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Re: [Lab 7] Un dono regale

In realtà no, non l'hai scritto, ma sembra sott'inteso.
Qui.
  ha scritto:@MonicaGiulio è assorto quando il rumore della sedia a rotelle alle sue spalle lo sorprende. L’avvocato stringe tra le mani una piccola chiave.
«Forse le serve questa» dice porgendogliela «era insieme alla lettera del mio antenato.»
Nessun segno di stupore da parte dell'avvocato. Abita in quella casa, ha la chiave, non posso credere che l'avvocato abbia notato solo in quel momento il buco sul muro e che sia una combinazione il fatto che si porti dietro la chiave tutto il tempo.
Giulio è già uscito, il rumore della sedia lo sorprende, non si aspetta che l'avvocato lo segua sulle scale. A me è sembrato che l'avvocato si aspetti che Giulio noti il buco sulla parete proprio in quel momento e infatti lo segue, pronto, con la chiave in mano. 
E qui si rafforza la mia idea. Sembra che anche Giulio la pensi come me. 
  ha scritto:@Monica«Perché non me l’ha detto subito? Credevo si fidasse di me.»
Sicuramente per mancanza di caratteri non hai reso il fatto che Duccio comprenda solo in quel momento che la chiave che ha trovato sia quella che svelerà il manufatto, però così come l'hai scritto fa pensare che già lo sappia.

E anche qui:' se Giulio li guarda entrambi e chiede  "Avvocato, lei sapeva..." A cosa allude? Cosa dovrebbe pensare chi legge? Forse sbaglio ma io ho pensato che si riferisse al manufatto, e quindi anche al posto dove era nascosto. 
  ha scritto: Gli occhi di Giulio saettano dall’uno all’altro uomo.
«Avvocato, lei sapeva…»
Quando Giulio nota il buco sul muro, e l'avvocato, senza la minima sorpresa, le porge la chiave,se invece avesse detto: oh, mio Dio, ce l'ho avuto sotto gli occhi per tutto il tempo! Ho trovato una chiave, la vado a prendere!

Vabbeh, magari non ho capito io qualcosa fra le righe,  anzi sicuramente adesso mi smentirai e mi farai notare dove mi sono persa.
Nel caso mi scuso fin da ora, però ti giuro che l'ho letto con molta attenzione. Letto e riletto con molta attenzione, per questo sei stata l'ultima del contest a ricevere il mio commento. Ci ho pensato molto prima di postarlo, avevo paura di sbagliarmi e di farti notare una cosa che poi sarebbe risultata sbagliata da parte mia. Ora sono davvero curiosa di sapere cosa invece intendevi dire con la frase:
 «Perché non me l’ha detto subito? Credevo si fidasse di me.»

Re: [Lab 7] Un dono regale

  ha scritto:@MonicaQuali lettere?» Con un gesto fulmineo, Duccio Neri estrae un accendino dalla tasca della giacca. Gli antichi documenti sfrigolano nel piccolo incendio divampato tra le sue dita.
Un gesto che non ha spiegazione, almeno secondo me. 
L'avvocato Neri, ricco, anzi no, ricchissimo, circondato sicuramente da stuoli di avvocati che lavorano per lui, mette al corrente un vecchio carabiniere di un fatto che riguarda la sua famiglia per poi estrometterlo del tutto senza motivo.
Ho letto che tu hai la spiegazione di questo fatto. Io però mi chiedo: visto che il Neri aveva la chiave e sapeva dove stava il manufatto, perché non far sparire i documenti e basta? Poi bastava far finta di aver ritrovato il "dono regale," attribuirlo a Galileo e donarlo pubblicamente al museo? Ci avrebbe perfino fatto una gran bella figura!
Sicuramente il raggio di sole che illumina l'affresco è la pistola, l'aringa...forse l'eclissi ma non è che serva molto in quel momento, avrebbe almeno dovuto avere un collegamento con il matrimonio  di Maria dè Medici, per portarci fuori strada, oppure... Non saprei, forse  l'aringa è l'uomo che lo segue inutilmente?  Perché a quanto pare, sia l'avvocato che il suo uomo sembrano quasi che conoscano in anticipo le mosse di Giulio. 
Se dovessi rimetterci le mani prenderei in considerazione la richiesta da parte dell'avvocato di distruggere i documenti consultati, Col manufatto in un  museo non si può mai sapere... Qualche storico potrebbe indagare. 

Un'altra cosa che non mi torna è questa:
  ha scritto:@MonicaUn mio antenato, uomo di chiesa. In famiglia si tramanda la leggenda che abbia speso parecchio pur di assistere di persona al rogo di Giordano Bruno.
Forse si mise in viaggio verso Roma con diverse persone al seguito. In carrozza o a cavallo non credo che fosse una spesa così eccessiva da essere ricordata.

Come sempre la tua penna gratifica chi ti legge, le scene sono ben rappresentate. Mi sono piaciuti moltissimo i cenni storici, inventati e non, In special modo come hai puntualmente narrato le visite nell'archivio storico e nella biblioteca. I personaggi mi sono piaciuti; Il carabiniere è perfetto, l'avvocato sulla sedia a rotelle è uno stereotipo, io lo vedrei meglio in piedi, vecchio ma ancora in gamba.
Come ti ho spiegato sopra, la trama traballa un po' ma ho fiducia nella tua fervida fantasia, tanto che ci lasci con una curiosità da svelare:
@Monica ha scritto: dom mar 19, 2023 4:08 pmUn raggio di luce fa risplendere il triangolo d’oro spillato sul bavero.
L’avvocato Neri si volta verso di lui e, senza dire una parola, gli consegna l’astuccio col prezioso contenuto.
«Il suo posto è nel museo di Galileo» dice il nuovo entrato.
Chi è? Triangolo d'oro? Tipo massoneria?  E qui mi torna di nuovo tutta l'inutilità di aver scomodato Giulio per un affare privato che si poteva risolvere in poco tempo. 
Spero che ci toglierai la curiosità, alla prossima.

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