Lizz ha scritto: Ecco, a me piacerebbe molto raccogliere la sfida di dare vita a dei personaggi che abbiano piccole (o grandi) diversità, e mi piacerebbe leggere più storie che parlano anche di questi aspetti, quindi vi chiedo se avete voglia di condividere qualcosa che vi fa sentire diversi e che vi piacerebbe vedere in un personaggio.
Insomma, stai facendo un'indagine sociologica...
Lizz ha scritto: ho scoperto da relativamente poco di essere una "persona altamente sensibile" (PAS), quindi (tra le altre cose) ipersensibile agli stimoli sensoriali. La luce intensa mi infastidisce da morire, così come il rumore troppo forte e lo stare con troppe persone: per me, andare in un bar rumoroso e troppo illuminato, con una decina di persone che si parlano una sopra l'altra, è una vera e propria agonia.
Se sono costretta a stare in un posto rumoroso e fastidioso per troppo tempo, mi sento "sovraccarica" e devo rifugiarmi per un po' in un luogo silenzioso e non troppo illuminato per ricaricare le batterie (mammamia, mi sembra di essere un pipistrello)... e non avete idea di quanto sia difficile spiegare questa necessità ad alcune persone, soprattutto a chi invece adora stare in mezzo alla gente e al casino. Si rischia di passare per asociali, quando semplicemente le proprie energie si esauriscono molto più in fretta del normale.
Ho letto poco sulle persone altamente sensibili, sebbene tutti gli argomenti di psicologia mi interessino (sono sempre un po' scettica quando qualcuno cerca di categorizzare le persone) però mi ritrovo molto. A me da fastidio qualunque cosa sia
troppo: luci, rumori, affollamento, ecc. Anche quando sto in mezzo ad amici, se sono tanti e in uno spazio troppo ristretto, dopo un po' mi manca l'aria. Non mi ritengo asociale, semplicemente ho bisogno di tracciare i miei spazi (moolto ampi). Interagisco volentieri per un po', poi ho bisogno di una pausa.
Altre diversità ho più difficoltà a delinearle. Ma restando in tema di "vista" io ho circa tre decimi in un occhio e quattro in un altro. Portavo gli occhiali da bambina, ma poi li ho lasciati. Non per l'estetica, ma per il fastidio. Non riconosco una persona (neanche un familiare) se non è a due-tre metri. Però magari riconosco una giacca, o altro (se uno ha i capelli fucsia lo riconosco da lontano). Una volta cercavo il mio compagno, che era lì in giro, e siccome aveva una giacca rossa mi sono diretta verso una cassetta postale... È divertente, in parte, ma è soprattutto sintomo della mia indifferenza al dover vedere a tutti i costi: finché noto i semafori, tutto ok. Da vicino vedo benissimo, per quello che è lontano sarà quel che sarà
Una cosa per cui mi sento sempre diversa (in questo caso come donna, non come persona) è il fatto che tante vedono i vestiti nuovi, la parrucchiera, la manicure, il trucco, ecc. come cose necessarie (cioè inserite addirittura nel budget mensile). Io di tanto in tanto mi sistemo i capelli, una volta ho fatto le unghie (per provare) ma davvero non riesco a trovare il piacere in tutto ciò. Quando ci vado lo faccio per obbligo (cerimonie di famiglia, di solito). Magari non è un problema obiettivo, ma credo che possa esserti utile: ci sono donne che detestano certe cose tipicamente femminili, magari solo perché hanno una mentalità diversa e considerano queste cose superficiali e inutili.