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Re: [Lab6] Sospesi davanti alla morte

  ha scritto:Bardo96Capisco tu voglia renderlo vago, ma onestamente non mi sembra una gran soluzione, almeno non senza dare un minimo indizio sulla risoluzione del mistero.
Gli è apparsa la Morte in persona? Un’intelligenza aliena? Qualcuno ha sabotato l’esperimento? C’è semplicemente stato un malfunzionamento? 
Ripeto, è un parere puramente personale, ma vedere che manca un qualsiasi accenno proprio a questa parte è una cosa che mi fa quasi considerare il racconto come “incompleto”, senza voler offendere sia chiaro.
Hai letto davvero di fretta @Bardo96
L'ho scritto chiaro nel titolo! 
  ha scritto:Alba359Sospesi davanti alla morte. (racconto incompleto)
Certo che è incompleto, per questo non devi nemmeno considerarmi nelle votazioni. Ho spiegato che dalla sinossi mi è partita la barra del timone e la nave va...
Il pezzo che ho postato fa parte del secondo capito lo di una storia che sta per finire adesso. Devo correggere e poi scoprirete cosa succede durante il sonno forzato. 
Piccolo spoiler per quelli che mi hanno comunque dato ottimi consigli qui sopra: @Mina @Poeta Zaza  @Canis @Nightafter  @@Monica @bestseller2020  @Adel J. Pellitteri 
 
Non vi dirò nulla riguardo al file che il comandante Mueller sta ascoltando, ma posso dirvi come mi è venuta l'idea.  Capirete, che se poi finirò per pubblicarlo nella sezione capitoli, sarebbe più giusto scoprire il mistero leggendo.
L'idea mi è venuta leggendo di entropia, cervelli di Boltzman, universi paralleli e via dicendo... Spero davvero di essere in grado di fare un buon lavoro
e di riuscire a postarlo. Emotivamente ho l'ansia da prestazione adesso.
     

Re: [Lab6] Sospesi davanti alla morte

Quello che è successo da quando abbiamo pubblicato le nostre sinossi è che ho cominciato subito a scrivere una scaletta.
E quello è stato il dramma.
Ora, il mio personaggio aveva un difetto, ha dissimulato la sua volontà di suicidarsi e come mi avete fatto notare nei commenti sembrava non essere verosimile. Questo credo di averlo risolto: Il Maggiore Lee cooper è uno psicologo, gestisce tutta la parte psicologica del programma spaziale.
L'altro problema importante era la data. Il racconto per esteso comincia ne 2023. Il prologo del racconto comincia con la descrizione di un incidente, dove viene coinvolto Giorgio Sutera, un giovane e brillante ricercatore italiano,  dopo il coma si ritroverà in mano qualcosa di formidabile. Questo non gli darà fama, per anni non verrà creduto, ma verso la fine del secolo, grazie alle sue scoperte si scatenerà una nuova tecnologia che stravolgerà il mondo che conosciamo, di conseguenza comincerà una corsa sfrenata verso altri pianeti. Il primo sarà Marte in quanto il più vicino.
Il nuovo personaggio mi ha dato una grande soddisfazione: poter cominciare il racconto da qui, da quello che vedo e conosco, dalla realta che sto vivendo per poi farla deviare secondo la mia fantasia e non come possiamo prevederla. 
Quindi, io credo di aver risolto il problema della data, in quanto  ho messo in gioco un evento inaspettato che non mi costringe ad attenermi alla realtà, Infatti, come accade nei film della Marvel il mondo intorno ai supereroi è quello reale: per citarne uno, Spidermen è un normale adolescente fino a che non viene morso da un ragno radioattivo.
Il resto della trama si attiene a quanto ho scritto nella sinossi, sull'astronave decideranno di morire, la posta in gioco è troppo alta.
Il Maggiore Lee Cooper si toglierà la vita dopo il lancio, altrimenti, come mi avete fatto notare si creava un'incoerenza. 
Credo che dal dialogo che ho postato non potrete ricavare molto, non ho potuto fare di meglio per partecipare.

