Ciao,@bestseller2020
Io penso fermamente che un racconto debba essere una pura sequenza di fatti. Puoi scombinare la cronologia degli eventi, puoi far fare al tuo protagonista quello che vuoi, ma deve risultare verosimile.
Io di questa donna, la tua protagonista, so che ha perso figlio e marito e che non ha più nulla da perdere. Secondo la mia interpretazione, sbotta col suo capo solo per questo motivo: con un buon lavoro, il marito ricco, e il figlio, nel pieno della vita, sparato verso una carriera sicura, sarebbe stata zitta.
Quindi mi sono chiesta: Chi era questa donna prima dei lutti? Che lavoro fa dentro quel posto? Il suo capo paga una donna come lei (le sue idee saranno state sempre le stesse, anche quando è stata assunta?) solo per farsi leggere il giornale? Se legge solo i giornali come fa a sapere segreti segretissimi finanziari del suo capo? Come fa a sapere che i ragazzi si stanno riorganizzando e che il nuovo motto è Occupiamo il mondo? Lei è una di loro? Allora perché non hai fatto partire il racconto da questa vedova che si unisce a un gruppo per lottare contro il potere?
Lascio stare le altre domande che mi sono venute in mente mentre leggevo, lavoro troppo di fantasia, soprattutto quando quello che leggo non mi dà le risposte.
Non posso non dirti che tutto il ricordo che la tiene ferma davanti al capo a pensare alle ingiustizie nel mondo, a dirsi tutte quelle cose che già sa di sapere, a me sono sembrati interventi a piedi pari dell'autore.
Quella donna dovrebbe essere confusa, arrabbiata col mondo e soprattutto con chi ha provocato la crisi del duemilaotto. Dovrebbe essere disperata per aver perso i suoi cari... La lucidità che le viene dalle notizie che legge sui giornali mi sembra esagerata. Sarebbe stata più saggia se avesse spedito le proprie dimissioni al capo e alla S&P i documenti compromettenti. Perché portargli di persona le dimissioni insieme al suo risentimento? Per attirarsi una rivendicazione?
Hai voluto ammonire chi pratica l'ingiustizia nel mondo facendo sputare il rospo alla tua protagonista, il che non è male, ma il racconto ne esce penalizzato:
Le motivazioni che spingono Ellen a licenziarsi in quel modo dovevano essere coinvolgenti a livello individuale. Doveva esserci una posta in gioco molto alta, Magari Ellen poteva avere la certezza di crimini commessi ai danni di suo marito, o ai danni dei ragazzi che avevano occupato piazza Zuccotti. Insomma, doveva esserci la goccia che fa traboccare il vaso. Ce le abbiamo davanti tutti i giorni le tante ingiustizie che Ellen elenca nei suoi pensieri. Finché non si viene coinvolti personalmente, il genere umano tende a condannare ma non sa come intervenire.
Darei una ridimensionata al corposo elenco di misfatti, li renderei meno lontani da lei per dare un senso alle sue decisioni.
Mi è piaciuta la trama, la storia c'è, è solo da aggiustare un poco e renderla meno sermone. Toglierei anche il riferimento biblico, mi sa proprio di monito fuori dal testo.
Re: [Lab6] Distruggere Occupy Wall Street
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- Argomento: [Lab6] Distruggere Occupy Wall Street
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- gio feb 09, 2023 10:17 pm
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