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Re: Diversità invisibili

confusa ha scritto: Le domande, da porre a ciascuno di voi, sarebbero tante ma smetto per la fatica e non sapendo come salvare quanto scritto, volendo essere autonoma e avendo una certa cocciutaggine!
Segue.....
Io ho espresso le mie idee sull'argomento anche se non sono direttamente coinvolta, perché riesco a immedesimarmi in persone anche molto diverse da me, e a cercare di capire come mi sentirei se fossi in loro. Forse è questo che mi rende una scrittrice, non dico brava, ma pubblicabile (oggi ho ricevuto complimenti per uno stupido post facebook, con persone che dicevano di aver provato le stesse cose ma senza saperle esprimere altrettanto bene, quindi sono particolarmente gasata  :P )
confusa ha scritto: sono venuta a contatto con diverse realtà che hanno dimostrato i pregiudizi dei quali tutti siamo intrisi. Segue se siete coinvolti....
La cosa dei pregiudizi a me oggettivamente interessa, perché mi piace capire cosa mi succede intorno. E spesso si impara non solo dalle proprie battaglie (comunque vadano a finire) ma anche da quelle degli altri

Re: Diversità invisibili

M.T. ha scritto: Una delle cose deliranti che ho visto e sentito è il voler cambiare le regole dell'italiano per stare al passo coi tempi. Di regola, quando ci sono elementi sia maschili sia femminili si usa il maschile (esempio "i tuoi cani e le tue gatte sono davvero carini"), ma no! ora non va più bene,
Per la Crusca il maschile plurale non marcato (non so bene cosa significhi) è corretto e inclusivo, quindi va bene e non è discriminatorio:
https://www.ilgiornale.it/news/attualit/schwa-e-asterischi-sono-mode-culturali-crusca-boccia-2128689.html
Il giornale è di destra, ma la notizia che riporta è vera: la Corte di Cassazione ha chiesto loro un parere sui termini da adottare nel linguaggio giudiziario. A me sinceramente viene spontaneo alzare gli occhi al cielo ogni volta che leggo cose tipo "le elettrici e gli elettori" (un'altra moda è mettere sempre il femminile prima, per sembrare più "sensibili" al tema). Se per la Crusca va bene il maschile plurale, va bene anche per me.
Offendersi se si viene chiamati donna o uomo però mi pare andare al di là di qualsiasi principio razionale, è da ricovero.
M.T. ha scritto: Viene lì da me e mi fa "ma ce la fa stasera a fare la lezione? sono già le 21 e 30, non dovrebbe essere a letto a dormire?".
Io già mi scoccio se mi danno del lei. Se mi dicessero una cosa del genere, il malcapitato passerebbe un brutto momento  :lol: 

Re: Diversità invisibili

M.T. ha scritto:
ma non si doveva dire "diversamente attrezzate"? No, perché non si sa mai con chi hai a che fare e che sensibilità ha :D
Visto che altrove discutevamo di interpretazione delle frasi: "diversamente attrezzate", proprio come "diversamente abili" (definizione che personalmente odio, come tutti i "diversamente qualcosa") presuppone che ci sia un'attrezzatura "standard" (perché l'avverbio "diversamente" sottintende di per sé che ci sia un oggetto standard e normale a cui fare riferimento). Nonostante la maggiore volgarità, "vaginamunite" e "penemuniti" sono stranamente termini meno offensivi e più accettabili, perché moralmente neutri. Detto ciò, sono assolutamente certa che non ci fosse alcun intento maschilista da parte tua, ma solo scherzoso. È solo per spiegare quanto l'interpretazione soggettiva può incidere su qualcosa

