La ricerca ha trovato 1 risultato

Torna a “Diversità visibili”

Re: Diversità visibili

confusa ha scritto: Risponderò qui  al tuo post. Non mi piace mettermi in competizione e non ho desiderio di farlo proprio con @Lizz per aver affrontato la discussione e manifestato la volontà di scrivere sulle disabilità invisibili.
L'argomento è parallelo, ma diverso (scusa il gioco di parole, involontario) quindi hai fatto bene ad aprire una nuova discussione.
Per uno scrittore le diversità, visibili o invisibili, sono un'opportunità di creare personaggi più profondi e realistici. Le protagoniste belle, buone e di successo in tutto ciò che fanno (chiamate Mary Sue, nel linguaggio scrittorio americano) hanno rotto da un bel po'. E lo stesso vale al maschile. Ho letto centinaia di romanzi, ma in nessuno di essi il protagonista era in carrozzina o aveva altri problemi seri. In uno dei miei preferiti il protagonista aveva un disturbo bipolare (ed era magistrale a livello di approfondimento psicologico) ma non ne ricordo nessuno con problemi fisici.
confusa ha scritto: Ho preparato parte di un libro, che, dicono, verrà pubblicato ed un reading  che andrà in scena a settembr con alcune soluzioni, solo per essere d'aiuto a chi si trova imprigionato in un involucro - il corpo - che trattiene o contiene il cervello, questo sconosciuto.
Lo so che probabilmente è di poco conforto, ma saper scrivere è una sorta di superpotere: puoi sensibilizzare le persone su ciò che ti interessa, puoi lanciare messaggi che ascolteranno in tanti, hai la possibilità di fare una differenza. La mia paura peggiore in assoluto non è di una malattia fisica, ma di perdere la lucidità mentale.
confusa ha scritto: Abbiamo poco tempo per l'umanità? Oppure ci fa paura questo mondo? Pregiudizi ne abbiamo? Un sacco: nei confronti della sofferenza,
Alcuni hanno pregiudizi verso tutto ciò che  "non si accorda" , perfino le minuzie.
Mia madre giorni fa mi ha sgridata perché arrivavo da lei spettinata, e senza berretto nonostante il vento forte. Farle notare che ero spettinata proprio per via del vento sarebbe stato inutile. È un esempio molto stupido, ma forse rende la visione quadrata della realtà che moltissimi hanno: tutto ciò che ne esce non solo dà fastidio, ma spaventa (perché le certezze nella vita sono sempre troppo poche, e alcuni proprio non lo accettano).
La sofferenza spaventa ancora di più, perché sappiamo che potrebbe colpire noi, o i nostri cari, in qualsiasi momento, quindi cerchiamo di starne alla larga e fare finta di niente. Non per indifferenza (non sempre) ma per paura di guardare in uno specchio che ci restituisce un'immagine della nostra stessa fragilità, che non ci piacerà.
Ma i pregiudizi vanno spesso più in là, perché giudicare gli altri (a ragione o a torto) fa sentire migliori noi, e l'ego è la cosa che più conta per la maggioranza, per sentirsi a proprio agio nel mondo, anche quando fa schifo. Non per me, e non perché un ego non ce l'abbia, ma perché è molto fluido e adattabile, e finisce spesso per confondere i suoi confini con quello degli altri: se le persone intorno a me stanno tutte bene e sono felici, allora sono felice anch'io. E chiudo qui questo pippone filosofico  :lol:

Torna a “Diversità visibili”