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Re: [Lab5] Catena

Ciao @dyskolos, ho letto il tuo racconto con interesse, l'argomento mafia, quando viene affrontato, evidenzia sempre l'antimafia ed è questo che mi interessa di più: sapere di quelli che lottano per sconfiggerla. Prendo a esempio solo questa parte del tuo racconto per farti notare alcune cose che mi sono saltate agli occhi durante la lettura.
dyskolos ha scritto: A quel tempo lei faceva la maestra elementare. Aiutava come poteva i suoi alunni: comprava loro i libri, il pane, la pasta, i vestiti e tutto quello che era necessario a una vita libera e dignitosa. Il suo stipendio se ne andava così. Calogero provò tanta pena per Catena, ma cercò di non farlo trasparire. Dopo tutto, lui era un giornalista e doveva rimanere professionale; ma «al cuor non si comanda» disse. In seguito all’uccisione del sindaco del paesello, Catena aveva trovato ancora più forza per andare avanti. Calogero diede un pugno sul muro. Era arrabbiato. Lei voleva costruire nuovi edifici per i bambini del luogo: non si era mai data per vinta, ma sapeva che aveva bisogno di tanti soldi per acquistare i terreni. «E come hai fatto?» le chiese.
A quel tempo lei faceva la maestra elementare: non si capisce bene se quel tempo, si riferisce al momento in cui Catena racconta la sua storia al giornalista o a quando lei scopriva di essere la figlia di un mafioso.

Aiutava come poteva i suoi alunni: comprava loro i libri, il pane, la pasta, i vestiti e tutto quello che era necessario a una vita libera e dignitosa: Ci sono cose che non si possono comprare per vivere una vita libera e dignitosa. Catena faceva quello che poteva, I figli hanno bisogno di leggi che permettano ai loro genitori di farli crescere liberi, sani, istruiti e felici. Catena non poteva comprare necessità che le era impossibile procurarsi.

Calogero diede un pugno sul muro. Era arrabbiato: mi sembra di aver capito che i due stanno parlando in un bar: lei piange, lui piglia a pugni il muro, sono atteggiamenti che non ho mai notato fare agli avventori che frequentano bar. Io pensavo che stessero parlando nello studio del giornalista.

Lei voleva costruire nuovi edifici per i bambini del luogo: non si era mai data per vinta, ma sapeva che aveva bisogno di tanti soldi per acquistare i terreni: I bambini si aiutano costruendo edifici? Forse intendevi asili, biblioteche, parchi giochi ecc. Ma doveva essere ricca per avere tali aspirazioni. Per aprire un asilo basta affittare un locale adeguato, cercare fondi attraverso associazioni o fondazioni che lei stesssa poteva coinvolgere, gli argomenti non le mancavano. Catena sembra una donna molto combattiva, avrebbe dovuto scegliere la strada più facile. Comprare terreni, magari in periferia, dislocati dal contesto urbano per farne cosa?

 «E come hai fatto?» le chiese: Ecco, me lo chiedo anche io, fortemente mi domando, come fa una maestra elementare a fare un viaggio in America e tornare con quattordici milioni di dollari? A chi si è rivolta? in America elargiscono danari, così, a  mani piene? Spero di averti dato spunti di riflessione.

Ho letto i commenti degli altri quindi non starò a ripetere le stesse cose ma tra i commenti ho letto questa tuta risposta:
dyskolos ha scritto: lun ott 03, 2022 8:32 amNaturalmente a chi vive oltre il Po ciò non interessa per a.
La mafia non risparmia nessuno, Non ha mai fatto sconti, io credo che non ci sia un punto geografico preciso dove la mafia non riguardi la popolazione che ci vive. Ci sono persone menefreghiste e persone impegnate a tutte le latiduni. Oltre Pò la gente sente meno il problema, lo vive in maniera diversa ma, il problema resta.

 Ho detto tutto,  sono contenta che tu abbia partecipato. Non scoraggiarti e continua a scrivere, soprattutto su questo argomento. Tu abiti in Sicilia, di storie ne avrai sentite molte: potresti  mettere insieme le memorie della gente, per fare chiarezza e sfatare i luoghi comuni assurdi come  i sicilianituttimafiosi

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