ha vissuti; l'autore è poi divenuto giornalista, e il taglio giornalistico e obiettivo sui fatti si sente
-Tutta la luce che non vediamo, di Anthony Doerr (Rizzoli):il romanzo ha vinto un pulitzer per la letteratura, e si capisce il motivo appena lo si comincia; la guerra è vista in modo nuovo, quasi poetico, e prende per protagonisti una ragazzina francese cieca e un orfano tedesco con la passione per la tecnica, le cui strade si incrociano alla fine del romanzo; a me era poco utile concretamente, perché ambientato soprattutto in Francia, ma resta una bellissima lettura
-Ci proteggerà la neve, di Ruta Sepetys (e anche il suo "Avevano spento anche la luna", entrambi Garzanti): i romanzi della Sepetys sono assolutamente da leggere, specie per chi è convinto che i tedeschi fossero i cattivi e tutti gli altri fossero buoni; infatti si concentrano su un luogo trascurato dalla storia: la Lituania, dove il pericolo maggiore non erano i nazisti ma i sovietici, e dove migliaia di persone (politici, medici, insegnanti, ecc.) sono state deportate nei gulag (che non erano migliori dei lager nazisti) perché la classe intellettuale era un pericolo per l'ideologia comunista; molte altre hanno tentato una fuga disperata nel '45, nel momento dell'invasione russa; ideale per chi ama esplorare anche altri punti di vista, e in più è scritto benissimo
-Morire in primavera di Ralf Rothmann. Parla di un altro giovanissimo soldato arruolato nelle SS, lui però a forza, nella situazione caotica e disperata degli ultimi mesi di guerra. Nonostante la drammaticità dell'ambientazione, a essere sincera a me non è piaciuto granché, più che altro per come è scritto: pieno di descrizioni e dettagli concreti spesso inutili e poca o nessuna introspezione, quindi diventa una serie di fatti più o meno orribili che si concludono col suo triste ritorno a casa. L'unica nota positiva è che, proprio per tutti questi dettagli, può essere utile.
- aggiungo (pur senza aver trovato un volume specifico) le poesie di Anna Swirszczynska, che prese parte alla resistenza, e quelle di Krzysztof Kamil Baczyński e Józef Szczepański, due poeti che morirono giovanissimi combattendo durante la Rivolta di Varsavia

Oltre agli scritti ho visto anche diversi film, purtroppo anche qui molti hanno il sapore di propaganda (quelli hollywoodiani in particolare...), quelli che consiglio senza riserve sono:
- La caduta, di Oliver Hirschbiegel; gli ultimi giorni di guerra in una Berlino dall'atmosfera apocalittica, con un grandissimo Bruno Ganz nei panni di HItler (il regista è stato assurdamente criticato per averlo reso "troppo umano")
-Black Book, di Paul Verhoeven: parla della resistenza olandese, e lo fa in modo credibile, senza divisioni in eroi e mostri (la protagonista è ebrea, e ha una struggente storia d'amore con un ufficiale della Gestapo)
-Land of mine-Sotto la sabbia, di Martin Zandvliet; storia terribile (vera) di un gruppo di adolescenti tedeschi prigionieri costretti a rimuovere mine in Danimarca
-Il trionfo della volontà, di Leni Riefenstahl: era la regista ufficiale del regime, e ha fatto numerosi film sui raduni nazisti; questo in particolare l'ho visto proiettato in un museo, e l'ho trovato molto interessante per capire qual era la visione del nazismo prima di guerre, camere a gas, ecc. ; utile per capire in che modo la propaganda nazista riusciva a impressionare le persone (la regista è molto brava, ha vinto anche dei premi internazionali, e i suoi film hanno una grande presa emotiva)
-I dannati di Varsavia (1957) e Katyn (2007) del regista polacco Andrzej Wajda
-Il banchiere della resistenza (Joram Lürsen, 2018); Il labirinto del silenzio (Giulio Ricciarelli, 2014), Anthropoid (Sean Ellis, 2016). (Titoli suggeriti sulla resistenza e i processi del dopoguerra)
- Ashes in the snow, di Marius A. Markevicius, 2017 (tratto dal romanzo di Ruta Sepetys "Avevano spento anche la luna") e Defiance di Edward Zwick (suggeriti da Kikki)
- Il falsario (2007) di Stefan Ruzowitzky: parla del lager di Sachsenhausen e di un'operazione per impiegare i prigionieri nella stampa di soldi falsi
- The reader- A voce alta (Stephen Daldry, 2008): parla della guardiana di un lager e del suo processo anni dopo la fine della guerra, e l'ho trovato molto bello

