lelaa! ha scritto: Lo so, possono sembrarvi domande stupide, ma io non ho idea di come funzioni per cui chiedo a chi è del mestiere e ha già lavorato sull'editing.
Non è affatto una domanda stupida, perché sapere in anticipo come
dovrebbe funzionare un editing ci fornisce informazioni essenziali.
Avendone fatti cinque, per quattro diverse CE, ne ho una discreta esperienza.
- a differenza di ciò che credono molti autori esordienti (non parlo di te, ma per completezza di discorso), la CE non fa un editing approfondito. Magari per autori come la Ferrante o la Perrin lo faranno, non so, ma non per un pincopallo qualsiasi. Se ciò che arriva richiede tanto lavoro (riscrivere intere parti, tagliare, aggiungere capitoli, togliere trame secondarie, ecc. ) l'autore riceve un rifiuto e stop. La CE chiama "editing" le correzioni di base, tra cui quelle per uniformare il testo alla propria linea editoriale (scelta tra caporali e trattini per i dialoghi, scelta di quali parole vanno in maiuscolo o in corsivo, ecc.). Corregge refusi, tempi verbali sbagliati, ripetizioni e poco altro.
- la norma è che l'editor legge il testo e lo corregge, segnalando
ogni singolo cambiamento. Anche una virgola spostata dovrebbe essere segnalata. Non ho ancora capito se sia una questione legale (credo di sì), ma di sicuro è almeno un segno di rispetto e serietà: non si cambiano proprietà intellettuali altrui a proprio capriccio. Il testo viene rimandato all'autore con segnalate (in rosso, di solito) tutte le modifiche. L'autore può accettarle o meno, tramite i programmi di scrittura come Word e simili. Se l'autore è d'accordo con un cambiamento, lo accetta, o apporta le modifiche necessarie (ad esempio cercando un sinonimo o rielaborando una frase, è raro che i cambiamenti richiesti coinvolgano interi paragrafi). Se non è d'accordo di solito può lasciare un commento a fianco, spiegando perché.
Ho trovato una volta sola una CE che mi ha mandato direttamente il file definitivo corretto, chiedendomi di fare un file a parte dove indicare le cose con cui non ero d'accordo una per una, con numero di pagina e di riga (un lavoro lunghissimo, pensato apposta per scoraggiare) e alla fine ha comunque ignorato la maggior parte delle mie obiezioni, oltre a non aver segnalato una parte dei cambiamenti. Ma questa non è la norma, per fortuna...
L'ultima parola dovrebbe essere
sempre dell'autore (a meno che si parli di errori grammaticali veri e propri). Quando non è così, qualcosa non va.
Non ho mai fatto editing a pagamento, ma è evidente che in quel caso l'autore non ha alcun obbligo: paga un servizio per avere un aiuto, ma se non è d'accordo può benissimo ignorare i consigli.