Wanderer ha scritto: Dici che non serve un editing a pagamento (bene) e che tu hai fatto degli editing interni (meglio), ma questo presuppone proprio che il testo sia stato inviato non editato, per poi essere perfezionato dall'editore. Mi sembra che dunque tu ti sia giovata solo degli editing interni, ed è da questi che ne hai tratto un'esperienza formativa, secondo quanto avevi scritto prima. Perché dici che ti sei accorta dei problemi a romanzo pubblicato? Non sono stati editing soddisfacenti?
Ho specificato che io ho sempre mandato i testi non editati. Non ho però specificato che c'era pochissimo lavoro da fare, almeno su grammatica e refusi, perché li avevo rivisti diverse volte. Dagli editing effettuati ho imparato molto sui miei problemi principali, come le ripetizioni o la tendenza a nominare le emozioni anche dopo averle mostrate. In un caso mi è stato fatto notare un eccesso di similitudini, che io non vedevo, ma fidandomi del consiglio ne ho tolta qualcuna. Rileggendolo dopo anni, mi sono accorta che ne andavano tolte più di metà, il consiglio era fin troppo diplomatico. Nessuno degli editing lo potrei definire soddisfacente, ma a distanza di tempo mi accorgo che tutti (anche il peggiore, perché fatto in fretta e male) mi ha insegnato qualcosa: le ripetizioni sono un mio problema effettivo, l'editor in questione le ha cambiate spesso con sinonimi assurdi e casuali (un'altra editor, migliore, mi ha solo segnalato il problema: "Qui questa parola viene troppo ripetuta, cerca di toglierne o cambiarne qualcuna"), ma il problema c'era davvero, e adesso che lo so lo posso risolvere da me.
Wanderer ha scritto: Il fatto è che molti autori spendono fiumi di soldi in editing solo perché si rivolgono a microeditori che non hanno né le risorse né le competenze per editare le opere, e quindi l'editing esterno finisce per supplire alle carenze dell'editore, oltre che dell'autore.
Ma certo che non dev'essere l'autore a supplire alle mancanze degli editori. Il punto è che se uno si rivolge a una micro, può già mettere in conto che l'editing sarà molto superficiale (non sempre, a me una volta è capitata una brava editor, ma non è la norma), quindi il punto non è pagare o non pagare qualcosa ma
che cosa si vuole mettere in commercio col nostro nome. Se già si presume che la CE farà poco, allora sta all'autore (anche se non è affatto giusto, questo spero sia chiaro) assicurarsi di pubblicare qualcosa che lo soddisfa.
Wanderer ha scritto: In definitiva, un buon manoscritto non è un testo già editato e pronto per la pubblicazione (quello va bene solo per il Self), ma un ottimo testo che, pur non essendo ancora perfetto, lascia già intravedere agli occhi dell'editore il bel libro che diventerà.
Tutto giusto. Ma ciò significa, con la situazione editoriale attuale, lasciare al caso ciò che ne verrà fuori.
Cheguevara ha scritto: E non è che chi si propone senza essersi fatto prima editare lo faccia avendo come unico obiettivo una copertina col proprio nome scritto sopra,
Non c'è nessuna correlazione. Uno può anche spendere migliaia di euro per un libro che non ha alcuna prospettiva, per avere il nome in copertina. Il senso di ciò che volevo dire era diverso. Nemmeno io ho mai fatto editing a pagamento. Ma sto rivedendo un romanzo pubblicato tre anni fa, da una CE piccola ma buona, almeno sulla carta, e vorrei poterlo ritirare dal mercato, perché non rispecchia più la conoscenza che ho adesso. Vedo errori ovunque: frasi troppo complesse, similitudini come se piovesse, ripetizioni inutili, ecc. L'editor della CE (probabilmente il cugino del titolare) non ha corretto niente di tutto ciò.
Sì, ho pubblicato senza pagare, ma sono sempre meno contenta del risultato. Quale delle due cose conta di più? Per me la seconda, per altri magari è diverso. Se tre anni fa avessi potuto permettermi un editing come si deve, l'avrei fatto. Non per essere accettata (è successo comunque) ma per imparare qualcosa e per la soddisfazione personale di mettere fuori qualcosa che mi rispecchia e mi rende orgogliosa, non una semplice copertina col mio nome. Probabilmente non avrebbe venduto una singola copia in più, ma io sarei stata più contenta, ed è l'unica cosa che alla fine conta.
massimopud ha scritto: Impostare l'argomento su basi puramente economiche secondo me non ha molto senso
Dovevo dirlo io, invece che perdermi in assurde diatribe sui dettagli