[Lab6] Sospesi davanti alla morte

Sospesi davanti alla morte. (racconto incompleto)

Il Comandante Mueller dovrebbe arrivare  da un momento all'altro. Preparo un aperitivo, intanto tengo d'occhio le riprese esterne che si alternano sullo schermo appeso sul muro. 
Prendo il bicchiere ghiacciato, mi avvicino alla finestra e assaggio il contenuto, il riflesso del sole sul vetro mi costringe a socchiudere gli occhi, non faccio in tempo a evitarlo e il ricordo si insinua di nuovo.
Mi strappa i pensieri e si apre una voragine sulla visione orrenda che non mi lascia da quando sono stato risvegliato. Smarrito, lascio il bicchiere sul tavolino e guardo di nuovo lo schermo. 
È qui. La telecamera mi manda l’immagine del suo viso duro mentre parcheggia nel viale, Il cancello si chiude dietro la sua auto e la porta d’entrata ha il primo scatto d’accesso. Non so come farò a spiegargli una tale storia e riuscire a far in modo che mi creda.
Tra pochi giorni ci sarà il lancio e io non ho ancora trovato le parole giuste…
Non mi crederà.  


Apro la porta. Il comandante Mueller mi porge la mano,
    — Maggiore Lee Cooper…
Una stretta energica e decisa, ripasso a memoria il suo profilo: il soggetto è un dominatore. Ambisce ad assumere il controllo in ogni situazione. È un comandante per natura. Non dissimula mai il suo stato d'animo, è sincero, sa che riesce ad avere sempre il vantaggio nelle conversazioni, e inoltre, quello che si aspetta oggi, dalla nostra  conversazione, non sembra averlo messo in allarme. 
    — Si accomodi Comandante Mueller. Questa è la poltrona più comoda, prego si sieda, cercherò di essere più breve possibile.
    — Mi diceva di un problema nelle pratiche del risveglio? Ho letto tutti i referti e i rapporti psicologici; il suo è il miglior esperimento mai eseguito, stamattina al telefono sembrava preoccupato, infatti, ha un’aria stanca. —
Sospiro, anche se non avrei dovuto, è sveglio, anche troppo; con la sua affermazione crede di avermi messo in difficoltà. 
    — No, affatto, non sono stanco. Mi dispiace di averla disturbata, immagino che sia difficile mantenere la calma a pochi giorni dalla partenza. Fa sempre la meditazione come le ho spiegato? È importante per arrivare sereni al grande giorno, lei e gli altri…
    — No, professore, o preferisce maggiore? Non mi avrà fatto venire a casa sua per parlare del mio stato d’animo! Lei è il mio psicologo, conosce il mio inconscio meglio di me. Andiamo, mi dica quello che deve. È qualcosa di grave?
    — Posso versarle un martini?— Grazie, sì. —
Non è uno da prendere con le pinze, sono stato uno sciocco, ci sto girando attorno e ho offeso la sua intelligenza. Vado al mobile bar; ne preparo uno per lui e un altro per me. Prendo posto davanti a lui e appoggio il suo bicchiere  sul tavolinetto.
    — Ok, vengo subito al punto. Ha parlato con qualcuno di quest’ incontro? E se sì, cosa ha detto precisamente.
    — Professore, al telefono mi ha detto che si trattava di una specificazione sulle direttive psicologiche da osservare in volo, che avrei dovuto dire?  C'è qualche cosa che non va nel programma? Me lo dica e basta!
    — Il programma è a posto, non si preoccupi, tutto a posto. Devo parlarle del mio risveglio, e del vostro, quando sarete in volo. Le cose non sono andate del tutto lisce. 
    — Capisco, ha tenuto per se qualcosa d'importante. Non avrebbe dovuto farlo, è contro il regolamento…
    — Conosco il regolamento, Comandante, lo conosco e l’ho sempre osservato. Mi ascolti, non mi metta fretta, non riesco nemmeno a trovare le parole giuste… È una cosa molto importante a cui lei, forse, non crederà e tenterà di farmi internare, o magari  no. Ma devo provarci.
    — Ok, l’ascolto. —
Mueller si è rilassato, ora non è più sulla difensiva, adesso sa che l’argomento di cui parlerò è a mio sfavore, nulla sta minando le sue capacità e il programma. Ho agito bene.
    — Posso darti del tu? Non staremo qui a parlare secondo le distanze dovute, e poi, dopo oggi, chissà se ci rivedremo mai.— 
Si  alza in piedi, agita il bicchiere mentre da uno sguardo fuori dalla finestra, l’ho spinto a riflettere sull’esito della missione; meglio introdurre l’argomento adesso. 
    — Sai chi è Giorgio Sutera, vero?
    — Certo! Il premio Nobel, i suoi studi hanno accelerato la tecnologia di almeno cinquant’anni; Scoperte divulgate troppo grossolanamente purtroppo, il nostro governo non ha saputo nascondere le proprie e la WKA non è stata da meno, il resto lo sai. Se si fossero adottate adeguate misure, oggi non dovremmo preoccuparci, fare sperimentazioni a tempo di record e rischiare di fallire per arrivare  primi…
    — Lo so, lo so - Ma aspetta, non è di questo che voglio parlare…Sei a conoscenza delle critiche che ha ricevuto in passato? Il professor Sutera è stato internato, ha passato diversi anni in un ospedale psichiatrico. Ne eri a conoscenza?
    — Veramente no, quello che so è che vent’anni fa ha pubblicato il suo entusiasmante lavoro. Dopo i suoi articoli è cominciata una nuova era. trattato come un pazzo! Non posso crederci!
    — Sì, ai tempi era osteggiato da tutti, ora, invece, è un eroe.
    — Ma tutto questo? Cosa c’entra con i sonno criogenico e il risveglio da tale condizione?
    — So cosa ha fatto credere a tutti che Sutera fosse pazzo, è la stessa cosa che mi fa pensare che tu non mi creda. Mi farai rinchiudere tu? Sapevi che Sutera, quando era un giovane ricercatore, ebbe un brutto incidente e che restò in coma per centoquarantasette giorni? —
Torna a sedersi, mi guarda con aria interrogativa, l’ho messo in difficoltà. Psicologicamente è un dogmatico. Addestrato a non cedere a commenti visionari. Non può prendere in considerazione teorie senza fondamenti scientifici; per lui non esistono misteri, ogni cosa deve essere provata dalla scienza altrimenti non esiste, non ci sono sfumature per quelli come lui. Devo giocare bene le mie carte. 
— No, non ne ho ,mai saputo niente 

