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Re: L'importanza dell'amicizia (titolo provvisorio) - Frammento

Dunque: quello che leggete è l'unico modo in cui so scrivere. Ad es., il mio professore di italiano scrive antico, e ha già pubblicato quattro romanzi, l'ultimo dei quali è uscito nel mese di febbraio di quest'anno. In ogni caso non ho intenzione di disturbare l'editore per tutta la 'carta straccia' letteraria che produco, anche perché avrà tantissime altri testi molto più degni di essere presi in considerazione della mia 'cacca' letteraria; eppure io continuo a scrivere, anche se dopo un paio di righe smetto di scrivere, forse perché non ci credo abbastanza, o, molto probabilmente, anzi senz'altro, la mia 'cacca' letteraria non ha valore, perché non riesco a rifinire i miei testi. 

Re: L'importanza dell'amicizia (titolo provvisorio) - Frammento

è una cosa che si fa fatica a mostrare. Questo personaggio è soprannominata ìla donna invisibile', proprio come il personaggio dei Fantastici Quattro, ma nessuno capisce perchè tutti la chiamano così. In sostanza, è un nomignolo che la protagonista si porta dietro da sempre.

L'importanza dell'amicizia (titolo provvisorio) - Frammento

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«Lasciami! Mi stai facendo male ! Lasciami !». Quel giorno era lì, in piedi davanti al finestrino dell’autobus in sosta. Improvvisamente, e senza una ragione, una ragazzina di dodici anni iniziò a schiaffeggiarla, ordinò alle amiche di metterle un braccio dietro la schiena, e le rise in faccia. Disse di essere una poliziotta, e che se non avesse risposto alle sue domande l’avrebbe fatta camminare fino allo sfinimento. Una delle amiche della ragazzina, le disse che, se non fossero state soddisfatte, se non avesse fatto tutto quello che le chiedevano, e se non si fosse tranquillizzata, avrebbero tirato fuori i lunghi manganelli che avevano ben nascosti nelle tasche dei loro jeans e che l’avrebbero mandata all’ospedale. Ad un certo punto, una di loro approfittò di un momento di distrazione della sua vittima per darle una sberla. Dopo aver riso a lungo, due di loro, guardandola in faccia, dissero : «Quando cammini, guardati le spalle : ti teniamio d’occhio. Abbiamo tanti amici in queste zone. Puoi andare, anche se non hai risposto alle nostre domande. Ma stanne certa : ci rivedremo». A quel punto, le bulle scesero da quell’autobus e la lasciarono tranquilla. In paese, quella ragazza era conosciuta come ‘la donna invisibile’, e a nessuno è mai venuto in mente di sollevare delle obiezioni a proposito. Solo Marica, la sua migliore amica (anzi, una vera e propria sorella), poteva chiamarla Sara 

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