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Re: [Lab6] Storia di Lina

Ciao @@Monica
@Monica ha scritto: L’alba l’aveva colta alla fermata del tram: l’odore della notte di città appiccicata ai vestiti come il fumo che da tempo le si era infiltrato nella pelle e nei  pensieri. 
Biascicava saliva amara, mentre una zanzara avida lamentava il suo magro pasto.
Incipit interessante. 
Col senno di poi, ossia avendo letto il seguito, che l'alba la colga alla fermata del tram mi fa pensare che si stia spostando o che stia camminando, invece è lì con il suo cartone (va beh, è proprio una minuzia...). L'immagine della zanzara è particolare. 
@Monica ha scritto: La barbona non si prendeva neppure la briga di coniugare i pochi verbi che sapeva. Trovava che l’infinito fosse perfetto. Così “mangiare”, “bere”, “fumare” avevano da tempo sostituito tutta una inutile serie di frasi che avrebbero avuto solo il fastidioso effetto di distoglierla dalle sue riflessioni.
La descrizione di Lina mi piace molto. Mi ha però un po' sviato l'attenzione il termine barbona. L'appellativo ha una connotazione forte, quasi giudicante, che mi pare esca un poco dal pov di Lina.
@Monica ha scritto:
Lina, così si chiamava la senzatetto, adorava la libertà che le era concessa dalla sua condizione. Nessuno sapeva che età avesse. A volte era così sporca che si durava fatica a vederle gli occhi. 
C’era chi pensava che fosse ancora piuttosto giovane e chi giurava di averla vista da sempre in città.
Doveva essere stata bella, Lina. O forse lo era ancora
Anche qui, soprattutto nella frase iniziale, ho avuto l'impressione di un narratore onnisciente, di un puntò di vista esterno a lei.
Tra l'altro (ma qui parlo più per gusto personale) non credo ci sia bisogno di dire che è una barbona e dopo ribadire che è una senzatetto. La tua descrizione è già eloquente di per sé, non c'è affatto bisogno di specificarlo e sembra una strana intrusione di uno sguardo esterno al personaggio. 
@Monica ha scritto: Ormai non le avrebbe più fatto male, né a lei né a nessun’altra, sorrise. 
Qui fai supporre al lettore che lo abbia ucciso lei. È un dettaglio importante e interessante, peccato che poi non venga ripreso o confermato in qualche modo. Mi sembra importante sapere che lei ha già ucciso e magari anche come. Ha già usato il coltello, il suo attuale confidente? Rimane questo quesito insoddisfatto. 
La frase ha una punteggiatura strana, le due virgole sembrerebbero un inciso. Forse un punto è virgola prima di sorrise?
@Monica ha scritto: Chiuse gli occhi, ingoiando il dolore del ricordo che la tormentava da settimane.
Quindi l'episodio è piuttosto recente? 
Il finale funziona bene a una seconda lettura, alla prima mi ha lasciata un po' insoddisfatta. Non so se potrebbe dipendere dal fatto che la figura di lui sia tratteggiata in questo epilogo un po' troppo di sfuggita. Lo vede e tac! lui muore. Il che va bene come fatto in sé, però avrei voluto avere qualche dettaglio in più su di lui. Qualcosa che me lo facesse inquadrare un poco di più come persona. Che tipo era? Di che età? Non un barbone, pare, ma comunque un emarginato?
La scrittura come sempre è ottima, evocativa. Qualche dettaglio in più a mio parere aiuterebbe a far entrare il lettore nella storia.
Ciao!

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