— Non lo sai, certo! Non ci sono documenti ufficiali al riguardo! Tutti spariti. Ti capisco, sei confuso perché ancora non conosci l’assurdità di quello che sto per dirti.
— Professore, io spero soltanto che lei stia bene e non mi costringa a fare scelte drastiche. Lei lo sa, il programma viene anche prima della famiglia, Siamo stati addestrati e io ci credo ciecamente, niente potrà intaccare le mie convinzioni.
— Non preoccuparti, sono pronto a tutto, quello di cui sono venuto a conoscenza è troppo importante, purtroppo, più del programma, ma deciderai tu alla fine, tu sei il Comandante della missione.
— Adesso mi sto preoccupando davvero, per favore professore mi dica cosa sa. —
Temo che mi denuncerà, Penserà che io sia una spia della WKA. Ora deve sapere.
— Comandante Mueller, la missione deve fallire.
— Cosa? Ma si rende conto? Non voglio sapere altro, basta così. È stato un piacere, si tenga per se le sue scoperte. Ma lei è consapevole che dovrò informare il…
— Potresti tornare dalla missione e non trovare nessuno a festeggiare.
— Cosa vorrebbe dire, è una minaccia? — Si alza, è infuriato, ne sono certo, ma nemmeno un gesto pregiudica la sua calma esteriore. Devo fermarlo, non deve andarsene prima di sapere tutto. 
— Aspetta, ascoltami senza prendermi sul serio, fai finta che io ti stessi raccontando una storia accaduta tra cent’anni, non badare alle fantasie d’un vecchio professore, avrai tutto il tempo per pensarci dopo. Avrai visto qualche film di fantascienza no? Ecco, fai finta che io ti stessi raccontando un film.
— E va bene, ma ormai la mia è pura curiosità, la missione non fallirà, puoi  starne certo. —