Altri suggerimenti emersi nella discussione: -Stalingrado, di Sir Anthony Beevor (BUR, 2000): Beevor fu uno dei pochi a poter consultare gli archivi militari sovietici, prima che fossero di nuovo chiusi
-Storia del Terzo Reich, di William Shirer (Einaudi 2014, testo originale del 1960): Shirer fu un giornalista americano che visse a Parigi dal 1925 al 1932 e poi in Germania dal 1934 al 1940. Un testimone diretto degli avvenimenti.
-la biografia di Adolf Hitler scritta da Ian Kershaw (Bompiani 2016, testo originale del 1998-2000, in due volumi)
- Il continente selvaggio, di Keith Lowe (Laterza 2013): sulla tragica situazione del dopoguerra

Aggiungo sotto spoiler alcuni dei siti che ho trovato utili (poi però dipende molto dall'argomento specifico che si cerca).
https://encyclopedia.ushmm.org/sito dell' United States Holocaust Memorial Museum, con notizie sulla guerra, i campi, e molto altro(io l'ho trovato utile per la piantina e le date specifiche della liberazione di ogni campo)
http://www.warsawuprising.com/per la Rivolta di Varsavia del 1944 (ma anche il sito del bellissimo Museo della Rivolta, a Varsavia: https://www.1944.pl/ )
https://www.historisches-lexikon-bayerns.de/ :sito sulla storia bavarese (in tedesco, utile ad esempio sui raduni del partito)
https://research.calvin.edu/german-propaganda-archive : sito (purtroppo in inglese), molto utile per quanto riguarda la propaganda nazista
http://www.bundesarchiv.de/ : l'archivio federale tedesco, ci si trova di tutto, ma da quanto ho capito bisogna iscriversi; io ho lasciato perdere perché ormai non mi serviva più, ma sembra utile per ricerche storiche "serie"
https://archive.org/ : sito in inglese generalista, cercando sotto Waffen-SS o simili si trova una miniera di video dell'epoca, foto e libri, da scaricare gratuitamente
https://www.wikiwand.com/en/Glossary_of_Nazi_Germany : in inglese, davvero molto utile per i dettagli, ogni voce del glossario rimanda a un approfondimento
https://www.dhm.de/lemo/jahreschronik : in tedesco, cronaca anno per anno e giorno per giorno, non solo di ciò che accadeva in Germania, ma anche nel resto del mondo
http://www.isses.it/bombardamenti.htm : parla dei bombardamenti sulla Germania, per uno sguardo diverso sulla guerra
https://www.kriegsberichter-archive.com/index.php : album fotografici di guerra, delle varie divisioni SS e fronti
http://www.imfdb.org/wiki/Downfall_aka_ ... tergang%22 : questo è un sito un po' diverso, un database di tutte le armi usate nei film; se avete dubbi su quali armi si usassero in qualsiasi luogo/periodo basta cercare un film sull'epoca; qui ad esempio ho messo il link a "La caduta", con le armi tedesche e russe usate durante la battaglia di Berlino (compresa la pistola con cui si è suicidato Hitler)

Ci sono poi una marea di altri siti che potrebbero essere utili, a seconda delle esigenze: sulla Hitlerjugend, sull'esercito polacco, sulle canzoni suonate nei lager o su quelle dei soldati e dei partigiani, sui singoli campi di concentramento (molti, come Dachau o Flossenbuerg, hanno un museo con relativo sito, spesso fatti molto bene, basta cercare), o più in generale su quale fosse il tempo atmosferico in un dato luogo in un dato giorno (non è sempre possibile stabilirlo, ma a volte si riesce), o sui calendari e le fasi lunari del passato.

Altri scenari di guerra e, in generale, la vita degli anni '30-'40:

Campi di concentramento e Olocausto: Se questo è un uomo, di Primo Levi; La banalità del male, di Hannah Arendt; Il secolo breve, di Hobsbawm; Comandante ad Auschwitz di Rudolf Höss (suggeriti da Ivalibri)
L'Italia durante il fascismo e la guerra: Uomini e no, di Elio Vittorini (e altri suoi); La casa in collina, di Cesare Pavese (e altri suoi); Gli occhiali d'oro, di Bassani (e altri suoi); M. Il figlio del secolo, di Scurati
Sulla vita quotidiana: L'Italia del fascio, di Mario Isnenghi; Mille lire al mese e Vita quotidiana degli italiani 1920-1960, di Gian Franco Venè; L'Italia tra le due guerre, di Gioacchino Volpe; La scuola elementare nel ventennio fascista (suggeriti da Marcello)
Ucraina e Bielorussia: Babij Jar, di Anatolij Kuznekov (suggerito da Ivalibri)

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