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Re: Labocontest n.3 - Discussione generale - Show don't tell

ivalibri ha scritto: Non per fare la prevenuta ma devo dire che l'esercizio sullo show don't tell mi ha creato notevoli difficoltà.
Perfetto, sono contenta di non essere la sola. Io ho cominciato a scrivere subito, appena pubbblicata la traccia.
Ma è difficile, cavolo, se è difficile mostrare e non raccontare.
Alla terza bozza scartata ho deciso che non avrei partecipato, poi ho pensato, no! Non è la soluzione. Allora ho preso un mio racconto già scritto quando scrivevo alla caxxo di cane e ho cominciato a lavorarci. Ho tradotto tutte le scene mostrandole.
Ho lasciato alcune parti raccontate, inserito persino delle metafore, cercato di togliere gli incisi, i gerundi che non ci azzeccavano, ho tolto le digressioni, gli spiegoni, gli avverbi in mente, aggettivi eccessivi e via dicendo.
Lo sto ancora preparando e non sono per niente soddisfatta fino ad adesso, ma lo pubblicherò lo stesso. Non vedo l'ora di leggere i vostri commenti

Re: Labocontest n.3 - Discussione generale - Show don't tell

Mina ha scritto: è impossibile essere neutri ed è deprecabile cercare di esserlo a tutti i costi.
Forse sono stata fraintesa. Io non volevo dire che sia giusto o sbagliato, quello che intendevo dire, è che i lettori oggi vogliono un genere diverso di letture. Vogliono leggere e pensare con la loro testa: letta la scena di di Enrico che controlla la carta dei vini e magari dice che il vino costa troppo, sarà lui stesso a dire"ammaza oh, braccine corte 'sto Enrico!. Per chi legge è più gratificante arrivare da solo a ciò che lo scrittore vuole raccontare e cioè che Enrico è un taccagno. 
Questo è quello che dicono i vari venditori di consigli e corsi su internet, e io arrivo fino a qui. Dovrei saperne molto di più per essere certa di saper emozionare i miei lettori, perchè è questo che deve saper fare uno scrittore o una scrittrice, al di là di ogni intenzione è per questo che io scrivo.
E certo, oguno scriva come gli pare, non ci sono regole chi ci vietino di farlo, però, io vorrei scrivere come piace ai lettori e non come mi pare, usare tre aggettivi per sostantivo, avverbi in mente a profusione, metafore ogni tre righe  e dire " io scrivo così, è il mio stile". No, per favore, scrivere è un lavoro di alta precisione, un progetto che richiede lavoro duro, anche quello di essere in grado di eliminare le convinzioni che mi trascino dietro senza sapere se sono ancora valide o no.
Io millantanni fa ero una divoratrice di fumetti, quelli con tutte le vignette allineate nella giusta sequenza, tipo tex willer per intenderci. A un certo punto i fumetti hanno cambiato completamente tipo di impaginazione. Alcuni di quelli che leggevo abitualmente, uscivano con le vignette messe a caso, in obliquo, tipo i manga. Chi ha cominciato a diffondere quel tipo di impaginazione ha avuto ragione con i lettori più giovani, Io, complice anche l'età che avanzava, ho smesso di leggere fumetti: non mi sono adeguata alla novità. Voglio dire, se così tanti oggi sentono che mostrare è meglio di raccontare, di sicuro io voglio saper scrivere anche così.
 

Re: Labocontest n.3 - Discussione generale - Show don't tell

Poldo ha scritto: Ti dico come sono andate le cose, giudica tu come ti pare".
io vedo, in questa tua frase, il problema che molti sulla rete indicano come l'errore principale.
Se io scrivo: Enrico è avaro, porta sua moglie in una bettola a festeggiare l'anniversario, il lettore leggerà che Enrico è avaro attraverso il mio filtro, il mio è un giudizio che comunico a chi legge, ma lui non avrà l'idea del perchè.
Se invece descrivo la trattoria, i tavoli ammucchiati, le tovagliette di carta, e il vino scadente, il lettore capirà da solo che Enrico c'ha le mani a pinza.

 Da come la vedo io, ci vuole equilibrio tra i due modi di scrivere. Immagino e scrivo una bellissima scena mostrata, si svolge, veloce e concitata in una cucina, all'inprovviso la mamma lascia tutto, corre in camera, apre la porta: Marco dorme beatamente. La mamma richiude la porta e torna alla sua concitazione e a litigare col gatto che si è fatto le unghie sul mobile del soggiorno.
Quell'avverbio secondo me ci sta, non mi metterò a descrivere Marco stravaccato sul letto, la bavetta che cola sul cuscino, il braccio che penzola fuori dal letto, perchè non è la scena determinante. È un dettaglio che viene inserito per drammatizzare l'ansia della madre che ha paura di aver svegliato il figlio e va bene raccontarlo e non mostrarlo.
Per questo motivo credo che sia molto difficile non lasciarsi andare, Così ci vorrà molto tempo per scrivere un testo ben fatto. Io lo trovo davvero stressante. Almeno fino a che non padroneggierò la tecnica per poterla usare a mio vantaggio.