Bene, lo sapevo, ora mi ascolterà. Ho stabilito i ruoli; Pensa che io abbia bisogno che il comandante sappia in quanto tale; la sua sete di controllo lo terrà attaccato alla poltrona adesso. Ci sediamo entrambi, lui guarda un punto indefinito dietro il mio orecchio; ma io so che ho tutta la sua attenzione ora.
    — Partiamo dal giorno in cui ho partecipato volontariamente al test ufficiale: letargia indotta con conseguente sonno criogenico per centottanta giorni.
     — Come può augurarsi che la missione fallisca. Ci sono ottime probabilità che il nostro sia il primo lancio in assoluto con uomini a bordo.
    — Si questo lo so bene, capirà, poi, che non sono io in prima persona a volere che la missione fallisca. Ma ora veniamo al motivo del nostro incontro. Durante il sonno criogenico, i sensi, tutti e cinque i nostri sensi sono fuori uso, non vediamo, non sentiamo, non avvertiamo la temperatura ecc, non è come quando dormiamo, lo sai, ma lascia che ti parli come se queste cose fossero nuove per te. Devi avere in mente un quadro preciso per comprendere la mia difficoltà. La corteccia cerebrale è letteralmente sconnessa; rimane attivo, per un breve periodo, il cervello limbico. In questa fase possiamo provare momenti di veglia, le emozioni ci vengono a trovare, io ho provato paura all’inizio, ma sono uno psicologo, mi ero preparato, sai, la meditazione… Alle volte, ma solo per brevi periodi, la paura ha ceduto il posto a una inspiegabile euforia. Poi viene il sonno e il sogno; un lunghissimo sonno: viaggi infiniti e sogni senza confini, anche a questo ero preparato. Meditare significa comunicare con il nostro inconscio, a questo siete stati preparati anche voi. Fino a qui, sapete tutto quello che c’è da sapere, vi ho spiegato come gestire eventuali incubi, filerà tutto liscio, a me è capitato tutto questo, fino a quando mi sono svegliato.
    — Svegliato? Quando ti hanno risvegliato, vuoi dire.— E no! Quando hanno scongelato il mio corpo ero già sveglio. Il terrore che ho provato è indescrivibile, non è durato molto, ma sono rimasto appeso di fronte alla morte per diverso tempo, il tempo giusto per capire. 
    — Beh, sono felice di sapere che l’effetto sarà breve, avvertirò anche gli altri, grazie per avermi messo al corrente. Mma per questo, io dovrei farti rinchiudere? Tenere nascosto questo particolare è molto grave, ma vista la fretta del governo credo che non lo dirò a nessuno. Tranne che ai miei uomini, quando saremo già in viaggio naturalmente.
— Non è finita qui, c’è dell’altro. Io non mi sono svegliato da solo, qualcuno mi ha svegliato. Quando mi hanno tirato fuori dal baccello ero già sveglio, totalmente. Quello che è accaduto è fuori da ogni regola fisica eppure..
— Cosa vuoi dire, non capisco.
— Ho preparato una registrazione. Ho rivissuto ogni attimo, ti darò il file e lo ascolterai come se stesse accadendo ora, se ti raccontassi l'accaduto come una storiella, non sarebbe credibile. Devi fare uno sforzo, devi immedesimarti dentro la mia coscienza per comprendere che dico la verità e devi farlo qui, con me. Ho già preparato tutto, devi indossare queste, quando sei pronto dimmelo. —
Gli porgo le cuffie, il file è gia collegato. 
— Perché dovrei? 

— Davvero vuoi partire con questa incognita? Ormai ne sai abbastanza, non tirarti indietro, ci vorrà meno di un ora, non è molto. Ti consiglio di chiudere gli occhi mentre ascolti.  Chiuderò le tende e abbasserò le luci, nel frattempo io leggerò un libro, starò qui ad aspettare.
— Ok, ma in nessun caso farò fallire la missione.
— Ok, ma adesso concentrati, ne parleremo dopo —