Re: Diversità invisibili

Cheguevara ha scritto: Questo è anche il motivo dell'intasamento dei pronto soccorso: l'unico modo di ottenere un intervento urgente è passare di lì, ma devono attribuirti un codice rosso.
In pratica ti curano gratis solo se stai per morire... Non è confortante. Nonostante infiniti studi dimostrino come prevenire le malattie costi molto meno che curarle, qualcuno da quell'orecchio proprio non ci sente. Io francamente non capisco questo disinteresse per la sanità: un cittadino in buona salute lavora e produce (per dirla in termini brutalmente burocratici). 
Quanto al ponte sullo stretto, la sua maggiore utilità mi pare quella di tenere Salvini impegnato per un po', in modo che non possa fare danni altrove
Antares ha scritto:
Quale ennesima battuta mi sono persa? Che significa "sottocane"?  :lol:
Scusa, mi ero persa un'intera nuova pagina di commenti  :facepalm: "Underdog" è un termine inglese usato per definire qualcuno svantaggiato dalla sua situazione economica/sociale di provenienza, e da cui di conseguenza ci si aspetta poco. Mi è venuto in mente perché l'ha usato Giorgia Meloni nel suo discorso di insediamento (anche lei viene da un ambiente poco favorevole). Quando dico che non mi ci sento, intendo che non credo che il concetto sia ancora valido. Ci sono agevolazioni in base al merito (ad esempio borse di studio) anche per chi non ha mezzi. Resta la differenza che chi i mezzi ce li ha può raggiungere posizioni lavorative di prestigio anche senza alcun merito, ma questo è un altro discorso...

Re: Diversità invisibili

Cheguevara ha scritto: Un anno per una visita oculistica
Io avevo un appuntamento con il dentista a marzo 2020 (a inizio pandemia, per capirci). Mi è stato annullato e mi hanno costretta a richiamare ogni mese per vedere se avevano ripreso. Alla fine, avendo un dente che mi faceva male e non potendo continuare all'infinito con gli antidolorifici, sono andata da un privato: neanche una settimana d'attesa, ma 500 euro. Con la sanità pubblica, sono riuscita a prendere appuntamento solo a settembre 2022. Nel frattempo avevo un altro dente che mi faceva male, ma in sei mesi sono riuscita a malapena a devitalizzarlo (con una media di visite ogni mese e mezzo, tolti un paio di appuntamenti annullati da loro).
Trovo inaccettabile che parte delle nostre tasse vadano alla sanità pubblica, ma quando poi ti serve non ci sia. Ma se uno non riuscisse a trovare i soldi, che cosa fa, si impicca? Per fare una panoramica dentaria mi facevano aspettare due mesi e mi mandavano in un'altra città. Ho telefonato a un centro privato e mi hanno detto che potevo andare anche il giorno dopo, in un orario a mia scelta. Sono rimasta così stranita che ho impiegato un po' a rispondere e l'operatore si è accertato se fossi ancora lì...
Cheguevara ha scritto: E' la politica, bellezza
No, non credo che sia una questione politica, almeno non di schieramenti, perché questi problemi ci sono da sempre e si sono ignorati (la pandemia ha solo esasperato tutti i problemi già esistenti). La verità è che la sanità non interessa, forse perché chi governa (o i loro parenti) può permettersi cure private e non si rende neanche conto di quanto possa essere un problema per altri

Re: Diversità invisibili

dyskolos ha scritto: In effetti una risonanza a 400 euro sembra molto strana. Il problema è che non riesco a distendermi oltre un certo limite e quindi devono farmi l'anestesia prima di alcuni esami. 400 euro è diviso così: 120 per il rachide cervicale, 130 per l'encefalo e 150 per l'anestesia. Come vedi, l'anestesia costa più degli esami. Che poi non ho capito una cosa: la risonanza all'encefalo e le risonanza al rachide cervicale sono lo stesso esame, allora perché ne devo pagare due?
Scusa il francesismo, ma la mia prima reazione è stata "e stic**zi". Cioè, paghiamo le tasse anche per la sanità pubblica per poi avere questi risultati? C'è da sperare di non ammalarsi mai.
dyskolos ha scritto: Poi non capisco nemmeno un'altra cosa. Se dico che non riesco ad alzare un braccio, è un sintomo o segno di malattia; se dico che non riesco a piegarmi, è una mia invenzione.
Eh, si sa, la scienza procede per tentativi...  :facepalm: 
Antares ha scritto: Chi ha la fortuna di crescere in un contesto comprensivo può esprimere grandi potenzialità, e poi ci sono gli sfigati come me per cui gli inglesi hanno coniato un termine, underachieved, che significa pressappoco "hanno conseguito meno di quanto ci si aspettava da loro" :P 
Be', siamo in due, allora. Io sono cresciuta in una famiglia dove qualsiasi cosa che uscisse un po' dall'ordinario era malvista. Ma non mi sento un underachieved né un underdog (per riprendere le parole della nostra premier). Non ho raggiunto i traguardi che volevo solo perché non ero certa di quel che volevo. Con un po' più di anni ed esperienza, sono convinta che qualunque cosa si può raggiungere, basta averne le capacità e volerlo davvero. Ma va notato che ciò che qualcuno considera un traguardo importante può essere inutile per altri (uno scrittore considera un traguardo la pubblicazione di un libro con un grande editore, mentre altri pensano piuttosto a un buon lavoro stabile), quindi alla fine il discorso è molto soggettivo.

