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Re: [Lab2] A. Heimer

Ciao @L'illusoillusore  
Il racconto secondo me lega benissomo ogni scena. Il tema che hai scelto per definire la traccia e la trama sono molto azzeccati.
Insomma, il protagonista si sveglia, non ricorda nulla ma poi, per fortuna ogni cosa riemerge in tempo per evitare una tragedia.
Funzionano, il mistero all'inizio e lo svelamento alla fine con sorpresa.
Ti dico due cose che ho notato:
L ha scritto: Però la ragnatela di torpore che appesantisce le palpebre non lascia dubbi: ho dormito.
  Ha le palpebre pesanti, formula solo un pensiero su un dettaglio concreto, senza metafore.
L ha scritto: L’onda di panico mi sommerge.
Tremo. Sono nel panico.
L ha scritto: Sfuggo serrando nuovamente le palpebre.
Sfuggo, chiudo le palpebre. L'avverbio non serve.
L ha scritto: Stai calmo, mi dico. Respira normalmente e concentrati.
Stai calmo, respira e concentrati. non c'è bisogno di precisare che se lo sta dicendo, il lettore lo sa.
L ha scritto: soffi appena percepibili nella vampa della stanza.
Bello!

L ha scritto: Ho l’impulso di farlo, quasi irrefrenabile, ma nuovamente il corpo sa controllare la mente e impone calma.
Ho l’impulso di farlo, irrefrenabile, ma il corpo sa controllarsi e impone calma.

Togli quasi e nuovamente, la frase è più scorrevole e eviti la ripetizione mente.


L ha scritto: ma è un suono talmente lieve che raggiungo l’arma senza che lui si accorga di me.
ma è un suono lieve, raggiungo l’arma. Lui non si accorge di me.

Un'altro avverbio inutile e due che troppo vicini, si possono eliminare.
 
Vabbè, avevo detto due cose...  comunque sono sciocchezze, giusto per fare la fanatica con un bel commento :asd:
No, a parte lo scherzo, davvero, è un bel racconto e come tutti ci dobbiamo lavorare, per renderli sempre migliori, i nostri racconti.

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