Re: [SLab6] Sospesi davanti alla morte

Eccomi qua, Siamo arrivati quasi al termine per la consegna e io sto ancora pensando a cosa fare.
In tutto questo tempo, le poche righe della sinossi hanno lievitato una storia che sta diventando un romanzo breve.
Non posso proporvi i primi capitoli perché non c'è una riga che riguarda la sinossi. Non posso proporvi un pezzo dei capitoli successivi perché anche conoscendo la trama attraverso la sinossi non vedreste le cose che sono state sistemate dopo i vostri commenti.
Quello che potrei fare è buttare nel mezzo una parte della prima bozza: ventuno mila caratteri che potrei tagliuzzare per rientrare nei limiti.
E qui taggo @Poldo per avere un consiglio. Farei meglio a lasciar stare? Io non so se ne vale la pena. Il pezzo in questione, da solo, potrebbe risultare strano ma per chi ha letto la mia sinossi, magari no.
Potrei riscrivere una sinossi del romanzo che sta venendo fuori ma, anche questo, risulterebbe poco utile, visto che poi nel contest troverete solo un pezzetto della storia.
Insomma, un bel casino, no?
Intanto continuo a scrivere, ho ancora un po' di tempo per decidere vero?

Re: [SLab6] Sospesi davanti alla morte

Mina ha scritto: Sulla forma della sinossi in sé, nulla da dire: la trovo scritta molto bene, tutti gli elementi sono esposti in maniera chiara, esaustiva e ordinata
Ok, questo mi fa molto piacere.

Ora veniamo alle note dolenti. Io avevo immaginato tutta la storia e fatto una scaletta. Alcune cose, come gli esperimenti fatti prima di quello del maggiore Perez, pensavo si potessero omettere, è chiaro che non sia l'unico esperimento, ma l'ultimo sì, quello che sarà soltanto una specie di prova genrale. Questo poteva essere secondo me.
Ed'è qui che tutto accade. Qualcosa, che devo ancora mettere a punto, stravolge la sua coscienza. Avevo pensato a un' entità superiore, un'intelligenza artificiale, qualcosa di cosmico che ancora non so bene. Magari, Marte, non deve essere conquistato per qualche ragione che noi terrestri non possiamo immaginare. Non ci saranno alieni di mezzo, questo no.
Cambierò sicuramente L'anno in cui tutto accade. Ho capito che forse sono stata poco attenta nelle mie ricerche.
Vedremo, spero che l'idea si tramuti in qualcosa di buono.


 

Re: [SLab6] Sospesi davanti alla morte

@Monica ha scritto: che tu sviluppassi bene la parte motivazionale del viaggio (cosa spinge gli astronauti ad affrontare una missione tanto rischiosa) e
Io, Monica, credo che sia sempre lo stesso sentimento a spingere gli uomini verso nuove avventure: La gloria, il piacere che provoca scoprire nuove terre o raggiungere vette altissime, profondità abissali...
@Monica ha scritto:  vivere insieme a loro il percorso emotivo che li porta all’auto-distruzione.
A leggerci!
Il percorso emotivo che li porterà al suicidio, come ho spiegato a Bardo,  spero che tu abbia letto il commento sopra, non so ancora se sorreggerà il racconto, io purtroppo sono partita proprio da lì, dal risveglio.
Grazie per il tuo aiuto.

Re: [SLab6] Sospesi davanti alla morte

Ilaris ha scritto: spazio profondo, qualcosa che sulla Terra non avrebbero potuto né immaginare né tantomeno testare.
In poche parole, per essere più credibile (magia della sospensione di incredulità...) il tuo racconto dovrebbe virare sulla fantascienza.
Sì, infatti, come ho detto a @Poldo, non approfondirò certi temi ma comunque il genere è per forza fantascientifico. Questo laboratori è formidabile: poter sapere in anticipo cosa pensano i lettori, oltre a essere didattico è anche divertente. Grazie. 

Bardo96 ha scritto: Perché l’ibernazione di 6 mesi crea tutti questi problemi, cosa “distrugge” a tal punto la psiche dei pazienti?
Perché il maggiore Perez non ne fa parola, magari aiutando i medici a risolvere il problema?
Come mai nessuno psichiatra/psicologo riscontra il problema? E perché, dopo il suicidio di Perez, nessuno si faccia qualche domanda?
Come è possibile che tutti e sei gli astronauti riscontrino gli stessi “sintomi”?
Ti ringrazio moltissimo, @Bardo96  il tuo promemoria è un aiuto per me.