Re: Diversità invisibili

Lizz ha scritto: Ecco, a me piacerebbe molto raccogliere la sfida di dare vita a dei personaggi che abbiano piccole (o grandi) diversità, e mi piacerebbe leggere più storie che parlano anche di questi aspetti, quindi vi chiedo se avete voglia di condividere qualcosa che vi fa sentire diversi e che vi piacerebbe vedere in un personaggio.
Insomma, stai facendo un'indagine sociologica...  :lol:  
Lizz ha scritto: ho scoperto da relativamente poco di essere una "persona altamente sensibile" (PAS), quindi (tra le altre cose) ipersensibile agli stimoli sensoriali. La luce intensa mi infastidisce da morire, così come il rumore troppo forte e lo stare con troppe persone: per me, andare in un bar rumoroso e troppo illuminato, con una decina di persone che si parlano una sopra l'altra, è una vera e propria agonia.
Se sono costretta a stare in un posto rumoroso e fastidioso per troppo tempo, mi sento "sovraccarica" e devo rifugiarmi per un po' in un luogo silenzioso e non troppo illuminato per ricaricare le batterie (mammamia, mi sembra di essere un pipistrello)... e non avete idea di quanto sia difficile spiegare questa necessità ad alcune persone, soprattutto a chi invece adora stare in mezzo alla gente e al casino. Si rischia di passare per asociali, quando semplicemente le proprie energie si esauriscono molto più in fretta del normale.
Ho letto poco sulle persone altamente sensibili, sebbene tutti gli argomenti di psicologia mi interessino (sono sempre un po' scettica quando qualcuno cerca di categorizzare le persone)  però mi ritrovo molto. A me da fastidio qualunque cosa sia troppo: luci, rumori, affollamento, ecc. Anche quando sto in mezzo ad amici, se sono tanti e in uno spazio troppo ristretto, dopo un po' mi manca l'aria. Non mi ritengo asociale, semplicemente ho bisogno di tracciare i miei spazi (moolto ampi). Interagisco volentieri per un po', poi ho bisogno di una pausa.

Altre diversità ho più difficoltà a delinearle. Ma restando in tema di "vista" io ho circa tre decimi in un occhio e quattro in un altro. Portavo gli occhiali da bambina, ma poi li ho lasciati. Non per l'estetica, ma per il fastidio. Non riconosco una persona (neanche un familiare) se non è a due-tre metri. Però magari riconosco una giacca, o altro (se uno ha i capelli fucsia lo riconosco da lontano). Una volta cercavo il mio compagno, che era lì in giro, e siccome aveva una giacca rossa mi sono diretta verso una cassetta postale... È divertente, in parte, ma è soprattutto sintomo della mia indifferenza al dover vedere a tutti i costi: finché noto i semafori, tutto ok. Da vicino vedo benissimo, per quello che è lontano sarà quel che sarà  :P

Una cosa per cui mi sento sempre diversa (in questo caso come donna, non come persona) è il fatto che tante vedono i vestiti nuovi, la parrucchiera, la manicure, il trucco, ecc. come cose necessarie (cioè inserite addirittura nel budget mensile). Io di tanto in tanto mi sistemo i capelli, una volta ho fatto le unghie (per provare) ma davvero non riesco a trovare il piacere in tutto ciò. Quando ci vado lo faccio per obbligo (cerimonie di famiglia, di solito). Magari non è un problema obiettivo, ma credo che possa esserti utile: ci sono donne che detestano certe cose tipicamente femminili, magari solo perché hanno una mentalità diversa e considerano queste cose superficiali e inutili.

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