Re: Labocontest n.3 - Discussione generale - Show don't tell

Mina ha scritto: Mi sto perdendo, mi sembra si stia parlando più che altro di tempo narrativo
Perché provo la stessa sensazione? forse non sto mettendo in pratica i concetti appresi fino ad adesso?
Show vs Tell: mostrare contro raccontare.
Rprorovo a spiegare quello che credo di aver capito.
La scena, qualunque sia, è mostrata al lettore servendosi di eventi, emozioni, o altro che stanno accadendo al protagonista o che sono accaduti.  Il protagonista sta per incontrare la ragazza più bella del mondo ed è molto emozionato? proviamo a mostrare la sua emozione, é facile dire Pincopallo era  emozionato, Pincopalla camminava elegantemente verso di lui.
Fa schifo, non è vero? non mi veniva niente di meglio. :facepalm:  Ma se voglio mostare questa scena per emozionare il lettore come faccio?  Devo mostrare l'emozione di pincopallo e l'eleganza della ragazza con parole giuste: se non voglio usare il termine emozionato o elegantemente che sono palesemente raccontato, dovrò pensare cosa mi succede quando sono molto emozionata o come mi vedo quando mi vesto elegante?  Il metodo credo sia questo, ma solo in parte, ci sono molte altre cose da padroneggiare.
Descrivo la parola emozionato e elegantemente  in modo assolutamente brutto, si può fare molto meglio, io non sono capace, è solo per capire se anche voi la pensate così:

Ecco che Pincopallo vede Pincopalla: la falcata sicura, i tacchi alti sfiorano l'asfalto, é una farfalla fasciata da un leggero tubino cremisi.  Vola verso di lui. Sulla camicia azzurra fresca di bucato, appaiono due chiazze scure sotto le ascelle. Pincopallo si mette le mani in tasca per asciugarle; lei allunga la sua per salutarlo.
— Buon... ciaaao, io... scusa ho le mani sudate. 

Re: Labocontest n.3 - Discussione generale - Show don't tell

Bardo96 ha scritto: Usarlo in modo integrale, come dice Mina, toglie ogni possibilità di immersione nella mentalità del personaggio, di fatto impedendo di “mostrare” velocemente come si sente il personaggio.
È vero, per mostrare una scena ci vogliono più parole, se la mostriamo col punto di vista giusto e immersivamente. Raccontare che:

Marco era arrabbiato. Si girò e andò verso la porta. Giulia scosse la testa e cominciò a piangere, non voleva che lui se ne andasse.  Invece di mostrare che:
Marco strinse i pugni, serrò la mascella, distolse lo sguardo da lei. Non vide le lacrime rigare le guance di Giulia, non sentì il suo cuore spezzarsi mentre superava la soglia, richiede meno tempo, ma secondo me rende mille volte di più la seconda.

Se io scrivo, Marco era arrabbiato, ti sto raccontando lo stato d'animo del personaggio, non ti sto facendo vedere Marco arrabbiato. Ci vogliono più parole, è molto più impegnativo ma, volete mettere la bellezza di una scena dove chi legge vede realmente cosa sta accadendo?

Per aumentare il ritmo della scena e non scadere nel raccontato ci sono diversi modi, Questa frase, che ho volutamente allungato, (Non vide le lacrime rigare le guance di Giulia, non sentì il suo cuore spezzarsi mentre superava la soglia.)
per esempio, si può accorciare così:
Marco strinse i pugni, serrò la mascella, distolse lo sguardo da lei. Giulia riaprì gli occhi e le mani bagnate di lacrime; Marco era  già oltre la soglia, che è anche meglio della prima.
Spero di aver reso bene l'idea. Mostrare e non raccontare, secondo me non può causare spiegoni o azioni didascaliche, a patto che si faccia bene però e che si sappia usare qualche frasetta raccontata, ogni tanto, senza appesantire il testo.

Quando troviamo frasi tipo: Pincopallo uscì di casa, mise la mano in tasca, prese il telecomando dell'auto, pigiò il pulsante con il lucchetto....é chiaro che l'autore crede di stare scrivendo con la regola dello show don't tell, ma la sua è un'opinione totalmente errata. Mostrare non vuol dire fare un elenco di azioni.
Questa è tutta teoria che ho imparato, metterla in pratica è tutto un'altro discorso.
Per il poco che ne so io, non riesco quasi mai a fare un buon lavoro. Dopo decenni di letture classiche, di romanzi superspiegati e raccontati, ce l'ho nel DNA  ed è molto difficile scrivere con una regola così diversa. Che so, io ancora non ho letto niente scritto in maniera totalmente immersiva e con questa tecnica, dove sono quelli che scrivono solo mostrando? qualcuno può consigliarmi dei testi? magari Fantasy?

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