Vediamo, analizzo ogni voce del tuo elenco e poi mi dirai se sono riuscita a rendere buoni questi aspetti.
L'ibernazione è una specie di coma farmacologico, alcuni dicono che in questo stato la coscienza non vada dormire completamente. Trascorrere centottanta giorni senza vedere, toccare, sentire... Lì, nel buio assoluto.
In breve, Arthur e gli altri sono stati per circa sei mesi sospesi di fronte alla morte, appesi in uno stato che non è nulla, non hanno fatto altro che desiderare di passare dall'altra parte, verso la fine del tunnel, d' immergersi nell'onda di pace e serenità che molti dicono ci sia nell'aldilà. 
Mentre trascorrono i giorni la coscienza è vigile, sanno di dover tornare a svolgere i loro compiti ma ora, dal loro punto di vista la vita diventa inutile.
Io ho pensato che dal sonno crionico, loro si risveglino con una consapevolezza straordinaria, Hanno intravisto cosa c'è dall'altra parte e tornare gli provoca dolore mentale, anzi, loro sono dolore puro che non li abbandona né di giorno né di notte. Premeditano il suicidio già da prima di tornare alla vita: quindi, Arthur sa come ingannare psichiatri, dottori e psicologi. Sa che il programma non si fermerà, la corsa verso Marte è cominciata e arrivare primi è la priorità assoluta. Quando il risveglio sarà avvenuto non farà nulla perché ha già rinunciato, gli altri faranno lo stesso perché la visione, il percorso è esattamente lo stesso di Arthur.
Il dolore mentale non è come quello del cuore, come quello che ci procurano tradimenti, lutti ecc. Il dolore mentale non si metabolizza, certo, qualcuno potrebbe capire il disagio provato dall'aspirante suicida, ma il più delle volte passa inosservato e la persona mette in atto la sua morte in modo lucido, consapevole. Alcuni progettano maniacalmente il modo in cui si toglieranno la vita e nessuno, nemmeno i loro cari se ne accorgogono.
Dimmi se hai altro da farmi notare, pensi che la mia spiegazione potrebbe funzionare? Adoro questo contest. 

Re: [SLab6] Sospesi davanti alla morte

  ha scritto:Ciao @Alba359
Misurarsi con un racconto di fantascienza non è affatto una cosa semplice, soprattutto se il futuro che stiamo cercando di descrivere è così vicino. Più è vicino, più deve reggere al confronto con quello che sappiamo oggi. ù
Esiste già oggi una discreta documentazione sui tempi e i modi per affrontare un viaggio su Marte di cui dovresti tenere conto. Per quanto riguarda il problema dell'ibernazione umana siamo ancora nel campo meramente ipotetico, ben lontani dalla possibilità di poterla praticare.
Nulla vieta che tra sessant'anni possano esserci le prime sperimentazioni, ma non credo che nessuno lancerebbe una missione del genere dopo un unico esperimento anche se apparentemente positivo. 
No. @Poldo non sarà un racconto strettamente fantascientifico. Il tema è risvegli e io, nel racconto, punterò più sulla dinamica dei risvegli che sul viaggio verso Marte. I risvegli saranno due: quello del maggiore Arthur e del comandante Mueller. Narrerò il racconto dai loro punti di vista.

Dopo una settimana di ricerche ho scoperto che la Nasa pensa di mandare i primi uomini su Marte entro il 2030, la Cina entro il 2033, gli Emirati Arabi hanno dichiarato che entro cento anni avremo una colonia su Marte. Con questi dati, considerando ritardi e incidenti, il primo uomo potrebbe ammartare sul pianeta rosso tra sessant'anni? Sarebbe affascinante! Peccato che io non potrò esserci.
Inoltre la corsa a chi arriva primo è già cominciata, gli studi e gli esperimenti fervono. Basta pensare alle dichiarazioni di Elon Musk: Musk  con il suo spacex  mars, pensa di accorciare il tempo per arrivare al pianeta a cinque mesi anziché nove. In una intervista ha dichiarato che per costruire una colonia su  Marte il percorso è lungo e pericoloso, sicuramente moriranno delle persone, è un viaggio per nulla confortevole da cui potresti non tornare più ma è un'avventura gloriosa alla quale molti vorranno partecipare, anche se si rischia la vita. Arrivare per primi, di fatto, sarà il premio più grande.


  ha scritto:PoldoPer quanto riguarda il problema dell'ibernazione umana siamo ancora nel campo meramente ipotetico,
Qui rispondo anche a @Bardo96
Quello che dice Poldo è vero, ma anche in questo campo gli studi stanno andando avanti.  Già adesso negli ospedali viene usata una procedura medica chiamata ipotermia termica, in sostanza il paziente viene tenuto a zero gradi per gravi interventi chirurgici, ma finora la pratica è stata mantenuta solo fino a un massimo di due settimane.
Il viaggio verso Marte durerà circa nove mesi. È il calcolo del risparmio di peso da caricare sui moduli dell'astronave che determinerà il tempo che dovrà durare il sonno degli astronauti, infatti, se un giorno, come vorrebbe Mask ci vorranno soltanto cinque mesi, gli approvvigionamenti da stipare saranno minori e magari non avranno bisogno di viaggiare addormentati per risparmiare peso. I centoottanta giorni li ho immaginati io, non so se in realtà basterebbero o meno, ma mi serviva che gli astronauti avessero davanti a loro un viaggio di ritorno da affrontare nuovamente addormentati in un limbo infernale, talmente orribile da trovare conforto nella morte.
Bardo96 ha scritto: sab dic 03, 2022 10:54 aminfine perché decidono di uccidersi tutti, senza che nessuno pensi minimamente al risultato della missione o abbia sintomi minori rispetto agli altri 
Nel racconto questo aspetto sarà evidenziato. Al risveglio la mente umana avrà una conoscenza in più con cui fare i conti.
Ora, la sinossi di 1800  è davvero uno scoglio, ho cercato di stimolare la curiosità e l'interesse ma, forse dovevo accennare qualcosa di più. Eh, ma i caratteri mi sono finiti in due secondi.
Grazie per le vostre osservazioni e per l'aiuto.

[SLab6] Sospesi davanti alla morte

È il venticinque novembre dell’anno duemilaottantantatré, il maggiore Arthur Lee Perez si sveglia nel suo pod trasparente, del tutto simile a quelli installati sulla Mars One. Intorno a lui fanno la spola decine di dottori; ha appena aperto gli occhi e il mondo intero aspetta la sua prima parola.
Arthur è il primo uomo sottoposto a letargia indotta e ibernazione protetta. Ha trascorso centottanta giorni in quel guscio: il tempo esatto che altri cinque uomini dovranno passare addormentati sulla nave stellare. Il maggiore Lee Perez si è offerto volontario per la sperimentazione a Terra e non appena starà bene lo staff medico indurrà il sonno criogenico ai cinque cosmonauti che verranno lanciati verso Marte.

Dopo alcune settimane, di esami e controlli, tutti i parametri vitali del maggiore sono tornati alla normalità: il lancio può essere effettuato.
Arthur, però, dal momento che ha riaperto gli occhi non ha desiderato altro che la morte.
Durante il sonno criogenico è rimasto intrappolato al confine tra la vita e la morte: il buio, l’assenza di suoni, di luce, il dolore latente che non lo ha mai lasciato sono stati una tortura infernale. Quell’inferno torna ogni notte, non c’è più pace per lui, vuole soltanto morire. Arthur sa che il suo disagio non fermerà la missione: aspetta di essere dimesso dall’ospedale e il giorno stesso si toglie la vita.
Circa cinque mesi dopo il lancio, sulla nave in rotta verso Marte, il comandante Mueller è il primo a svegliarsi, i cinque pod orbitano silenziosi intorno alla nave. Il comandante comunica agli altri le sue intenzioni: non portare a termine la missione e immettere gas nei sistemi di aerazione; si riaddormenteranno e stavolta per sempre.
La decisione è unanime.
Il messaggio inviato sulla Terra: La missione è fallita, siamo tutti morti.

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